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Nel fondo, la coscienza non è qualcosa che ci consenta di funzionare meglio. Al
contrario, Zizek è convinto del fatto che la coscienza si origina da qualcosa, che è
andato storto anche a un livello molto personale.
La coscienza viene fuori come risultato di qualche incontro Reale?
Sì, la coscienza è originalmente legata a questo momento in cui “qualcosa va storto”
o per dirlo in termini lacaniani, a un'esperienza del Reale, di un limite impossibile. La
consapevolezza originaria è causata da una certa esperienza del fallimento e della
mortalità.
Secondo l’autore l’intuizione psicoanalitica cruciale è che la dimensione ultima della
nostra esperienza non è quella della verità, comunque la concepiamo nemmeno se
concepiamo la verità nei termini heideggeriani del disvelarsi. Al livello più radicale
della soggettività e dell'esperienza, c'è un momento iniziale di follia: le dimensioni
della jouissance, del godimento, della pulsione di morte e così via, ma non la
dimensione della verità.
Quel che Freud chiama pulsione di morte, in relazione alla sua dimensione filosofica
più radicale, deve già essere operativa per aprire lo spazio per la verità. Qui
prendiamo Heidegger proprio alla lettera: la verità è sempre,una certa apertura. Ma
una condizione di possibilità per l'apertura di questo spazio è precisamente quel
che, in psicoanalisi, chiamiamo rimozione primordiale: un ritiro originario, anche qui
già segnalato dalla negatività radicale.
Per la psicoanalisi la pulsione di morte è una specie di condizione inerente all'ordine
simbolico. 5
Il Reale è la perdita.
La nozione del Reale qui presupposta è il Reale come impossibile nel senso, della
grande assenza: è un vuoto basilare e il tuo progetto di prenderlo è un'illusione. La
logica è che non importa quando afferriamo il Reale, si tratta di un'illusione, in realtà
il Reale è troppo traumatico perché lo si possa incontrare: confrontarsi direttamente
con il Reale sarebbe un'esperienza impossibile, incestuosa, auto-distruttiva.
Quest’idea afferma che il Reale è l’Altro traumatico al quale non potrai mai
rispondere in modo appropriato
La Triade del Reale
Secondo Zizek ci sono almeno tre accezioni del Reale. La triade stessa reale,
simbolico, immaginario è in fondo mappata, proiettata sul Reale stesso.
Abbiamo così il Reale reale, il Reale simbolico e il Reale immaginario. Il Reale reale
sarebbe la Cosa orribile. Il Reale simbolico, che è formato semplicemente da formule
scientifiche senza senso. Reale nel senso che non possiamo integrarla entro il nostro
orizzonte di significato. Come amava dire Richard Fineman, il grande fisico
quantistico, non si può capire la fisica dei quanti, non si può tradurla nel nostro oriz-
zonte di significato; consiste in formule che semplicemente funzionano. Potremmo
chiamarlo il Reale scientifico, basato su un sapere senza significato, quasi pre-
soggettivo. Questo sarebbe il Reale simbolico.
E poi abbiamo il Reale immaginario, che designa non l’illusione del Reale, ma il Reale
nell’illusione stessa. Il Reale immaginario, quindi, può essere inteso come un tratto
elusivo totalmente irrilevante, ma che ci ripugna. Questo è il punto del Reale
nell’Altro.
Così il vero nodo lacaniano del reale, immaginario e simbolico, è piuttosto una
configurazione tridimensionale. E cioè, ognuna di queste tre categorie può essere
mappata su ognuna delle altre due. Per esempio, nell'ordine Simbolico abbiamo
anche il Simbolico simbolico, il Simbolico reale e il Simbolico immaginario. Il
Simbolico reale è la stessa cosa del Reale simbolico: sono le formule senza senso. Il
Simbolico simbolico è semplicemente la parola come tale, parola senza senso. E il
Simbolico immaginario consiste di archetipi, come i simboli junghiani.
A livello dell'Immaginario, abbiamo l'Immaginario immaginario, l'Immaginario reale
e l'Immaginario simbolico. L'Immaginario reale sarebbe la Cosa orribile.
L'Immaginario immaginario sarebbe l'immagine come tale, l'immagine seduttiva. E i
simboli sarebbero l'Immaginario simbolico. Il punto è che queste tre nozioni - Reale,
Immaginario e Simbolico - sono realmente intrecciate nel senso più radicale; come
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una struttura cristallina nella quale i diversi elementi sono mappati e che ripetono se
stessi in ogni categoria.
Il risultato di tutto questo è che per Lacan il Reale non è impossibile nel senso che
non può mai accadere un nocciolo traumatico che si sottrarrà sempre alla nostra
presa. No, il problema con il Reale è che esso accade ed è questo il trauma Il punto
non è che il Reale è impossibile, ma piuttosto che l’impossibile è il Reale. Un trauma,
un atto, è semplicemente il momento in cui il Reale accade, e questo è difficile da
accettare.
Conversazione 3
Perché la distinzione maschio/femmina è l’antagonismo Reale Primario?
Per Lacan la differenza sessuale non può essere compresa in termini biologici, ma
neanche come una semplice differenza simbolica.
