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MIGRAZIONE E SISTEMI DI CURA (Profita-Boca)

Oltre alla migrazione vera e propria, vi è anche una migrazione della mente, cioè delladifficoltà/facilità ad emigrare, non solo fisicamente ma anche con la mente, con ilcuore, con tutto il corredo affettivo, emotivo e culturale di cui ciascun emigrante èportatore.

Il primo indicatore del disagio e della sofferenza legato all'emigrazione è manifestatodal corpo: molto spesso, infatti, emigrare significa perdere l'involucro della propriaidentità costituito da luoghi, odori, colori, suoni, ecc.

Nathan sostiene che la cultura è come una struttura specifica di origine esterna(sociale) che contiene e rende possibile il funzionamento dell'apparato psichico.Ciò porta a riflettere proprio sulle possibilità reali d'integrazione fra i soggetti portatoridi sistemi culturali differenti; tale integrazione si concretizza attraverso lamulticulturalità e

L'interculturalità: la multiculturalità consiste nella possibilità, per i gruppi etnici, di coesistere nella stessa area geografica e nello stesso ambiente, rispettando la propria specificità culturale con un alto livello di tolleranza; l'interculturalità consiste in un atteggiamento partecipativo e collaborativo tra le diverse etnie, con l'intenzione di instaurare un dialogo e una reale integrazione tramite modelli culturali diversi, condividendoli e attuando più livelli di cooperazione.

I soggetti immigrati sono sempre sospesi tra due mondi e ciò alimenta una condizione di fragilità identitaria che può degenerare in una forma psicopatologica: tutto ciò comporta un processo di adattamento.

In questo lavoro si parla della relazione complessa tra le rappresentazioni della malattia e dei sistemi di cura della medicina tradizionale e occidentale, allo scopo di una migliore presa in carico del paziente.

immigrato da parte del clinico occidentale. Per il clinico occidentale, prendersi cura di un immigrato significa prima di tutto pensare sia alla costruzione sociale, culturale ed istituzionale del proprio modello di malattia e di cura, sia i modi concreti attraverso i quali ciascun sistema culturale costruisce la propria rappresentazione della malattia e della cura relazione di lacura, quindi, si configura come lo spazio in cui s'incrociano, si scontrano e dialogano mondi e ordini di rappresentazioni differenti. Per esempio deliri e allucinazioni, che nella cultura occidentale vengono associati a gravi psicosi, come la schizofrenia, in altre culture compaiono, o vengono addirittura perseguiti, nel corso di cerimonie magiche o religiose. Emigrare comporta anche la perdita della rete di significati condivisi che garantiscono e proteggono il senso della propria identità, organizzandone i confini che si dissolvono creando zone di confusione tra il sé e l'altro.

sì. L'immigrato incontra il proprio doppio proprio quando è stato avviato il processo di assimilazione dei costumi, delle abitudini e dell'affettività che caratterizzano la società ospitante, cioè quando si prefigura una nuova possibile identità. Lo scopo di tale ricerca è quello di mettere in evidenza le differenze nel modo di curarsi degli immigrati nel loro Paese rispetto all'Italia, elaborando una mappa al fine di avere una prima indicazione sulla provenienza e consistenza degli immigrati presenti a Palermo, sui loro disturbi, sulla loro situazione socio-legislativa, sulla durata della loro permanenza e sui motivi dell'immigrazione: - nella 1° fase sono state analizzate le cartelle cliniche di circa 2000 pazienti visitati al Civico di Palermo; - nella 2° fase è stato somministrato a circa 60 persone, appartenenti ai gruppi etnici presenti a Palermo, un questionario conoscitivo che riguarda atteggiamenti.

E comportamenti in caso di malattia sia durante il soggiorno in Italia, sia nel Paese d'origine.

L'SRT (Symptom Rating Test) che fornisce punteggi relativi all'ansietà, alla depressione, alla somatizzazione e all'inadeguatezza.

L'analisi dei dati della 1° fase della ricerca mettono in evidenza che la popolazione:

  • è giovane, con un'età media di circa 30 anni proveniente da ben 45 Paesi diversi;
  • è soprattutto maschile e molti hanno la moglie nel Paese d'origine;
  • lascia il proprio Paese per motivi economici;
  • le religioni più diffuse sono quella musulmana e quella cattolica;
  • non è in regola con la normativa vigente: infatti, solo il 43% è in possesso del permesso di soggiorno, mentre solo 11 soggetti erano iscritti al Sistema sanitario nazionale;
  • circa 400 soggetti si dichiarano disoccupati, mentre il 51% dichiara di essere impiegato come collaboratore familiare;
  • il 70% dei...

soggetti dichiara di volere restare a Palermo;

per il 50% dei soggetti il primo contatto con l'istituzione sanitaria avviene entro il primo anno di immigrazione;

non vi sono dati relativi alla popolazione cinese che, pur essendo un numero consistente, non compare negli archivi del poliambulatorio: ciò testimonia come la popolazione cinese si curi al proprio interno evitando qualsiasi contatto con le nostre strutture sanitarie ciò significa soprattutto che se non vi è contatto con le strutture sanitarie, non vi sarà nemmeno contatto con tutti gli altri servizi che il nostro Paese offre ai nuovi arrivati;

la popolazione è sensibile a patologie respiratorie, digestive e dermatologiche, oltre che a problematiche psicologiche (spia di un disturbo di adattamento): la spiegazione di ciò può fare riferimento alle pessime condizioni di vita degli immigrati.

