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Alla base del pensiero di Piaget, ci sono i concetti di assimilazione e accomodamento.
L'assimilazione è un processo tramite il quale l'individuo elabora degli schemi che si
conservano. Con l'accomodamento gli schemi si modificano e si ampliano grazie
all'acquisizione di nuove informazioni. L'individuo sfrutta i meccanismi di assimilazione e
accomodamento per adattarsi all'ambiente e raggiungere l'equilibrio.
Per Piaget lo sviluppo è formato da 4 stadi: 1) sensomotorio (0-2 anni), 2) preoperatorio (2-7
anni), 3) operatorio concreto (7-12 anni), 4) operatorio formale (dai 12 anni in su).
Lezione 35: lo stadio sensomotorio
In questo stadio, la conoscenza del bambino deriva dai sensi e dalle azioni che compie. Lo
stadio sensomotorio viene diviso in 6 sottostadi: 1) esercizio dei riflessi (0-1 mese), 2)
reazioni circolari primarie (1-4 mese), 3) reazioni circolari secondarie (4-8 mesi), 4) schemi
di azioni intelligenti (8-12 mesi), 5) reazioni circolari terziarie (12-18 mesi), 6) pensiero
simbolico (18-24 mesi).
Durante l'esercizio dei riflessi, il bambino non è consapevole di sé stesso e delle sue azioni,
in cui ripete dei movimenti in maniera casuale. Il processo di apprendimento avviene durante
la fase delle reazioni circolari primarie. Durante le reazioni circolari secondarie, il bambino
combina e inventa delle azioni, inizia ad essere consapevole dello spazio circostante e si
avvia alla fase della permanenza dell'oggetto. Nel quarto sottostadio, il bambino inizia a
comprendere i mezzi e i fini delle azioni, perché mette in relazione le cose. Durante la fase
delle reazioni circolari terziarie il bambino fa tre azioni: avvicina un oggetto tramite un
supporto, attira un oggetto tramite un prolungamento e usa uno strumento per avvicinare un
oggetto. Infine il bambino, quando è arrivato alla fase del pensiero simbolico, agisce
secondo delle combinazioni mentali, è capace di anticipare i movimenti e di trovare oggetti
nascosti.
Lezione 37: lo stadio preoperatorio
Durante lo stadio preoperatorio, il bambino è capace di usare dei simboli (immagini, parole,
azioni ecc.) per rappresentare oggetti che in quel momento non sono presenti davanti a lui.
Questo comportamento è manifestato dal linguaggio, dal gioco simbolico e dall'imitazione
differita (imitazione spostata nel tempo).
Il bambino è in grado di svolgere operazioni, ovvero delle azioni interiorizzate attraverso le
quali le informazioni dell'ambiente vengono organizzate a proprio piacimento
(raggruppamento di oggetti in base alla loro forma, colore, dimensione ecc.). Ciò che
caratterizza questo stadio: l'egocentrismo, l'animismo, la rigidità di pensiero e il
ragionamento prelogico.
Lezione 38: l'egocentrismo, l'animismo, rigidità di pensiero, ragionamento prelogico
L'egocentrismo infantile avviene quando il bambino vede le cose solo dal suo punto di vista.
Piaget utilizzò il compito delle tre montagne per studiare l'egocentrismo infantile, un
esperimento in cui viene messo il bambino di fronte a tre montagne e ad una bambola. Al
bambino vengono mostrate quattro foto, che rappresentano le prospettive delle montagne
(da destra, da sinistra, frontale e posteriore) e gli viene chiesto di indicare la foto che
rappresenta ciò che vede la bambola.
Attraverso l'animismo, il bambino attribuisce a degli oggetti delle qualità che non gli
appartengono, credendo ad esempio che gli oggetti inanimati siano come gli esseri umani,
capaci di parlare, sentire, muoversi ecc. Il superamento di questa fase avviene in maniera
graduale. Il pensiero animistico è molto legato con la paura.
La rigidità di pensiero si può manifestare nel momento in cui i bambini non riescono ad
adattarsi ai cambiamenti delle cose (l'ordine con cui gli vengono poste le cose davanti).
Quando parliamo di ragionamento prelogico facciamo riferimento al fatto che a volte i
bambini possono mettere in relazione due eventi solo perché avvengono nello stesso
momento (es. se una bambina è abituata a fare il sonnellino pomeridiano, per un pomeriggio
non lo fa, pensa che non sia pomeriggio solo perché non ha dormito). Durante questa fase i
bambini invertono il rapporto causa-effetto (es. 'l'uomo è caduto dalla bicicletta perché si è
rotto il braccio' al posto di 'l'uomo si è rotto il braccio perché è caduto dalla bicicletta'.
Lezione 39: le prove di conservazione e lo stadio operatorio concreto
Le prove di conservazione possono riguardare la quantità (se si versa il contenuto di un
liquido in un contenitore diverso per forma il bambino tenderà a dire che ne conterrà di più
perché è più stretto e lungo), la massa (se ad un bambino viene mostrata una pallina di
plastilina e un cilindro formato con la stessa quantità di plastilina che è contenuta nella
pallina, il bambino tenderà a dire che il cilindro è formato da più plastilina), del numero (se
mostriamo ad un bambino 10 bottoni di cui 5 disposti in fila e 5 disposti in una maniera
casuale, il bambino ci dirà che ce ne sono di più in quei 5 disposti in maniera non ordinaria
perché occupano più spazio).
