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Per le imprese, il governo attraverso l’organizzazione e il governo attraverso il mercato sono
modalità alternative Al fine di minimizzare i costi di transizione valutano se e cosa è più
conveniente:
- Governare attraverso l’organizzazione (make)
- Governare attraverso il mercato (buy)
Strutture di produzione => Struture di governo delle relazioni di scambio
Unità di analisi: il prodotto => Unità di analisi: la transizione
Trasferimento di prodotti (beni-servizi) tra
unità (OU, organizzazioni, lavoratori, fornitori,
clienti) e regolati da un contratto o patto
Azione manageriale attraverso la => Azione manageriale: il mercato di riferimento
gerarchia ed entro lo spazio fisico allo scopo di minimizzare i costi di transizione
dell’impresa (allinterno dei suoi ( e garantire contratti affidabili ed efficienti)
confini)
«Make or buy»?: in quali condizioni a un’impresa conviene produrre in proprio (make) invece di
ricorrere al mercato (buy) ?
La teoria sostiene che ogni problema formulabile in termini di contrattazione può essere analizzato
per individuare possibili azioni di economizzazione dei costi di transazione; vi sono 3 aspetti
fondamentali della transazione:
Incertezza: attiene all’affidabilità, con la quale un bene necessario o un servizio sono
disponibili quando richiesto, oppure al rischio di comportamenti opportunistici. Dovuta al grado
di rischio di comportamenti opportunistici delle controparti.
Frequenza: numero di transazioni da effettuare tra due soggetti economici (one shot, legami
deboli, legami forti)
Specificità delle risorse: il grado in cui un bene o un servizio sono specializzati in relazione a
una determinata transazione. Grado di specializzazione di ciò che è rischiesto
Il mercato non è sempre un meccanismo di coordinamento perfetto nel regolare gli scambi, ad
esempio, attraverso la concorrenza e il sistema dei prezzi. Alcuni fattori ne limitano l’efficienza. La
teoria parte dal criticare l’idea del mercato come meccanismo di coordinamento perfetto, in quanto
esistono 2 fattori che ne minano l’efficienza:
Razionalità limitata: gli uomini sono razionali intenzionalmente, ma di fatto solo
limitatamente; operano in contesti che rendono le loro decisioni imperfette, perché comportano
limiti fisiologici, contestuali. Le decisioni umane, per limiti cognitivi, temporali, di accesso alle
informazioni, nelle intenzioni tendono ad essere razionali ma nei fatti lo sono parzialmente.
Opportunismo: la ricerca del proprio interesse tramite l’inganno e riguarda i comportamenti
scorretti, fraudolenti, illeciti o falsi che gli attori possono adottare per conseguire i propri
vantaggi; l’opportunismo è favorito da situazioni di piccoli numeri, con pochi soggetti coinvolti
nello scambio, e al loro aumentare tendono a diminuire le situazioni opportunistiche, grazie
all’aumento delle informazioni circolanti e alla competizione. Alcune condotte sono guidate
dalla ricerca del proprio interesse o vantagio tramite l’inganno e induvono l’adozione di
comportamenti scorretti o falsi di comunicazioni non trasparenti.
Tali fattori favoriscono il blocco informativo, ovvero condizioni di asimmetria informativa dove
elementi rilevanti per una decisione sono a conoscenza soltanto di alcuni soggetti, mentre altri
possono scoprirli solo sostenendo un costo; tale asimmetria può avvenire:
Ex ante: durante la negoziazione fra gli attori; un attore potrebbe nascondere informazioni
rilevanti agli altri, che si troverebbero a decidere in condizioni limitate o inesatte
Ex post: nel corso dell’esecuzione di un contratto; un attore potrebbe comportarsi in modo
opportunistico, usando in maniera ingannevole l’informazione, violando le condizioni
contrattuali o assumendo comportamenti che riducono i costi, ma peggiorano la qualità del
servizio o del prodotto
Ouchi modifica la teoria, sostituendo il concetto centrale di costo della transazione con quello dell’
ambiguità della transazione, ovvero quando non è possibile determinare con certezza il rapporto tra
prestazione e ricompensa; questo autore introduce un’ulteriore forma di governo, il clan, che
emerge in condizioni di ambiguità elevate
3) Teoria della dipendenza dalle risorse: si focalizza sulle conseguenze delle differenze di potere
tra le organizzazioni e si basa su 3 idee principali per spiegare come le organizzazioni gestiscono le
loro relazioni con altre organizzazioni:
1) Contesto: per capire il comportamento di un’organizzazione, occorre capire il più ampio
contesto in cui esso si manifesta, l’ecologia dell’organizzazione e non soltanto le sue dinamiche
interne; il leader è visto sempre in rapporto con l’ambiente esterno e con le altre organizzazioni;
generalmente, le organizzazioni sono “embedded” (incorporate) in un ambiente composto da altre
organizzazioni; un’organizzazione è dipendente da un dato elemento del proprio ambiente di
riferimento:
- In modo direttamente proporzionale al bisogno da parte dell’organizzazione di risorse o
prestazioni che tale elemento può fornire
- In modo inversamente proporzionale alle capacità di altri elementi di provvedere alla stessa risorsa
o prestazione
2) Strategie: Pfeffer & Salancik: l’obiettivo di un’organizzazione è, da un lato, minimizzare la
dipendenza da altre organizzazioni per l’acquisizione delle risorse scarse presenti nell’ambiente, e
dall’altro, trovare il modo di influenzarle
3) Potere: fattore più rilevante per capire i comportamenti intra e interorganizzativi; la questione
chiave è la sopravvivenza dell’organizzazione, che è resa possibile dall’abilità nell’acquisire e
mantenere le risorse.
