Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 31
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Mazzoni, libro consigliato Santrock Pag. 1 Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Mazzoni, libro consigliato Santrock Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Mazzoni, libro consigliato Santrock Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Mazzoni, libro consigliato Santrock Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Riassunto esame psicologia dello sviluppo, prof. Mazzoni, libro consigliato Santrock Pag. 16
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Gli item complessi danno sempre difficoltà dal punto di vista cognitivo, mettendo sempre una certa

difficoltà. Si è quindi sperimentato se il conflitto indotto dall’opposizione dei punti di vista possa far

progredire il soggetto anche quando il compito non contenga nessuna difficoltà a livello cognitivo, ma

solo sociale: si propone un modello incorretto a dei soggetti che dispongono già della risposta

adeguata; si è cercato quindi di isolare la dimensione sociale del conflitto differenziandola dalla difficoltà

cognitiva.

Si conservano le posizioni faccia a faccia del precedente esperimento, ma si pongono i piani in modo

che da una parte il compito risulti facile, in cui non c’è una difficoltà cognitiva, mentre dall’altra la

posizione dia un compito difficile, come negli item complessi abituali. Un soggetto in posizione

complessa avrà effettivamente delle difficoltà di carattere cognitivo, mentre il soggetto in posizione

facile non avrà difficoltà cognitive.

Se il soggetto in posizione difficile sarà un CN o un CP, non svolgerà il compito correttamente,

influenzando anche il soggetto in posizione facile, creandogli un conflitto che contrasta con la sua

soluzione scontata, quindi si vogliono analizzare gli eventuali progressi di questo tipo di conflitto.

Per evitare che il soggetto “facile” imponga la propria soluzione e inneschi nel soggetto difficile una

dinamica di remissione e acquiescenza, si oppongono al soggetto facile 2 soggetti difficili, che

sosterranno socialmente la loro tesi, mentre in un'altra condizione sperimentale si oppone sono un

soggetto difficile, per controllare la dinamica di acquiescenza.

I risultati che interessano sono quelli dei soggetti in posizione facile, che apparentemente non

affrontano nessun conflitto cognitivo: durante il post test su item complessi i soggetti facili

progrediscono se nella fase di interazione sono stati contrastati da 2 soggetti difficili , mentre se nella

fase di interazione si erano trovati di fronte ad un solo soggetto “difficile”, nel post test

5

progrediscono poco. I soggetti facili progrediscono maggiormente se difendono più apertamente la loro

evidente soluzione.

Anche nella fase di interazione si nota l’intervento delle regolazioni sociali nel conflitto sociocognitivo:

le interazioni fra il soggetto facile e i 2 soggetti difficili sono più frequenti rispetto l’altra condizione.

La soluzione scorretta difesa dai 2 partner ha spinto il soggetto facile a comparare le risposte e ciò ha

permesso una difesa più intensa delle sue idee e una decontrazione cognitiva per comprendere le

risposte altrui; nella situazione con un solo soggetto difficile, questi ha posto meno opposizione e il

soggetto facile non ha rimesso in discussione le sue idee, predominando sul partner: la divergenza

si è risolta con una regolazione relazionale, mentre con 2 oppositori la negoziazione si è svolta a

livello cognitivo.

C’è anche da considerare che i 2 soggetti in posizione difficile non erano necessariamente dello stesso

livello, e nel caso di un CP+CN, questi 2 soggetti hanno potuto migliorare, quindi il bambino facile non

solo si è visto opporre un altro punto di vista, ma anche una progressiva elaborazione corretta da

parte degli altri 2. Per questo motivo sono state realizzate 2 varianti dell’esperimento.

Prima Variante

Per evitare la “supremazia” del bambino in posizione facile, e l’acquiescenza del bambino in posizione

difficile è stato introdotto l’adulto come partner in posizione difficile.

Egli realizza la copia del villaggio senza dare spiegazione al bambino, ed effettua una semplice

traslazione del villaggio, poi chiede al bambino il suo parere, e nonostante eventuali correzioni del

bambino, lo sperimentatore continua a proporre la soluzione incorretta. Dal punto di vista del

bambino l’errore dell’adulto è evidente

Ai post test individuali si nota un netto progresso dei bambini, che si sono conservati anche ad un 2°

post test a distanza, e sono quelli che più si oppongono all’adulto durante le interazioni, mentre quelli

che maggiormente hanno accettato la soluzione dell’adulto non progrediscono.

L’esperimento precedete ha dimostrato che i soggetti che oppongono maggiore resistenza ai loro

partner difficili progrediscono di più: in questo esperimento è quindi stato contato il numero di case

messe in posizione corretta, nonostante l’adulto continuasse a proporre posizioni sbagliate:

effettivamente i soggetti che sono progrediti hanno collocato più case al posto giusto, sostenendo il

loro punto di vista, rispetto ai soggetti che hanno collocato meno case nel punto giusto per

compiacere l’adulto e il suo punto di vista, progredendo di meno. Questo indica che chi risponde ad un

conflitto sociocognitivo con una regolazione relazionale di acquiescenza progredirà di meno di quelli

che si oppongono ad un punto di vista , anche se in condizioni di inferiorità sociale.

