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Meccanismi alla base dell'apprendimento del linguaggio articolato: contagio, comportamento ecolalico, accomodazione vocale e sensibilità al ritmo del linguaggio

Il fenomeno del contagio

Un comportamento stupefacente osservato in alcuni neonati mezz'ora dopo la nascita è la capacità di imitare complessi comportamenti mimici facciali degli adulti: es. se si mostra la lingua, il neonato è in grado di imitarci. Subito dopo la nascita i neonati sono in grado di imitare (inconsapevolmente) una complessa espressione facciale mentre non sono ancora in grado di produrre la stessa espressione volontariamente. Considerata la precocità del fenomeno si ritiene che la capacità di imitare comportamenti facciali tanto complessi sia sostanzialmente innata.

Bambini di 5 mesi sono in grado di imitare la produzione di vocali, come la a e la i, che ascoltano e vedono inconsapevolmente, perché solo verso l'anno di età i bambini sono capaci di produrre.

volontariamente delle vocali. 3Il comportamento ecolalicoIl comportamento ecolalico consiste nella ripetizione di parole o frasi, senza che queste siano necessariamentecomprese. E’ un comportamento verbale che si osserva comunemente nei bambini durante lo sviluppo. Lariduzione delle ecolalie è dovuta alla maturazione del lobo frontale, sede delle funzioni cognitive più complesse,come la consapevolezza e il giudizio. Grazie alla maturazione di queste strutture l’uomo diventa in grado diinibire conmportamenti inappropriati alle circostanze (es. ridere ad un funerale) o non più necessari. Proprio lalesione dei lobi frontali può scatenare, dunque, comportamenti socialmente inappropriati.

L’accomodazione vocaleIl fenomeno dell’accomodazione vocale consiste nella tendenza a rendere la propria espressione verbale semprepiù simile alle caratteristiche vocali dell’interlocutore. Già a 3-4 anni molti bambini producono un

linguaggio comprensibile agli adulti, anche se non hanno acquisito la capacità di articolare correttamente tutti i suoni del linguaggio. La produzione di alcuni suoni continua a perfezionarsi fino agli 8 anni. I bambini perfezionano la produzione di suoni del linguaggio sul modello degli adulti per attirare inconsciamente la loro attenzione.

Sensibilità al ritmo del linguaggio

Una delle caratteristiche più tipiche del sofisticato codice comunicativo che è il linguaggio articolato sembra risiedere nella sensibilità al ritmo, vale a dire il dispiegarsi del linguaggio nel tempo più che nello spazio. La sensibilità al ritmo del linguaggio è innata e precede la parola. Una differenza fondamentale tra attività linguistiche e non linguistiche riguarda la sensibilità a sequenze ritmiche altamente specifiche e presenti anche nelle lingue naturali che non utilizzano il canale uditivo verbale. Sarebbe proprio questa innata

sensitività, stabilmente trasmessa per via genetica, a far cogliere al bambino gli elementi chiave per l'apprendimento linguistico nella voce come nelle mani di un altro parlante. In sintesi l'uomo ha una predisposizione genetica al linguaggio che non condivide con nessun altro essere vivente. Tuttavia questa naturale predisposizione è necessaria ma non sufficiente alla piena espressione del linguaggio. Basti pensare ai casi dei cd selvaggi. Valga per tutti quello di Victor, il ragazzo che, vissuto in un bosco francese in completa assenza di esposizione al linguaggio fino all'età di 12-13 anni, non imparò mai a parlare in maniera adeguata. Una piena maturazione e sviluppo del linguaggio sono strettamente legati agli stimoli di cui questi processi necessitano e che dipendono fortemente dalla ricchezza e completezza della società linguistica nella quale l'individuo è immerso. Cap. 5 - Nascita dell'afasiologiadella morte di Leborgne, eseguì l'autopsia del suo cervello e scoprì una lesione nel lobo frontale sinistro, che successivamente fu chiamata "area di Broca". Questa scoperta fu fondamentale per comprendere l'organizzazione del linguaggio nel cervello umano. Utilizzando i tag html, il testo formattato sarebbe il seguente:

Della capacità di esprimersi verbalmente a seguito di una malattia del cervello si deduce già da un papiro egizio del 1700 a.C. Gli autori antichi si sono limitati a descrivere i sintomi, piuttosto che farsi domande specifiche sull'organizzazione del linguaggio nel cervello. Per raggiungere questo tipo di consapevolezza cognitiva bisogna attendere le prime scoperte di Pierre Paul Broca esposte nella celebre memoria del 1861 nella quale un paziente di nome Leborgne era stato soggetto a numerosi casi di epilessia, pur avendo appreso perfettamente il mestiere di calzolaio. All'età di 30 anni aveva perso la capacità di parlare e fu ricoverato in un ospizio. La comprensione verbale era buona ma interrogandolo rispondeva sempre con il monosillabo "Tan". Dopo 10 anni dalla perdita del linguaggio, Tan perse l'uso del braccio fino a quando, paralizzato completamente, fu costretto a letto. Successivamente morì. Broca, poche ore dopo della morte di Leborgne, eseguì l'autopsia del suo cervello e scoprì una lesione nel lobo frontale sinistro, che successivamente fu chiamata "area di Broca". Questa scoperta fu fondamentale per comprendere l'organizzazione del linguaggio nel cervello umano.

L'autopsia ebbe modo di presentare la sua prima importante scoperta nel corso della quale mostrò il cervello con la lesione del lobo frontale. Broca affermò di aver per la prima volta localizzato nel cervello una facoltà della mente umana: egli suggerì che la facoltà del linguaggio articolato fosse indipendente dalla comprensione verbale e che fosse localizzata nella terza circonvoluzione del lobo frontale. Il fatto che la facoltà del linguaggio, ciò che distingue l'essere umano dagli altri animali, non fosse rappresentata bilateralmente nei 2 emisferi cerebrali non solo era un dato inatteso, ma fu inizialmente accettato con molta difficoltà anche dallo stesso Broca. Dopo aver raccolto nuovi dati a ulteriore conferma dei primi risultati ottenuti, nel 1865 Broca presentò la sua seconda importante scoperta, proponendo quella che doveva diventare una pietra miliare nello studio delle funzioni del cervello, e cioè

Il fatto che “Nous parlons avecl’hemisphère gauche”. Numerosissimi studi su individui destrimani confermarono questo dato. I soggetti destrimani presentano una lateralizzazione del linguaggio nell’emisfero sinistro in una % superiore al 95%. La specie umana presenta inoltre un’altra e più evidente asimmetria, cioè la preferenza manuale destra per compiere movimenti fini e precisi, mentre utilizza la mano sinistra con funzioni di sostegno per l’attività svolta dalla mano destra. Broca affermò per primo che la preferenza manuale destra e il linguaggio erano entrambi controllati dall’emisfero cerebrale sinistro, perché nella specie umana esso maturava più velocemente dell’emisfero destro. L’acquisizione del linguaggio e dell’uso dominante della mano dx, 2 tipici apprendimenti culturali secondo Broca, venivano quindi controllati dall’emisfero che durante l’infanzia maturava

Per primo. Nel 1874 Carl Wernicke pubblicò "Il complesso sintomatico afasico", importantissimo perché egli non si limitò a descrivere semplicemente nuovi casi di afasia, ma cercò con le conoscenze del suo tempo di spiegare come il cervello organizzava il movimento volontario e il linguaggio, una forma particolare di movimento. Wernicke propose che la corteccia cerebrale fosse organizzata in un mosaico di aree collegate anatomicamente fra di loro e dedicate a specifiche funzioni (linguaggio, memoria). Quando due strutture del cervello venivano attivate congiuntamente, esse tendevano a rimanere regolarmente associate. L'uso continuo di un circuito nervoso coinvolto in una data funzione, come l'ascolto di una parola, diminuiva l'energia necessaria per eccitare lo stesso circuito. Quanto più frequente era la ripetizione di un compito, tanto più stabili diventavano le associazioni tra il mosaico di aree corticali del cervello coinvolte nel compito. W.