Durante lo stadio operatorio concreto, il bambino è capace di compiere operazioni mentali e
di ragionare con la logica. È superato l'egocentrismo intellettuale, il pensiero del bambino
diventa reversibile. Questo stadio è caratterizzato da: conservazione, seriazione,
classificazione e numero. La conservazione riguarda il volume, la massa, la lunghezza ecc.
(i bambini in questa fase di vita superano le prove di conservazione senza commettere
errori). Attraverso la seriazione, il bambino è capace di organizzare mentalmente gli oggetti
in base a dei criteri (peso, velocità, tempo ecc.). Grazie alla classificazione i bambini sono in
grado di categorizzare degli oggetti o delle persone in base ad una loro caratteristica che li
accomuna. Con la numerazione, i bambini diventano consapevoli che i numeri sono
invariabili.
Lezione 40: lo stadio operatorio formale
Durante lo stadio operatorio formale, i ragazzi (hanno dai 12 anni in su) hanno sviluppato il
pensiero logico deduttivo e procedono per ipotesi quando devono analizzare un fenomeno. I
ragazzi sviluppano le capacità di problem solving. Inoltre i ragazzi sono in grado di formulare
dei pensieri astratti, ovvero elaborare delle opinioni su degli eventi che non hanno mai
vissuto, perché riescono ad immaginarli e a riflettere su come loro reagiranno o si sentiranno
se si trovassero in una situazione specifica.
Lezione 41: critiche al pensiero di Piaget
La teoria di Piaget ha subito diverse critiche. Viene rimproverato per aver dato troppa
importanza alle capacità di ragionamento senza considerare che l'intelligenza è fatta anche
di conoscenze. Viene criticato perché interpreta l'ambiente solo come un'interazione e non
riconosce la sua importanza a livello sociale. Ha sottovalutato i fattori socio-culturali che
influiscono sullo sviluppo infantile. Un'altra critica riguarda il modo in cui Piaget concepisce
lo sviluppo, ovvero secondo dei salti che caratterizzano tutti gli individui. Le sperimentazioni
di Piaget sono state criticate perché non rispecchiano delle situazioni familiari.
Lezione n°42: Vygotskij
Secondo Vygotskij, lo sviluppo cognitivo è costituito dalle funzioni psichiche superiori
(ragionamento, comprensione, pianificazione e ricordo). Egli crede che sia importante
considerare, in ambito di sviluppo infantile, i fattori socioculturali che si tramandano da
generazione a generazione. Tra di questi fanno parte gli strumenti concettuali e gli strumenti
tecnologici. Una delle sue opere più importanti si intitola Pensiero e Linguaggio: in questa
opera Vygotskij ci parla proprio di ciò che lega il pensiero e il linguaggio, affermando che ci
sia un rapporto di interdipendenza uno dall’altro. Vygotskij crede che il linguaggio abbia
un’origine sociale e serva per comunicare con gli altri e che abbia solo in un secondo
momento importanza per l’individuo, ad esempio quando si sviluppa il linguaggio
egocentrico. Quindi secondo Vygotskij il linguaggio passa dalla dimensione sociale a quella
individuale, differentemente da ciò che teorizzava Piaget.
Lezione n°43: lo sviluppo socio-cognitivo
Sia Piaget che Vygotskij intendono il bambino come un soggetto attivo e costruttore di se
stesso, ma mentre per Piaget il bambino si forma interagendo con l’ambiente fisico, per
Vygotskij il bambino si forma con l’interazione tramite l’ambiente sociale.
Per Vygotskij, gli aspetti fondamentali che giocano nello sviluppo sono: culturali (aiutano il
bambino ad adattarsi alla realtà), interpersonali (il bambino cresce grazie agli adulti che lo
aiutano e supportano nel suo sviluppo) e individuali (grazie alla zona di sviluppo prossimale
il bambino migliora la sua autonomia).
La zona di sviluppo prossimale individua il livello effettivo del bambino (le sue capacità
autonome) e il livello potenziale (le capacità del bambino grazie all’aiuto dell’adulto).
Il periodo migliore per garantire ad un bambino un elevato livello potenziale è quello che va
dai 7 ai 10 anni. Ovviamente questo concetto non è esente dalle differenze individuali tra
bambini: ogni bambino ha un livello effettivo e potenziale di sviluppo diverso rispetto agli
altri.
Rogoff parla di partecipazione guidata, una procedura grazie alla quale i bambini vengono
aiutati dagli adulti ad acquisire nuove conoscenze.
Lezione n°44: lo scaffolding
Lo scaffolding (impalcatura) è un processo tramite il quale gli adulti aiutano i bambini a
risolvere dei problemi, modulando i loro interventi in base all’età del bambino di riferimento.
Questo può essere molto utile per mantenere alta l’attenzione dei bambino oltre che a
semplificare il loro compito. Il progresso attraverso la zona di sviluppo prossimale avviene in
tre fasi: 1) la prestazione è controllata dall’adulto; 2) la prestazione è controllata dal
bambino; 3) la prestazione è automatizzata. Lo scaffolding può essere interpretato come lo
sforzo collaborativo e interattivo di adulto e bambino.
Affinché il tutoraggio sia efficace, il tutor deve: creare un ponte tra le conoscenze e le abilità
possedute del bambino in funzione della richiesta del compito; fornire aiuto e sostegno;
assumere un ruolo attivo e trasferire la sua responsabilità sul bambino. Altri aspetti
importanti che garantiscono un tutoraggio efficace sono: la sensibilità dell’adulto, la capacità
del bambino di sfruttare l’aiuto del tutor e il tipo di relazione che si instaura tra tutor e
bambino.
Lezione n°45: critiche e con