Seconda Variante

Si è visto come l’utilizzo di 2 bambini in posizione difficile crei altre varianti che complicano la

situazione, perché risulta complicato controllare la relazione fra i 2 difficili. Ma i 2 difficili erano stati

introdotti per evitare l’effetto di acquiescenza e per dare un rinforzo sociale e assicurare conflitto

cognitivo. Bisognerebbe rinforzare ugualmente il peso sociale di un bambino da solo in posizione

difficile. In questa variante, questo si è ottenuto facendo costruire il villaggio prima al soggetto difficile,

e poi lasciando intervenire quello facile.

Ai post test si sono riscontrati buoni progressi , e anche in questo caso quelli progrediti sono quelli

che hanno dato il maggior numero di risposte corrette nella fase interattiva, mentre quelli che non

sono progrediti al post test hanno una media di case giuste inferiore durante l’interazione.

L’interazione fra pari deve tenere anche conto di un altro fattore: i soggetti difficili, se sono CP sono

capaci di mettere alcune case imposizione corretta,e per queste non ci sarà conflitto; inoltre i

precedenti esperimenti hanno dimostrato che per avere un conflitto sociocognitivo l’interazione non

deve essere unilaterale, ma bilaterale. In questo esperimento si è calcolato l’indice di

reciprocità/unilateralità: considerando la % delle risposte corrette date dal soggetto facile:

sono stati considerati gruppi unilaterali a dominanza facile, quei gruppi in cui la % delle risposte

 corrette data dal soggetto facile era molto alta, da 83 a 100%

sono stati considerati gruppi unilaterali a dominanza difficile, quei gruppi in cui la % delle

 risposte corrette data dal soggetto facile era molto bassa, da 0 a 17%

sono stati considerati gruppi bilaterali i gruppi in cui la % di risposte corrette del soggetto facile

 oscilla tra 18 e 82 %

I risultati mostrano che il soggetto facile è progredito nei gruppi con più bilateralità e meno

unilateralità, quando cioè le decisioni sono ripartite ugualmente, e non quando le decisioni sono

semplicemente giustapposte oppure c’è supremazia di uno dei 2. 6

Il conflitto sociocognitivo è essenziale nei progressi durante le interazioni fra pari: il lavoro comune di

bambini di livelli cognitivi diversi e bambini dello stesso livello cognitivo , ma con 2 punti di vista diversi

hanno progressi a livello individuale in seguito al conflitto.

Si può creare il conflitto anche a bambini in cui il compito non produce nessuna difficoltà mettendoli a

confronto con soggetti che realizzano incorrettamente il compito: perché possano prodursi progressi è

necessario che il conflitto non si risolva con acquiescenza fondata sulle asimmetrie, e ci deve essere

reciprocità di scambi dei punti di vista, e non un lavoro unilaterale.

Esperimento 5: natura del modello e conflitto sociocognitivo

Gli esperimenti miravano a dimostrare che la dinamica del conflitto sociocognitivo non si riduce ad

un semplice “effetto modello”; ora si capovolge il problema spiegando l’effetto modello in termini di

conflitto sociocognitivo.

Il “modello” è l’insieme delle caratteristiche cognitive di una soluzione proposta per un problema,

quindi gli approcci cognitivi differenziati nei vari bambini costituiscono dei modelli.

Rispetto a un bambino di livello CN le soluzioni proposte nei precedenti esperimenti dagli altri bambini

costituiscono per lui dei modelli di diverso tipo:

Modello Progressivo Corretto: la soluzione proposta coincide con tutte le trasformazioni

 richieste dal compito. È la soluzione proposta da bambini CT

Modello Progressivo Intermedio: la soluzione si presenta vicino alla soluzione corretta, è più

 avanzata di quella del soggetto, ma non è completamente corretta. È la soluzione proposta da

bambini CP

Modello similare: è la stessa modalità di soluzione che il soggetto usa. Può dare luogo a

 risposte identiche, nel caso di punti di vista uguali, o totalmente divergenti, nel caso di punti di

vista diversi

Modello Regressivo: è una soluzione di livello inferiore a quella del soggetto; se il soggetto è

 capace di riprodurre il modello in un item facile con una rotazione a 90°, il modello regressivo

consiste in una semplice traslazione del villaggio senza nemmeno la rotazione

La quasi totalità degli autori che si è occupata del tema ha sempre analizzato modelli progressivi

corretti, che sono considerati da tutti come fortemente positivi; l’unico caso in cui si è dimostrato

inutile è quando il soggetto che serviva da modello imponeva totalmente la sua soluzione corretta, e

l’altro soggetto non partecipava all’interazione.

Sono poche le ricerche centrate sui modelli intermedi: alcuni sostengono che sono i migliori perché la

distanza cognitiva è minore rispetto al modello corretto.

I Modelli similari non sono stati oggetto di interesse , e alcuni esperimenti dimostrano che i progressi

sono insignificanti

I modelli regressivi sono praticamente assenti nelle ricerche, e sono stati analizzati sono in termini di

apprendimento vicario: regressione di soggetti conservatori, confrontati con modelli non

conservatori si sono trovate solo quando i soggetti hanno interpretato il compito come un dover ridare

la risposta proposta dall’adulto.

Il modello più studiato è quello progressivo corretto, poiché l’interazione è pensata come un

mecanismo di imitazione, e lo stesso vale per i lavori più rari riguardo i modelli progressivi

intermedi, questo perché secondo questi lavori l’intervento più efficace è presentare un modello che

induca il soggetto ad esercitare attivamente le proprie funzioni mentali per fargli comprendere le

contr

Dettagli
A.A. 2013-2014
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher cappello.stravagante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teorie e tecniche di psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Mazzoni Elvis.