Riassunto esame Psicologia dell'Educazione, prof. Larcan, libro consigliato Parenting, Benedetto
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più situazioni ambientali. Si considera congiuntamente individuo-processo-contesto inteso come
concetto di “Campo”, che interagisce in un dato momento con la persona in sviluppo e le sue
passate esperienze. L'ambiente ecologico è definito come uno o più strutture sovrapposte incluse
l'una nell'altra. Bronfenbrenner definisce Microsistema la dimensione più interna dove si sviluppa
anche il parenting: le relazioni assumono due direzioni, sia a partire dal bambino e sia verso il
bambino. Il Mesosistema, invece, si riferisce alle connessioni tra i microsistemi del bambino
(scuola). L'Esosistema indica un livello in cui il bambino non fa esperienze dirette me ne subisce
l'influenza (lavoro genitori). Il Macrosistema è il livello più esterno e comprende le caratteristiche
di una determinata cultura e il complesso di credenze e usanze.
Il sistema culturale non può essere considerato omogeneo al suo interno ma la cultura include altre
sottoculture, classi sociali, famiglie con modelli comportamenti e credenze che poi si riflettono sul
parenting. La prospettiva ecologica indica nel cronosistema la dimensione temporale lungo la quale
avvengono i cambiamenti.
Nel microsistema familiare si realizzano lunghi reciproci scambi interpersonali che coinvolgono
l'adulto e il bambino: entrambi si influenzano a vicenda e il loro comportamenti possono essere
descritti sia come azioni che come reazioni all'ambiente sociale. Il concetto che meglio descrive le
relazioni dinamiche all'interno del sistema genitore-figlio è quello di “transazione”: processo
attraverso il quale l'individuo e il suo ambiente si trasformano in modo reciproco e cumulativo.
Quindi, non solo genitore e bambino si influenza a viceversa ,a gli effetti prodotti da questa
interazione alterano i nuovi comportamenti attuati da entrambi e l'ambiente esterno.
Nel modello transazionale di Sameroff lo sviluppo sociale viene concepito come il prodotto di
molteplici scambi tra adulto e bambino e il percorso evolutivo prende forma da queste influenze
reciproche. Le trasformazioni riguardano sia i comportamenti manifesti che fattori cognitivi con i
quali gli individui cercano di dare significato alle interazioni sociali. Secondo i teorici
dell'elaborazione delle informazioni sociali questi fattori cognitivi sono di particolare interesse nello
studio delle interazioni educative. I processi attribuitivi intervengono quando il genitore cerca di
comprendere quali siano le cause dei comportamenti del figlio. Vengono distinti in locus interni ed
esterni al bambino in funzione alla loro stabilità in base al loro controllo. Le attribuzioni funzionano
come filtro interpretativo in modo automatico e mediano le relazioni tra comportamenti del
bambino e reazioni emotive e non del genitore.
Patterson e Fisher hanno studiato il parenting da un punto di vista transazionale e ritengono che non
si debba ricercare nella mente ciò che determina le risposte del bambino, ma nelle dirette interazioni
sociali. Patterson descrive il “Ciclo della coercizione” come quella sequenza di scambi caratterizzati
da livelli di conflittualità sempre maggiori. Il ciclo si basa sulle influenze reciproche e sugli effetti
del rinforzamento negativo che agiscono come vere e proprie trappole comportamentali sui
comportamenti del bambino o del genitore. Processo: il genitore dice al figlio di svolgere una
determinata attività---> rifiuto---->genitore ripete il comando------>rifiuto----->reazione del
genitore cruciale di frustrazione o cedimento. Queste ripetute esperienze in casa modellano un
contesto che favorisce la genesi di comportamenti antisociali sin dalla prima infanzia. Una volta che
i modelli coercitivi si sono formati tendono ad estendersi al altri contesti di vita. La teoria
interazionale sociale ha anche il merito di aver rimarcato il ruolo attivo del bambino e le influenze
bidirezionali che rendono il parenting il risultato cumulativo della storia relazionale e non un fattore
determinate dello sviluppo infantile.
