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Dal punto di vista educativo si dovrebbe agire per assicurare il più possibile la compatibilità tra
come si pensa e ciò su cui si deve pensare. Spesso succede che studenti siano ritenuti poco
competenti non perché manchino di abilità, ma perché il loro stile di pensiero risulta diverso da chi
li valuta. Non si intende però sostenere che gli insegnanti si debbano adeguare alle preferenze
stilistiche degli alunni, ad ogni studente vanno presentate opportunità di sviluppare il proprio stile
preferenziale nei diversi contesti. Questo risulta possibile se gli insegnanti presentano i contenuti
attraverso vari percorsi in modo che vengano acquisiti facilmente da un ampio numero di studenti.
Secondo Gardner questi percorsi o approcci sono 5: Narrativo, Logico-quantitativo, Filosofico-
concettuale, Estetico e Esperenziale. Secondo le teoria triarchica di Sternberg gli individui
globalmente intelligenti sono quelli in grado di ottimizzare i propri punti di forza e compensare i
propri punti deboli, stabilendo un buon equilibrio tra abilità e stili.
27- Dall'interpsichico all'intrapsichico
La tesi di Vygotskij è che le funzioni psichiche superiori siano da considerare interazioni sociali
interiorizzate. Gli artefatti culturali sono prodotti dall'attività umana, diventano patrimonio della
cultura, ma in varia misura anche dei singoli adulti che si occupano dei propri figli, di alunni a
scuola o comunque di bambini. -Gli artefatti sono inizialmente utilizzati dagli adulti per accudire i
bambini: sono esterni ai bambini. -Il bambino diventa capace di utilizzare strumenti (artefatti) per
ottenere un risultato: fase di costruzione di schemi mezzo-fine (es: utilizza l'adulto per ricevere un
oggetto ---> adulto come artefatto) -Con l'aiuto dell'adulto e con l'acquisizione delle prime forme di
comunicazione prelinguistica e poi linguistica, il bambino costruisce il significato dello strumento:
attraverso il gesto o la parola governa il suo rapporto con il mondo esterno. Fa proprio il mondo
degli stimoli, che prima erano esterni ma ora sono trasformati in artefatti, da lui utilizzabili in modo
autonomo e indipendente da chi glieli ha offerti. Queste tre fasi costituiscono l'interiorizzazione.
28- Insegnamento, apprendimento sviluppo
Vygotskij offre un contributo decisivo sulla relazione tra insegnamento, apprendimento e sviluppo,
sostenendo che le funzioni psicologiche superiori hanno origine nelle pratiche culturali e nelle
attività sociali quotidiane, dove la mediazione degli artefatti culturali gioca un ruolo decisivo nel
funzionamento psicologico individuale. Secondo Vygotskij si possono individuare tre ipotesi per lo
studio di queste relazioni: 1)Il corso dello sviluppo precede l'apprendimento, l'insegnamento può
essere solo successivo alla costruzione dei processi psicologici (Piaget). 2)Lo sviluppo è
l'apprendimento, c'è una coincidenza tra i due concetti (James). 3)L'influenza dell'apprendimento
sullo sviluppo non è mai specifica e produce effetti che superano le caratteristiche del campo
considerato in un certo momento, secondo Koffka esiste una relazione di interdipendenza fra
maturazione del sistema nervoso e apprendimento e anche senza apprendimento non si verifica un
effettivo sviluppo (Gestalt). Rispetto a queste posizioni teoriche, Vygotskij sostiene che
insegnamento e sviluppo costituiscono due poli: il primo è tributario del sistema storico-culturale
(forme storiche di educazione scolastica, programmi scolastici) e il secondo è rappresentato dal
bambino-alunno. I due sistemi entrano in tensione creando le dinamiche dello sviluppo, il luogo in
cui si realizza questa tensione è la Zoped. L'insegnamento è utile quando tende ad operare oltre il
livello di sviluppo attuale del soggetto, definisce infatti la direzione dello sviluppo, non lo
determina meccanicamente.
29- Minoranze etniche
Esistono vari tipi di minoranze: -volontarie, dai flussi migratori con una meta certa -autonome,
vivono in un luogo circoscritto -involontarie, portate lontano dal paese d'appartenenza contro la loro
volontà. Il fenomeno che riguarda l'Italia è quello delle minoranze volontarie, tre sono gli aspetti da
considerare prima di affrontare il problema delle esperienze scolastiche: contesto di riferimento,
modelli culturali e aspetti strumentali, relazionali e simbolici. Importante è il processo di
acculturazione per una minoranza etnica, riguarda i cambiamenti in atto quando due culture diverse
vengono a contatto diretto continuativo. Due sono quindi le domande fondamentali per affrontare
questo processo, ogni soggetto si chiede se da un lato sia importante per lui tenere separata la
propria identità etnica e culturale dalla società in cui vive e, contemporaneamente, se sia importante
stabilire relazioni con individui che vivono da tempo nella società che l'ha accolto. Rispondendo
negativamente ad entrambe il soggetto si colloca nella marginalità; al contrario, rispondendo
positivamente, il soggetto sceglie la via dell'integrazione. Negativa la prima e positiva la seconda
procede in termini di assimilazione (identità del paese), positiva la prima negativa la seconda
procede con la separazione (identità propria).
