Anteprima
Vedrai una selezione di 8 pagine su 31
Psicologia Pag. 1 Psicologia Pag. 2
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 6
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 11
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 16
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 21
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 26
Anteprima di 8 pagg. su 31.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Psicologia Pag. 31
1 su 31
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Abilità e Sviluppo: Prima infanzia

La concezione della prima infanzia è nel tempo cambiata. È stato possibile acquisire una serie di conoscenze che ci consentono oggi di avere un'idea del neonato come soggetto molto più competente e attivo nel suo processo di sviluppo. Questi progressi rendono i bambini sempre più competenti nell'interagire con il mondo fisico e sociale.

Piaget si è per primo dedicato a comprendere le caratteristiche cognitive dei bambini nelle diverse fasi di vita. Alla nascita le abilità uditive non sono identiche a quelle dell'adulto, tuttavia l'udito dei neonati può essere paragonato all'udito di un adulto con il raffreddore.

Il neonato possiede una serie di abilità percettive che gli consentono di cogliere gli stimoli del mondo esterno grazie alla sua funzionalità dei diversi organi di senso, sia alla coordinazione intersensoriale e anche alla percezione transmodale ovvero...

La capacità di integrare le informazioni provenienti da sensi diversi. - Seconda infanzia (età prescolare) un'importante acquisizione tra la prima e la seconda infanzia è la funzione simbolica che si colloca a 18 mesi, e quest'ultima è la capacità di rappresentarsi in qualcosa tramite simboli, ma possiamo vedere un'importante manifestazione tra i 3 e i 5 anni. Nel gioco di finzione il bambino intenzionalmente sovrappone una situazione ipotetica con una effettiva, con delle finalità ludiche. Il gioco di finzione compare tra 1-2 anni. In questo gioco il bambino crea una rappresentazione che utilizza per trasformare la realtà in cui è inserito e nel fare questo riesce a gestire sia la dimensione fittizia che quella surreale. - Fanciullezza (età scolare): coincide con la maggioranza dei bambini con l'età scolare. Rispetto al bambino in età prescolare, qui si dimostra una serie di caratteristiche

che consentono di diventare più competente nell’interazione con il mondo.

Piaget descrive il pensiero del bambino in età prescolare come immaturo; mentre quelle in età scolare è capace di analizzare una situazione considerando la reale differenza.

I sistemi simboli iniziati nell’età prescolare come i disegni e i gesti simbolici, continuano a crescere ed evolversi.

L'organizzazione spaziale del disegno cambia notevolmente; dai sette anni la composizione del disegno si organizza secondo due dimensioni, l'asse verticale del foglio è usato per la distanza, da 9-12 invece continua a migliorare la percezione dello spazio anche su di un foglio.

- Adolescenza: si configura come un’altra fase di vita ricca di sfide evolutive. L’adolescente è chiamato a gestire delle trasformazioni somatiche e psicologiche. Il superamento di queste sfide dovrebbe consentire la conquista di una propria autonomia psicologica, la definizione

della identità, l'acquisizione dello status di adulto. In questo processo ci si mettono anche i cambiamenti a livello cognitivo. Gli adolescenti dimostrano di saper progredire in modo sistematico, riuscendo a utilizzare il pensiero ipotetico-deduttivo. Grazie a questa modalità di pensiero l'adolescente può valutare le diverse soluzioni possibili e verificare la correttezza delle diverse soluzioni considerando la logica del ragionamento stesso. L'adolescente mostra inoltre maggiori abilità di comprensione. Questa evoluzione può essere determinata da fattori esperienziali. LEZIONE 9: Sviluppo morale:
Cognitivo: come processi di ragionamento e decisione morale in merito a cosa sia giusto o sbagliato.
Cognizione morale: comprensione delle norme che definiscono obblighi di azione.
Emotivo: in riferimento al provare emozioni squisitamente morali, empatiche o di colpa e vergogna.
Lo sviluppo morale è importante perché conduce all'assetto.valoriale durante la crescita. La moralità riguarda 2 principali dimensioni: - Cura: ha a che fare con un sentimento di preoccupazione per il benessere altrui, e si sintetizza che fare del male agli altri senza motivo è sbagliato, mentre aiutare un individuo che soffre è giusto. - Equità e giustizia: riguarda il rispetto delle regole secondo il principio distributivo per cui tutti gli individui dovrebbero godere degli stessi diritti e nessuno dovrebbe essere favorito a svantaggio di un altro senza motivo. Alcuni teorici però si sono distaccati da questo modello di sviluppo, e per esempio, Rousseau ipotizzò che l'essere umano nascesse fondamentalmente BUONO e fossero le regole e i valori sociali a corrompere la natura durante la crescita. Secondo Hoffman l'empatia è il cardine intorno a cui si sviluppa la moralità. In origine questo termine di derivazione greca indicava il rapporto emozionale di partecipazione che legava.