Il Temperamento del bambino viene definito come l'insieme delle differenze comportamentali su
base biologica che compaiono precocemente e mostrano una certa stabilità nel tempo. Il
temperamento si riferisce allo stile del comportamento e riguarda caratteristiche che sono almeno in
parte di origine biologica e relativamente stabili. Per le sue caratteristiche non può essere ne buono
e ne cattivo ma in alcuni bambini può avere caratteristiche che può alterare i genitori e una scarsa
compatibilità tra lo stile temperamentale del bambino e le richieste situazionali renderà i compiti
che il bambino affronta troppo difficili o poco divertenti. Altre dimensioni tipiche del temperamento
sono l'emozionalità e la socievolezza: la prima quando è negativa e la seconda quando è bassa
vengono associati ad un temperamento difficile. Tutte le dimensioni del temperamento hanno un
effetto circolare sul parenting: caratteristiche del bambino sono percepite positive o problematiche
dal genitore e ne influenzano i comportamenti e sono a loro volta modificate dalle reazioni di
quest'ultimo. Genitori con bambini con temperamento difficile hanno alti livelli di stress.
Altri studiosi si sono chiesti se il genere del bambino e l'ordine di nascita influenzino il suo
sviluppo, ma non esistono prove convincenti a favore di quale fattore si possa considerare
determinante. Le ricerche però confermano che i genitori e i coetanei tendono a incoraggiare i
bambini ad assumere comportamenti appropriati in base al genere secondo la società in cui vivono
rafforzando le differenze individuali. Inoltre, mentre alcuni fattori all'interno del contesto familiare
sono comuni a tutti i membri, altre esperienze non sono comuni a tutti e vi sono condizioni non
replicabili tra figli, come ad esempio l'ordine di nascita, la preferenza del genitore per il figlio
maschio o la figlia femmina ecc.
La funzione genitoriale è complessa e multidimensionale e non può coincidere con un'unica
caratteristica del genitore. Belsky elabora uno dei primi modelli processuali e individua i fattori che
si associano più spesso al maltrattamento infantile: storia personale, personalità, parenting,
caratteristiche del bambino e fattori contestuali. A partire dagli anni 80 si ha un ulteriore evoluzione
dei modelli: si passa da una prospettiva centrata sul comportamento manifesto del genitore a una
prospettiva centrata sulle variabili cognitive e motivazionali. Dashion e McMahon propongono un
modello in cui il parenting include: il sistema motivazionale del genitore, l'abilità di gestire
attivamente i comportamenti del figlio, il monitorng inteso come una serie di comportamenti
genitoriale che implicano attenzione e controllo per ciò che riguarda il bambino, la qualità
emozionale della relazione. Gli autori sottolineano gli aspetti dinamici e contestuali del parentig:
esso si modifica dall'infanzia alla giovinezza e richiede un continuo adattamento del
comportamento e degli atteggiamenti dei genitori. In questo modello la motivazione include anche i
valori e le credenze, fattori che spesso agiscono implicitamente ma che influenza lo sviluppo. I
sistemi di credenze sono le conoscenze che derivano dall'esperienza e orientano i comportamenti
del genitore e possono modificarli, sono fortemente influenzate da fattori culturali.
Rogoff ha analizzato la natura culturale dello sviluppo e i rapporti con l'educazione con una critica
implicita alle teorie classiche della psicologia che hanno proposto il modello occidentale di cultura.
Ogni società costituisce il proprio curriculum culturale e fornisce alle nuove generazioni occasioni
informali per apprendere queste abilità. Nella famiglia quindi si realizza una sorta di apprendimento
naturale attraverso la partecipazione guidata dei bambini alle interazioni con gli adulti. Si va avanti
cosi anche il concetto di “Nicchia evolutiva” che comprende ree sottosistemi interagenti: l'ambiente
fisico e sociale, le pratiche e i modi di cura dell'infanzia, la psicologia del caregiver e in particolare
le credenze dei genitori sui bisogni del bambino e l'orientamento affettivo. La nicchia è un sistema
aperto in quanto si adatta alle caratteristiche del bambino e agli elementi del cointesto.
