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LE ATTIVITA' FONDAMENTALI DEL NEONATO
Emergiamo dal ventre materno dotati di due riflessi che danno immediato impulso alla nutrizione:
il riflesso di suzione: movimento di suzione automatico, spontaneo, prodotto dai neonati soprattutto quando
– qualcosa sfiora le loro labbra;
il riflesso di ricerca del seno materno: risposta automatica del neonato a qualcosa che gli sfiora la guancia; il
– piccolo gira la testa in direzione dell'oggetto e inizia a compiere i movimenti di suzione.
Riflesso: risposta o azione automatica controllata da centri cerebrali non corticali.
Freud definì la prima infanzia la “fase orale”: tutto quanto va portato immediatamente alla bocca.
Il latte materno favorisce la crescita di ogni bambino nei primi mesi di vita, ma intorno ai sei mesi il bimbo deve
incominciare ad assumere cibi solidi.
Dopo lo svezzamento un problema serio può essere la malnutrizione: mancanza di un'adeguata assunzione di cibo.
Il ritardo della crescita staturale, cioè il blocco della crescita staturale in un bambino causato da carenze nutrizionali
croniche, ha gravi effetti a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, sull'apprendimento e suo ogni attività vitale.
Il pianto è il segnale con cui a ogni età comunichiamo agli altri i nostri sentimenti; raggiunge il suo picco tra le sei e le
otto settimane dopo la nascita. È particolarmente presente e importante nella prima infanzia, per poi diminuire di
frequenza verso i 4 mesi quando entra in funzione la corteccia cerebrale: la frequenza del pianto cala e il bambino inizia
a usare questa modalità di comunicazione in modo selettivo come strumento per esprimere i propri bisogni.
Il pianto eccessivo, che scompare dopo i primi mesi, è dovuto alla colica, problema biologico legato all'immaturità
dell'apparato digerente. Il periodo delle coliche è di breve durata. Le strategie per calmare un bambino piccolo che
piange comprendono:
prenderlo in braccio;
– cullarlo;
– avvolgerlo in fasce;
– offrirgli l'opportunità di soddisfare il suo bisogno di succhiare.
–
Fornire al bambino un intenso contatto fisico attraverso il massaggio e la marsupioterapia, ovvero la pratica di
trasportare i bambini in una sacca, serve a calmarlo e ha un effetto benefico sulla sua crescita fisica.
Il sonno è lo stato prevalente del bambino piccolo; il bimbo trascorre nel sonno circa 18 ore al giorno svegliandosi a
intervalli di poche ore; si passa poi a uno schema in cui il bambino dorme tutta la notte. Durante il primo anno di vita i
pattern del sonno del bambino gradatamente si adattano al mondo che li circonda: i risvegli notturni diventano meno
frequenti e il neonato dorme sei ore per notte. A un anno di età il pattern più comune è di 12 ore di sonno per notte con
altri pisolini di mattina e di pomeriggio. Durante il secondo anno il bambino smette di fare il sonnellino al mattino e
negli ultimi tempi dell'età prescolare il sonno diventa limitato alle ore notturne.
Il sonno REM si riduce e compare nella fase finale del ciclo del sonno.
Intorno ai 6 mesi molti bambini sviluppano la capacità di autoconsolarsi, cioè di calmarsi da soli e di rimettersi a
dormire dopo che si sono svegliati.
Sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS): morte inspiegabile durante il sonno di un lattante
apparentemente sano dovuta alla cessazione del respiro. È più frequente tra i nati prematuri o sottopeso. Colpisce con
maggior frequenza i lattanti della popolazione nativa americana e afroamericana, e i maschi più delle femmine. Due
fattori fanno aumentare il rischio di SIDS:
vivere con adulti che fumano;
– essere messi a dormire con la faccia rivolta verso il basso.
–
Avviene per la maggior parte fra il secondo e il quinto mese e può essere causata da un problema del passaggio di
funzioni dalle regioni subcorticali alla corteccia nel momento in cui scompare il riflesso che porta a scuotere la testa in
risposta a problemi respiratori.
LO SVILUPPO SENSORIALE E MOTORIO
Udito: i feti sono in grado di discriminare vari toni dall'interno del grembo materno. I neonati preferiscono le voci
femminili, in quanto si rivelano selettivamente sensibili ai toni più acuti. A meno di una settimana dalla nascita i
bambini riconoscono la voce della made. A un mese di età di sintonizzano sul linguaggio rivolto ai bambini, cioè alle
forme specificamente deputate alla comunicazione con loro.
Odorato: i neonati sono in grado di discriminare una grande varietà di odori e già nella prima settimana di vita
sviluppano preferenza per certi particolari odori. Preferiscono l'odore del latte materno a quello del liquido amniotico.
Riconoscono l'odore del latte della propria madre e girano la testa di preferenza verso un tampone imbevuto in questo
liquido. Sentire l'odore del latte della mamma ha sul bambino un effetto calmante.
Gusto: i neonati sono sensibili ai sapori fondamentali. Quando avvertono un gusto amaro, acido o salato, smettono di
succhiare e contraggono il viso in una smorfia. Se sentono una soluzione dolce succhiamo con più avidità, ma smettono
quando la sostanza diventa troppo dolce.
Il paradigma dello sguardo preferenziale, cioè la tecnica usata per studiare le capacità sensoriali e cognitive precoci,
che il bambino piccolo ha di esplorare l'ambiente si basa sul principio che siano attratti dalle novità e preferiscano
guardare cose nuove, e il fenomeno dell'habituation, cioè la perdita di interesse nel guardare oggetti che non sono più
nuovi, vengono utilizzati per determinare ciò che i bambini sono in grado di vedere.
