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La famiglia come sistema primario di relazioni intime

La famiglia come sistema primario di relazioni intime non ha una configurazione unitaria ma la sua struttura può variare in base a determinati fattori. Tuttavia in tutto ciò è possibile rintracciare la costante del ruolo materno e paterno. Diverse teorie psicologiche hanno sottolineato il ruolo primario della madre rispetto ad altre figure familiari, con una funzione che è fondamentale tanto per la salute fisica del bambino quando per il suo adattamento. Ma queste teorie tuttavia vengono smentite da ricerche antropologiche. I padri come le madri sanno essere solleciti e attenti ai bisogni dei figli piccoli sia in società semplici che in quelle industrializzate. Le ricerche suggeriscono che entrambi i genitori sono in grado di esprimere un parenting efficace e sensibile anche se ci sono alcune differenze nelle interazioni con il bambino. È con lo sviluppo successivo del bambino che i comportamenti genitoriali si differenziano. Nei primi 3 mesi di vita.

del figlio le madri dedicano più tempo alle cure fisiche, lo tengono in braccio più spesso rispetto ai papà per accudirlo. I bambini solitamente scelgono la madre per cercare conforto e sicurezza ma nel secondo anno di vita questa preferenza diminuisce. È stato osservato che i padri sono coinvolti più di frequente in attività di movimento e stimolazione fisica. Sembra emergere, dunque, una sorta di specializzazione dei ruoli di genere ma anche di intercambiabilità del parenting tra i due genitori, almeno in quei contesti sociali in cui gli uomini sono partecipi alla gestione pratica della famiglia. La dimensione culturale diventa ancora più palese in riferimento alla figura paterna quando si parla di gravidanza o allattamento. La relazione materna in questo caso potrebbe sembrare scontata, mentre quella del maschio non ha una legittimazione biologica evidente, ma parte dal riconoscimento della paternità. Secondo alcuni studi lamaterni sono anche influenzati da modelli culturali e dalle credenze della società in cui vivono le famiglie. Erikson affermò che il compito fondamentale dei genitori consiste nel prendersi cura dei figli. Questa cura può essere di qualità materna quando si esprime nei comportamenti calorosi e assicura un deposito di affetto, sicurezza e protezione e può essere paterna quando è collegabile al polo etico, al rispetto della giustizia e della lealtà nelle relazioni. Attualmente, inoltre, non sorprende più il fatto che alcuni compiti materni sono svolti dai padri. Un momento importante negli studi sulla genitorialità paterna sono gli anni settanta, dove si assiste, nei paesi industrializzati, a grandi cambiamenti nel mondo del lavoro. A queste trasformazioni segue una ridefinizione dei rapporti tra sessi e all'interno della famiglia si modificano i ruoli e il padre inizia ad essere più coinvolto nella cura dei figli. Nascono così i

primistudi che considerano l'attaccamento paterno secondario rispetto a quello con la madre. Le condizioni che sembrano favorire nell'uomo una stretta partecipazione alla vita della famiglia sono la vicinanza e l'intimità di coppia, le strategie di sopravvivenza e i valori societari che assegnano ai due sessi compiti diversi. Lamb distingue tre forme di attaccamento paterno: - il contatto: interazione diretta con il bambino. - L'accessibilità: disponibilità fisica. - La responsività: cura indiretta e attenzione nelle attività che riguardano il figlio. Da alcuni studi è emerso che gli uomini sono meno coinvolti rispetto alle donne nonostante la trasformazione dei modelli di partecipazione familiare nelle società industrializzate. I motivi per cui alcuni padri si trovano coinvolti direttamente nell'accudimento e nell'educazione dei figli, rispetto ad altri, sembrano legati in parte alla

La personalità del genitore è influenzata da diversi fattori, tra cui la percezione della paternità, l'epoca in cui si diventa genitori e il genere del figlio, nonché le aspettative legate al genere. Alcuni studi hanno dimostrato che i padri tendono ad essere più affettuosi con le figlie femmine, ma stimolano di più i figli maschi nel problem solving. Altri ricercatori hanno preso in considerazione i fattori interni alla famiglia, come la soddisfazione coniugale e il lavoro materno, e hanno scoperto che se entrambi i genitori lavorano, il coinvolgimento paterno è maggiore. La soddisfazione coniugale può essere considerata sia come un fattore che influisce sul coinvolgimento paterno, sia come una conseguenza di esso. Questa dimensione indica non solo la capacità dei coniugi di aiutarsi reciprocamente, ma anche il livello di soddisfazione che traggono dalla loro relazione di coppia e dalla condivisione della vita.

malattie mentali. Pertanto, è fondamentale promuovere la salute del matrimonio e favorire un clima di armonia e soddisfazione coniugale per il benessere dei figli. Secondo Belsky, è stata la scoperta del ruolo del padre e del suo contributo alla crescita dei bambini a condurre gli psicologi dello sviluppo ad occuparsi del matrimonio e a studiare il parenting nel complesso sistema delle dinamiche familiari. L'armonia e la soddisfazione matrimoniale sono associate a uno stile educativo autorevole, mentre il conflitto e l'ostilità tra moglie e marito rendono le interazioni con i figli coercitive e inadeguate. La qualità del matrimonio sembra influenzare anche lo sviluppo infantile: i bambini sicuri spesso provengono da famiglie dove i genitori hanno una vita coniugale serena, mentre la disarmonia sfocia in litigi che nei figli generano un disagio che si manifesta con sintomi emozionali come l'ansia, la depressione, bassa autostima e difficoltà sociali. Inoltre, un matrimonio difficile deteriora la relazione educativa più nei padri che nelle madri con una sorta di vulnerabilità paterna alle malattie mentali. Pertanto, è fondamentale promuovere la salute del matrimonio e favorire un clima di armonia e soddisfazione coniugale per il benessere dei figli.difficoltà coniugali e mentre le donne compensano i disaccordi con i mariti legandosi ancora di più ai figli, i mariti si ritirano rendendosi meno disponibili. È certo che i conflitti coniugali hanno effetti disastrosi sui figli, soprattutto se frequenti e violenti, non solo perché creano un clima emozionale spiacevole ma perché interferiscono nei bambini con l'apprendimento di capacità nel controllare le manifestazioni emotive. I bambini sentono anche loro venir meno la sicurezza emotiva nei loro riguardi e pensano di non poter contare sull'affetto dei genitori. Le ricerche indicano, inoltre, che non è solo la frequenza delle liti a rendere sensibili i figli ma anche il contenuto di queste. I bambini cercano di dare una spiegazione a ciò che succede creando anche fantasie e spesso si sentono responsabili delle liti creandosi sensi di colpa e paure di abbandono. È ovvio che frequenti liti precedono il divorzio che nonÈ la separazione in sé a essere negativa per i figli ma il senso di instabilità che porterà per molto tempo. Gli adolescenti di genitori divorziati hanno maggiori probabilità di manifestare disturbi della condotta o di assumere comportamenti a rischio. Gli effetti della separazione coniugale possono essere sia diretti che indiretti e questi processi sono stati riassunti in un modello che pone in evidenza quali condizioni possono scaturire dalla dissoluzione familiare e il ruolo centrale delle interazioni educative: un primo cambiamento è nelle condizioni di vita e in particolare di un abbassamento nel tenore delle risorse economiche. Inoltre, i genitori spesso tendono ad essere più distanti e meno disponibili. Assistere a un conflitto in casa aumenta la propensione dei bambini verso l'aggressività e questi comportamenti appresi dai genitori verranno poi estesi in altri contesti. Quando invece i genitori imparano a controllare i livelli.di aggressività si riducono questo tipo di comportamenti nei figli. Un'altra situazione che può verificarsi è la "triangolazione": un genitore può allearsi con il figlio contro il coniuge, chiedere che prenda una posizione a proprio favore e creare così tensioni all'interno della famiglia. Questo tipo di dinamiche possono essere dannose per lo sviluppo emotivo dei figli e per la stabilità del nucleo familiare. È importante promuovere una comunicazione aperta e rispettosa tra i genitori, evitando di coinvolgere i figli nelle dinamiche conflittuali.
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
12 pagine
14 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Larcan Rosalba.