Esistono altri tre tipi di modelli familiari in cui emergono forme di parenting e sistemi di
socializzazione con caratteristiche ben distinte: il primo è di “interdipendenza totale” tipico delle
culture in cui l'economia è povera e le risorse sono limitate. In questo contesto viene favorito lo
sviluppo del sé interdipendente, tipico delle culture a orientamento collettivistico. Il secondo
modello è di “indipendenza” e si trova nelle società più avanzate. Il valore dominante non è il bene
comune ma la promozione dell'autonomia. Il terzo modello è di “interdipendenza psicologica” nato
dallo sviluppo socioeconomico e dalle spinte verso l'urbanizzazione che modificano le realtà più
tradizionali.
Capitolo 3 Transazioni evolutive e parenting
I cambiamenti tra figlio e genitore sono continui e dinamici anche se appaiono più marcati durante
le transazioni evolutive. Ogni cambiamento individuale diventa significativo a livello familiare.
Esistono alcuni cambiamenti che però sono considerati Normativi, cioè prevedibili e attesi. Le
teorie sistemiche sottolineano gli aspetti dinamici della famiglia che mutua in funzione di eventi che
avvengono al suo interno o al suo esterno e questi cambiamenti alterano il funzionamento della
famiglia a prescindere dal fatto che siano inattesi o percepito positivi. Le teorie più recenti integrano
gli aspetti di riorganizzazione dinamica del sistema familiare con un'attenzione ai mutamenti
evolutivi scanditi da fasi di crescita dei figli che influenzano la qualità della relazione tra i membri.
La nascita di un figlio sancisce il ruolo di padre e di madre ma i cambiamenti al livello psicologico
sono più complessi: infatti questa può rappresentare una crisi per la coppia. La vita quotidiana va
riorganizzata e spesso le esigenze della coppia passano in secondo piano. Questo dipende non solo
dalle risorse e dall'esperienza genitoriale ma anche ad esempio dal temperamento del neonato. Si
può anche verificare una situazione depressiva come rischio per la qualità del parenting: aumenta la
fragilità del genitore rispetto a eventi prima tollerati. Nei primi 3 mesi del bambino sul piano
emotivo i genitori percepiscono il loro ruolo in modo negativo e ansioso e queste emozioni a volte
sono accompagnate da rifiuto e ostilità verso i figli.
La capacità della madre nell'affrontare ansie dipende anche dalla qualità e della presenza del padre:
in alcuni casi il padre potrebbe sentirsi escluso dal rapporto madre-figlio oppure non sviluppare un
atteggiamento molto empatico nei confronti delle fatiche della compagnia e ciò facilita eventi di
stress. La qualità del rapporto tra i coniugi garantisce lo sviluppo di un parenting sensibile ed
efficace. Un fattore a rischio per le coppie e la giovane età dei genitori.
L'età compresa tra i 9 e i 18 mesi del bambino è una fase ricca di novità evolutive e oltre allo
sviluppo del linguaggio e della comunicazione il bambino inizia a spostarsi da solo e le dimensioni
del parenting che entrano in gioco sono il controllo e il dare limiti ai comportamenti infantili.
Secondo LeVine a questa età la prima funzione di socializzazione è quindi la sicurezza e la
protezione del bambino. Il secondo anno di vita è caratterizzato da interventi verbali ricchi di divieti
e proibizioni, mentre negli anni successivi i controlli diminuiscono e iniziano a farsi strada le prime
regole. Un controllo genitoriale carente e una custodia inadeguata diventano fattori di rischio per
incidenti comuni. Secondo i teorici dell'attaccamento le relazioni che si stabiliscono in questa fase
sono fondamentali per l'adattamento del bambino. Un attaccamento sicuro fornisce una base stabile
per esplorare l'ambiente circostante. Un attaccamento insicuro sembra invece ostacolare il processo
di indipendenza e qui si presenta il Fenomeno di Referenza: il bambino in presenza di estranei
rivolge lo sguardo verso la madre per osservare le sue reazioni emotive e orientarsi in base alle sue
risposte.
