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ANALISI LINGUISTICA DEI CONSIGLI

Il CONSIGLIO come atto illocutorio può ricevere diverse formulazioni: - imperativo - indicativo presente usato in senso futurale - il condizionale in prima persona singolare - i verbi modali - i periodi ipotetici - i preformativi espliciti - alcune espressioni idiomatiche cristallizzate Avere consigli espressi in modo esplicito ed implicito. Le modalità implicite possono utilizzare formule direttive o non direttive. La direttività può essere accentuata o mitigata attraverso l'uso di avverbi. IMPLICAZIONI RELAZIONALI DEL DARE CONSIGLI Le formule indirette e non direttive sembrerebbero maggiormente rispettose nei confronti di quella che può essere considerata una caratteristica essenziale del consiglio come atto linguistico: l'ASSENZA di una componente di vincolo. L'obiettivo del consiglio è di influenzare l'altro ma unicamente nel suo interesse. La decisione spetta a chi riceve il consiglio. L'uso di

Che sembra andare di pari passo con il tentativo di ricostruzione e di interpretazioni di eventi e di situazioni in cui si cerca di coinvolgere anche l'interlocutore.

LA CONFIDENCE EPANCHEMENT vede come elemento centrale lo sfogo emotivo del locutore in relazione ad un problema presentato come qualcosa di dato. In questo caso il consiglio è visto come una forma di DISALLINEAMENTO CONVERSAZIONALE. Il consiglio si configurerebbe come un FTA= face threatening act, cioè che concerne sia la faccia positiva sia la faccia negativa dell'interlocutore. Per Brown e Levinson il consiglio costituirebbe un FTA:

  1. a) di x sè come tipo di azione linguistica
  2. b) ancor + nelle formulazioni dirette, mentre l'uso di formule indirette e di procedure di riparazione attenuerebbe la valenza di minaccia.

Tale valenza sarebbe determinata non solo dalla formulazione linguistica del consiglio ma anche da altri fattori in grado di far oscillare l'impatto di questo atto linguistico.

minaccia all'espressione di rispetto x l'altro. Sarebbero determinanti sia il contenuto del consiglio sia le identità e le attività dialogiche messe in atto. Così come il consiglio può essere percepito come un atto minaccioso da chi lo riceve anche il rifiuto può apparire minaccioso sia x la faccia positiva del consigliere sia di riflesso x quella del destinatario.

5: ASCOLTO ATIVO IN PSICOTERAPIA
5.1 INTRODUZIONE

Il termine ASCOLTO copre un'ampia gamma di processi e fenomeni eterogenei. Qualsiasi genere di ascolta comporta processi cognitivi. Oltre a questi processi e fenomeni interni e socialmente inosservabili, vi sono aspetti comportamentali esternamente osservabili da parte di chiunque assista all'ascolto, e sono oggetto di studio in altri ambiti disciplinari.

5.2 ASCOLTO ATTIVO

Il concetto di ASCOLTO ATTIVO è presente sia nella letteratura sperimentale relativa

alle profess di aiuto come lapsicoterapia sia nelle lett accademica relativa alla comunicaz. Locuzione e concetto furono introdotti da rogersall’interno della sua psic umanistica. Egli sottolinea l’importanza x il destinatario del racc di cogliere i significati che iltelling ha x il suo autore nelle loro complessità e interezza. Sottolinea l’import x l’esperto di mostrare attivamente alcliente con interventi verbali e segnali non verbali di stare ascoltando proprio in quel modo.

