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Il ruolo della relazione con l'adulto nella conoscenza del mondo esterno

Oltre a ciò, Vayer sostiene che la conoscenza del mondo esterno dipende strettamente dalla relazione che il bambino ha con l'adulto, e quindi è importante la disponibilità corporea reciproca del bambino e dell'adulto: infatti, se la relazione che il bambino stabilisce con l'adulto è contrastata, essa sarà causa di tensioni che lo disturberanno nelle sue azioni, al contrario, se la relazione che il bambino stabilisce con l'adulto è soddisfacente, il bambino sarà disteso, disponibile e l'azione risulterà facilitata.

Quindi, nella realizzazione del suo lavoro educativo l'insegnante deve essere consapevole del ruolo che la funzione tonico-cinetica ha nella regolazione del comportamento proprio e del bambino. L'approccio psicomotorio e relazionale tende a realizzare un'azione educativa globale cioè che tenga conto di entrambe le dimensioni, tonico-affettiva e cinetico-conoscitiva e della loro interazione.

copresenza nelle interrelazioni Io-Altro-Realtà delle cose cioè in ogni evento educativo. Questo atteggiamento educativo sostiene nell'adulto e nel bambino le possibilità della comprensione. La comprensione nell'adulto si esprime come possibilità di comprendere il comportamento del bambino nella sua globalità, mentre la disponibilità corporea del bambino favorisce la differenziazione e integrazione delle funzioni dell'Io, che esprimono il livello della relazione col mondo esterno attraverso la sfera cognitiva. Queste funzioni si concretizzano nella comprensione e padronanza di linguaggi simbolici come modalità comunicative e quindi significanti. La comprensione del valore linguistico-comunicativo della rappresentazione verbale di tipo simbolico viene facilitato se nelle procedure didattiche si tiene presente che nell'esperienza del parlante l'uso della parola si riconnette alle esperienze vissute e rappresentate con

modalità comunicative geneticamente antecedenti quali i linguaggi tonico-affettivi e mimico-gestuali nonché a tutta l'esperienza espressiva del movimento insita nelle azioni ludiche e nelle rappresentazioni grafico-plastiche. Il gioco come la parola implicano le esperienze del corpo nella relazione con l'altro, lo scambio tra l'individualità del fanciullo e la realtà esterna costituenti dell'ambiente disposto. Questi scambi sono ciò che viene chiamato linguaggi dell'azione: quanto più il bambino potrà estrinsecare, integrare e riflettere sui linguaggi dell'azione, tanto maggiori saranno le sue possibilità di integrare nella sfera dell'Io i linguaggi simbolici. L'uso della rappresentazione verbale di tipo simbolico si rafforza, differenziandosi e affermandosi rispetto alle modalità precedenti se nel lavoro educativo il parlante viene riconosciuto nel suo ruolo di produttore, piuttosto che.destinatario di un insegnamento linguistico, il cui oggetto (la lingua materna) è presentato come se fosse costituito al di fuori dell'esperienza dei parlanti, di ogni intra e inter-soggettività. A differenza del modello educativo abituale (in cui l'insegnante determina il progetto di azione in base ai dati della sua personalità e delle sue conoscenze e nel quale gli scolari vengono stimolati a realizzare il progetto dell'insegnante), nel modello psicomotorio relazionale l'adulto, prima di proporre ai bambini le situazioni di lavoro, definisce un progetto educativo che mira al raggiungimento di un gruppo di obiettivi, tenendo presente: - gli obiettivi che si intende conseguire - la situazione personale, relazionale, materiale in cui si trovano i bambini ai quali saranno rivolte le proposte di lavoro. Egli, tenendo conto di questi elementi, propone (ad ogni passo del progetto globale) un progetto di azione circoscritto, mirato al conseguimento di uno

Opinione obiettivi interconnessi e che può essere modificato e adattato alle circostanze e alle situazioni. Quindi, nell'approccio psicomotorio relazionale, a ciascun allievo viene richiesto di partecipare alla situazione-stimolo definita dall'insegnante o dall'animatore e fatta propria dal gruppo. Gli allievi hanno la possibilità di partecipare alla definizione del progetto di azione, arricchendolo o modificandolo quando si intravede una nuova possibilità del suo sviluppo. Ognuno sviluppa la propria azione secondo il proprio livello di comprensione e di capacità di risposta. Inoltre, l'insegnante e lo studente devono stabilire una comunicazione che consenta a entrambi di controllare il livello di comprensione della materia: infatti, ogni disciplina ha un linguaggio specifico che è ignoto allo studente, per cui è compito dell'insegnante rendere partecipe l'allievo di questo linguaggio, attraverso una ridondanza delle

informazioni da fornire durante lo svolgimento dei programmi e quindi attraverso la ripetizione o la chiarificazione di un’informazione, insistendo nell’uso del registro verbale e di altri registri comunicativi.