Nell'ambito dello sviluppo il bambino deve percorrere sia uno sviluppo cognitivo che emotivo. Nel
primo i bambini negli anni prescolari diventano capaci di svolgere più di un'azione e di
comprendere le relazioni tra cause ed effetti. Mentre esistono tre strategie che favoriscono lo
sviluppo emotivo:
• Modeling: gli adulti che interagiscono con lui fin dalla nascita mostrano reazioni emozionali
che da lui vengono osservate.
• Reazioni contingenti: reazioni che i genitori hanno e che cambiano con il corso dello
sviluppo.
• Insegnamento: i genitori insegnano l'uso del linguaggio e diversi aspetti della vita
emozionale.
Alcuni comportanti dei genitori che favoriscono lo sviluppo linguistico sono: richiamare
l'attenzione del bambino sugli eventi dell'ambienti per indicarli e denominarli, stimolare
l'apprendimento facendo si che lo stimolo verbale accompagni il comportamento attentivo del
bambino, rinforzare le espressioni linguistiche.
Il periodo della fanciullezza è caratterizzato dall'ingresso nel mondo della scuola con l'ampliamento
delle relazioni sociali. Il bambino inizia a costruire le prime relazioni di amicizia e le abilità
cognitive rivelano la comparsa del pensiero logico e l'ampliamento del vocabolario consente al
bimbo di esprimere idee e raccontare fatti. I ricercatori hanno studiato l'influenza del parenting su
diverse aree dello sviluppo cognitivo sia ponendo in relazione fattori macrostrutturali (istruzione dei
genitori) e sia studiando in modo analitico le relazioni familiari. L'interazione del genitore si
modifica in base al livello di competenza del bambino. I progressi nell'apprendimento, attestano che
la sensibilità e il sostegno da parte della famiglia sono preziosi per lo sviluppo nella zona
prossimale: si tratta di una collaborazione reciproca, poiché il bambino è molto ricettivo alla guida
del genitore e quest'ultimo risponde offrendo u aiuto che verrà eliminato a mano a mano che il
bambino raggiunge il livello successivo. In questo periodo evolutivo i progressi nello sviluppo
cognitivo influenzano anche la cognizione sociale e in particolare la capacità di autoregolazione dei
comportamenti in conformità a regole o stadnard sociali. Un altro aspetto cruciale è il senso di
autostima e autoefficacia che i bambini possono sviluppare attraverso il successo scolastico o
obbiettivi sociali. I genitori esercitano qui un'influenza di rilievo. Importanti, inoltre, sono le
attribuzioni che influenzano le aspettative personali di successo, la motivazione all'apprendimento e
l'idea di sé come persona in grado di avere un controllo sugli eventi. Le attribuzioni sono il risultato
della valutazione che gli altri hanno fatto della cause del successo (o fallimento) nell'attività, ma
con il succedersi delle esperienze i ragazzi formano le loro aspettative personali. Alcuni autori
hanno studiato l'influenza del parentig sull'orientamento motivazionale dei bambini facendo la
distinzione tra schemi di padronanza e impotenza. Il primo stile motivazionale è quello più
funzionale all'apprendimento e favorisce la perseveranza nell'attività: è incentrato sull'impegno e
sulla ricerca di soluzioni. Il secondo stile è caratterizzato da aspettative negative e di sicuro
insuccesso, le madri di bambini con schemi di padronanza sono solitamente sensibili alla richiesta
di aiuto dei figli nei compito e promuovono comportamenti orientati alla ricerca di soluzioni. Le
madri con schemi di impotenza mostrano emozioni negative e non rispondo fornendo dei
suggerimenti per continuare l'attività e tendono a comunicare al figlio di arrendersi. Durante i primi
anni di scuola le dimensioni del parenting assumono grande importanza e in questa fase il sostegno
emotivo dovrebbe essere maggiori nei genitori.
