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ADHD - Disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività
Il disturbo da Deficit dell'Attenzione con Iperattività (ADHD) non esordisce in età adulta e non si guarisce del tutto, presentando un'alta familiarità (80%).
Caratteristiche dell'ADHD (da non confondere con esuberanza o vivacità):
- Disturbo del neuro-sviluppo con esordio precoce e persistenza in adolescenza/età adulta.
- Difficoltà nella regolazione volontaria dell'attenzione, del livello di attività motoria e dell'impulsività.
Origine multifattoriale dell'ADHD:
- Elevata ereditabilità (familiarità al 60-80%).
- Compromissioni di funzionalità a livello corticale in aree prefrontali/dorsolaterali/cervelletto/aree sotto-corticali.
- Disregolazione di diversi sistemi neurotrasmettitoriali (noradrenalina, dopamina, serotonina).
- Fattori ambientali di rischio (fumo in gravidanza, ansia genitoriale, ecc.).
Sintomi:
Criteri diagnostici (DSM-V - APA 2013): 6 o più di inattenzione persistente e comune a contesti diversi (almeno 2...)
contesti per essere accurati, incapacità di prestare attenzione ai dettagli, distraibilità, disinteresse per attività lunghe/noiose, interrompe attività, perde cose, si fa male, inciampa, dimentica, etc.);
6 o più sintomi di iperattività e impulsività persistente e comune a contesti diversi (irrequietezza, iperattività di tipo motoria, movimenti non finalizzati, cambi continui di posizione, corse, arrampicate, sempre in movimento frenetico, parla molto e a sproposito, interrompe, non rispetta turni e regole, si intromette nelle attività, risponde prima che sia terminata una domanda, etc.);
Insorge entro i 12 anni, i sintomi interferiscono pesantemente con la qualità di vita in più contesti (scuola, gioco, casa...);
Può coesistere con molti altri disturbi (autismo, disturbi della condotta, ansia, umore possono essere l'uno la causa dell'altro, anche se indipendenti tendono ad
associarsiSottotipi almeno l'uno con l'altro). (per fare diagnosi occorrono 6 tipi o di inattenzione o di impulsività/iperattività motorie - possono essere anche 6 di un tipo e nessuno dell'altro-): 20/30% prevalentemente disattento (>=6 sintomi inattentivi, <=5 impulsivi/iperattivi - più frequente nelle bambine che nei bambini-), 15/20% prevalentemente impulsivo o iperattivo (>=6 impulsivi/iperattivi sintomi, <=5 inattentivi), 50% combinato (sintomi presenti in egual misura in entrambi gli ambiti).
Evoluzione nell'arco di vita: la sintomatologia tende a cambiare per fattori fisiologici e sociali (l'adulto controlla meglio gli impulsi, riduzione dei sintomi iperattivi, meno per sintomi impulsivi, l'inattenzione persiste in età adulta, in età prescolare più evidente disregolazione dei ritmi sonno/veglia, in età scolare difficoltà di apprendimento, in adolescenza isolamento sociale e/o
aggressività, in età adulta interferenza con la pianificazione e la persistenza in attività complesse e/o poco gratificanti nell'immediato, a scuola: auto-isolarsi o isolamento sociale, aggressività se presente una forte componente impulsiva). Cosa comporta l'ADHD nella pratica? Difficoltà cognitive: incapacità di selezionare le informazioni necessarie per eseguire un compito (risposta a caso, divagazione, incapacità di pianificare), applicare strategie di studio e memorizzazione, incapacità di comprendere e seguire le regole (aspettare il proprio turno nel gioco, passaggio da un'attività all'altra prima di averla completata, abbandono della posizione); difficoltà nell'autoregolare le proprie emozioni e nelle relazioni sociali: gestire frustrazioni, posticipare una gratificazione, difficoltà nel controllo dei livelli di aggressività (frequentemente insieme ai disturbi della condotta).
difficoltà nel controllo dell'alimentazione (associato con obesità); Intolleranza alla noia (attività sensation-seeking, comportamenti a rischio), sviluppo di dipendenza da attività a immediata gratificazione e tempi di attenzione ridotti (Internet, social network, gioco), sentimenti di anedonia, ansia, demoralizzazione, rabbia (conseguenza di fallimenti scolastici e relazionali, svalutazione, rifiuto sociale), difficoltà nel costruire e mantenere relazioni positive con i coetanei (partecipazione a attività condivise, percezione costi/benefici dei comportamenti, tendenza all'isolamento). Conseguenze indirette per tutto il contesto sociale: per i genitori, insegnanti, funzionamento dei gruppi classe e dei pari. L'attenzione non migliora in età adulta, il movimento e l'impulsività sì. [Studi che hanno analizzato retrospettivamente le diagnosi (sono cambiati i criteri e i modi di fare diagnosi) Lavoro pediatrico negli]Stati Uniti, sono aumentate le diagnosi, ciò non significa che siano aumentate anche le cause. I disturbi dell'attenzione sono in crescita? Sì: la prevalenza della diagnosi è raddoppiata in 20 anni. Etnia e stato socio-economico incidono nella diagnosi (nelle famiglie più povere la diagnosi è più frequente).
