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In che modo il ricevente differisce dall'ascoltatore
Il partecipante e il ricevente partecipano insieme momento x momento ad un processo nominata da Clark GROUNDING. In ogni scambio comunicativo parlante e ricevente collaborano x assicurarsi ke il ricevente abbia capito il parlante sufficient x i suoi scopi. Le sequenze di grounding occorrono costantemente sullo sfondo di ogni dialogo.
Si tratta di micro sequenze cicliche composte da 3 fasi in cui il parlante presenta l'info, il ricevente indica comprensione e il parlante indica che il ricevente ha capito. Una distinzione tra riceventi ed astanti è che solo il 1 può partecipare al processo di grounding. Se il processo assicura mutua comprensione allora il ricevente avrà un vantaggio rispetto all'astante.
Ogni parlante ha 2 diversi ascoltatori: un ricevente ed un astante. I riceventi svolgono meglio il loro compito rispetto agli astanti. Il vantaggio è che non può essere solo alla qualità.
interpretazione o reazione emotiva alla narrazione.- I movimenti facciali possono anche essere utilizzati dal ricevente per segnalare al parlante che desidera intervenire o fare una domanda. Inoltre, il parlante può utilizzare il contatto visivo per coinvolgere il ricevente e mantenere la sua attenzione durante la narrazione. In conclusione, è importante tenere conto delle reazioni e dei segnali non verbali dei riceventi durante una comunicazione, in quanto possono influenzare la comprensione e l'interazione tra parlante e ascoltatore.reazione a quello che il parlante sta dicendo- Il ricevente può anche rappresentare la possibile reazione del parlante. Questa reazione, con la quale il ricevente fornisce una risposta appropriata alla situazione del parlante piuttosto che alla propria, è detta MOTOR MIMICRY. Sono diverse le ragioni per cui il volto è importante per il ricevente: - I partecipanti a un dialogo apparentemente non considerano i movimenti facciali del ricevente come interruzioni o prese del turno. - Questa simultaneità con il discorso del parlante può essere precisa ed è dovuta alla velocità dei movimenti facciali. - Le espressioni facciali rivelano informazioni riguardo a ciò che l'individuo sta provando, mentre i movimenti facciali trasmettono informazioni ad un'altra persona durante il dialogo. - Una delle più importanti differenze tra i movimenti facciali e le espressioni facciali riguarda la loro tempestività. Il movimento facciale è sincronizzato con il discorso del parlante. Un'espressione facciale emotiva dovrebbe.detto in modo diverso. Le riformulazioni possono essere utilizzate per chiarire o ampliare il significato delle parole del parlante.detto.Contesti particolari nei quali la riformulazione è un processo import sono la psicoterapia o il rpocesso di risoluz delconflitto. In questi contesti le riformulaz sono utilizzate x riflettere le parole del cliente e sono inoltre considerate unamodalità neutra. Secondo Heritage e Watson non sono neutre xkè conservano alcune info del parlante, ne rimuovono altre e di conseguenza trasformano l’asserzione iniziale.
2.6 COCLUSIONI
Questi studi dimostrano ke spostare l’attenzione dal parlante fa mettere a fuoco la presenza di un ricevente attivo einfluente. L’osservazioni delle azioni del parlante e del ricevente nella loro relazione momento x momento può essere +informativa rispetto all’analisi delle azioni di ogni singolo partecipante isolato dagli altri.
3.LA DISTRIBUZIONE DELL’ASCOLTO
3.1 INTRODUZIONE
Il mod linguistico diadico è insufficiente poiché fa pensare a un filo teso tra 2 poli unici e non a 1 rete
complessa dicollegam. Quest’immagine è presente nell’interaz comunicativa.
3.2 IL FORMATO DEL PARTECIPANTE
Per quanto riguarda la scomposizione dei ruoli del parlante GOFFMAN descrtive IL FORMATO DIPARTECIPAZIONE relativo all’ascolto che risulta articolato tra- i PARTECIPANTI RATIFICATI: coloro che fanno parte dell’incontro- I PARTECIPANTI ALLOCUTARI: che è colui cui il parlante si rivolge anche con l’attenzione visiva, cuinormalmente tocca il turno di parola e da cui ci si aspetta un areplicaGli altri partecipanti ufficiali nel corso dell’interazione possono divenire riceventi.Possono esservi ascoltatori non partecipanti:
UDITORI OCCASIONALI
UDITORI ORIGLIANTI: dei quali chi parla non è consapevole.
Levinson riprendendo e rafforzando la critica al mod diadico osserva che la dicotomizzazione semplificante parlante-ascoltatore riflette la tendenza del linguaggio a distinguere 2 categorie grammaticali, la 1 e 2 persona. Sottolineando
La complessità della nozione di partecipante, affiancata allo schema di goffa, un distinzione più articolata in cui i 2 ruoli di emittente e ricevente risultano scomposti in una decina di figure. Il ruolo del destinatario non è unilaterale assegnato ma negoziato: avviene che il parlante orienti lo sguardo per designare un ricevente ma questi può sottrarsi mentre un altro può tentare di usurpare il ruolo di ascoltatore designato.