30- Ricerche interculturali
Da vari studi (es: bambini kpelle) si può trarre la conclusione che le differenze culturali nelle
attività cognitive dipendono assai più dalle condizioni in cui specifici processi cognitivi vengono
attivati, piuttosto che da differenze cognitive fra gruppi. Inoltre le differenze fra soggetti
appartenenti a culture diverse e soggetti appartenenti ad una medesima cultura non sono
interpretabili in modo univoco. Gli studiosi degli anni '60 e '70, partiti dalla convinzione che i
popoli primitivi fossero inferiori dal punto di vista cognitivo rispetto alle popolazioni civilizzate,
con i loro strumenti dell'epoca ottennero risultati contraddittori. In realtà studiavano situazioni in
cui i soggetti rispondevano ai compiti proposti ma che non avevano nulla a che fare con le pratiche
quotidiane e con la realtà psicologica degli intervistati. La prima psicologia quindi ha mostrato la
sua inadeguatezza teorica e metodologica a comprendere i fenomeni che intendeva studiare. Le
raccomandazioni di Wundt quindi tornano attuali: egli aveva affermato che sarebbe stato inutile
applicare i metodi delle scienze naturali alle forme complesse dei comportamenti umani , in quanto
le attività umane sono inestricabilmente connesse con le condizioni storiche e culturali in cui gli
individui vivono e si sviluppano.
31- Prima e seconda Psicologia dell'educazione
La prima psicologia dell'educazione, prende il via dagli studi di Thorndike sull'apprendimento degli
animali. La prima fase è caratterizzata da approcci associazionisti e comportamentisti e si affermano
due settori di ricerca: l'istruzione programmata (individuare le condizioni attraverso le quali indurre
l'individuo a produrre risposte cognitive e comportamenti corretti) e l'addestramento militare
(analisi di prestazioni di reclute e militari già in servizio). Nella seconda fase si sostituisce
all'approccio precedente quello cognitivista che ha come nozioni fondamentali: processamento
dell'informazione, schema, metacognizione, piani di comportamento. L'uomo viene considerato
come elaboratore di informazioni attraverso la metafora dell'uomo/computer, in questo modello di
indagine c'è una indifferenza teorica e metodologica verso le condizioni storico-culturali più ampie
dell'apprendimento e verso i contesti della vita quotidiana. La seconda psicologia dell'educazione, è
l'approccio storico-culturale della psicologia russa che si assume il compito (individuato da Wundt)
di costruire una psicologia che studi i processi psicologici superiori attraverso lo studio delle attività
quotidiane e delle caratteristiche della cultura nella quale gli individui operano. Vygotskij formula
tre concetti chiave: 1) Attività pratiche, le funzioni psicologiche umane hanno origine nelle attività
della vita quotidiana, durante queste attività gli individui entrano in contatto e si appropriano di esse
e degli artefatti culturali. 2)Attività mediate, gli artefatti costituiscono i mediatori della cultura
poiché producono comportamenti ed effetti sulle funzioni psicologiche. 3)Sviluppo storico, gli
esseri umani si appropriano degli artefatti già prodotti e utilizzati dalle generazioni precedenti,
partecipare alla cultura significa quindi, produrre artefatti ma anche utilizzarne di già esistenti. Le
funzioni psicologiche superiori quindi hanno un'origine sociale, ogni funzione si presenta due volte
nel corso dello sviluppo culturale: inizialmente sul piano sociale (attività svolta fra persone) e poi su
quello individuale (individuo che opera da solo).
32- Dalla valutazione alla spiegazione dei comportamenti
Il tema della spiegazione delle cause del comportamento e delle caratteristiche individuali è oggetto
di studio della psicologia da molti decenni. Secondo Heider, l'elaborazione di attribuzioni causali
costituisce uno degli strumenti attraverso i quali l'individuo organizza, dal punto di vista cognitivo,
l'ambiente nel modo il più coerente e stabile possibile, allo scopo di renderlo prevedibile. Il primo
interrogativo che ci si pone è quello di stabilire se la causa del comportamento o della presenza di
una caratteristica risieda nella persona, nell'ambiente o in ambedue. La localizzazione nella persona
implica fare ricorso a fattori di tipo personale (motivazioni, abilità), nell'ambiente implica una
gamma differenziata di fattori (famiglia, classe sociale...). Entra quindi in gioco il rapporto fra tre
poli: chi agisce (attore), chi osserva (osservatore) e l'oggetto che può essere una prestazione, un
comportamento, una caratteristica; in ambito scolastico abbiamo l'alunno, l'insegnante e un
risultato, comportamento o caratteristica dell'alunno. L'attribuzione causale è influenzata quindi dal
genere, dall'appartenenza ideologica dei soggetti e soprattutto può incorrere nell'errore
fondamentale (sovrastima dell'origine interna dei comportamenti umani). L'idea di una causa
impersonale e di assenza di responsabilità delle azioni umane sembra inaccettabile nella nostra
cultura, si può comprendere il primato delle attribuzioni causali agli individui come una
conseguenza delle rappresentazioni sociali che prevalgono nella cultura, occorre quindi
comprendere la storia e l'interpretazione che la cultura fornisce delle condotte delle persone.
33- Motivazione ad apprendere e obiettivi di riuscita
L'obiettivo di riuscita non si tratta di un risultato da raggiungere, ma del perché, cioè della ragione
per cui un individuo si i