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3. SVILUPPO EMOTIVO E RELAZIONALE
L’emozione è un costrutto multi direzionale. Quando proviamo un’emozione mettiamo in atto dei processi valutativi della realtà,
essi ci permettono di orientarsi. C’è una componente fisiologica delle emozioni, infatti i lineamenti del viso si alterano >livello
fisiologico, espressivo, fenomenologico – cognitivo (esperienze).
Per competenza emotiva si intende la capacità di gestire le emozioni. Essa migliora col passare dell’età.
3.1 Sviluppo tipico
• I neonati esprimono “emozioni” con il pianto, con la produzione di suoni, con la contrazione del viso (sviluppo precoce delle
emozioni).
• Nei primi 2 mesi di vita c’è un forte sviluppo emotivo, dal sorriso endogeno dei neonati a vere e proprie emozioni.
• Verso i 6-8 mesi il neonato acquisisce la capacità cognitiva della costanza dell’oggetto, la capacità di percepire l’oggetto
anche quando viene nascosto. Si rafforza il legame di attaccamento con il caregiven.
• Nell’età prescolare le emozioni sono sempre più definite anche grazie alla comparse delle prime competenze linguistiche.
• Nella pubertà ed adolescenza si ha maggiore consapevolezza delle proprie emozioni, il lessico emotivo è ampio, si
comprendono le cause delle proprie emozioni e di quelle degli altri
• Nell’età adulta si sviluppa l’intelligenza emotiva, cioè la capacità di riconoscere e gestire le emozioni >competenza
empatica.
3.2 Sviluppo atipico
E’ nello stile di risposta dei genitori e nello stile relazionale ad esso collegato che va ricercata la radice dell’ attaccamento
disorganizzato del bambino. Il trauma non elaborato può determinare l’avvio di un percorso nell’ambito dell’attaccamento infantile.
Due sono le tipologie di trauma salienti per l’attaccamento:
1) Morte precoce dei genitori, maltrattamenti, abusi;
2) Stati mentali dei genitori che hanno vissuto traumi e che si trasmettono al bambino a livello psicologico.
Nell’età scolare o nell’adolescenza alcuni bambini possono soffrire di disturbi da esternalizzazione. Spesso sono collegati a
deficit di attenzione/iperattività. Questi bambini non sanno gestire le emozioni. Possono essere impulsivi e aggressivi. Manifestano
alcune emozioni (es. rabbia) che non riescono a dissimulare e ne inibiscono altre. Sono incapaci di empatia e l’emozione
maggiormente carente è il senso di colpa.
La disregolazione emotiva è caratterizzata da forte sensibilità agli stimoli emotivi, forte intensità delle risposte a tali stimoli e lento
ritorno alla condizione di funzionamento di base.
4. SVILUPPO COGNITIVO
Lo sviluppo cognitivo comprende anche lo sviluppo della percezione, del linguaggio, della memoria, dell’apprendimento e
dell’azione. È una dimensione dello sviluppo che si occupa del processo della conoscenza. Le conoscenze sono l’esito del
pensiero che lavora sulle informazioni (ragionamento).
4.1 Sviluppo tipico
• Durante il primo mese i comportamenti del bambino sono una serie di riflessi.
• Tra il 1° e il 4° mese compare la reazione circolare primaria, cioè una serie di ripetizioni di movimenti e di suoni. Compaiono
anche le assimilazioni reciproche, cioè le prime forme di coordinazione di schemi (mano-bocca/ mano-sguardo).
• Tra il 4° e l’8° mese compare la reazione circolare secondaria, che è una ripetizione di movimenti che hanno effetto
sull’ambiente (es. toccare un gioco che fa rumore).
• Tra l’8° e il 9° mese compaiono comportamenti intenzionali (es. rimuovere un ostacolo che impedisce di prendere un
oggetto). Inoltre, il bambino diventa capace di utilizzare segnali per prevedere un evento (es. mamma mette cappello =
mamma esce>pianto).
• Tra il 12° e il 18° mesi compaiono le reazioni circolari terziarie che introducono variazioni nell’azione per studiarne l’effetto
(es. lasciar cadere la palla ad altezze diverse). Si sviluppa il concetto di permanenza dell’oggetto.
• Tra il 18° e il 24° mese il bambino risolve i problemi anche al primo tentativo e compare la funzione simbolica (es. banana =
telefono).
• Tra i 2 e i 5 anni le forme di rappresentazione simbolica diventano più ricche e complesse. Compare il disegno. Nell’età
prescolare compaiono l’animismo (dare vita agli oggetti), l’artificialismo (tutto è stato creato dall’uomo), il finalismo
(confondere la causa col fine). Intorno ai 4 anni i bambini comincino a comprendere le credenze altrui, si acquisisce un
ampio repertorio di script (copioni: cosa si fa al mattino…). Si cominciano a conoscere i numeri.
• In età scolare i bambini acquisiscono capacità di classificazione, seriazione, sanno compiere inferenze transitive (a<b);
capiscono il concetto di conservazione della sostanza, la simbolizzazione migliora, il pensiero narrativo è più complesso,
conoscenza meta cognitiva.
• Nell’adolescenza si sviluppa il pensiero astratto, coordinazione di diverse dimensioni misurabili, approccio
combinatorio (pensare a tutti i casi possibili), ragionamento scientifico, distinzioni tra leggi teoriche e descrizioni
empiriche, pensiero narrativo capace di presentare il punto di vista di tutti i personaggi.
