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CAPITOLO

Nella società a capitalismo avanzato si assiste alla diffusione della clinica della

tossicomania, la quale fa notare come il nostro tempo non solo tende a produrre

comportamenti tossicomanici, ma esso stesso si configura come un tempo intossicato.

Bisogna considerare l’intossicazione sia come un fatto della psicologia individuale,

sia della psicologia sociale, per orientare una riflessione critica riguardante la

diagnosi differenziale della tossicomania. 34

Lacan definisce il modo di godimento prevalente della società contemporanea come

un godimento smarrito: la pratica pulsionale non è più agganciata ad una Legge

simbolica che ne definisce l’orientamento; il godimento smarrito è un godimento non

regolato dalla castrazione simbolica e non limitato dalla funzione normativa della

dell’Ideale non sembra più in grado di orientare i

castrazione. La funzione

comportamenti dei soggetti, favorendo la costruzione del fantasma e come

conseguenza, il godimento ne risulta smarrito.

Secondo Racalbuto il nostro tempo è contrassegnato da uno “spazio psichico

drogato”, dove drogato significa troppo pieno di oggetti, quindi intossicato da un

eccesso di presenza di oggetti di godimento.

Secondo Recalcati si assiste ad una trasformazione di ciò che Freud definiva “Super-

io sociale”, cioè del comandamento morale che orienta i legami sociali all’interno di

una Civiltà, che impone la rinuncia al godimento immediato come condizione per

l’iscrizione del soggetto nella Civiltà. Il suo posto è stato sostituito da un nuovo

Super-io sociale: mentre in passato il dovere era in opposizione al godimento, oggi il

godimento è una forma di dovere; il dovere non implica più il sacrificio del

godimento ma s’impone come godimento compulsivo ( devi godere).

Il tempo intossicato della Civiltà ipermoderna stravolge la dimensione dell’esperienza

a favore di un continuo rinnovamento delle sensazioni; nella promessa di un oggetto

di godimento che produce continue sensazioni si assiste all’eliminazione del rapporto

con il proprio passato ed all’illusione di un superamento magico dell’angoscia.

Sono tre le caratteristiche principali della tossicomania come malattia-paradigma del

discorso del capitalista:

1) Il godimento tossicomanico è un godimento monadico che separa il soggetto

dall’Altro; è un godimento senza amore, che , rigettando il limite simbolico

posto dalla castrazione, assume le forme della distruzione, dell’odio per se

stessi.

2) Si tratta di una cultura del godimento che genera appartenenza e senso

d’identità; il soggetto tossicomane tramite il culto della trasgressione e del

godimento clandestino trova una nuova nominazione della sua soggettività.

E’ una modalità di trattamento dell’angoscia relativa alla problematica

3) dell’assunzione soggettiva del proprio desiderio o a quella di sbarrare un

godimento dell’Altro maligno e persecutorio.

indica uno stato d’essere chiuso in se stesso, sconnesso dai legami

La monade

sociali, isolato, autosufficiente, narcisisticamente compatto: indica la dimensione

dell’individuo nell’epoca del trionfo del discorso del capitalista.

Per Lacan la differenziazione tra individuo e soggetto è fondamentale: il soggetto

non è un individuo perché è diviso, questa divisione implica la sua solitudine, ma

e dunque il suo legame con l’Altro. Come

anche la sua non-autosufficienza

mancanza ad essere, causata dall’azione dell’Altro, il soggetto si rivolge verso il

campo dell’Altro per lenirla. In questo senso Lacan afferma che il desiderio del

è sempre desiderio dell’Altro.

soggetto 35

Diversamente dall’individuo monade, il soggetto come mancanza ad essere e

mentre l’individuo-

desiderio, è aperto all’Altro; monade si pone come fatto da sé, il

soggetto animato dal desiderio è determinato dall’Altro.

Quindi l’epoca contemporanea è l’epoca dell’eclissi del desiderio e

dell’affermazione della monade del godimento; ciò significa che la clinica della

tossicomania non è una clinica una clinica del desiderio, la soggettività

tossicomanica è una soggettività che rinuncia al desiderio o che non può accedervi (il

soggetto tossicomane ipermoderno è un soggetto senza inconscio perché è sconnesso

dal desiderio). Ciò che predomina la clinica della tossicomania è la compulsività

coatta del godimento, l’impossibilità di sopportare la mancanza.

Il soggetto non ricerca più nel campo dell’Altro l’oggetto perduto, ma si lega a senso

unico con un oggetto-sostanza inumano (la droga) che gli permette di fare a meno

dell’Altro e di porsi come una monade che si fa da sé.

Non esiste una diagnosi di soggetto tossicodipendente; la tossicodipendenza non è in

se stessa una struttura della personalità, come la psicosi, la nevrosi e la perversione.

Tuttavia, la posizione del soggetto tossicomane ha una sua specificità che oltrepassa

la classica clinica della nevrosi ed è più vicino alla clinica della psicosi, del

narcisismo e della perversione.

