Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
DANIEL STERN
Il paradigma dell'Infant Research nasce negli Stati Uniti negli anni '80. L'oggetto d'indagine fu la relazione madre-bambino e il metodo usato è quello dell'osservazione. Gli studiosi dell'infant research delinearono un modello di sviluppo del mondo soggettivo del bambino che teneva conto dei dati scientifici e osservazioni disponibili. Il cambiamento di prospettiva porta a riconoscere nel bambino competenze precoci già attive nei primi mesi di vita, riconoscendo all'infante un ruolo attivo nel processo di sviluppo. Ogni evento ha un'influenza su tutte le esperienze che riguardano sé e il proprio mondo relazionale. Cambia qui anche la concezione psicopatologica che non è più effetto di un evento traumatico che arresta lo sviluppo psichico ma si colloca in un continuum. Beebe e Lachmann sottolineano che non è la presenza di affetti non coordinati a generare problemi, questi momenti sono
Intrecciano in un continuo scambio. Stern usava il metodo della microanalisi riprendendo l'interazione momento per momento, sottolineò il primato del processo temporale nella relazione rispetto a nozioni più statiche. Lo sviluppo delle capacità intersoggettive si acquisisce a partire dalla prima infanzia con meccanismi di imitazione, sintonizzazione affettiva, mutua regolazione, micro gesti interpersonali.
Il modo in cui si fa esperienza di Sé viene definito come "esperienza soggettiva organizzante". Si pone l'accento sullo sviluppo del senso del Sé del bambino, rivalutando la figura dell'infante ma riconsiderando e potenzialità e le capacità di attivazione e partecipazione nella relazione con la madre fin dai primi giorni di vita.
L'opera di Stern crea un ponte tra psicoanalisi e teoria dell'attaccamento. Lui cerca di capire cosa prova un neonato. Critica la Mahler e valuta le esperienze reali infantili.
piuttosto che il mondo fantastico. Secondo Stern lo sviluppo di Sé comprende 4 sensi del Sé: - Senso del Sé Emergente: 0-2 mesi. È caratterizzato dalla percezione amodale ossia una capacità innata di ricevere l'informazione in una modalità sensoriale e tradurla in qualche modo in un'altra modalità sensoriale. - Senso di un Sé Nucleare: 2-6 mesi. È caratterizzato da 4 esperienze fondamentali del sé: 1) Sé Agente (sentirsi autore delle azioni), 2) Sé Dotato di Coesione (integrazione), 3) Sé Affettivo (apprendimento della qualità soggettiva del sentimento), 4) Sé Storico (memoria che integra le esperienze precedenti). - Senso del Sé Soggettivo: 7-15 mesi. C'è l'intersoggettività che permette di condividere le esperienze con gli altri. - Senso del Sé Narrativo: 2 anni- tutta la vita. Si sviluppa il linguaggio e il soggetto potrànarrare le proprie esperienze. Stern si occupò dell'intersoggettività in psicoterapia con il testo "Il momento presente" dove descrive le interazioni intersoggettive come viaggio affettivo condiviso, ossia durante un viaggio affettivo due persone attraversano insieme uno stesso scenario emotivo. Queste microinterazioni sono definite now moments ossia attimi in cui avviene un significativo scambio tra terapeuta e paziente. Nel suo ultimo testo "Le forme vitali" considera una nuova forma di dinamica, quando parla di forme dinamiche vitali dell'esperienza in cui sono presenti forza, movimento, spazio, direzionalità e vitalità. Le forme vitali costituiscono le più fondamentali tra tutte le esperienze vissute con le interazioni dinamiche con gli altri. Le forme vitali offrono alla psicoterapia un'altra via di accesso all'esperienza non cosciente del passato che è definibile conoscenza relazionale implicita: lanatura dinamica dell'esperienza umana in generale.
LA PROSPETTIVA INTERSOGGETTIVA DI STOLOROW, ATWOOD E ORANGE
Secondo questi teorici il campo intersoggettivo dell'analisi è costituito dallo scambio reciproco di transfert e controtranfert e dell'attività organizzatrice sia del paziente sia dell'analista all'interno dell'esperienza analitica.
Dato che ogni trattamento include un analista con un certo punto di vista, in ogni coppia psicoanalitica si svilupperanno tipi diversi di campo intersoggettivi.
Ciò significa che nonostante l'analisi sia finalizzata alla salute del paziente, la storia emotiva e l'organizzazione psicologica del paziente e dell'analista sono egualmente importanti per la comprensione di qualsiasi scambio clinico.
Ne "Trattamento psicoanalitico: un approccio intersoggettivo" la cornice psicoanalitica è centrata sul concetto del campo intersoggettivo, collocato al punto di intersezione.
sociale. Secondo loro, la mente umana è intrinsecamente legata al contesto sociale e alle relazioni interpersonali. Utilizzando i tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:Delledue soggettività e generato dall'interazione tra transfert e controtransfert. Il determinismo intrapsichico cede il passo al contestualismo intersoggettivo: in riferimento allo sviluppo psichico, gli studiosi ritengono, anche in linea con l'Infant Research, che la soggettività umana si organizzi in schemi basati su emozioni ripetute nella diade bambino-caregiver.