Tre elementi vengono indicati come componenti basilari dell’ascolto attivo:

  • segnali verbali e non verbali
  • parafrasi o riassunti
  • domande relative a ciò ke il cliente ha detto

Questi 3 tipi di intervento sembrano corrisp a 3 famiglie di azioni che sono state oggetto di ricerca in AC:

  • SEGNALI DI REAZIONE
  • RIFORMULAZIONI
  • DOMANDE DI CHIARAMENTO E SPECIFICAZIONE

5.3 L’ASCOLTO ATTIVO NELLA PROSPETTIVA DELL’ANALISI DELLA CONVERSAZIONE

L’AC ricostruisce

ciò che i partecipanti mostrano di intendere che avvenga nel loro parlare in interazione. Tale costruzione si basa sui comportamenti osservabili dei partecipanti riguardo agli aspetti verbali dell'interazione. L'AC non si occupa dei processi cognitivi e mentali dei partecipanti, se non per quanto emerge indirettamente da ciò che essi dicono. L'ascolto attivo comporta che chi ascolta manifesti il suo ascolto mediante comportamenti verbali o non osservabili da chi parla. Nella prospettiva dell'AC, la manifestazione della ricezione da parte di un partecipante di ciò che ha detto un altro parlante è onnipervasiva, è rilevabile in qualsiasi turno della parola nei confronti di qualsiasi turno di parola del parlante precedente. SEGNALI DI REAZIONE Fra le attività dell'ascoltatore, quelle che interferiscono più debolmente con il discorso del parlante sono i segnali di reazione. Essi corrispondono alla prima componente.dell'ascolto attivo e includono: - i CONTINUATORI - I SEGNALI DI RICONOSCIMENTO - I SEGNALI DI RICEZIONE DI NOVITÀ Su questi vari segnali di reazione si sono focalizzate le principali ricerche di AC concernenti le attività di ascolto. Segnali di reazione compaiono quasi di continuo in molte conversazioni ordinarie, mentre il ricorso ad alcuni segnali di reazione è soggetto a restrizioni in alcuni generi di conversazioni in contesti istituzionali. LE RIFORMULAZIONI Un altro modo in cui il terapeuta manifesta attivamente il suo ascolto di ciò che il cliente ha detto corrispondente alla seconda componente dell'ascolto attivo consiste nel riformulare ciò che il cliente ha detto o parte di ciò che ha detto nel turno precedente. Una caratteristica delle riformulazioni è che esse vengono presentate come enunciati che pretendono di non dire niente di più di ciò che il cliente ha già detto. Spesso il terapeuta cambia ciò che ha detto il

Paziente presentando lariformulaz come una parafrasi che chiarisce, semplifica o esplicita ciò che il paziente ha inteso dire.

5.4 DOMENDE DI CHIARIMENTO E DI SPECIFICAZIONE

Domandare e rispondere sono attività ampiamente studiate da AC specialmente in contesti istituzionali dove sono spesso un'attività centrale e dove è l'esperto a fare domande. L'AC distingue le azioni di domandare a seconda di come si collocano nell'organizz sequenziale del flusso d'interazione. Una distinzione cruciale è quella fra domande che espandono un'attività già in corso e domande che invece iniziano una nuova attività.

Il caso più chiaro di DOMANDA ESPANSIVA è la domanda di chiarimento con cui si chiede al parlante precedente di ridire qualcosa che non è stato udito o capito. Affine alle domande di chiarimento vi sono le DOMANDE DI SPECIFICAZIONE: l'esperto chiede al cliente di dire qualcosa che può

Colmare una riconoscibile nel suo resoconto.

L'ASCOLTO NELLA DIDATTICA UNIVERSITARIA
6.1 INTRODUZIONE

Un docente rivolge agli studenti con 3 obiettivi:

  1. ottenere feedback sulla relazione con loro
  2. ottenere feedback sulla propria attività didattica
  3. tenere conto delle esigenze e dei problemi degli studenti

