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SCIENZE SOCIALI capitolo 4 DIFFERENZE DI GENERE (GIDDENS)
Si tende a pensare che essere uomo o donna dipende dal sesso del corpo con cui una persona nasce. Alcuni nel corso della vita cambiano il loro sesso perché si sentono nel corpo sbagliato. Le differenze sessuali si formano molto precocemente e influenzano la vita dell’individuo nel modo di comportarsi, nella postura, nella gestualità ecc.
Occorre distinguere tra: SESSO = differenze anatomiche e fisiologiche che caratterizzano i corpi maschili e femminili GENERE = differenze psicologiche, culturali e sociali tra maschi e femmine.
Vi sono 3 approcci diversi sull’origine dell’identità di genere:
- DIFFERENZA NATURALE tra uomini e donne fondata su origini biologiche: secondo alcuni gli ormoni, la dimensione del cervello, i cromosomi ecc comportano differenze innate di comportamento tra uomini e donne in tutte le culture; mentre i primi sono portati per la caccia e la guerra e hanno tendenze aggressive, le seconde sono più passive. CRITICA: il fatto che sono universali non c’è detto che siano biologiche ma possono essere culturali: ad esempio le donne non si dedicano alla guerra perché devono curare i figli, svezzarli ecc.
- SOCIALIZZAZIONE DI GENERE: ovvero sull’apprendimento dei ruoli di genere attraverso agenti come la scuola, la famiglia o i media; anche i genitori che tentano di educare i figli in modi non sessisti si scontrano con i modelli di genere; sin da piccoli i bambini hanno libri, giochi e programmi tv diversi che tendono a sottolineare le differenze: i personaggi maschili hanno più ruoli attivi e sono più numerosi, i femminili sono più passivi e ambientati in contesti domestici. Questo approccio distingue tra sesso che si sviluppa per primo e genere che viene sviluppato per ultimo; i bambini interiorizzano le norme corrispondenti al proprio sesso e vengono sanzionati positivamente o negativamente a seconda dei comportamenti che mettono in atto; devono conformarsi ai ruoli che la società si aspetta da loro; le differenze sono quindi un prodotto culturale. Secondo i funzionalisti ciò permette di mantenere un ordine sociale. CRITICA: i diversi agenti che influenzano possono essere in contrasto tra loro; gli esseri umani non subiscono passivamente i ruoli che gli vengono attribuiti ma li modificano.
- LA COSTRUZIONE SOCIALE DEL GENERE E DEL SESSO: sia genere che sesso sono il prodotto di una costruzione sociale: gli individui possono modificare il loro corpo come vogliono con piercing, chirurgia, dieta ed esso è sottoposto al volere e alle scelte personali. La distinzione biologica deriva da un’elaborazione culturale della società. DUE TEORIE: Secondo Freud e Chodorow le differenze di genere si formano inconsciamente durante i primi anni di vita; TEORIA DI FREUD: l’apprendimento delle differenze di genere è incentrato sulla presenza o meno del pene (io ho il pene sono un maschio, io non ho il pene sono una femmina); l’identità di genere si forma nella fase edipica attorno ai 4/5 anni in cui è fondamentale il rapporto con i genitori; il bambino vede il padre come un rivale e ha paura di essere castrato così lo accetta come superiore e a lui reprime l’attrazione per la madre; il bambino si identifica col padre e assume i tratti aggressivi tipici dei ruoli maschili. La bambina ha invidia del pene e svaluta la madre in quanto ella non ne è in possesso; si identifica poi con lei assumendo gli atteggiamenti tipici repressivi. Dai 5 anni alla pubertà vi è la fase di latenza dove l’attività sessuale è sospesa e si pone l’attenzione verso il rapporto coi membri dello stesso sesso. CRITICA: Freud identifica l’identità di genere col primato del fallo e superiore alla vagina, considera il padre come l’autorità maggiore; esclude che nella donna si svolge il ruolo più importante, l’apprendimento è concentrato nel rapporto col padre mentre lo è nel rapporto materno che avviene più precocemente. TEORIA DELLA CHODOROW: per lei l’identità di genere si forma in età precoce e svolge un ruolo fondamentale la madre; l’apprendimento è influenzato dalla percezione di essere maschio o femmina derivante dal rapporto con la madre; più che il desiderio del pene, i bambini all’inizio pensano di essere uniti alla madre e poi verso i 2/3 anni si separano da essa per acquisire un senso di identità; identificazione rimane forte per tutta l’infanzia in maniera uguale nella madre per le figlie; le figlie costruiscono un’identità più fragile perché la madre allerta dal proprio senso di identità instabile. Questo si rifà anche al diverso rapporto verso i figli maschi e femmine.