Tra gli 11 e i 13 anni i cambiamenti psicologici sono influenzate dai cambiamenti fisici, con un
anticipo di qualche anno nelle ragazze rispetto ai ragazzi. Questa fase rappresenta un momento
critico anche per i genitori in quanto i cambiamenti biologici e fisici che i ragazzi sperimentano
mettono in moto complesse dinamiche di ridefinizione della loro identità e si amplificano quando la
pubertà è precoce. Da un punto di vista cognitivo il ragazzo diventa capace di articolare forme di
pensiero astratto e sviluppa capacità di riflessione sui propri pensieri. Rispetto agli stati emotivi, gli
adolescenti sperimentano emozioni negative e sono spesso instabili. Diverse ricerche indicano che
la qualità delle relazioni con il padre e con la madre predice in misura diversa l'adattamento dei
figli: i problemi emozionali o quelli comportamentali aumentano quando i figli percepiscono i
genitori come distanti, poco affettuosi o di scarso sostegno. Nel passaggio alla preadolescenza nei
figli cambia anche la percezione delle relazioni familiari e dei comportamenti educativi dei genitori.
Riguardo al controllo i punti di vista sono differenti: gli adulti ritengono di essere poco informati
sulle uscite o amicizie dei figli, mentre questi ultimi si sentono controllati. In fondo gli adulti
mantengono un ruolo di controllo e di guida sui comportamenti e sulle scelte dei figli ma questi
ultimi sembrano percepire l'influenza in modo diverso. La prima adolescenza è il periodo di
maggiori divergenze di prospettiva tra genitori e figli sui diritti di ciascuno e sui modo di intendere
l'autonomia. In questa fase l'amicizia con i coetanei e la vita di gruppo assumono uno spazio
centrale nell'esperienza dei ragazzi. Inoltre, si verificano anche i primi innamoramenti e si
stabiliscono relazioni più intime. Una dimensione del parenting che assume particolare importanza
in adolescenza e il Monitoring, definito come quell'insieme di comportamenti del genitore, fra loro
interrelati che implicano attenzione e sorveglianza alle attività del figlio, ai luoghi in cui si trova e al
benessere che ne trae. Solitamente questo atteggiamento è maggiore verso le femmine che per i
maschi. C'è accordo tra gli studiosi che uno scarso monitoring sia uno dei fattori che predice
l'incidenza di fattori a rischio tra i giovani. Molti genitori, inoltre, durante l'adolescenza dei figli
sperimentano maggiori livello di stress e sentimenti di inadeguatezza, a volte di depressione. Le
aree del conflitto generalmente sono: il tempo, lo spazio, il corpo,, l'impegno nelle attività
scolastiche.
Capitolo 4 Madri e padri
La famiglia come sistema primario di relazioni intime non ha una configurazione unitaria ma la sua
struttura può variare in base a determinati fattori. Tuttavia in tutto ciò è possibile rintracciare la
costante del ruolo materno e paterno. Diverse teorie psicologiche hanno sottolineato il ruolo
primario della madre rispetto ad altre figure familiari, con una funzione che è fondamentale tanto
per la salute fisica del bambino quando per il suo adattamento. Ma queste teorie tuttavia vengono
smentite da ricerche antropologiche. I padri come le madri sanno essere solleciti e attenti ai bisogni
dei figli piccoli sia in società semplici che in quelle industrializzate. Le ricerche suggeriscono che
entrambi i genitori sono in grado di esprimere un parenting efficace e sensibile anche se ci sono
alcune differenze nelle interazioni con il bambino. E' con lo sviluppo successivo del bambino che i
comportamenti genitoriali si differenziano. Nei primi 3 mesi di vita del figlio le madri dedicano più
tempo alle cure fisiche, lo tengono in braccio più spesso rispetto ai papà per accudirlo. I bambini
solitamente scelgono la madre per cercare conforto e sicurezza ma nel secondo anno di vita questa
preferenza diminuisce. E' stato osservato che i padri sono coinvolti più di frequente in attività di
movimento e stimolazione fisica. Sembra emergere, dunque, una sorta di specializzazione dei ruoli
di genere ma anche di intercambiabilità del parenting tra i due genitori,almeno in quei contesti
sociali in cui gli uomini sono partecipi alla gestione pratica della famiglia. La dimensione culturale
diventa ancora più palese in riferimento alla figura paterna quando si parla di gravidanza o
allattamento. La relazione materna in questo caso potrebbe sembrare scontata, mentre quella del
maschio non ha una legittimazione biologica evidente, ma parte dal riconoscimento della paternità.