• Con l’avanzare dell’età si riduce l’efficienza dell’intelligenza fluida provocando una diminuzione delle abilità e di risolvere
problemi nuovi. Le abilità legate all’intelligenza cristallina restano intatte e se si conduce una vita attiva, le conoscenze e le
abilità negli ambiti in cui si ha esperienza possono anche ampliarsi.
4.2 Sviluppo atipico
I disturbi che implicano deficit cognitivi sono numerosi: le cause possono essere biologiche, culturali. Non sono mai una sola.
• La sindrome di Down è dovuta ad una anomalia del cromosoma 21. Può essere di livello medio-grave. Il ritardo si manifesta
dopo i primi due anni. C’è una carenza nel linguaggio e nella memoria a lungo termine. Le competenze visuo- spaziali sono
poco compromesse.
• La sindrome di Williams è dovuta ad una anomalia del cromosoma 7. E’ rara e può essere grave fino ad una intelligenze
nella norma. La memoria uditiva e la competenza verbale sono adeguate al livello di sviluppo. Le carenze maggiori
riguardano la competenza visivo- spaziale. Lo sviluppo linguistico è ritardato.
• L’autismo si caratterizza nell’impossibilità di comunicare sia verbalmente che attraverso stati d’animo. E’ caratterizzato da
ripetitività, carenze nella teoria della mente (attribuire stati mentali all’altro), nella coerenza centrale (non saper integrare le
info.), nella carenza della funzione esecutiva (che orienta il fare).
• L’Alzheimer è una patologia degenerativa del cervello. Dovuta alla morte dei neuroni, alla perdita delle sinapsi,
all’assottigliamento della corteccia cerebrale. E’ legata a fattori genetici e socio- culturali. E’ caratterizzata da anamnesia,
diminuzione delle abilità spaziali, deficit di attenzione selettiva, deficit intellettivi generali.
5. SVILUPPO MOTORIO
Tra sviluppo percettivo (5 sensi) e motorio c’è un legame. Le informazioni percettive guidano l’azione e l’azione guida la
percezione. Gli individui percepiscono al fine di muoversi e si muovono al fine di avere percezioni.
I neuroni specchio svolgono un ruolo importante nella percezione e sono testimoni dello stretto legame che c’è tra percezione
e azione: essi si attivano sia quando l’individuo compie un’azione, sia quando vede un altro individuo compiere un’azione. Il
sistema dei neuroni specchi è presente già a 5 anni.
Lo sviluppo percettivo - motorio è legato anche allo sviluppo cognitivo. Bisogna infatti anche saper elaborare correttamente le
informazioni sensoriali.
Nelle visioni classiche lo sviluppo della motricità era visto o come la conseguenza del manifestarsi di processi di natura
cognitiva (maturazionismo) o come l’esecuzione di un piano cognitivo (cognitivismo).
Oggi il comportamento motorio è visto come il risultato di un continuo feedback tra sistema nervoso centrale, corpo e
ambiente.
5.1 Sviluppo tipico
• La motricità del neonato è costituita da riflessi. Prima si pensava che fossero il lascito di comportamenti adattivi della nostra
specie nel corso delle evoluzioni. Oggi si crede che siano forme di adattamento acquisite nell’utero. Alcuni movimenti non
sono riflessi, ma spontanei e coinvolgono tutto il corpo: sono visibili anche nel feto al quarto mese.
• L’atto dell’afferramento è un comportamento volontario che il bambino mette in atto per prendere un oggetto. Gli atti di
afferramento riusciti appaiono intorno ai 4 mesi. La tipologia di afferramento è detta “a rastrello”: coinvolge anche la spalla, il
gomito. La presa viene effettuata grazie all’opposizione tra le dita e il palmo della mano.
• Intorno ai 6 mesi, l’approccio è detto “parabolico” e il bambino afferra con il palmo e con le prime tre dita.
• Intorno ai 9 mesi compare la “presa a pinza”. Il braccio compie una linea retta e si utilizza l’opposizione pollice- indice.
• Nel corso del primo anno i movimenti diventano più precisi e man mano il bambino sarà in grado di prendere anche un
oggetto in movimento.
• Nel corso della prima infanzia si assiste ad una attività visuo- manipolativa. Il bambino guarda ed esplora manipolando.
Il controllo della postura aiuta il movimento di afferramento. La postura eretta, a causa delle differenze individuali, può comparire
tra gli 8 e i 18 mesi.
Il cammino autonomo si evolve attorno al 2° anno di vita.
La teoria dei sistemi dinamici, la più recente prospettiva sulla sviluppo motorio, afferma che lo sviluppo motorio non è dovuto ad
una singola causa, ma alla coordinazione di più sistemi dinamici: l’ambiente, il sistema nervoso, il corpo e le differenze individuali.
• Durante la fanciullezza:
- 2 anni: correre, salire le scale, mangiare da soli;
- 3 anni: correre bene e arrestarsi bruscamente;
- 3-6 anni: autonomia nelle attività quotidiane, attività di pre-scrittura;
- Età scolare: buone prestazioni motorie >sport.
5.2 Sviluppo atipico
Una deviazione nelle capacità motorie dalla corretta traiettoria di sviluppo ha una ricaduta anche sullo sviluppo delle abilità
percettive e viceversa.
Paralisi cerebrale infantile> spastica
Ritardo mentale> sindrome di Down> difficoltà motorie
Deprivazione socio-culturale.
Il MABC è un test che fornisce una griglia di osservazione strutturata dello sviluppo delle abilit&a