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L'approccio delle capacità per lo studio e l'applicazione dei diritti umani

L'approccio delle capacità, elaborato da Sen e Nussbaum, rappresenta un metodo adatto per lo studio e l'azione finalizzata all'applicazione dei diritti umani. Esso centra l'attenzione sulle persone come attori dell'esercizio e delle violazioni dei diritti e facilita il loro riconoscimento come oggetto riguardante la vita quotidiana e le relazioni interpersonali.

Promuovere una cultura delle capacità e dei diritti significa non solo garantire il riconoscimento di tutele giuridiche o la disponibilità di servizi di previdenza sociale, ma anche costruire le condizioni che permettono alla persona di agire in modo pienamente umano, capace di elaborare la propria interpretazione del mondo e di garantirne la partecipazione attiva nelle decisioni che la riguardano.

L'effettivo godimento dei diritti passa attraverso la relazione fra il cittadino e la pubblica amministrazione; per esempio, si realizzano nell'efficacia del lavoro scolastico, nella sua organizzazione,

Nella cura della relazione insegnante-alunno, attraverso una didattica adatta a favorire l'apprendimento e lo sviluppo della persona; oppure si realizzano nel rapporto tra utente e istituzioni sanitarie, nella loro efficienza e nella qualità della relazione fra gli operatori sanitari e le persone oggetto di cura.

In pratica, l'approccio delle capacità riguarda la promozione del diritto della persona a sviluppare la propria identità e a manifestarla nelle varie articolazioni del proprio ambiente ecologico.

Bronfenbrenner concepisce l'ambiente ecologico come una serie ordinata di strutture concentriche incluse l'una nell'altra chiamate microsistema, mesosistema, ecosistema e macrosistema:

  • Il microsistema si trova nella zona centrale ed è costituito da quel complesso di relazioni esistenti tra la persona e l'ambiente di un contesto contenente l'individuo stesso (un contesto è un luogo con particolari caratteristiche).
fisiche in cui l'individuo è impegnato in particolari attività, in particolari ruoli e per un particolare periodo di tempo, un esempio è il contesto della casa, della scuola, ecc.); il mesosistema è costituito dalle interrelazioni tra due o più contesti ambientali nei quali l'individuo partecipa attivamente (un esempio sono le relazioni tra famiglia, lavoro e vita sociale); l'ecosistema è costituito da uno o più contesti ambientali in cui l'individuo non è partecipante attivo ma che influenza l'ambiente in cui l'individuo è in contatto diretto (un esempio è il posto di lavoro dei genitori di un bambino); il macrosistema è il contesto sovrastrutturale che condiziona micro, meso ed ecosistema: esso è legato alle culture e alle organizzazioni sociali più ampie, con i relativi sistemi di norme, credenze, rappresentazioni sociali rilevanti ai fini dello sviluppo.

Obiettivo generale che gli operatori della formazione possono individuare è lo sviluppo delle capacità umane e della personalità, in base al 2° comma dell'art. 26 della Dichiarazione universale dei diritti umani e delle riflessioni di Piaget ad esso dedicate: tale obiettivo può essere concretamente raggiunto realizzando le condizioni di un dialogo fra:

  • l'esperto dei processi formativi
  • l'educatore
  • gli allievi

Ciascuno riconosciuto nei differenti momenti della sua vita, nei differenti ruoli sociali, nelle differenze biologiche, psicologiche, spirituali, storico-culturali che concorrono alla costruzione della sua personalità.

Il rapporto fra diritti umani, persona e formazione è relativo ai compiti di studio, di ricerca e professionali di coloro i quali hanno scelto i processi educativi come oggetto del loro lavoro: lavoro che si svolge in un contesto sociale, regolato da norme basate sulla condivisione morale e politica della

Dichiarazione universale dei diritti umani in cui l'insegnamento e l'educazione sono indicati come le attività attraverso cui promuovere il rispetto dei diritti e della libertà. Lavoro che fa riferimento non solo alla Dichiarazione universale dei diritti umani ma anche a norme che recepiscono il dettato dei Patti Internazionali del 1966 e dei diversi strumenti internazionali dei diritti umani (dalle dichiarazioni dei diritti delle persone disabili del 1971 e 1975, alla convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia).

Su questi temi sono stati sviluppati 2 programmi di ricerca:

  • Il 1° programma è realizzato nell'ambito del progetto "I diritti umani e lo sviluppo della persona nella società multiculturale"
  • Il 2° programma è realizzato nell'ambito del progetto "Sviluppo delle capacità ed esercizio dei diritti umani", suddiviso in 2 volumi: La tela di Penelope e L'approccio

psicomotorio come modalità educativa comune agli insegnamenti nella scuola di base

Il lavoro presentato ne La tela di Penelope riguarda l'elaborazione e l'applicazione dell'approccio delle capacità in 2 corsi di formazione professionale rivolti a persone con diversi tipi di disabilità che, per la maggior parte di loro, si manifestano attraverso seri ritardi dei funzionamenti cognitivi.

Questa esperienza educativa fa emergere come il miglioramento delle capacità produttive del capitale umano possa realizzarsi attraverso la valorizzazione delle capacità della persona.