La differenza sessuale può essere considerata una sorta di definizione di grado 0 di
quello che è un essere umano. Quindi essere umani significa precisamente essere
differenziati lungo le linee della differenza sessuale.
La differenza sessuale è iscritta nella struttura stessa dell’ordine simbolico. Essere
umano significa essere capace di differenziare noi stessi in un certo modo : vivere
una certa differenza.
In un’epoca di cambiamenti e nuove tecnologie secondo Zizek il problema principale
della differenzazione sessuale non riguarda tanto le forme post-edipiche d’identità
genitoriali mescolate, ma il vero problema riguarda le prospettive di clonazione e le
nuove forme di riproduzione che potrebbero portare alla completa scomparsa delle
nozioni tradizionali di genitorialità.
Data la radicalità della differenza sessuale l’umanità è strutturata attraverso la
differenzazione sessuale e se questa struttura non sopravviverà secondo Zizek
emergerà una nuova specie.
Tutto dipenderà da quale forma potrà assumere l’impossibilità del Reale.
La merce come oggetto a piccolo
Kinder è uno dei prodotti per bambini più popolari, in vendita in tutta l'Europa
Centrale: è un guscio d'uovo vuoto fatto di cioccolata e avvolto in una carta dai
colori vivaci; dopo aver tolto la carta e aver rotto il guscio di cioccolata, ci si trova
dentro un giocattolino di plastica o pezzi a partire dai quali un giocattolo può essere
montato. 7
Questo giocattolo non è l’oggetto perduto a allo stato puro?
Non è il piccolo oggetto che riempie il vuoto centrale, il tesoro nascosto?
Un bambino compra quest'uovo di cioccolata, spesso gli strappa nervosamente la
carta e rompe il cioccolato, senza preoccuparsi di mangiarlo, perché gli interessa
solo il giocattolino al centro, non è questo patito della cioccolata un perfetto caso
del motto di Lacan “Ti amo, ma inspiegabilmente, amo in te qualcosa che è più di te
stesso e, quindi, ti distruggo”?
Ora, l'uovo Kinder fornisce la formula dì tutti i prodotti che promettono di più:
“Compra un DVD player e avrai cinque DVD gratis” oppure, in una forma anche più
diretta, avrai più della stessa cosa “compra questo dentifricio che ha un terzo di
prodotto in più gratis”. Per non parlare del classico imbroglio con la bottiglia di coca-
cola: “Guarda nella parte interna della lattina di metallo e potrai scoprire che sei il
vincitore di uno dei premi, da un'altra coca-cola gratis fino a un'auto nuova di
zecca”. La funzione di tutti questi “di più” è di riempiere la mancanza di un “di
meno”, di compensare il fatto che, per definizione, una merce non ci consegna la
sua (fantastica) promessa. In altre parole, la “vera” merce definitiva sarebbe quella
che non avrebbe bisogno di alcun supplemento, quella che fornirebbe
semplicemente quel che promette “avrai quello per cui hai pagato, né più né meno”.
Conversazione 4
La categoria lacaniana centrale nel lavoro di Zizek è quella di jouissance, godimento.
Si vede il godimento come qualcosa a cui dobbiamo rinunciare come condizione per
entrare nell'ordine socio-simbolico, e tuttavia questo ordine stesso è sostenuto da
fantasie che mettono in scena, appunto, la perdita e il recupero del godimento.
Il punto cruciale in Lacan consiste nell'evitare l'illusione secondo la quale staremmo
rinunciando a qualcosa da noi posseduta in precedenza. Il fondamentale paradosso
lacaniano è questo: che in ogni gesto di rinuncia creiamo Io spettro della morte,
quello proprio che supponevamo di perdere. Il secondo punto è il legame tra
fantasia e godimento. Ogni fantasia è, in ultima istanza, fantasia sul peccato di
godere, ma in un doppio senso. La fantasia non solo articola il peccato di godere, ma
mette in scena la narrazione mitica di come il godimento fu perso. Questa è la più
importante funzione della fantasia. La fantasia riguarda non tanto “Oddio, lo
otteniamo”, ma piuttosto come il godimento fu perso come ci è stato rubato. 8
Per elaborare il ruolo della fantasia, è importante assicurare la distinzione tra
oggetto del desiderio e oggetto che causa il desiderio. L’oggetto del desiderio è
quello desiderato . L’oggetto che causa il desiderio è quel che mi fa desiderare
questa persona o questa cosa . i due oggetti non sono la stessa cosa. Di solito non
siamo neanche coscienti dell’oggetto che causa il desiderio.
Come lo chiama Lacan la trait unaire il tratto unitario che fa scattare il mio desiderio
nell’altro.
Lo scarto tra l’oggetto del desiderio e il suo oggetto-causa è cruciale perché innesca
e sostiene il mio desiderio. È possibile che io non sia cosciente di questo tratto e se
ne sono spesso lo percepisco erroneamente come un ostacolo
L'oggetto-causa-del-desiderio è quella strana imperfezione che disturba l’equilibrio,
ma se la eliminiamo allora l’oggetto desiderato non funziona più, insomma, cessa di
essere desiderato.
Il godimento sulla vita culturale e politica della società.
Quando parliamo di fantasia e godimento, il primo punto elementare e che il
godimento, in termini psicoanalitici, non è la stessa cosa del piacere. Il godimento è
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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