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Crozier e Friedberg: potere nel senso strumentale, ovvero la capacità di un attore di strutturare i

suoi processi di scambio con altri attori in modo favorevole ai propri interessi

Gli attori sono costretti a cercare di esercitare il potere l’uno sull’altro; la capacità di strutturare lo

scambio in modo favorevole ai propri interessi dipende da 2 fattori:

- Attiene alla rilevanza del comportamento di ciascun attore per gli obiettivi degli altri

- Attiene all’autonomia dell’attore, misurata dal grado di prevedibilità del proprio comportamento

da parte di altri

Prospettiva classica del potere

- Il potere deriva dalla posizione gerarchica

- E’ finalizzato a gestire la razionalità e ordine nelle organizzaz

- Si esercita attraverso il controllo

- E’ prerogativa del managment

- E’ proprietà di un individuo

Organizzazione come macchine: L’organizzazione implica il controllo. Un’organizzazione sociale

implica una disposizione ordinata da interazioni tra perone. I processi di controllo aiutano a

circoscrivere i comportamenti eccentrici e mantenerli conformi al progetto razionale

dell’organizzazione. Le organizzazioni richiedono un certo grado di conformità nonché di

integrazione tra attività differenti. Il controllo è esito di scelte razionali e sostiene una “reduction ad

hortum”. Chi utilizza fonti legittimate (burocrazia, gerarchia, tecnocrazia) ha il diritto di esercitare il

controllo.

Ma interessi non sempre convergenti: Con il termine interessi ci si riferisce ad un insiene

complesso di attitudini che comprende obiettivi, valori, desideri, aspettative, e tutta una serie di altri

fattori e predisposizioni che conducono un individuo a comportarsi in un certo modo piuttosto che

in un altro

Ma decisioni parzialmente razionali: Il processo decisionale nelle organizzazioni è razionale solo

sotto alcune restrittive condizioni. Non sempre i decisori sono d’accordo sugi obiettvi, utilizzando i

medesimi criteri, condividono il metodo per la presa di decisione.

Razionalità

- Dalla logica delle conseguenze: attraverso il controllo, sulla base di decisioni ottimali, si

influenzano direttamente i compiti lavorativi e gli esiti (efficienza-efficacia)

- Dalla logica dell’appropriatezza: dove le diverse priorità e interessi dannoluogo a conflitti,

risolvibili con l’individuazione di una sclet, esito della valutazione di ciò che per l’organizz sia più

appropriato.

Ma interstizi tra regole

Molta parte di potere nelle organizzazioni non risiede nell’esercizio dell’autorità formale (e nella

definizione delle regole) ma nella possibilità di condizionare il comportamento e le scelte degli altri

oltre (tra) le regole previste ossia nelle zone di incertezza che permangono nell’organizzazione.

All’aumentare dei margini di incertezza e discrezionalità (cioè con minore proceduralizzazione e

razionalizzazione) tendono ad aumentare i conflitti e il rischio di asimmetria.

Potere sporco e pulito

 Potere pulito: tende ad essere invisibile (si esprime attraverso le regole e le politiche), controllo

discreto. E’ dato per scontato (accetato in modo implicito). E’ legittimato (assicura stabilità nei

processi decisionali) e produce legittimazione (influenza atteggiamneti e consensi).

Controllo delle regole + Controllo della progettazione dei compiti

 Potere sporco: Più visibile, tipico dei giochi di potere, della manipolazione e della coercizione.

Sono chiari i fini che si intende raggiungere e tende ad essere a somma zero (una parte resta

indoddisfatta-sconfitta). Gode di cattiva reputazione. Alcune fonti di questo tipo di potere sono

- Coercizione: abilità di controllare la distribuzione degli effetti indesiderati

- Risconoscimento: abilità di controllare come sono distribuiti gli esiti desiderati

Prospettiva modernista

Il potere discende dalla capacità di governare le incertezze

E’ finalizzato a trovare soluzioni di mediazione nella presa di decisione e allocazione delle risorse

Si esercita attraverso l’influenza

È prerogrativa delle coalizioni dominanti

È funzione dell’equilibrio tra le parti

Potere come scambio: Il concetto di potere prevede una situazione di asimmetria

Alcuni autori definiscono il potere come una relazione di scambio tra attori che hanno una diseguale

forza (grado di dipendenza dalle risorse, capacità di controllo dell’incertezza) si tratta cioè di uno

scambio struttrualmente squilibrato

In una logica strumentale il potere esprime la capacità di A di strutturare uno scambio con altri attori

(B) in modo favorevole ai propri interessi. Questo dipende da:

- quanto A è rilevante per gli obiettivi degi altri cioè è in grado di risolvere problemi che

impediscono a B di perseguire i suoi scopi ossia di controllare le incertezze che influenzano questo

processo

- quanto A è in grado di prevedere il comportamento di B (ossia bassa incertezza su scelte e

comportamenti)

Organizzazioni come governo dell’incertezza: L’ambiente (interno ed esterno) determina

incertezza. Chi all’interno dell’organizz riesce a governarla (ossia riduce l’imprevidibilità e

aumenta il controllo) assume maggiore potere: questa competenza porta ad una maggiore

legittimazione, al governo dei flussi di informazione, a maggore influenza nella presa di decisioni

Organizzazioni come arene politiche: Prevalentemente ci sono condizioni di dissenso sugli

obiettivi, scarsità di risorse, interdipendenza, conflitti di interessi. Sul processo decisionale influisce

dunque la dimensione politica che si esprime attraverso la formazione di coalizioni a processi di

negoziazione.

