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L'insieme delle opere di C.G. Jung
L'insieme delle opere di C.G. Jung costituisce un corpus assai vasto e multiforme in cui spazia dalla religione all'alchimia, dalla mitologia all'astrologia, dalla filosofia alla psichiatria. È uso considerare C.G. Jung, come del resto Alfred Adler, un esponente della categoria degli psicoanalisti "dissidenti" o "non ortodossi". Tale affermazione si basa sul fatto che Jung, proprio come Adler, per un certo periodo della sua vita fece parte di quel ristretto circolo di psicoanalisti che si riunirono attorno a Freud nella società psicoanalitica di Vienna, collaborando attivamente allo sviluppo e alla crescita delle teorie psicoanalitiche ma, successivamente a causa delle sue divergenze teoriche con Freud se ne distaccò.
Psicologia Analitica: i concetti fondamentali
La Psicologia Analitica (o psicologia del profondo) è una teoria psicologica e un metodo di indagine del profondo elaborato dall'analista svizzero Carl Gustav Jung e dagli
Allievi della sua scuola. Nata da una costola della psicoanalisi di Freud, di cui Jung fu allievo e collaboratore dal 1906 al 1913, la Psicologia Analitica se ne distacca, perché Jung incomincia a sostenere che la libido, non si manifesta solo nelle istanze pulsionali individuali, ma è invece, attraverso il simbolo, sia la manifestazione individuale del substrato archetipico profondo dell'umanità, sia il motore della trasformazione del singolo, che Jung chiama processo di individuazione.
Per la Psicologia Analitica Junghiana, tale processo di individuazione archetipica costituisce la finalità dell'esistenza di ogni persona. Nell'esaminare il rapporto tra la sua Psicologia Analitica e la visione del mondo che essa propone, Jung si richiama alla necessità di superare la concezione unilaterale dell'uomo e del mondo che emerge dalla psicoanalisi freudiana, influenzata dal materialismo razionalista di fine ottocento; essa ha inoltre proposto una
sviluppo della teoria psicoanalitica. Tuttavia, a differenza di Freud, Jung sviluppò una visione dell'inconscio più ampia e complessa. Secondo Jung, l'inconscio non è solo un luogo in cui vengono rimosse le esperienze indesiderate o dolorose, ma è anche una fonte di creatività e di potenziale spirituale. L'inconscio è diviso in due parti: l'inconscio personale e l'inconscio collettivo. L'inconscio personale contiene i contenuti individuali che sono stati rimossi dalla coscienza. Questi contenuti possono essere esperienze traumatiche, desideri repressi o ricordi dimenticati. La terapia junghiana mira a portare alla luce questi contenuti e a integrarli nella coscienza, al fine di favorire la crescita e l'autorealizzazione dell'individuo. L'inconscio collettivo, invece, è un livello più profondo dell'inconscio che contiene i contenuti ereditati dall'umanità. Questi contenuti sono chiamati archetipi e si trovano nei miti, nella religione e nella cultura dei popoli. Gli archetipi sono simboli universali che rappresentano esperienze e motivazioni comuni a tutti gli esseri umani. La terapia junghiana si occupa anche di lavorare con gli archetipi, al fine di favorire la comprensione e l'integrazione di queste esperienze universali. La terapia junghiana si basa su una relazione terapeutica collaborativa e su un processo di individuazione, che mira a favorire lo sviluppo di una personalità equilibrata e autentica. Attraverso l'esplorazione dell'inconscio e l'integrazione dei contenuti rimossi, la terapia junghiana mira a favorire la crescita e la trasformazione dell'individuo, permettendo di raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e una vita più piena e significativa.sviluppo e alla crescita delle teorie psicanalitiche, ma successivamente, a causa delle sue divergenze teoriche con Freud, se ne distaccò. Jung elaborò una sua teoria dell'energia psichica, secondo la quale, diversamente da quanto sosteneva Freud, la libido non fosse soltanto una pulsione sessuale pura, ma una vera e propria energia psichica generale che si esprime nell'uomo sotto forma di tendenze e desideri. Essa rappresenta per Jung lo slancio vitale che spinge ogni uomo verso la propria realizzazione (e non solo verso la soddisfazione di pulsioni sessuali, come sosteneva Freud); è energia psichica, una tendenza spontanea che muove l'uomo verso il suo sviluppo più personale, verso la sua individuazione. Anche Jung considera la psiche come composta da più parti, fra cui l'inconscio. L'inconscio da lui teorizzato, tuttavia, è molto più complesso di quello freudiano. Esso non rappresenta soltanto il ricettacolo di
Ciò che è stato rimosso dalla coscienza dell'individuo, ma piuttosto il luogo di un'attività psicologica diversa, più oggettiva dell'esperienza dell'Io, in diretta relazione con le radici della specie (l'inconscio collettivo) e che si esprime attraverso il linguaggio archetipico dei simboli, tramite immagini e fantasie. Secondo Freud la natura conflittuale della psiche, da cui originano la coscienza e quindi l'Io, è basata sul dualismo libido-istinto di sopravvivenza/libido-istinto di morte. Jung, invece, sostiene che l'Io si trova nel punto di congiunzione tra il Mondo Esterno ed il Mondo Interno, ed è sempre alla ricerca di un punto di equilibrio che cambia continuamente nel corso della vita umana.