‘l'autore-cantore al suo pubblico.Grazie all'esperienza empatica per un individuo era possibile comprendere la prospettiva diun’altra persona e costruire legami sociali.La ricerca psicologica degli ultimi quarant’anni ha messo in luce tre componentidell’empatia:

  • Fisiologica: coinvolgimento di funzioni legate alle attività del sistema nervoso autonomo
  • Affettiva: vera e propria condivisione emozionale
  • Cognitiva: riconoscimento dello stato emotivo dell’altro

Una forma più matura di empatia si osserva verso i 3 anni e corrisponde al terzo stadio diempatia veridica.Il bambino non solo comprende lo stato di malessere dell’altro ma pone in essere azioni dieffettivo beneficio all’altro, ad esempio offrendogli un gioco all’altro bambino perché lo vedetriste oppure chiama spontaneamente un adulto in soccorso di una persona che non si sentebene.Hoffman ha messo in relazione lo sviluppo delle moralità allo

sviluppo dell'empatia, che richiede una piena integrazione tra maturazione affettiva e maturazione cognitiva con lo sviluppo delle abilità della TOM.

Sympathy → un sentimento che origina dall'empatia ma che comprende anche un sentimento di preoccupazione verso la condizione dell'altro che può precedere un vero e proprio comportamento pro-sociale.

L'evoluzione della compassione risiede nella capacità di autoregolazione, che deriva da un trattato "effortful-control", e questo sistema richiede di inibire una risposta dominante e attivare un comportamento desiderato che non è dominante, o anche pianificare le proprie azioni.

Un eccesso di disagio può essere regolato dai processi di controllo promuovendo un comportamento compassionevole.

Piaget ritiene che il cambiamento con l'età dei processi di ragionamento morale dipenda principalmente dell'evolversi nel tempo dell'organizzazione cognitiva e delinea

una sequenza di sviluppo morale in 3 periodi: - Anomia morale: fase dove il bambino agisce secondo le proprie necessità ed impulsi senza tenere in considerazione ciò che fa verso gli altri (4-5 anni). Non mostra quindi interesse per le regole e il suo comportamento è principalmente eterodiretto dall'adulto. - Realismo morale: (7-8 anni) caratterizzato dal senso di obbedienza, quindi anche nel seguire le regole. - Relativismo morale: intorno ai 10 anni le regole possono essere cambiate, e la responsabilità comincia ad essere soggettiva (se si rompono 10 tazze per sbaglio è meno grave che romperne 1 apposta). Kohlberg invece riprende l'idea di Piaget, e il ragionamento morale guida l'azione morale; c'è un salto dove dal pensare giusto si agisce in maniera giusta. Kohlberg inoltre teorizza dei livelli: - Primo livello che è quello PRECONVENZIONALE e prevale fino ai 9-10 anni di età; qui il pensiero del bambino apparesuperficiale autocentrato con una concezione della norma principalmente eteronoma. - Nello stadio 2, DELL'ORIENTAMENTO INDIVIDUALISTICO STRUMENTALE le regole sono rispettate quando ne deriva un vantaggio e si agisce in funzione dei propri bisogni. - Nel terzo livello c'è CONVENZIONALE, che è riconoscibile nei 13 anni fino ai 20, dove le regole e le aspettative sociali vengono interiorizzate. Dopo Kohlberg c'è anche GIBBS che ritiene che il ragionamento morale evolva con una sequenza stadiale ma distingue due aspetti che chiamerà fasi: - Sviluppo morale standard; componente base e riguarda la comprensione delle regole e valutazione dell'azione che possa essere giusta o sbagliata. - Esistenziale: riguarda la comparsa e l'evoluzione delle abilità di riflessione contemplative e tematiche. Queste capacità permettono di riflettere sulle ragioni dell'etica e di elaborare filosofie e principi morali e corrispondono alle

abilità di livello postconvenzionale nel modello di Kohlberg. Teoria dei domini - TURIEL: lo sviluppo morale precede secondo una sequenza di stadi di ragionamento caratterizzati da una diversa divisione della norma e propongono la cognizione morale, ossia la conoscenza connessa a tipi diversi di regole e alle condizioni della situazione che influiscono sull'valutazione di un'azione come giusta, sia articolata in domini cognitivi separati.

TEORIA SOCIO-COGNITIVA - BANDURA. Nelle interazioni con il contesto sociale, famiglia e coetanei, il bambino interiorizza le norme morali e i criteri da usare per le valutazioni morali. Vi è anche il disimpegno morale, ovvero quando si va a sminuire una persona, un'azione, una conseguenza, cercando appunto di rigirare la situazione.

Ruolo della cultura:

  • orientamento individualistico: strutturano l'esperienza sociale attorno all'idea che lo sviluppo debba procedere verso una sempre maggiore autonomia dell'individuo.

Orientamento collettivistico: strutturano l'esperienza sociale in modo da consolidare sempre di più i legami verso strutture collettive come magari la famiglia o la comunità.

Ruolo della famiglia: LEZIONE 10

Il ruolo dell'allenatore sportivo è caratterizzato da diverse cose, e si può passare da una visione più classica ad una più da educatore.

  • Il modello classico, quindi allenatore-insegnante, va a trasmettere le proprie conoscenze all'atleta. Lui è un insegnante, un tecnico (ciò che viene definito coach), non riguarda quindi le attività pedagogiche. Le critiche a questo modello possono essere che il contesto di allenamento è multisfaccettato, che l'allenatore deve prendere decisioni in più situazioni ed occorre esperienza e adattamento flessibili alle situazioni.
  • Il modello moderno ma parziale, quindi allenatore e riflessione sulle proprie attività.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
31 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher michyqua di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia infantile e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Di Dio Cinzia.