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1. PARAMETRI DI DIFFERENTI SET(TING) DEI GRUPPI CLINICI

L’espressione psicoterapia è riservata per quei gruppi che per obbiettivi, problematiche

affrontate, adeguatezza del setting e della formazione del conduttore, si pongono

consapevolmente ed esplicitamente obbiettivi di cura e trasformazione sia delle problematiche

sintomatiche sia delle problematiche di personalità a esse sottostanti. Invece i gruppi di aiuto

psicologico sono quei gruppi che pur utilizzando il metodo clinico, ed essendo condotti da

clinici, si pongono obbiettivi di maturazione emotiva, di positivo scambio interpersonale, di

migliore gestione dei sintomi e difficoltà, ecc. un terzo tipo di gruppi ha obbiettivi di

socializzazione maturativi, formativi, pedagogici, preventivi, ecc. utilizza metodi e competenze

cliniche ma non ha obbiettivi e setting pensati per la cura, bensì per la crescita soggettiva,

interpersonale, organizzativa. L’importante è che tutti i tipi di gruppo si pongano la ,domanda:

come condotto il gruppo, dove, da chi e per chi, con quali metodi e obbiettivi, con quale

valutazione? La valutazione, in essi, è utile che vada oltre il semplice giudizio del paziente e del

terapeuta. In gruppo, è utile che l’analista non lavori da solo ma con osservatori, coterapeuti,

supervisori, ecc. La valutazione clinica, inoltre, può essere integrata con l’applicazione di

strumenti osservativi , diagnostici, schede, ecc. Alcuni tipi di gruppo: Gruppi con bambini;

gruppi a termine; gruppi intermedi e allargati; gruppi in medicina generale o specialistica;

gruppi di supervisione o covisione; gruppi monogenere e monoculturali; gruppi supportavi;

gruppi formativi.

2. IL GRUPPO NEL MODELLO DELLA GRUPPOANALISI SOGGETTUALE

TIPO DI UTENZA: è, molto genericamente, quello capace di stare in un setting gruppale e

servirsene utilmente. “Questo tipo di gruppo è utile per questo paziente?”

DOMANDE E SEDE: In linea di massima, essa è fatta in prima persona da chi ritiene necessario

fare l’esperienza. Essa, tuttavia, può anche essere legata all’indicazione di un collega medico o

psicologo, alle sollecitazioni di familiari o di altri.

SETTING E MATRICE DI GRUPPO: Esso è il mezzo con cui può essere effettuato il viaggio ma è

anche l’organizzatore psichico del viaggio stesso. I confini del gruppo debbono essere chiari e

definiti. La matrice di gruppo e la sua costruzione richiedono attenzione da parte dell’analista

poiché a esso è legata la qualità terapeutica del lavoro.

CADENZA DELLE SEDUTE E NUMERO DI UTENTI: Il numero delle sedute è legato alle preferenze

dell’analista. Il numero dei pazienti presenti varia, in genere, da 5 a 9. 1

PAGAMENTO: Il problema del pagamento è molto importante, in quanto implica rilevanti

questioni di tipo simbolico, etico e procedurale.

FARMACI: Anche la questione farmaci è un problema rilevante poiché vi è, quasi sempre,

qualche paziente in gruppo che li ha assunti o li assume.

DURATA:La durata di un gruppo gruppoanalitico classico è, solitamente, lunga o medio lunga.

FONDAZIONE E PROCESSUALITà: La fondazione di un gruppo terapeutico parte dall’analisi da

questo portata avanti, dalle motivazioni del terapeuta, dalla prefigurazione del setting, dagli

obbiettivi, dagli utenti, dal contesto istituzionale in cui esso si svolge. Successivamente e/o

contemporaneamente inizia la selezione dei pazienti.

OBBIETTIVI: Sono obbiettivi terapeutici, cioè di cura, e analitici, cioè di comprensione del

mondo interno, di trasformazione rispetto ai problemi psicopatologici, di personalità e

relazionali profondi.

CORPO: Anche nei gruppi analitici che, quindi, non hanno apparentemente diretto rapporto

con le tematiche biologiche, la dimensione corporea è divenuta sempre più centrale.

ISTITUZIONE: La dimensione istituzionale è centrale in ogni tipo di lavoro con i gruppi sia

terapeutici sia psicosociali. L’analisi degli aspetti istituzionali e la gestione di essi e compito di

ogni conduttore di gruppo.

CONDUTTORE, CONDUZIONE, INTERVENTI, FORMAZIONE: Il compito del conduttore di gruppi

clinici è da rapportare alla complessità del setting, alla sua ricchezza, alle sue notevoli

potenzialità, alle sue grosse particolarità. La conduzione, a sua volta, deve mirare in primo

luogo a consentire al gruppo, anche supportivamente, di esserci e svolgere il suo lavoro. La

formazione deve dar al futuro terapeuta la capacità di concepire i gruppi, le loro processualità,

il loro progredire.

