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Lo sviluppo della produzione vocale nel bambino

I bambini alla nascita possono riconoscere (e preferire) la lingua della propria madre.

Entro i primi 11-18 mesi di vita del bimbo si ha un abbassamento della laringe, determinante per la capacità di produrre e modulare i suoni necessari al linguaggio.

Nella fase delle prime vocalizzazioni, intorno ai 3 mesi di vita, i bambini producono suoni nei quali gli adulti tendono a riconoscere associazioni consonante-vocale. Intorno al quarto-quinto mese accresce il repertorio di suoni e vi è combinazione aritmica di sillabe. Verso il sesto mese si manifestano le prime combinazioni di consonanti e vocali con ripetizione di sillabe uguali. Dal settimo mese inizia la produzione di sillabe ben formate, caratterizzate dalla combinazione di una consonante più una vocale. Tra gli 11 e i 13 mesi di vita comincia la produzione di fonemi affettivi e di quelli indicativi.

La capacità di comprendere suoni linguistici precede sempre la

Acquisizione della prima lingua

Capacità di produrli. Studi recenti hanno evidenziato che le bambine acquisiscono prima dei maschi la capacità di produrre in maniera corretta i suoni di una lingua.

Tappe maturative e acquisizione della prima lingua

1 mese: stabilimento contatto visivo e riconoscimento volti.

3 mesi: sorrisi a chi sta a stretto contatto. Sorrisi frequenti con interazione linguistica.

4 mesi: orientamento occhi e testa in direzione dei suoni.

6 mesi: selezionamento suoni in ascolto.

La prima parola è mediamente pronunciata intorno agli 11 mesi (i più precoci a 8, i più lenti a 18).

Dai 12 ai 18 mesi enunciazione di parole che sintetizzano il valore di una frase.

Tra i 10 ed i 20 mesi il vocabolario del bimbo raggiunge circa le 50 parole.

Verso i 24-36 mesi inizia a produrre frasi lunghe ma telegrafiche, senza cioè elementi grammaticali obbligatori.

Fra i 3 e i 5 anni le frasi si allungano progressivamente e diventano più corrette, il vocabolario cresce molto.

A 6

2.6 Meccanismi alla base dell'apprendimento del linguaggio articolato

2.6.1 Il fenomeno del contagio

È ritenuto essere un vero e proprio istinto sociale basato su uno schema imitativo complesso codificato nella specie umana a livello genetico e si basa sull'imitazione involontaria del neonato di espressioni e fonemi semplici.

2.6.2 Il comportamento ecolalico

Ripetizione di parole o frasi senza che queste siano necessariamente comprese, rappresenta il tentativo del bambino di imitare i modelli sonori appena uditi. Queste si riducono con la maturazione del lobo frontale, sede delle funzioni

cognitive più complesse

2.6.3 L'accomodazione vocale

Consiste nella tendenza a rendere la propria espressione verbale sempre più simile alle caratteristiche vocali dell'interlocutore.

2.6.4 Sensibilità al ritmo del linguaggio

Sembra innata e si manifesta ancor prima che il neonato inizi a parlare.

Quindi oltre all'integrità di strutture anatomo-fisiologiche e di precise funzioni cognitive, una piena maturazione e sviluppo del linguaggio sono strettamente legati agli stimoli di cui questi processi necessitano e che dipendono fortemente dalla ricchezza e completezza della società linguistica nella quale l'individuo è immerso.

5.1 Architettura neurofunzionale del linguaggio inferita da casi clinici

Pazienti con lesioni anteriori mostrano soprattutto disturbi sintattici, quelli con lesioni posteriori mostrano problemi lessicali.

Pazienti con afasia (alterazione più o meno grave della comprensione e della produzione del linguaggio

conseguente a lesioni cerebrali successive all'acquisizione del linguaggio) di Wernicke hanno maggiori difficoltà nella formazione del participio di verbi irregolari, pazienti con afasia di Broca presentano maggiori difficoltà nella formazione dei verbi regolari.

5.2 Nascita dell'afasiologia

Gli antichi si limitarono a descrivere delle associazioni di sintomi, senza farsi domande specifiche sull'organizzazione del linguaggio nel cervello.

Per raggiungere questo tipo di consapevolezza bisogna attendere le scoperte di Pierre Paul Broca. Studiò un paziente che perse l'uso del linguaggio a 30 anni, pur mantenendo intatta l'intelligenza. Piano piano questo paziente perse anche l'uso di mano e gamba destra, morendo poi per setticemia successiva ad una cancrena alla gamba. Grazie all'autopsia Broca scoprì che, come pensava, Tan aveva una lesione alla parte sinistra del cervello. Egli suggerì quindi che la facoltà del

linguaggioarticolato fosse indipendente dalla comprensione verbale e dalla comunicazione non verbale. Il fatto che la facoltà di linguaggio non fosse rappresentata bilateralmente nei due emisferi fu di difficile accettazione. Successivamente Wernicke cercò di spiegare come il cervello organizzava il movimento volontario ed il linguaggio. Propose che la corteccia cerebrale fosse organizzata in un mosaico di aree collegate anatomicamente e dedicate a specifiche funzioni; quando due strutture del cervello venivano attivate congiuntamente esse tendevano a rimanere regolarmente associate, facendo via via diminuire l'energia necessaria per eccitare quello stesso circuito. Descrisse l'afasia sensoriale, spesso chiamata "afasia di Wernicke". 5.4 Osservazione clinica e semeiologia afasiologia nel paziente adulto E' lecito sospettare un disturbo afasico del linguaggio in una persona adulta quando questa improvvisamente perde la capacità di esprimersi e di

comprendere il linguaggio, oppure quando dicolpo inizia a commettere numerosi errori mentre parla. Già in questa fase bisogna porre attenzione alle alterazioni della quantità e della qualità dell'eloquio. Le prime comportano un aumento o riduzione del ritmo di produzione nell'unità di tempo, le seconde una serie di sintomi che possono riguardare il livello fonologico (sostituzione lettere), il livello semantico (parola non consona a descrivere ciò che si deve dire) o il livello sintattico (grammaticalmente scorretto).