Inoltre, la struttura del compito da sviluppare in classe deve fondarsi sulla definizione del progetto di azione, che varia in relazione:

  • agli obiettivi definiti in rapporto al progetto educativo dell’insegnante (progetto che si organizza in funzione delle conoscenze, della cultura che ha l’insegnante sui processi di insegnamento/apprendimento, delle sue ideologie, della sua personalità, dei condizionamenti istituzionali) e in rapporto alla valutazione che l’insegnante dà del comportamento degli scolari;
  • alla disponibilità mostrata dagli scolari, quindi se si sentono riconosciuti e accettati dall’Altro e se avvertono lo spazio come un campo nel quale espandersi, far bene da soli o insieme agli altri;
  • alla disponibilità dell’insegnante.
che si esprime essenzialmente con disponibilità al lavoro di gruppo. Sulla base del fatto che l'approccio psicomotorio relazionale tende a valorizzare il bambino nella sua globalità, esso può essere concepito come uno strumento educativo e didattico, piuttosto che come una terapia della riabilitazione (come si è storicamente sviluppata nell'ambito dei Centri di Rieducazione Motoria). Tuttavia, per mettere in pratica questo strumento, non è necessaria solo la competenza tecnica ma anche, e soprattutto, una competenza pedagogica ed educativa, possibile solo attraverso una formazione professionale dell'operatore scolastico. Spesso, i diversi orientamenti dell'educazione psicomotoria sono utilizzati dagli insegnanti e dai terapisti della riabilitazione per aiutare la persona con handicap a fronteggiare disabilità particolari. Le attività di aggiornamento sono volte a promuovere un dibattito sulle didattiche tradizionali e.innovative strettamente collegato ai piani dellariflessione teorica e dell'elaborazione di esperienze di lavoro, al termine dellequali vengono sviluppati progetti di esperienze didattiche la cui finalità è diapportare un contributo nell'ambito della ricerca sul rapporto tra processieducativi e cognitivi e favorire l'integrazione di quell'insieme di comportamenti,conformi alle aspettative sociali nei confronti del fanciullo, nelle diverse fasidella socializzazione.Nel corso delle attività di aggiornamento, il dibattito sulle didattiche tradizionalie innovative è stimolato con la presentazione degli schemi in cui vengonodelineate le caratteristiche dei modelli educativi tradizionali e del modellopsicomotorio relazionale.Gli insegnanti, riuniti in piccoli gruppi, devono scegliere un obiettivo didatticotra quelli individuati nella programmazione delle classi in cui al momento sonoeffettivamente impegnati e di definire due diverse

Procedure didattiche, volte al conseguimento dell'obiettivo e rispettivamente ispirate ai due schemi. In alternanza con le attività di gruppo, gli insegnanti sono impegnati in un programma di lezioni sui temi del comportamento motorio, sulle teorie psicologiche e gli approcci educativi, sull'esperienza del corpo e la prontezza ad apprendere, sull'adulto nella relazione educativa, sulla programmazione didattica nella prospettiva dell'approccio psicomotorio relazionale, sulla conduzione del gruppo classe.

Parallelamente al programma delle lezioni, vengono fatte delle esercitazioni con lo scopo di:

  • Favorire la comprensione che i concetti si organizzano in relazione all'elaborazione del proprio vissuto esperienziale;
  • Favorire il trasferimento della comprensione di questa affermazione nella definizione delle procedure didattiche;
  • Esemplicare le procedure didattiche utilizzate negli insegnamenti linguistico e logico-matematico.

Infine, vengono fatte delle simulazioni.

delle attività di un gruppo classe, a cui segue una discussione approfondita tra gli insegnanti che realizzano la simulata e quelli che osservano l'attività dei colleghi. Al termine dei corsi di aggiornamento, i piccoli gruppi presentano il risultato del loro lavoro. I modelli didattici studiati nei corsi di aggiornamento sono utilizzati in seguito da molti insegnanti come guide a cui fare riferimento nel prendere decisioni concernenti le modalità di gestione del loro ruolo e del gruppo-classe. Sul piano della programmazione didattica si tratta di individuare e realizzare situazioni di lavoro, cioè esperienze comunicative che (tenendo conto della forma psicomotoria di ogni comportamento verbale e non verbale) permettano: - la manifestazione della potenziale espressività comunicativa propria della specificità biologico-culturale dei bambini e degli adulti impegnati nel lavoro educativo; - la differenziazione di questa espressività sulla base

di questa, l'arricchimento delle capacità linguistico-comunicative. Esperienze didattiche ispirate al modello psicomotorio relazionale, effettuate in sezioni di scuola materna e in prime classi della scuola elementare.

L'attività psicomotoria solitamente si svolge in un ambiente che non sia lo stesso dove il bambino vive le altre attività quotidiane (per esempio in un'aula specifica della scuola e non nell'aula in cui avviene l'attività didattica), in cui si trova materiale strutturato o, in mancanza, i normali arredi scolastici.

Nel corso di una seduta di psicomotricità, il bambino vive dapprima un momento di libera appropriazione dello spazio, momento dedicato al dialogo tonico: in esso il bambino riflette su se stesso, prende coscienza del proprio corpo, prima nella sua globalità, poi delle varie parti e prende coscienza delle infinite possibilità.

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
10 pagine
1 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher marilu1312 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Palermo o del prof Gulì Vincenzo.