Le immagini archetipiche di cui parla Jung sono rappresentazioni interiori di determinate prestrutture ereditarie, definite archetipi, che l'Io costruisce a partire dall'incontro con la realtà esterna.
Gli archetipi sono presenti con la stessa simbologia nell'inconscio di ogni uomo, qualunque sia la sua cultura di provenienza; essi sarebbero quindi transculturali e sarebbero funzioni di quella parte di incoscio che Jung definisce inconscio collettivo, ovvero comune alla specie umana. Le immagini archetipiche più importanti sono quelle di: Persona, Ombra, Anima/Animus e Sé. Esse compaiono spesso nei sogni e hanno la funzione di rivelare al sognatore la possibilità di alternative di confronto con la propria realtà esterna ed interna. La Persona rappresenta il ruolo definito che ogni individuo deve avere nella nostra società; in questo senso essa può essere talora molto diversa dalla reale individualità di colui che la interpreta, ma proprio per questo è funzionale a difendere l'individuo da un impatto troppo diretto tra la realtà esterna e la realtà del proprio mondo interiore. L'Ombra è simile al
rimosso freudiano, ma non esattamente la stessa cosa. Essa non è realmente inconscia e inconsapevole, ma soltanto non consapevole: pertanto se un individuo vuole realmente essere onesto con se stesso è in grado di vedere la propria Ombra. Per Jung sono invece maggiormente connesse con la realtà psichica più profonda altre immagini archetipiche: l'Anima (Animus o Anima), lo Spirito (il Vecchio Saggio, la Magna Mater etc.) e l'immagine archetipica centrale della psiche, il Sé. L'Anima rappresenta l'immagine interiorizzata che ogni uomo ha del femminile e l'Animus l'immagine interiorizzata che ogni donna ha del maschile. Secondo Jung, Animus e Anima orientano la scelta dei nostri legami affettivi e rappresentano le istanze più profonde della personalità, quelle che noi tendiamo a proiettare sugli altri; per questo motivo costituiscono il reale strumento di conoscenza dell'inconscio. Il Sé viene spessoRappresentato nei sogni da una persona di carattere eccezionale oppure da un animale, che rappresenta la natura istintuale del sognatore ed i legami di questa con l'ambiente esterno in cui vive. L'inconscio contiene dunque energia psichica che si manifesta nella spinta innata verso lo sviluppo della coscienza di sé, la quale tende ad emergere dando luogo al processo di individuazione. L'individuazione costituisce per Jung il naturale fine dell'esistenza umana e idealmente, nel corso di questo processo, l'uomo dovrebbe giungere alla scoperta e alla realizzazione dei propri bisogni individuali più profondi. La psicoterapia Junghiana, come sosteneva lo stesso autore, è indicata prevalentemente nelle crisi di mezza età, o comunque per quei pazienti, in crisi per motivi morali, filosofici o religiosi, che sono alla ricerca del senso della propria vita. Indipendentemente dalla gravità del disturbo e dalla sua diagnosi.