3.3 QUANDO GLI ASCOLTATORI SONO PIÙ DI 1
LA TEORIA DEGLI ATTI LINGUISTICI: non prevede la presenza di enunciati tali che possano essere ricevuti esclusivamente da un solo ascoltatore, può essere risolto riferendosi ai diversi atti linguistici compiuti nei confronti di diversi riceventi.
Vi è un ricevente privilegiato che viene informato di esserlo, a volte attraverso segnali visivi, gestuali e posturali. Mentre non sembra che l'intonazione della voce possa distinguere l'orientazione dell'ascolto. Per Goffman, il parlante distribuisce
La parola tra i riceventi ufficiali effettuando la distinzione esclusivamente per mezzo di segnali visivi - anche lo sguardo e la postura degli altri tendono a rivolgersi al destinatario. La pluralità degli ascoltatori richiede che il parlante tenga conto dello scarto che può esserci dal sapere condiviso e delle differenze tra le informazioni e le competenze di ciascuno. Goodwin distingue tra ASCOLTATORE CONOSCENTE E ASCOLTATORE NON CONOSCENTE, distinzione riferita al fatto di sapere più o meno del parlante riguardo all'argomento di cui si tratta. Anche se esiste un destinatario privilegiato, in genere chi parla pone attenzione all'accessibilità al discorso dei diversi ascoltatori. Ma non sempre l'ascoltatore laterale, partecipante o occasionale è facilitato nella comprensione. La presenza di un terzo ricevente non ratificato in uno scambio tra due partecipanti può essere gestita in diversi modi da chi parla rispetto al valore o meno che il terzo capisca quello che sta dicendo.
Anche nell'alternanza dei turni il numero di partecip incide con alcune dinamiche. I silenzi sono più tollerabili in un scambio con più di 3 persone.IL TRILOGO
IL TRILOGO: interazione comunicativa a 3 partecipanti in cui si può presentare un'eterogeneità di adesione all'ascolto e la differenza del sapere condiviso. Il formato di ricezione è insieme fluido e fluttuante perché oscilla tra 2 destinatari, uno principale e l'altro secondario. Dal punto di vista della varietà di costruzioni interpersonali il trio appare a rischio, aprendo la possibilità di alleanze e conflitti. Una conversazione triadica tende a scindersi in 2 costituenti:
- una coppia di antagonisti
- un terzo il quale può restare tale o intervenire nella conversazione formando una coalizione con 1 dei 2.
LA TRIANGOLAZIONE COMUNICATIVA
TRIANGOLAZIONE COMUNICATIVA: può avvenire che un messaggio apparentemente rivolto a un interlocutore X in base a indici
di allocuzione abbia come destinatario Y, che si chiama TARGET, mentre il ricevente ufficiale può essere definito mediatore. Si tratta di una nozione concettuale che comporta una strategia di inclusione in cui diversi tipi di ascoltatori hanno diverse relazioni con l'enunciato in corso, una delle quali subordinata all'altra. Il target non è un partecipante come gli altri, è il nodo cruciale. Sia questo che il mediatore hanno possibilità di prendere il turno ma quello che conta è che l'intervento del 2 è pertinente. La presenza della triangolazione è evidenziata dal fatto che il parlante chiama in causa qualcuno che non è il ricevente ufficiale, e i turni successivi confermano il fatto che il target stesso può entrare in gioco. Esiste una gradualità di situazioni che vanno da una netta distinzione di ruoli di allocutorio e destinatario indiretto a una parziale commistione di questi. Il messaggio può coinvolgere
Il 3 in modo totale o parziale di conseguenza il ricevente ufficiale può essere + o meno destinatario del mess. I commenti che il parlante rivolge ad alta voce a sé stesso sono azioni riparatorie atte a salvaguardare la propria immagine.
3.6 MESSAGGI BIDIRETTI Ci sono casi in cui il mediatore è parzialmente coinvolto al punto che è difficile dire quale sia il target e quanto si discosti dal ricevente ufficiale così che si parla di MESSAGGIO BIDIRETTO. Il caso + evidente di distribuzione dell'ascolto pluridirezionata si ha nella COMUNICAZIONE MEDIATICA (es trasmissioni Tv).
3.7 FUNZIONI DELLA TRIANGOLAZIONE La FUNZIONE INTERATTIVA O RELAZIONALE della comunicazione concerne l'immagine che ciascuno ha degli altri e vuol dare di sé agli altri; di conseguenza l'immagine della relazione presiede alla costruzione e mantenimento dei rapporti con gli altri. È sempre presente nella comunicazione la funzione di presentazione del sé e di gestione.
della relazione tra i parlanti si articola a volte in modo sottile attraverso la triangolazione. All'interno di questa macrofunzione si distingue una funzione di ACCORDO o di DISACCORDO. L'accordo trova manifestazione attraverso l'uso di espressioni di approvazione, conferma o condivisione di opinioni. Il disaccordo, invece, si manifesta attraverso l'uso di espressioni di disapprovazione, negazione o contrasto di opinioni.