1) Il tratto della psicosi: è la sua debolezza della costruzione metaforica del

sintomo; il tossicomane impone la potenza sostanziale della Cosa come ciò

che uccide il simbolo. Vi è un deficit simbolico ed il prevalere di oggetti

concreti, reali, non mentalizzati. L’esperienza della droga non è il simbolo di

nulla, ma una pratica del godimento pulsionale. Il tratto psicotico della clinica

della tossicomania è legato al fatto che l’esperienza della parola, del simbolo,

del linguaggio, non sono mai sufficienti ad assimilare l’esperienza realistica

della sostanza. Si verifica un collasso del simbolo, di un godimento che si

rifiuta all’azione bonificatrice e negativizzante della castrazione simbolica.

Nel tossicomane la parola non solo non fa presa sulla Cosa del godimento, ma

dissolve il senso stesso della sua funzione. Questa non credenza nel potere

della parola, è rivelatrice della non credenza dl tossicomane nei confronti

dell’Altro in generale.

2) Il trattodella perversione: la prima caratteristica della perversione consiste nel

l’esperienza della castrazione come esperienza del limite del

rifiutare

godimento; la tossicomania esemplifica questa spinta a godere che rifiuta ogni

esperienza di privazione simbolica. Le seconda caratteristica della perversione

riguarda il rimedio nei confronti della castrazione; la scelta degli oggetti-

feticci, di partner inumani, che permettono al soggetto di rimediare

all’angoscia che scaturisce dalla castrazione simbolica. Nella pratica

tossicomanica l’oggetto di godimento non è né il corpo dell’Altro, né nel

corpo dell’Altro, ma un oggetto-sostanza che prescinde dall’Altro e dallo

scambio sessuale e che rende possibile il godimento non esposto ai rischi che

36

comporta il legame con l’Altro sesso. Lacan lo definisce il godimento

dell’Uno senza scambio con l’Altro (tratto autistico della tossicomania: il

godimento si ferma nel corpo del soggetto, non entra nel circuito dello

scambio simbolico, si fissa alla dipendenza da una sostanza).

3) Il tratto del narcisismo: la tossicomania è una pratica pulsionale, cioè una

pratica del godimento che però offre al soggetto anche un’identità narcisistica.

L’appartenenza al gruppo dei tossicomani, per esempio, produce non solo

godimento ma anche un effetto di nominazione. In questo modo la

tossicodipendenza diventa un’etichetta identificatoria. Il personaggio del

tossicomane subentra ad un soggetto che non osa assumere il proprio

desiderio.

La tossicomania non è una struttura di personalità. Un determinato uso della droga

infatti può riflettere strutture di personalità diverse; ad esempio, può evidenziare una

difesa del soggetto dal rischio che comporterebbe l’assunzione singolare del suo

desiderio (nevrosi), oppure mettere in evidenza la sua necessità di difendersi dalla

pressione persecutoria del godimento dell’Altro (psicosi). Tuttavia, in entrambi i casi,

possiamo notare come il riferimento per il soggetto non è il suo desiderio inconscio,

ma la sua difficoltà a tollerare l’angoscia.

L’uso della droga non è dominato dalla ricerca del piacere, ma è un’esperienza di

dal godimento e dell’angoscia che esso comporta. Si usa il godimento della

difesa

sostanza per difendersi da un Altro godimento più minaccioso ed incombente. L’uso

della droga non corrisponde mai alle esigenze del desiderio, ma a quelle del

come un’alternativa meno angosciante del desiderio, o

godimento, o viene posto

come una difesa dal desiderio stesso.

Si possono distinguere quattro usi soggettivi della droga:

L’uso analgesico:

1. la sostanza agisce come un rimedio nei confronti del dolore

dell’esistenza e del disagio della Civiltà; è simile a uno “scacciapensieri”. La

droga diventa un’esperienza antidepressiva che può raggiungere punte di

maniacalità.

L’uso autoerotico: l’uso di droga risponde all’esigenza di compensare una vita

2. l’esperienza del godimento fallico, dunque

sessuale insoddisfacente; sostituisce

sessuale, normato dalla castrazione simbolica e implicato nella relazione con

l’Altro sesso. Si assume la droga per non assumere la funzione fallica, in

quanto essa è esposta all’angoscia di castrazione, ovvero al rischio del

fallimento ed all’imprevedibilità del legame con l’Altro sesso. L’assunzione

della droga, scioglie il legame del soggetto con il fallo e con la castrazione che

questo comporta; la droga assicura una presenza senza domanda e soprattutto,

senza desiderio. 37

L’uso separativo:

3. si riscontra frequentemente nella clinica della psicosi e

nell’uso dell’eroina. L’esperienza della sostanza è un’esperienza di un eccesso

di godimento che stacca il soggetto dalla sua appartenenza nel mondo. Qui è in

primo piano la tendenza ad arginare la dipendenza angosciante e persecutoria

dall’Altro – – separandosi da ogni forma di legame; E’ ciò

familiare o sociale

che definisce il “Nirvana contemporaneo”, l’assenza di passioni e sensazioni

un’iperstimolazione violenta del corpo.

che viene provocato da

L’uso normotico o ordinario

4. : secondo Bollas la personalità normotica: soffre

di un eccesso d’

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
52 pagine
20 download
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/08 Psicologia clinica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher swarovskyna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia clinica della devianza e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Lo Castro Giovanni.