psicopatologica (nevrosi o psicosi), la terapia junghiana mira a ottenere un riadattamento alla realtà, che sia però inclusivo dei bisogni e delle motivazioni più profonde del soggetto. La psicologia analitica di Jung si distingue nettamente dalla psicoanalisi per il suo atteggiamento positivo nei confronti della religione, grazie al quale ha conquistato molte simpatie in ambienti religiosi. Infatti l'affermazione dell'esistenza, anche se solamente psicologica, di certi archetipi religiosi può costituire la base per un dialogo interdisciplinare, perché lo studio comparato di diverse forme di spiritualità offre punti stimolanti, ma non si deve dimenticare che Jung considera la metafisica unicamente come una proiezione e professa una religiosità immanentistica. Il tentativo di fondare il suo sistema sull'esperienza religiosa personale, indipendentemente da codificazioni teologiche, corrisponde a certe esigenze della cultura del
il secolo XX è stato un periodo di grande interesse per la figura di Carl Gustav Jung, uno degli autori più apprezzati nel contesto della nuova religiosità del New Age. La psicologia analitica, o psicologia del profondo, è una teoria psicologica e un metodo di indagine sviluppato da Jung e dai suoi allievi. Nata come una derivazione della psicoanalisi di Freud, di cui Jung è stato allievo e collaboratore dal 1906 al 1913, la psicologia analitica si distingue da essa perché Jung sostiene che la libido non si manifesta solo nelle istanze pulsionali individuali, ma attraverso il simbolo rappresenta sia la manifestazione individuale del substrato archetipico profondo dell'umanità, sia il motore della trasformazione del singolo, che Jung chiama processo di individuazione. Per la psicologia analitica junghiana, il simbolo è un elemento fondamentale per comprendere l'inconscio e il processo di individuazione. Jung sostiene che attraverso l'analisi dei simboli presenti nei sogni, nelle opere d'arte e nei miti, è possibile accedere a livelli più profondi della psiche e raggiungere una maggiore consapevolezza di sé.tale processo di individuazione archetipica costituisce la finalità dell'esistenza di ogni persona. La psicoanalisi freudiana ricerca e riconosce, all'attività dell'inconscio e in particolare al disturbo psichico, delle cause, applicando all'indagine psicologica il modello concettuale ed il metodo di indagine meccanicistici tipici del positivismo. In questo senso essa si definisce come scienza, postulando la possibilità di determinare la concatenazione dei pensieri che conducono al sintomo psichico. La psicologia analitica junghiana segue invece nella propria indagine un metodo finalistico, il cui obiettivo è la ricerca del significato dei processi inconsci e della sofferenza psichica. La sistematizzazione del pensiero junghiano fu lunga e complessa: a differenza di Freud, Jung non aveva il dono della scrittura brillante e rapida, e l'elaborazione di alcuni dei suoi lavori principali lo accompagnò per moltissimi anni. Si vedano in'interno del quale vengono relegati i desideri e i pensieri inaccettabili. Per Jung, l'inconscio personale è un vasto serbatoio di contenuti psichici che non sono ancora stati integrati nella coscienza. Questi contenuti possono essere esperienze personali, emozioni, ricordi, ma anche simboli e archetipi che appartengono all'inconscio collettivo. L'archetipoL'archetipo è un concetto fondamentale nella psicologia analitica di Jung. Gli archetipi sono immagini e simboli universali che si trovano nell'inconscio collettivo di tutte le culture umane. Essi rappresentano le esperienze e i modelli di comportamento fondamentali che sono comuni a tutti gli esseri umani. Gli archetipi possono manifestarsi attraverso sogni, miti, fiabe e altre forme di espressione simbolica. L'individuazioneL'individuazione è un processo di sviluppo personale che Jung considerava fondamentale per raggiungere l'integrazione e la realizzazione di sé. Si tratta di un cammino interiore che porta l'individuo a prendere coscienza dei propri contenuti inconsci, a integrarli nella coscienza e a sviluppare una personalità autentica e completa. L'individuazione richiede un lavoro di introspezione, di confronto con le proprie ombre e di integrazione degli opposti. La sincronicitàLa sincronicità è un concetto introdotto da Jung per descrivere l'inspiegabile coincidenza di eventi che non sono collegati causalmente, ma che hanno un significato simbolico o archetipico. Secondo Jung, la sincronicità è un fenomeno che va oltre la razionalità e che indica l'esistenza di un ordine universale e di una connessione profonda tra tutti gli elementi dell'universo. La psicologia analitica di Jung ha avuto un impatto significativo sulla psicologia e sulle scienze umane in generale. Le sue teorie e i suoi concetti hanno contribuito a ampliare la comprensione dell'inconscio e dell'individuo, aprendo nuove prospettive di ricerca e di pratica clinica.