3. IL GRUPPO OMOGENEO DI PSICOTERAPIA ANALITICA

IL GRUPPO OMOGENEO: Un gruppo omogeneo è un gruppo in cui i membri sono uniti dalla

loro lotta conto un problema riconosciuto come comune a tutti i membri. I gruppi possono

essere omogenei in diversi modi. L’appartenenza ad un gruppo omogeneo è abitualmente

definita da caratteristiche pre-gruppo dei membri piuttosto che da attribuzioni comuni

individuate nel corso del trattamento. Una caratteristica di questi gruppi è l’immediata

creazione di un clima gruppale di condivisione e di una coesione dati proprio della comunanza

sintomatologica che fa sentire un forte senso di appartenenza e una possibilità di ascolto e

comprensione immediati. Il conduttore, nel corso di tutto il trattamento, deve essere

consapevole di tutto ciò e ne deve costantemente valutare il significato per il processo del

gruppo e dei singoli poiché, l’essere uguali o simili, il riconoscersi in un noi sintomatico, rischia

di diventare un elemento di chiusura, di fusione e confusione, a volte difensivo, che a fatica

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lascia spazio alle differenze. Il gruppo omogeneo ha una storia abbastanza antica e lunga

poiché la prima esperienza viene fatta risalire a J. Pratt, un medico di Boston che condusse a

partire dal 1904, interventi di gruppo con pazienti affetti da tubercolosi. Questo lavoro, inoltre,

è riconosciuto generalmente come il primo caso di uso del gruppo a fini terapeutici. Gli

interventi di gruppo proposti da Pratt, centrati sulla discussione degli aspetti medici e

psicologici della malattia, integravano il trattamento medico della malattia stessa. Queste

riunioni furono ritenute utili per il miglioramento del morale del paziente e per il decorso della

malattia, in quanto aumentavano nei pazienti l’autostima e la fiducia in se stessi. Questo tipo

d’intervento, denominato class method, si diffuse abbastanza velocemente e ispirò ben presto

e altre esperienze, iniziando a essere adottato anche per pazienti psichiatrici. Il gruppo veniva

essenzialmente utilizzato proprio perché luogo di relazione, scambio affettivo, di condivisione

e universalizzazione dei problemi. Questi sono fattori terapeutici ritenuti ancora oggi basilari.

GRUPPI OMOGENEI PER PAZIENTI CON PROBLEMATICHE PSICOPATOLOGICHE: Alla base di

questi gruppi c’è l’idea che diverse patologie necessitano di peculiari modalità di conduzione e

la focalizzazione su obbiettivi specifici che variano a seconda dei casi, trattandosi di patologie

gravi, che non possono essere adeguatamente messe in atto e perseguite in gruppi eterogenei.

L’omogeneità consente di utilizzare stili, strategie, modi che permettono di accogliere e

rispondere ai peculiari bisogni di uno specifico gruppo di pazienti. Il gruppo omogeneo

favorisce l’attivazione della coesione gruppuale che crea un clima rassicurante. Il gruppo

relativizza la propria sofferenza facendola sentire meno unica, aprendola all’ascolto dell’altro e

alla possibilità di essere accolta e compresa. La coesione nei gruppi omogenei non esiste di per

se servono interventi del terapeuta che mirano stabilire e difendere i confini del gruppo, a

favorire l’interscambio tra i partecipanti incoraggiandoli a comunicare e intervenendo come

arbitro nelle controversie, a garantire che ciascuno venga incluso nel gruppo con il

riconoscimento della sua partecipazione e la valutazione positiva dei suoi interventi. Il

rispecchiamento è un fattore fortemente attivato che rende visibile attraverso le esperienze

degli altri i propri problemi, i propri modelli relazionali, ecc., aspetti di se spesso poco chiari,

ignorati o difficilmente guardabili e dicibili.

IL GRUPPO MONOSINTOMATICO GRUPPOANALITICO PER IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEL

COMPORTAMENTO ALIMENTARE: Il gruppo monosintomatico, utilizzato ormai da molti

psicoterapeuti nel mondo come strumento privilegiato nel trattamento del disturbo

anoressico-bulimico, risulta abbastanza efficace. Il gruppo monosintomatico spaventa meno,

generando meno chiusura e desideri di fuga, è percepito come un rifugio sicuro. Sono spesso

convinte di essere le sole a stare e scoprire in gruppo che c’è un mondo in cui potersi

identificare fa sentire capite e aiuta a relativizzare il problema. Nei primi periodi di fondazione,

il gruppo è centrato soprattutto sulla narrazione del sintomo. Emergono abbastanza

velocemente anche le narrazioni sui propri vissuti, sul senso che ha il sintomo, su come fa

sentire il suo offrire una possibilità di benessere, ma anche sull’essere soprattutto malessere.

Gradualmente all’interno di un gruppo coeso, accogliente, supportivo, accudente e soprattutto

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capace di contenere il dolore, si può abbandonare la certezza offerta dal sintomo e i

partecipanti possono raccontare la propria storia personale, connetterla al sintomo, provando

a capirne il significato.

GRUPPI OMOGENEI PER PATOLOGIE FISICHE: Negli ultimi anni gli interventi di aiuto

psicoterapeutico di gruppo per pazienti affetti da patologie somatiche si sono ampiamente

diffusi. La riconosciuta efficacia del trattamento di gruppo nei casi di malattie somatiche è da

riferirsi sia al miglioramento della qualità della vita del paziente sia alla cura dei disturbi

psichici correlati. Un disturbo somatico, una malattia soprattutto ad andamento cronico, ha un

impatto notevole sulla vita di una persona che ne può essere sconvolta non solo per gli effetti

sulla salute, le conseguenti inabilità e il bisogno di cure, ma anche per il modo di reagire ad

essa ed elaborarla con effetti psicologici spesso depressivi e di natura ansiosa. Il gruppo è il

contesto dove è possibile sperimentare relazioni interpersonali che consentono la

visualizzazione e un lavoro di comprensione della propria personale dimensione relazionale

che è una delle principali aree problematiche del paziente con patologia somatica. Il terapeuta

deve fungere da presenza rassicurante che infonde fiducia, capace di creare un clima

gruppuale di condivisione e di interazione che favorisca l’accettazione, il supporto reciproco e

il poterci pensare su.

UN’ESPERIENZA DI PSICOTERAPIA DI GRUPPO PER PAZIENTI IPOVEDENTI: La conduzione è

stata modulata sul setting istituito, configurandosi come conduzione attiva, abba

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
7 pagine
3 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Mary1789 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dei gruppi clinici e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Prestano Claudia.