Propose inoltre di dividere l'intera superficie del cervello in 2 grandi settori di differente significato funzionale: il cervello frontale e il cervello temporo occipitale. Egli attribui al cervello frontale le funzioni motorie e le funzioni sensoriali e al cervello temporo occipitale. Tale suddivisione è valida tuttora. Per W. il linguaggio era un particolare tipo di movimento volontario organizzato in diversi centri collegati fra loro mediante specifiche vie di comunicazione. Per lui i numerosi tipi di afasia dipendevano dal luogo di interruzione di questi collegamenti.

Cap. 6 - La neurolinguistica clinica

La classificazione sindromica dell'afasia

La logica della classificazione sindromica deriva dall'associazione di sintomi linguistici. Una delle classificazioni più sistematiche fu proposta nel 1885 da Ludwig Lichteim che ipotizzò un centro di immagini uditive delle parole, e di un centro di immagini motorie dove risiedevano le memorie motorie.

di conduzione: dovuta a una lesione delle fibre di connessione tra l'area di Wernicke e l'area di Broca; l'afasia transcorticale motoria: dovuta a una lesione delle strutture interposte tra il centro dei concetti e l'area di Broca; afasia sensoriale: dovuta a una lesione dell'area di Wernicke; afasia globale: dovuta a una lesione estesa che coinvolge entrambe le aree di Broca e di Wernicke. Secondo questa teoria, il linguaggio è il risultato di un complesso processo che coinvolge diverse aree cerebrali e la loro interconnessione. La lesione di una di queste aree può causare disturbi specifici del linguaggio, come l'incapacità di produrre parole correttamente (afasia di Broca) o l'incapacità di comprendere il significato delle parole (afasia di Wernicke). Inoltre, la teoria di Wernicke suggerisce che il linguaggio volontario è controllato da un centro dei concetti, che invia informazioni al centro delle immagini motorie per la produzione delle parole. Questo processo richiede una coordinazione precisa dei movimenti dei muscoli coinvolti nella produzione del linguaggio. In conclusione, la teoria di Wernicke ha fornito importanti contributi alla comprensione del linguaggio e delle sue basi neurali. La sua schematizzazione delle aree cerebrali coinvolte nel linguaggio ha permesso di formulare ipotesi sulle diverse forme di afasia e ha aperto la strada a ulteriori ricerche nel campo della neurolinguistica.transcorticale sensoriale: dovuta a una lesione delle strutture interposte tra il centro dei concetti e l'area di Wernicke. Ulteriore classificazione in base ad alterazioni quantitative tra 8 tipi di afasie, dove l'eloquio è ridotto nelle prime 4 e fluente nelle seconde 4: - Afasia globale: è la forma clinica più grave. Eloquio molto stentato o assente, coinvolge la maggior parte delle aree del linguaggio dell'emisfero sinistro. - Afasia di Broca: espressione verbale molto stentata. La comprensione verbale è buona ma le regole grammaticali sono saltate. La lesione coinvolge l'emisfero sinistro. - Afasia transcorticale motoria: eloquio spontaneo ridotto – la lesione interrompe le connessioni tra l'area di Broca e le altre strutture frontali: è un tipo poco frequente. - Afasia transcorticale mista: forma clinica rara e grave. Il paziente non presenta eloquio spontaneo, non comprende ma è in grado di ripetere. E'

Generalmente prodotta da gravi avvelenamenti da ossido di carbonio.

Afasia di Wernicke: eloquio spontaneo e fluente ma con numerose alterazioni semantico-verbali. La lesione è situata nell'area di Wernicke, nel lobo temporale sx.

Afasia di conduzione: eloquio fluente con ripetizione compromessa.

Afasia transcorticale s

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
8 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Linguaggi audiovisivi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Zeroli Stefania.