Dati europei (svedesi): Analisi della prevalenza, a livello epidemiologico, del disturbo dell'ADHD, quindi della diagnosi vera e propria. Analisi delle capacità attentive medie, evidenziando quanti sono quei bambini/ragazzi che presentano delle difficoltà nella regolazione dell'attenzione e nell'iperattività che però non sono sufficienti a porre una diagnosi. La diagnosi si è mantenuta sugli stessi livelli (anche più basso di quello indicato dal DSM), mentre l'andamento delle difficoltà sotto-soglia, al limite della diagnosi, è aumentato con un abbassamento delle.
capacità medie (percentuale più alta) nella popolazione che ha portato un numero maggiore di bambini/adolescenti ad avere difficoltà anche se non hanno un vero e proprio disturbo. [Variazione dell'ambiente] L'esposizione ai media e l'esposizione molto precoce a schermi e contenuti mediatici potrebbe incidere nelle capacità attentive, motorie e impulsive. Meta-analisi (analisi dei risultati di singoli studi nei quali si sono messi in relazione sintomi di iperattività e disordine dell'attenzione - non necessariamente diagnosi - comportamenti dell'uso dei media) del 2014: la relazione con l'inattenzione è significativa e neanche piccola, mentre quella con l'impulsività è piccola (piccolo ma non trascurabile la rapidità di cambiamento e di successione di contenuti potrebbe avere un forte impatto, riduzione dei tempi di focalizzazione) Lo sviluppo della Memoria La memoria è la capacitàritenere e recuperare informazioni nel tempo. Non è un processo di registrazione passiva. Implica un trattamento attivo dell'informazione in fase di: - Codifica (interpretazione e classificazione di uno stimolo/evento da ricordare) - Mantenimento (trattenimento dell'informazione e formazione di una traccia durevole nel tempo) - Recupero (riattivazione e accesso a ricordi a distanza di tempo). I sistemi di memoria (modello modale, Atkinson & Shiffrin, anni '68): - Registro sensoriale: rappresentazione dell'informazione sensoriale, di brevissima durata (meno di 500ms), permette la rappresentazione dell'input in entrata sufficiente a decidere che cosa farne. - Memoria a breve termine: sistema di immagazzinamento dell'informazione di limitata capacità (7 ± 2 elementi mantenuti attivi) e di breve durata (circa 30sec, superiori diventano mantenuti attivamente). - Memoria a lungo termine: (informazione rielaborata e codificata) sistema di ritenzione e recupero di informazioni a lungo termine.immagazzinamento dei ricordi (quasi) permanente e illimitato (tecnicamente disponibile ma non sempre reperibile).
Nei sistemi di memoria a lungo termine l'informazione viene codificata come:
- Memoria episodica: ricordo di eventi, sensazioni, esperienze
- Memoria semantica: ricordo di nozioni, procedure, concetti (il significato degli eventi)
- Memoria verbale vs visuo-spaziale: sistemi separati per ricordi espressi in forma uditiva/linguistica oppure in forma visiva
- Memoria implicita: ricordo di procedure e routine, senza consapevolezza del ricordo o della sua origine (Abitudini, associazioni tra eventi e la loro valenza emozionale)
- Memoria esplicita: ricordo consapevole di fatti, esperienze o procedure
La memoria implicita di stimolazioni sensoriali è presente anche nella fase prenatale (evidenze neurofisiologiche e abitudini). La memoria esplicita (consapevole) compare a partire dai 6 mesi (ricerche degli anni '90 hanno documentato...
Ricordi differenti di alcuni giorni a partire dai 6 mesi). Costanza dell'oggetto: più precoce di quanto immaginato da Piaget. Questi ricordi si possono presentare anche in comportamenti volontari. A 9 mesi il ricordo dura circa 4 settimane, a 10 mesi raggiunge i 6 mesi (Carver & Bauer, 2001).
Nel terzo anno di vita i bambini possono rievocare e raccontare episodi accaduti nell'anno precedente.
Come si studia la memoria esplicita prima della comparsa del linguaggio? Paradigma dell'imitazione differita: non necessita di racconto verbale. Al bambino viene mostrato un oggetto (gioco) non familiare, e lo sperimentatore compie alcune azioni con l'oggetto (oppure oggetto familiare con cui lo sperimentatore compie azioni nuove) (da ore a mesi). Viene ridato al bambino, e si osserva quali azioni il bambino compie (se compie le stesse azioni della prima esposizione significa che ha riconosciuto l'oggetto e ha. Intorno ai
tire una memorizzazione a lungo termine. Inoltre, durante l'infanzia, i bambini hannouna maggiore difficoltà nel ricordare eventi specifici e dettagliati, poiché la loromemoria episodica è ancora in fase di sviluppo. Tuttavia, nonostante l'amnesia infantile, i ricordi dell'infanzia possono essereinfluenti nella formazione dell'identità e nella costruzione della personalità. I ricordiinfantili possono influenzare le nostre emozioni, le nostre relazioni e le nostre sceltefuturo. In conclusione, la memoria episodica è un processo complesso che si sviluppa nelcorso dell'infanzia. I bambini imparano a ricordare eventi specifici e a conservarequesti ricordi nel tempo. Tuttavia, l'amnesia infantile può influire sulla durata deiricordi dell'infanzia, con i ricordi precedenti ai 3 anni che tendono a perdersi con ilpassare del tempo. Nonostante ciò, i ricordi dell'infanzia possono ancora influenzarela nostra vita e la nostra identità.