In particolare, l'attenzione è rivolta al modo in cui l'azione delle persone e le loro scelte comportamentali concorrono a configurare la rete di relazioni che costituisce il contesto in cui esse sviluppano le proprie capacità umane e i loro funzionamenti professionali, ed esercitano i loro diritti.

L'obiettivo di questo lavoro è narrare le

vicende che hanno portato un insieme di operatori, impegnati in un corso di recupero sociale per portatori di handicap, a tessere la tela del gruppo e a concepire la realizzazione di una ricerca-azione allo scopo di promuovere e controllare un processo di cambiamento (l'evento atteso) nel centro di formazione professionale in cui lavorano. Metafora della tela Penelope nel corso dell'assenza, durata più di vent'anni, dell'amato marito Ulisse non dubitò mai che egli sarebbe ritornato, e gli rimase fedele. Decisa a non trovarsi un altro marito, Penelope prendeva tempo con il pretesto di dover tessere una tela per suo suocero Laerte. Ogni notte disfaceva il lavoro del giorno, finché fu tradita da una serva e costretta a completare la sua opera. I pretendenti stavano per obbligarla a una decisione quando Ulisse ritornò sotto false vesti, li uccise e rivelò la sua identità alla sposa fedele. Quindi Penelope tesse la tela funebre in attesa.

Di un evento dichiarato, cioè la morte del suocero, come pretesto per evitare di prendere altro marito e che i Proci vedono come un desiderio legittimo: questo suo progetto invecemaschera la speranza di un evento atteso (di un cambiamento), cioè il ritornodi Ulisse, visto da lei come un desiderio inconfessabile.

PRIMO USO DELLA METAFORA

Nel Centro di Formazione Professionale (C.F.P.) sono impegnati varia attori:il direttore, giovanissimo, è impegnatissimo a fare funzionare al meglio i 12 corsi dei settori artigianale e amministrativo.

Il suo scopo dichiarato è quello di dimostrare al delegato regionale dell’ente,al presidente e al Consiglio nazionale che hanno sede a Roma, di saper farebene il proprio lavoro.

Il suo scopo non dichiarato, invece, è di utilizzare il buon funzionamento deicorsi al fine di chiederne altri, e quindi di evidenziarsi, affermarsi in unsettore nel quale è rilevante l’impegno amministrativo e finanziario.

dellaRegione e delle parti politiche.i docenti dei corsi ordinari hanno come scopo dichiarato un onesto guadagno, mentre il loro scopo non dichiarato ai colleghi è quello diconsolidare la propria posizione nel C.F.P., aumentare il loro numero di ore diinsegnamento e lo stipendio: per cui, nella speranza di un evento atteso,tessono rapporti con un amico al quale attribuiscono il potere di realizzare illoro bisogno.

Tutti i docenti del C.F.P. avvertono di essere strumentalizzati dal direttore,che fa ricorso ad ordini di servizio visti come vessatori, prevaricatori; si negaai docenti di conferire con lui e lo fa tramite la segreteria; non da il consensoalle iniziative e non partecipa alle decisioni.

i docenti dei corsi di recupero sociale (CO.R.SO per ceramisti e giardinieri), oltre agli scopi degli altri colleghi, hanno come scopo nondichiarato passare all'insegnamento dei corsi ordinari nei quali non sonoinseriti, perchè non in possesso delle qualifiche

docenti sono state difficoltose a causa della distanza fisica e della mancanza di un sistema di comunicazione efficace. Inoltre, i docenti dei corsi di recupero sociale si sentono emarginati anche dal Collegio dei docenti, che sembra non considerare questi corsi come parte integrante dell'istituzione scolastica. Questo atteggiamento ha contribuito a creare una divisione tra i docenti dei corsi ordinari e quelli dei corsi di recupero sociale. Tutto ciò ha creato un clima di insoddisfazione e frustrazione tra i docenti dei corsi di recupero sociale, che si sentono diseredati e non supportati dalla direzione e dal Collegio dei docenti. È necessario affrontare questi problemi e creare un ambiente di lavoro più inclusivo e collaborativo per tutti i docenti, indipendentemente dal tipo di corso che insegnano. Solo così si potrà garantire un'educazione di qualità per tutti gli studenti.ttura scolastica e dai docenti, fornendo supporto e orientamento sia agli insegnanti che agli studenti. Utilizzando tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:

La comunicazione tra i docenti dei due corsi viene mediata dall'insegnante di sostegno: ciò ha determinato nei docenti una forte insicurezza sulla fonte delle risposte alle richieste fatte, non sapendo se provenivano dal direttore o dal docente di sostegno. Questa fonte di insicurezza viene mediata dai consulenti.

I consulenti (uno psicologo e tre pedagogisti) iniziano l'intervento dopo un mese dall'avvio dei corsi di recupero sociale. Nel primo anno il loro intervento riguarda la consulenza nei corsi di recupero sociale per poi estendersi, negli anni successivi, ai corsi ordinari.

Il loro scopo manifesto prevede la formulazione della diagnosi funzionale, il counseling familiare e individuale, clinico e psicopedagogico, la consulenza psicosociale e la verifica dei processi formativi adottati insieme al gruppo docente.

Il loro lavoro consiste nel ritessere la tela per fronteggiare le richieste poste dalla struttura scolastica e dai docenti, fornendo supporto e orientamento sia agli insegnanti che agli studenti.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1312 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Gulì Vincenzo.