L'analisi dei dati della 2° fase della ricerca mettono in evidenza

che vi è una sorta di duplice sistema di cura (tradizionale e occidentale) sia nel Paese d'origine, sia in Italia: infatti, la maggior parte dei soggetti dichiara di essersi rivolto ad un medico anche nel paese d'origine in cui i sistemi terapeutici utilizzano essenze vegetali, amuleti e rituali; inoltre, i soggetti riponevano ampia fiducia ai metodi tradizionali di cura, fiducia che cela ma non scompare quando esprimono la loro opinione in merito alle cure tradizionali ricevute in Italia. Alla luce di questi risultati, non è necessaria soltanto la sensibilità dell'operatore sanitario cosciente di avere di fronte una cultura diversa dalla sua, ma è necessario anche un mediatore culturale che faccia da ponte tra i due mondi che si confrontano in un ambulatorio. Capitolo 3: I PERCORSI DELL'IDENTITÀ ETNICA NEI BAMBINI TUNISINI IN SICILIA (Lo Coco-Pace-Zappulla) La Sicilia, da sempre, è stata un punto in cui si incontrano razze ed etnie diverse: infatti,

Il popolo siciliano ha caratteristiche (modi di pensiero, stili di comportamento, atteggiamenti, valori, credenze) che traggono origine dalla mescolanza tra berberi, bizantini, spagnoli, ecc.

Per spiegare l'importanza dell'appartenenza etnica nel sistema di funzionamento della dimensione individuale e interpersonale, gli psicologi fanno riferimento al costrutto di identità etnica che è quella parte di identità personale consapevole di fare parte di un gruppo etnico e del significato emotivo che tale consapevolezza riveste per l'individuo.

Essa è centrale al funzionamento psicologico, all'accrescimento dell'autostima e allastrutturazione di relazioni interpersonali qualitativamente adattive.

La formazione dell'identità etnica presuppone una convivenza multietnica: infatti, l'identità etnica acquista significato solo in quei contesti in cui è fondamentale il confronto quotidiano fra individui di diverse

etnie.In società omogenee per razza ed etnie, essa perde di significato.Secondo Erikson il raggiungimento dell'identità è il risultato di un periodo di esplorazione e di sperimentazione che ha luogo durante l'adolescenza e che porta l'individuo a compiere delle opzioni o ad impegnarsi in varie aree come quella dell'occupazione, della religione, dell'orientamento politico: quindi, l'identità etnica segue un percorso analogo a quello della formazione dell'identità personale.La capacità di categorizzazione etnica si riferisce alla comprensione che esistono differenti gruppi etnici, ognuno dei quali possiede caratteristiche diverse: tale processo ha un andamento evolutivo grazie al quale un numero sempre maggiore di variabili viene preso in considerazione:intorno ai 3/4 anni i bambini sono in grado di categorizzare i propri coetanei sulla base delle differenze visive più evidenti (per ex. essi sono in

grado di suddividere ingruppi i soggetti ritratti in fotografia a seconda del colore della pelle);crescendo, i bambini iniziano ad utilizzare altri indici e a differenziare rispetto ad indicatori più specifici, come il colore degli occhi, la forma del viso o il modo divestire.

La capacità di identificarsi con il proprio gruppo etnico si fonda sulla percezione dipossedere caratteristiche fisiche, psicologiche o sociali che caratterizzanocontemporaneamente sia se stessi sia il gruppo al quale si appartiene: per i bambini,può essere il colore della pelle, la forma del viso; mentre per gli adulti può esserel’appartenenza ad una religione, la lingua o il comportamento.

Alcuni studi mettono in luce come i bambini appartenenti ad alcune minoranzepresentino un’incapacità a riconoscersi nella propria etnia e scelgano di identificarsicon i coetanei che appartengono all’etnia maggioritaria: tale fenomeno vienechiamato cattiva identificazione

La costanza etnica si riferisce alla consapevolezza del bambino di considerare sia la propria appartenenza, sia quella dei genitori come un attributo stabile nel tempo; essa può essere di 2 tipi:

  1. il 1° tipo riguarda la certezza che le caratteristiche etniche non mutano nel corso della vita;
  2. il 2° tipo riguarda la comprensione che le caratteristiche etniche permangono anche in presenza di eventuali cambiamenti superficiali.

Il fatto di riconoscere che le proprie caratteristiche sono immutabili nel tempo (per esempio quelle di genere e non quelle di nazionalità o di religione) è molto importante sia per lo sviluppo dell'identità etnica, sia per l'identificazione: questa consapevolezza avviene verso i 7 anni e solo verso gli 8/9 anni acquistano la certezza del fatto che ogni individuo mantiene le proprie caratteristiche anche in presenza di mutamenti esteriori.

Lo sviluppo di tale consapevolezza è legato all'

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
13 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1312 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Gulì Vincenzo.