Questo tipo di ascolto in parte dipende dalla sensibilità personale del docente, in parte può essere appreso e migliorato con la pratica e con l'acquisizione di alcune tecniche. Oggi il faccia a faccia è integrato da altri elementi nel mondo universitario. In generale, chi insegna è più giustificato di altri se tende a parlare: lo deve fare per ore in aula e in qualsiasi altro luogo e momenti informali. Sono talmente tanti i contesti che inducono un insegnante a parlare che non è strano se, per cosiddetta deformazione professionale, finisce per farlo anche quando non sarebbe il caso. In università, questa deformazione sembra a maggior

ragione giustificata sia per l'autorevolezza di cui ancora gode la classe docente, sia per l'età delle persone a cui è rivolto l'insegnamento. Una docente universitaria mette meno ascolto, questo per due motivi che definiscono gli stereotipi sulla docenza universitaria. Il primo stereotipo è l'idea che il docente universitario occupi il vertice di una piramide di potere e di prestigio. Il secondo stereotipo è l'idea che stare in alto in una gerarchia di potere, qualunque essa sia, equivalga ad avere più diritti di parola e meno dovere di ascolto verso i sottoposti. 6.2 LA COMUNICAZIONE COME COOPERAZIONE Nell'etimologia la parola COMUNICAZIONE significa CONDIVISIONE E PARTECIPAZIONE SOCIALE. Quest'immagine rispecchia una concezione intuitiva della didattica secondo la quale chiarezza e univocità dei contenuti dovrebbero essere gli obiettivi fondamentali dell'insegnamento. Questa concezione trascura alcuni aspetti cruciali dell'alcomunicare con lei. Durante il colloquio individuale, è importante tenere conto della relazione tra le persone coinvolte e del ruolo del destinatario. Non si deve pensare solo alla trasmissione di informazioni, ma anche alla relazione tra le persone che è più importante dei contenuti stessi. Allo stesso tempo, non si deve considerare il destinatario come un semplice ricevente passivo, ma come un attivo partecipante che contribuisce alla comunicazione. Se non si tiene conto del ruolo attivo del destinatario, la comunicazione rischia di non ottenere nemmeno una minima comprensione necessaria per definire l'atto di comunicazione completo. Nel contesto dell'insegnamento, una delle prime difficoltà che un insegnante incontra è il numero elevato di studenti. L'orario di ricevimento è un periodo di tempo limitato che ogni insegnante mette a disposizione regolarmente per coloro che desiderano comunicare con lui/lei.entale: il mittente e il destinatario del messaggio. Il mittente è colui che invia il messaggio, mentre il destinatario è colui che lo riceve. Questa distinzione è importante perché il modo in cui il messaggio viene inviato e ricevuto può influenzare la comunicazione stessa. La comunicazione può avvenire in diversi modi, come ad esempio attraverso la parola scritta, la parola parlata, il linguaggio del corpo o l'uso di simboli. Ogni forma di comunicazione ha le sue caratteristiche e può essere utilizzata in modo efficace a seconda del contesto e degli obiettivi della comunicazione. La comunicazione verbale, ad esempio, utilizza le parole per trasmettere un messaggio. Questo può avvenire sia oralmente, attraverso la parola parlata, che per iscritto, attraverso la parola scritta. La comunicazione verbale può essere diretta e immediata, come una conversazione faccia a faccia, o può avvenire attraverso mezzi di comunicazione a distanza, come una telefonata o una e-mail. La comunicazione non verbale, invece, utilizza il linguaggio del corpo, i gesti, le espressioni facciali e altri segnali non verbali per trasmettere un messaggio. Questa forma di comunicazione può essere altrettanto potente e significativa della comunicazione verbale e può essere utilizzata per esprimere emozioni, stabilire relazioni e comunicare informazioni. La comunicazione simbolica, infine, utilizza simboli e segni per trasmettere un messaggio. Questi simboli possono essere parole scritte, immagini, gesti o altri segni convenzionali che hanno un significato specifico per chi li utilizza. La comunicazione simbolica è spesso utilizzata per comunicare concetti astratti o complessi, come ad esempio in campo scientifico o artistico. In conclusione, la comunicazione è un processo fondamentale per l'interazione umana e può avvenire in diversi modi. La scelta del mezzo di comunicazione e la consapevolezza delle differenze tra mittente e destinatario possono influenzare la qualità e l'efficacia della comunicazione stessa.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
10 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Sara F di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia del linguaggio e della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Gangemi Amelia.