Bisogna inoltre considerare che un paziente afasico presenta molto spesso deficit non strettamente linguistici, in relazione alla sede e all'estensione della lesione (lentezza nella comprensione, riduzione dell'attenzione, perdita di pensiero astratto, ecc).

Vanno inoltre considerati i sintomi che insorgono spesso in concomitanza con quelli afasici perché legati a lesioni di strutture vicine o in parte sovrapposte a

quelle che inducono afasia.

5.5 Valutazione formale del linguaggio nel soggetto adulto monolingue: i test standardizzati

Una precisa diagnosi di afasia deve basarsi su test standardizzati che prendano in considerazione imolteplici piani delle lingue storico-naturali.

Il livello fonologico è esplorato in uscita tramite analisi della generazione dei suoni e delle sillabeed in entrata tramite la discriminazione e l'identificazione degli stessi.

Il livello semantico è esplorato tramite analisi dell'abilità di comprendere, scegliere e produrre parole con funzione semantica.

L'esistenza di alterazioni sintattiche può essere già molto evidente dall'analisi dell'eloquiospontaneo che potrebbe evidenziare deficit nella generazione di unità sintatticamente organizzate in presenza di conservata abilità di recupero delle parole.

6.1 Classificazione sindromica dell'afasia

1 - Afasia globale: è la forma

più grave. Eloquio stentato o totalmente assente, comprensione molto compromessa. Generalmente vi è lesione della maggior parte delle aree del linguaggio dell’emisfero sinistro. Può essere associata sia ad una paralisi degli arti di destra sia ad una perdita delle capacità visive dell’emicampo destro.

2 – Afasia di Broca: espressione verbale non fluente, agrammatismo. Comprensione verbale buona. Lesione circoscritta al lobo frontale sinistro.

3 – Afasia transcorticale motoria: eloquio spontaneo ridotto, ripetizione compromessa. Poco frequente.

4 – Afasia transcorticale mista: molto rara e grave. Non vi è eloquio spontaneo, non comprende parole. È in genere prodotta da gravi avvelenamenti da ossido di carbonio che distruggono determinate aree corticali.

5 – Afasia di Wernicke: espressione verbale fluente ma con parafasie fonemiche. Comprensione verbale deficitaria. Lesione situata nel lobo temporale sinistro.

6 –

Afasia di conduzione: eloquio fluente con parafasie fonemiche. Comprensione uditiva buona, ripetizione particolarmente compromessa.

Afasia transcorticale sensoriale: eloquio fluente, deficit fonemici e semantici, gravi deficit di denominazione. Comprensione uditiva compromessa, ripetizione relativamente conservata. Lesioni generalmente estese.

Afasia anomica: eloquio spontaneo fluente, informativo e grammaticalmente corretto. Comprensione e ripetizione conservate. Espressione ostacolata dall'incapacità di reperire parole.

6.2.1 Afasie e cervello poliglotta

Una persona bilingue è raro abbia una conoscenza perfetta di tutte le lingue che usa. Vi sono diversi tipi di recupero in soggetti bilingui:

  • parallelo (miglioramento contemporaneo)
  • selettivo (una lingua migliora, l'altra no)
  • successivo (prima una poi l'altra)
  • antagonico (una migliora, l'altra peggiora).

Il diverso recupero pare essere influenzato soprattutto dall'età.

6.2 Afasia

L'afasia è un disturbo del linguaggio causato da lesioni cerebrali che colpiscono l'area del cervello responsabile della produzione o comprensione del linguaggio. Può manifestarsi in diverse forme a seconda della gravità e della localizzazione della lesione.

6.2.1 Afasia acquisita

L'afasia acquisita si verifica in seguito a un danno cerebrale dopo che il linguaggio è stato già acquisito. Può influenzare la capacità di parlare, comprendere, leggere o scrivere nella lingua coinvolta. Un sintomo tipico è lo switching (commutazione) tra lingue, mentre un altro è il mixing (mescolamento) di parole o suoni. Può anche causare l'incapacità di tradurre.

6.2.2 Afasia nel linguaggio dei segni

Le lesioni che causano afasie nei soggetti che utilizzano lingue dei segni possono essere simili a quelle che si verificano nelle lingue storico-naturali.

6.2.3 Afasia crociata

L'afasia crociata si verifica in pazienti destrimani con una lesione nell'emisfero destro. Questo tipo di afasia è molto raro.

6.2.4 Afasia nei mancini

Il 20-30% dei mancini può manifestare afasia dopo una lesione nell'emisfero destro, mentre il resto può presentare afasia con lesioni nell'emisfero sinistro, come i destrimani. Tuttavia, è importante sottolineare che l'afasia nei mancini è generalmente meno grave e il recupero è solitamente maggiore e più veloce.

6.3 Il linguaggio oltre il linguaggio: la pragmatica ed i suoi disturbi

Per comprendere un enunciato, le informazioni veicolate dal puro codice linguistico potrebbero non essere sufficienti. La pragmatica si occupa di come il contesto, la conoscenza condivisa e le intenzioni comunicative influenzano la comprensione del linguaggio. I disturbi della pragmatica possono causare difficoltà nella comprensione e nell'uso appropriato del linguaggio in situazioni sociali.

devono essere integrate da informa

Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Menzo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del linguaggio e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Zeroli Stefania.