Riprendendo ciò che affermano Pfeffer & Salancik, il grado di dipendenza di un’organizzazione da
un’altra organizzazione dipende da 2 fattori principali:
- L’importanza della risorsa per la sopravvivenza dell’organizzazione
- Il grado di controllo di una data risorsa da parte delle altre organizzazioni: maggiore è la
dipendenza da un’altra organizzazione, minore è l’autonomia decisionale
Un’organizzazione riesce a sopravvivere se è in grado di condizionare l’ambiente che la condiziona:
le strategie esterne sono più importanti di quelle verso l’interno e influenzano i requisiti di efficacia,
intesa come l’abilità nel raggiungere risultati o nel compiere azioni ritenute accettabili
dall’ambiente, e di efficienza, intesa come il rapporto tra le risorse utilizzate e i risultati conseguiti
Un’organizzazione deve acquisire le risorse necessarie a sopravvivere e, al contempo, essere capace
di soddisfare le domande provenienti dall’ambiente nel quale opera: questo viene attivato (enacted)
dall’organizzazione, nel senso che essa sceglie come operare, con quali attori entrare in relazione,
con quali allearsi per perseguire i propri obiettivi
L’ambiente condiziona fortemente l’azione organizzativa poiché controlla le risorse (materie prime,
capitali, conoscenze e tecnologie, forza lavoro) di cui l’organizzazione ha bisogno: dipendenza
dell’organizzazione. I manager posso contenere tale influenza approfondendo la conoscenza dell
ambiente tramite l’analisi dei network ossia il sistema di relazioni di potere e di dipendenza tra gli
attori. Nello specifico:
- Identificazione delle risorse: stima di importanza (crucialità) e di disponibilità (scarsità)
- Individuazione dei fattori che influenzano la relazione tra organizzazione e risorse
- Individuazione di modalità per ridurre la dipendenza ovvero la forza dei fattori di influenza
dell’organizzazione
Complessivamente ciò consente di anticipare l’individuazione delle risorse cruciali e individuare
strategie che contengano i condizionamenti
Il fit strategico
Il fit (congruenza) si definisce come strategia di successo, una strategia che porta l’organizzazione a
conformare le sue competenze e comportamenti ai bisogni e alle domande del suo ambiente.
- Ambiente: l’insieme di risorse, vincoli e interlocutori rilevanti per la sopravvivenza
dell’organizzazione
- Strategia: schema di competizione sul mercato
La strategia consiste nel gestire proattivamente la corrispondenza tra ambiente e organizzazione in
modo da ottenere un vantaggio competitivo che assicuri la sopravvivenza dell’organizzazione, la
sua profittabilità e la sua legittimazione.
Ambiente dell’organizzazione
1) Analisi del network: dipendenti di primo livello => Input di conoscenze tecnologiche, output
(clienti), input di capitali (investitori), input di materie prime (fornitori), input di forza lavoro
(dipendenti)
2) Analisi dei fattori ambientali che possono influenzare questa relaz: dipendenza di secondo
livello……………………………..
3) Valutazione delle risorse
Strategie organizzative: No monodipendenza (più fornitori) + Alleanze (joint ventures, rapporti
personali, lobby) + Politiche di marketing + Politiche di recruiting + Cambio di ambiente
- Crucialità: Stima dell’importanza della risorsa: senza lorganiz non può funzionaere
- Scarsità: stima della disponibilità della risorsa nell ambiente: accesso da parte dell organizzazione
Una tecnica per la progettazione: La SWOT alalysis
E’ tecnica per individuare e analizzare: I punti di forza e di debolezza interni + Le opportunità e le
minacce ambientali + -
Organizzazione Strenght Weakeness
Ambiente Opportunities Threaths
Organizzazione dell’ambiente (I modelli sistemici dell’ambiente)
Più attenta ad analizzare la struttura e la composizione dell’ambiente, il quale diventa centrale nello
spiegare il comportamento organizzativo. Inoltre si ipotizza che il cambiamento organizzativo sia
determinato da cambiamenti nell’ambiente, indotti da processi demografici nelle popolazioni
organizzative e da cambiamenti sociali generati dallo stato e dalle professioni
- L organizzaz è in uno dei nodi della rete
- Il comport organizzativo dipende dalla qualità del network
Centro di interesse non è più l’organizzazione ma il sistema ambientale in cui è inserita (al pari
delle altre organizzazioni). L’ambiente condiziona la sopravvivenza dell’organizzazione.
Ecologia delle popolazioni: l’adattamento all’ambiente si realizza a livello delle popolazioni
organizzative (metodo della selezione)
Approccio degli stakeholders: la sopravvivenza organizzativa dipende dalla capacità di
definizione e influenza dei portatori di interesse
Teoria dei network: