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Criteri diagnostici

Va in collera, litiga con gli adulti, sfida attivamente le regole, accusa gli altri per i propri errori, è suscettibile, rancoroso e vendicativo. Di solito i problemi cominciano tra il I ed il III anno di vita. Molti di questi comportamenti sono considerati normali all'età di due anni, ma nei bambini affetti da DOP non scompaiono con l'età. Per diagnosticare il disturbo è necessario esaminare il bambino, parlare con lui, con i genitori e condurre una anamnesi medica. Disturbo presente in molti bambini (più frequente nei maschi nell'età prepuberale). Raramente il DOP si presenta solo; può esserci comorbilità con DDAI Disturbo della Condotta - DC Violazione persistente dei diritti degli altri, delle norme e delle regole sociali. Le manifestazioni possono avvenire anche senza scontro diretto con la vittima. Si possono dividere questi comportamenti in quattro categorie:

  • condotta aggressiva
  • condotta antisociale
  • condotta distruttiva
  • condotta manipolativa

causa o minaccia danni fisici a persona/animali- atti che causano perdita o danneggiamento della proprietà- frode o furto- gravi violazioni di regole-I soggetti possono presentare scarsa empatia, insensibilità; mancano senso di colpa o rimorso;l'autostima è scarsa, così come la tolleranza alla frustrazione. Sono irritabili, possono avere esplosioni di rabbia. Può esserci intelligenza al di sotto della media.Sottotipi del DSM- con esordio nella fanciullezza: prima dei 10 anni di età, prevalentemente in soggetti di sesso maschile; maggiore probabilità di manifestare un DC persistente e di sviluppare una personalità antisociale. Prima esordisce il DC, più è pervasivo e durevole. Quattro stadi di sviluppo:

  • rifiuto di obbedire, comportamento oppositivo
  • comportamenti dirompenti
  • comportamenti aggressivi espliciti, più gravi e frequenti
  • tendenza a scappare di casa, marinare la scuola, abusare di alcool

E droghe- con esordio nell'adolescenza: non apertamente aggressivo. Questi comportamenti si presentano in diversi contesti. Si può trattare di atti apertamente aggressivi, comportamenti prepotenti, colluttazioni e aggressioni a scopo di furto. Si distinguono grado leggero, moderato o grave in base alla quantità di comportamenti aggressivi manifestati.

Possibili cause (molteplici): tra i fattori biologici compaiono segni leggeri di danni neurologici, bassi livelli di dopamina in determinate aree cerebrali, c'è alta probabilità che i genitori di questi bambini abbiano problemi psichiatrici. Tra i fattori ambientali ritroviamo: abbandono da parte dei genitori, maltrattamento fisico o sessuale, inserimento precoce in istituzioni, cambiamenti nelle persone che si prendono cura, famiglia numerosa.

La stima media è tra 4-10%. È più probabile nelle classi socio-economiche basse.

Il decorso è variabile. Nella maggior parte dei casi il...

disturbo va in remissione con l'età adulta anche se non si risolve del tutto. Sviluppo dell'aggressività nei bambini: sembra dovuta ad una errata valutazione/interpretazione del comportamento degli altri, visti come pronti a sopraffare ed alla credenza che le soluzioni aggressive siano le migliori. Clima familiare coercitivo: quando adulti e bambini imparano a usare comportamenti negativi per controllarsi l'un l'altro e i genitori non sono in grado di gestire il figlio tramite i diversi tipi di rinforzo e punizione. Capitolo 2. Capire e valutare il comportamento I meccanismi attraverso cui abbiamo imparato ad attuare alcuni comportamenti e a non mettere in atto altri precedentemente appresi sono essenzialmente tre: - apprendimento basato sulle conseguenze: la valenza delle conseguenze determina la frequenza con cui lo stesso comportamento verrà emesso in futuro - apprendimento osservativo: comportamento osservato nelle altre persone può essere

Messo in atto e acquisito dal soggetto: si può imparare quale rapporto esiste tra comportamento e conseguenze semplicemente osservando (rinforzo vicariante) - l'apprendimento basato sull'associazione tra stimoli neutri e stimoli incondizionati.

Lo sviluppo di un progetto di intervento psico-educativo comportamentale prevede tre componenti:

  1. Evento antecedente, vitali nella direzione del comportamento. Imparare a rispondere appropriatamente agli stimoli è una abilità di adattamento dell'individuo cruciale per la sopravvivenza. Input del sistema ABC. Possono essere regole, aspettative, comunicazioni e pensieri. È importante lo stile di comunicazione utilizzato.
  2. Comportamento, ciò che il bambino fa. Indica qualcosa di osservabile, di cui si può contare la frequenza e che si può modificare. I comportamenti possono essere manifestati a casa, a scuola e fuori. I comportamenti problematici rientrano in quattro categorie fondamentali:
rapporti con i genitori- con i fratelli- con i compagni- con sé stessi in diverse aree (sicurezza, moralità, espressione delle emozioni)- conseguenze: reazioni al comportamento. Possono essere: - premi: aumentano la frequenza del comportamento - assegnare una conseguenza positiva: rinforzi tangibili, sociali, simbolici e dinamici - rimuovere una conseguenza negativa - punizioni: indeboliscono il comportamento - assegnare una conseguenza negativa - rimuovere una conseguenza positiva Attraverso l'assenza di conseguenze, il comportamento non verrà rinforzato o mantenuto. Shaping: considera e rinforza i comportamenti che progressivamente si avvicinano a quello target. È una procedura utile per aiutare il bambino ad apprendere nuovi comportamenti o rinforzare un comportamento desiderato che esiste ancora in maniera incompleta. Strumenti per la valutazione del comportamento: - questionario per l'analisi funzionale, ha lo scopo di identificare la peculiare funzione.dei comportamenti osservabili. Successivamente si possono utilizzare tecniche di registrazione più specifiche, come ad esempio il registro comportamentale, per monitorare nel dettaglio i comportamenti del bambino. Una volta individuati i comportamenti problematici, è importante valutare le possibili cause che li scatenano. Questo può essere fatto attraverso l'analisi funzionale del comportamento, che consiste nell'identificare le funzioni che il comportamento svolge per il bambino. Ad esempio, un comportamento di aggressività potrebbe essere una forma di fuga da una situazione avversa o una richiesta di attenzione. Una volta individuate le cause dei comportamenti problematici, si possono adottare strategie di intervento mirate. Queste strategie possono includere l'insegnamento di alternative comportamentali più adeguate, l'utilizzo di rinforzi positivi per favorire comportamenti desiderati, l'organizzazione di ambienti stimolanti e strutturati, e l'implementazione di strategie di gestione del comportamento. È importante sottolineare che ogni bambino è unico e richiede un approccio personalizzato. Pertanto, è fondamentale coinvolgere genitori, insegnanti e professionisti nella valutazione e nell'implementazione delle strategie di intervento. Inoltre, è importante monitorare costantemente i progressi del bambino e apportare eventuali modifiche alle strategie di intervento in base alle sue esigenze specifiche.

comportamentale; costituisce un dato essenziale per poter verificare se a distanza di tempo l'applicazione di una strategia educativa ha apportato cambiamenti nella direzione desiderabile.

- obiettivi comportamentali, comportamenti specifici che andrebbero modificati

- tabella di registrazione del comportamento, utile strumento per misurare l'estensione e la natura del problema; fornisce anche il feedback circa l'efficacia della strategia utilizzata per ottenere il cambiamento; utile per misurare problemi riguardanti la forza del comportamento

- la registrazione a intervalli regolari di tempo, brevi registrazioni del comportamento, ideata per dare una misura di base del comportamento e l'efficacia degli interventi.

Capitolo 3. Interventi basati sugli antecedenti

Interventi di natura preventiva. Sono tentativi di cambiare l'ambiente che circonda i bambini con iperattività e difficoltà attentive in modo da facilitare i comportamenti desiderabili.

Rendendo meno frequenti i comportamenti non desiderabili. Gli sforzi sono diretti verso il cambiamento prima che il problema si presenti. È possibile insegnare a tutti i bambini che il loro comportamento può essere modificato. Il fallimento nell'apprendimento deve essere visto come un fallimento nell'insegnamento e non come una disfunzione del bambino. I programmi di insegnamento progettati per bambini con DDAI devono essere molto strutturati.

Sistemazione della classe

Particolari sistemazioni possono essere utili per bambini iperattivi con difficoltà attentive:

  • Posizione dei banchi: si riesce a diminuire noia e disturbo, incrementare le interazioni positive con gli altri alunni e incrementare il comportamento di applicazione del compito. È preferibile utilizzare la sistemazione a file. È opportuno sistemare il bambino iperattivo nella fila di fronte, nel centro, perché la maggior parte dell'attenzione dell'insegnante è

Direttaverso la persona che occupa questa posizione. Accanto al bambino conviene posizionare compagni che abbiano un comportamento adeguato, in modo che possano fungere da modelli. Il bambino non deve essere esposto a stimoli distraesti. La disposizione dei banchi deve anche consentire un certo grado di movimento.

Utilizzo delle aree di lavoro: si possono utilizzare i pannelli divisori per isolare i vari banchi.

Modifiche nell'illuminazione

Sperimentazioni con la musica: bambini con DDAI possono trarre beneficio da un sottofondo musicale

Uso di auricolari: per ascoltare la musica o bloccare la distrazione

Regole

Stabilire le regole di classe: per comunicare le aspettative, aiutare a stabilire un clima di giustizia, incoraggiare i bambini a consolidare il comportamento adeguato, segnale per l'insegnante che può rispondere in modo opportuno ai diversi comportamenti

Principi per la costruzione delle regole: numero di regole minimo, tra 3 e 6; formulazione semplice;

- - - 1. la frase chiave2. Gli si chied
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'educazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Murdaca Anna Maria.