Secondo alcuni studi la funzione materna garantisce: la cura materiale nel bambino attraverso
l'alimentazione e la difesa dai pericoli, il benessere psicologico mediante il contatto che consente al
piccolo di superare le paure, l'apprendimento a partire dall'osservazione della madre e lo sviluppo di
rapporti societari.
Per i teorici dell'attaccamento la responsività è quella reazione della madre pronta e contigente a
una serie di comportamenti specie-specifici (come il pianto). Quando l'adulto risponde con
sollecitudine ai segnali del bambino si pongono le basi per lo sviluppo di un attaccamento sicuro in
quanto il piccolo impara a riconoscere la madre come affidabile e prevedibile, mentre un
attaccamento insicuro è il risultato di insensibilità ai segnali del bambino. Se l'adulto, invece,
risponde raramente è possibile che non si sviluppi un legame stabile e significativo. Dal momento
che la gravidanza e allattamento coinvolgono la donna si potrebbe concludere che i processi
fisiologici della riproduzione siano all'origine del parenting materno. Secondo questa ipotesi la
gravidanza produce modificazioni ormonali che preparano la madre ad assistere la prole.
Secondo Freud la relazione con la madre è particolarissima, inconfondibile e inalterabile come
primo e più forte oggetto d'amore, che fungerà da prototipo per tutte le successive relazioni amorose
in entrambi i sessi. Le cure fisiche, soprattutto, sono espressione di quella preoccupazione primaria
che si sviluppa inconsapevolmente nel corso della gravidanza e che contribuisce alla nascita
psicologica del bambino.
Le cure materne buone non sono standard universali, però, ma devono essere comprese all'interno
delle condizioni e delle norme di quella determinata cultura. I modelli teorici recenti hanno fatto
un'analisi articolata delle funzioni genitoriali nei loro aspetti universali e adattivi nelle varianti
culturali. Secondo il modello di Whiting e Whiting le condizioni contestuali influenzano
l'organizzazione di vita delle famiglie, i ruoli assegnati agli adulti e i comportamenti quotidiani di
cura della prole. Gli autori hanno osservato che pur variando i contesti ecologici è possibile
rintracciare aspetti universali dei comportamenti materni: le cure materiali, l'addestramento, il
controllo e la socializzazione.
Un altro filone di ricerche culturali è stato sviluppato da Borstein il quale studia le connessioni tra le
pratiche educative in famiglia e lo sviluppo infantile: egli considera la socializzazione come il
risultato delle caratteristiche dei bambini e di quelle dei genitori che sulla base di credenze e valori
culturali organizzano l'ambiente di vita e li preparano a diventare adulti competenti. Le dimensioni
del parenting materno che prende in esame sono: la modalità sociale e la modalità didattica che
indirizza il bambino verso l'ambiente esterno. Questi diversi stili materni sono anche influenzati da
modelli culturali e dalle credenze della società in cui vivono le famiglie.
Erikson affermo che il compito fondamentale dei genitori consiste nel prendersi cura dei figli.
Questa cura può essere di qualità materna quando si esprime nei comportamenti calorosi e assicura
un deposito di affetto, sicurezza e protezione e può essere paterna quando è collegabile al polo
DESCRIZIONE APPUNTO
Riassunto per l'esame di Psicologia dell'Educazione, basato su appunti personali e studio autonomo del testo consigliato dal docente Parenting: Psicologia dei Legami Genitoriali, Benedetto. Viene spiegato come un bambino abbia bisogno di cure genitoriali che gli serviranno per il suo sviluppo, come gli umani anche gli animali curano i propri piccoli per prepararli ad affrontare il futuro. Quando poi il bambino cresce il rapporto tra figlio-genitori viene mutato a causa delle transazioni evolutive. Talvolta però queste cambiamenti sono definiti normativi, ossia prevedibili e attesi.
I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Messina - Unime o del prof Larcan Rosalba.
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