Le organizz possoino essere concepite comem un insieme che contiene e contempra interessi diversi

(arene politiche) ossia come sisitemi organizzati secondo modalità concrete in grado di garantire

l’ordine e il coordinamento nelle azioni di individui caratterizzati da interessi potenzialmente

diversi e conflittuali. (Morgan)

Le organizzazioni possono esssere viste come un aserie di lotte per il potere. Il potere fa funzionare

le organizzazioni e le organizzazioni sono strumenti di controllo Le organizz, soprattutto se grandi,

sono entità politiche: per comprenderle bisogna comprendere le politiche organizzative. (Pfeffer)

Gli individui o i grippi esercitano influenze reciproche per sostenere i propri interessi (potere)

La dove coesistono interessi divergenti, il sistema collettivo è chiamato ad elaborare strumenti di

controllo e di mediazione (negoziazione, partecipazione, scambi, baratti) delle divergenze. La

razionalità piena è sostituita da processi meno espliciti e non ottimali per l’organizzazione ma che

comunque consentono di non interrompere l’azione. La funzione manageriale può essere intesa

come un processo

In un organizzazione le persone hanno sempre una qualche autonomia di azione e possono dunque

in qualche misura perseguire loro finalità individuali, quando rispondono alle sollecitazioni al

cambiamento, valutano cosa conviene loro fare (teoria dell’attore sociale)

I comportamenti delle persine in un’organizzazione non sono dunque interamente controllabili dai

vertici organizzatvi (regole, incentivi, coinvolgimento pertecipativo)

Esistono pur sempre regole del gioco che vanno rispettate (anche se talvolta possono essere

cambiate durante il gioco stesso). La metafora non può dunque essere portata all’estremo, fino a

pensare un’organizzazione come anarchia, come guerra di tutti contro tutti.

Secondo Thompson atteaverso il concetto di potere-dipendenza si supera l’idea di potere in cui

l’aumento di potere di A va a demerito del potere di B, in relazioni di interdipendenza A e B

possono accrescere il loro potere contemporaneamente (coalizioni)

Logica a somma zero e a somma variabile

- Logica a somma zero (ripartitiva): le risorse sono definite a priori (date), contese (scarse). La loro

condivisione porta a una negoziazione il cui risultato è la loro ripartizione (ciò che è dato a uno è

tolto all’altro algebricamente)

- Logica a somma variabile (generativa): le risorse sono da costruire, sono opportunità

potenzialmente sviluppabili (co-costruite) e dunque non limitate. La loro condivisione porta ad un

arricchimento rispetto allo stato iniziale e non è mai dato una volta per tutte (dipende da variabili

soggettive e non va fatta manutenzione)

Il controllo

Il controllo organizzativo: Il diverso potere esercitato dagli individui e/o dai gruppi è funzione

dell’ampiezza delle zone di incertezza controllate

Ruolo organizzativo incerto e poco regolamentato => Maggiore è il potere del soggetto che lo

ricopre

Potere come controllo dei margini di sicurezza:

 Il potere non corrisponde necessariamente all’autorità formale

 Il potere è scelta, iniziativa, strategia e possibilità di condizionare il potere altrui al di fuori delle

regole previste

 Il potere non si esercita soltanto dall’altro della gerarchia verso il basso, ma anche in direzione

opposta e in senso orizzontale

 Il potere ha minore carattere formale e si caratterizza meno come la possibilità di emettere

ordini e ottenere obbedienza

 Gli attori sono agenti razionali in grado di sviluppare strategie d’azione

In sociologia, il controllo sociale è definito come l’insieme dei meccanismo, delle azioni reattive e

delle sanzioni che una collettività elabora e impiega allo scopo sia di prevenire la devianza di un

soggetto individuale o collettivo da una norma di comportamento, sia di eliminare una devianza

avvenuta ottenendo che il soggetto riprenda a comportarsi in conformità alla norma, sia infine di

impedire che la devianza si ripeta o si estenda ad altri

Il controllo in ambito organizzativo è stato interpretato in modo diverso come:

Una forma di dominio sui lavoratori + Un processo di regolazione + Un processo di adattamento

Vi sono inoltre 3 forme diverse di controllo organizzativo:

- Il controllo sulle organizzazioni, inteso come supervisione da parte di attori istituzionali e altre

organizzazioni sull’operato e il comportamento di determinate organizzazioni

- Il controllo nelle organizzazioni, riferito alle attività interne, alle persone e alle risorse di

un’organizzazione in vista del raggiungimento di obiettivi definiti

- Il controllo delle organizzazioni, legato alle attività di un’organizzazione volte a controllare le

risorse esterne nell’ambiente di riferimento, così come altre organizzazioni

L’obiettivo principale del controllo è che le regole siano rispettate tramite la manipolazione. Le

organizzazioni necessitano di sistemi di controllo formali per la distribuzi

Dettagli
Publisher
A.A. 2018-2019
9 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/06 Psicologia del lavoro e delle organizzazioni

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AliceDP97 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia delle organizzazioni e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Farnese Maria Laura.