Stolorow e Atwood distinguono 3 tipi di inconscio:
- Preriflessivo, costituito da principi organizzatori che funzionano a livello inconscio.
- Dinamico, costituito da stati affettivi bloccati a scopo difensivo perché incapaci di evocare la rispondenza nel contesto di riferimento originario.
- Non Confermato, costituito da esperienze che non possono essere mentalizzate perché non hanno mai suscitato nell'ambiente circostante risposte di conferma.
Storolow e Atwood criticano il mito della mente isolata che ritraeva la mente umana come esistente indipendentemente dal mondo fisico e dal mondo sociale. Secondo loro, la mente umana è intrinsecamente legata al contesto sociale e alle relazioni interpersonali.
degli altri.STEPHEN MITCHELL (MODELLO RELAZIONALE)
Ferenczi sosteneva che l'aspetto patogenico risiedeva sull'esperienza traumatica dell'abuso piuttosto che nelle fantasie dell'abusato.
Il modello relazionale vuole riformulare un quadro unitario della psicoanalisi contemporanea, usando elementi accomunati da un'ottica relazionale, indipendentemente dalla specifica corrente psicoanalitica da cui hanno avuto origine.
Secondo Mitchell e Aron, esponenti principali del modello relazionale, la mente è intrinsecamente diadica, sociale, intrapsichica e interpersonale.
Mitchell propone di superare la contrapposizione tra conflitto intrapsichico e deficit ambientale, attraverso una sintesi tra le due prospettive: il modello conflitto relazionale.
Mitchell intende per conflitto relazionale la competizione che si crea tra i diversi modelli relazionali che il soggetto ha interiorizzato.
La psicopatologia è qui connessa alla rigidità con cui un soggetto, invece
Di dar luogo a nuove e più flessibili risposte a nuove situazioni relazionali, ripropone senza cambiarli gli schemi interiorizzati, entrando in conflitto con configurazioni relazionali dell'altro. Lui approfondisce lo studio dei modi mediante i quali si struttura la mente relazionale e si creano organizzatori e relazioni specifiche. Descriva anche la matrice relazionale che sarebbe la summa delle modalità relazionali studiate fino a quel momento nella letteratura psicoanalitica. Questi modi attraverso i quali i soggetti possono relazionarsi operano su un continuum che va dall'inconscio al conscio e sono:
- COMPORTAMENTO NON RIFLESSIVO: si riferisce a ciò che le persone fanno l'una all'altra. Questi pattern sono un'organizzazione pre-simbolica e pre-riflessiva e costituiscono adattamenti continui e reciproci, sono memorizzati a livello procedurale, costituendo la conoscenza relazionale implicita. Qui si rivede molto anche Stern.
PERMEABILITÀ AFFETTIVA: riguarda l'esperienza condivisa di stati affettivi, il sentirsi parte di una relazione dove i confini tra me e l'altro non sono troppo distinguibili, rappresenta il "noi". Richiama il concetto di legame empatico o di contagio degli affetti.
CONFIGURAZIONI SE'-ALTRO: riguarda le organizzazioni mentali inconsce che coinvolgono il Sé in relazione ad un altro, c'è la distinzione io-tu. È un livello primario di simbolizzazione.
INTERSOGGETTIVITÀ: uno dei contributi maggiori per l'accesso al 4 modo e stato offerto da Benjamin e chorodow che hanno sottolineato il ruolo attivo dell'infante e dell'adulto e di un senso di agency. L'intersoggettività si contraddistingue per un'organizzazione in cui gli altri sono rappresentati come distinti dal sé. Mitchell sostiene che le motivazioni nascono e si strutturano in contesti relazionali. Lui ha apportato dei
cambiamenti anche nella pratica clinica. Il focus della terapia analitica diventa costruzione di una nuova esperienza interpersonale significativa che può permettere al paziente di assimilare nuove e più funzionali modelli relazionali. L'aspetto centrale mitcheliano è quindi quello di sottolineare l'importanza della partecipazione attiva dell'analista alla costruzione di una specifica relazione con un specifico paziente. Nel suo ultimo libro "L'amore può durare? Il destino dell'amore romantico" si occupa di relazionalità nella vita amorosa. Secondo lui l'amore può durare solo a condizione di riconoscere la natura paradossale della relazione; stabilità e prevedibilità devono coesistere con il senso della scoperta e del rischio. Secondo lui il reciproco riconoscimento, intersoggettivo, l'accettazione del cambiamento dato dalla dimensione temporale e la convivenza degli opposti, permettonodi vivere nel modo più pieno e soddisfacente possibile una relazione