Alla nascita la capacità di vedere con chiarezza a una certa distanza è limitata ma i neonati possiedono una concezione
di costanza di grandezza: il principio secondo il quale percepiamo un oggetto come se fosse della stessa grandezza,
indipendentemente dalla sua distanza che lo separa da noi.
Studi sulla percezione dei volti dimostrano una preferenza per guardare le persone belle. Nei primi giorni di vita sono
in grado di riconoscere la foto della madre anche quando appare con i capelli coperti. Fra i 3 e i 6 mesi preferiscono le
persone più belle. I neonati guardano più a lungo volti che li guardano e imitano le espressioni facciali che vedono fare
all'adulto.
Studi sulla percezione della profondità, cioè la capacità di percepire i dislivelli fino ad avere paura delle altezze,
mediante il precipizio visivo, cioè un apparato costituito da una tavola che a metà sembra interrompersi a causa di un
dislivello, dimostrano che i bambini iniziano a mostrarsi spaventati dalle altezze solo intorno al periodo in cui
incominciano a gattonare. A bambini di due mesi la frequenza del battito cardiaco diminuisca dimostrando che potevano
vedere la differenza di profondità ma non erano spaventati; la paura sorge intorno ai 6/7 mesi.
Tappe dello sviluppo motorio:
Sequenzialità cefalo-caudale: dalla testa verso i piedi. I bambini prima riescono a sollevare la testa, poi
– ruotano la parte superiore del corpo, poi stanno seduti senza appoggio e infine sono in grado di alzarsi in piedi.
Sequenzialità prossimale-distale: dalle porzioni più vicine al centro del corpo verso quelle più esterne. I
– bambini muovono le spalle prima di avere il controllo delle braccia e dei movimenti delle dita.
Sequenzialità specifica rispetto alla massa: controllo motorio investe prima le parti più grandi e poi quelle
– piccole e fini. Dai primi passi fino ad esercizi di grande perizia.
L'atto dell'afferrare: per riuscire per la prima volta a prendere un oggetto il bambino deve controllare i movimenti
della testa e del dorso. I muscoli del collo e delle braccia devono essere già operativi. La capacità di stare seduti si
sviluppa intorno ai 6 mesi e rende più facile l'atto dell'afferrare. Anche una buona acuità visiva, l'abilità di percepire le
dimensioni e di capire quali oggetti si possono afferrare, la capacità di coordinare la visione con i movimenti del corpo e
delle mani.
LA COGNIZIONE
Durante lo stadio definito da Piaget sensomotorio, i bambini manipolano gli oggetti e si impadroniscono attraverso i
loro sensi dei fondamenti della realtà fisica; lo stadio termina con lo sviluppo del linguaggio.
Nell'assimilare, adattare le conoscenze sul mondo a ciò che sono già in grado di fare, i bambini attuano un processo di
accomodamento, tramite il quale il loro sviluppo mentale progredisce gradualmente: dal basarsi solo sui sensi o sui
riflessi, il bambino passa al ragionamento e all'uso del pensiero simbolico.
Secondo Piaget i progressi dello sviluppo mentale nella prima infanzia sono dovuti reazioni circolari, cioè azioni che il
bambino ripete abitualmente, aiutano i piccoli a identificare le leggi fondamentali del mondo fisico:
reazioni circolari primarie: si sviluppano nei primi 4 mesi e sono incentrate sul suo stesso corpo, come
– l'abitudine di succhiarsi il pollice, sono le prime a comparire.
reazioni circolari secondarie: azioni incentrate su stimoli sonori o visivi presenti nell'ambiente esterno,
– iniziano ad apparire intorno ai 4 mesi.
reazioni circolari terziarie: compaiono intorno al primo anno di età, sono attività da piccolo scienziato e
– implicano l'esplorazione inventiva e flessibile delle proprietà degli oggetti.
Primi segni del pensiero (1 anno):
imitazione differita;
– gioco a fare finta;
– comparsa del comportamento strategico o consapevolezza mezzi/fini, con cui il bambino fa qualcosa di
– nuovo e di diverso per ottenere un certo scopo.
Permanenza degli oggetti: sapere che gli oggetti esistono anche quando non li vediamo più. Secondo Piaget si sviluppa
durante i primi ani di vita.
Errore A-B: con l'approssimarsi del primo anno di vita, il bambino cerca un oggetto nel nascondiglio A in cui è abituato
a trovarlo, anche se ha visto che l'oggetto è stato nascosto in un posto diverso B.
Teoria dell'elaborazione delle informazioni: lo sviluppo cognitivo è visto come un processo a tappe.
IL LINGUAGGIO: LA TAPPA FINALE DELLA PRIMA INFANZIA
Ogni linguaggio ha una sua grammatica, cioè un sistema di regole per organizzare le parole al fine di poter comunicare
i significati desiderati.
Teoria di Chomsky: il LAD, cioè il dispositivo per l'acquisizione del linguaggio che indica un'ipotetica struttura
cerebrale che permette alla nostra specie la comprensione e la produzione del linguaggio.
Secondo Skinner apprendiamo a parlare attraverso i rinforzi che otteniamo per il fatto di produrre specifiche parole.
La teoria dell'interazione sociale: spiega lo sviluppo del linguaggio enfatizzandone la funzione sociale e sottolineando
la passione che i bambini e gli adulti