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VYGOTSKIJ
Secondo l'autore, lo sviluppo cognitivo riguarda due grandi categorie di processi:
i processi cognitivi elementari, come ad esempio la percezione e la memoria che si
sviluppano secondo una maturazione organica
le funzioni psichiche superiori, come l'attenzione focalizzata, ma anche il linguaggio e la
formazione dei concetti che hanno uno sviluppo fortemente influenzato dall'ambiente sociale,
inteso sia dal punto di vista delle interazioni con altre persone, sia in termini di interazione
con la cultura di appartenenza e con gli strumenti che questa mette a disposizione (sia
materiali che psicologici, come il linguaggio).
Nella concezione dello sviluppo di Vygotskij, quindi, un'importanza notevole è rivestita dalle
interazioni sociali che il bambino sviluppa con le altre persone: è grazie a tali interazioni, infatti,
che si formano abilità fondamentali come il linguaggio, che nasce per l'interazione e la
comunicazione con gli altri e solo successivamente diventa anche intrapsichico, cioè connesso al
pensiero.
Per la teoria dello sviluppo di Vygotskij. molto importante è anche il concetto di zona di sviluppo
prossimale, che è la differenza tra ciò che il bambino sa fare da solo e ciò che sa fare insieme ad un
altro soggetto, che può essere un adulto, un bambino più grande o anche un coetaneo. L'aiuto
esterno, infatti, può consentire al bambino di apprendere rapidamente delle abilità e quindi imparare
a fare delle cose che, seguendo solo una maturazione organica, avrebbe appreso più tardi. Il
sostegno proveniente dagli adulti o da altri bambini funge da "impalcautua di sostegno" o
"scaffolding" e prevede che il bambino prima svolga delle attività in collaborazione con gli altri e
che, mano mano, l'aiuto esterno venga meno rendendo il bambino progressivamente più autonomo
fino ad interiorizzare completamente il processo. Per Vygotskij si tratta di un fenomeno di
fondamentale importanza perchè l'unico apprendimento valido è quello che precede lo sviluppo
derivante da maturazione organica, che si situa nella zona di sviluppo prossimale.
Da questo punto di vista, quindi, Vygotskij sviluppa un punto di vista radicalmente opposto a
quello di Piaget proprio perché enfatizza il ruolo dei fattori ambientali, in particolar modo delle
relazioni sociali, che invece non rivestono alcuna importanza nelle teorizzazioni di Piaget.
LO SVILUPPO AFFETTIVO
Lo sviluppo affettivo riguarda la creazione di relazioni sociali significative con altre persone. In
genere nella primissima infanzia lo sviluppo affettivo è connesso prevalentemente al rapporto che il
bambino instaura con il caregiver (in genere la madre); con il passare del tempo si estende anche ad
altri contesti come ad esempio il gruppo dei pari o le relazioni amorose.
Freud è stato uno dei principali autori che si è occupato dell'argomento (inizi del '900). Egli
riteneva che l'affetto che lega il bambino alla madre è determinato da una motivazione secondaria,
derivante dal fatto che la madre soddisfa i bisogni fisiologici di alimentazione e pulizia e solo
successivamente ed in virtù di questo diventa l'oggetto privilegiato sul quale l'individuo scarica
libido ed aggressività. Secondo Freud lo sviluppo affettivo è fortemente legato a quello sessuale e
segue una serie di fasi:
fase orale (fino a 18 mesi) nella quale il piacere e l'aggressività si esprimono attraverso la
bocca con la suzione ed i morsi;
fase anale (fino al terzo anno) nella quale il piacere avviene attraverso l'espulsione delle feci
e l'aggressività si esprime mettendo in atto questi comportamenti in modo contrastante alle
prescrizioni dei genitori;
fase fallica (fino a 5 anni), nella quale si sviluppa un forte interesse per i propri genitali.
Nella fase fallica avviene anche l'elaborazione del complesso di Edipo: secondo Freud i
bambini nell'infanzia hanno fantasie incestuose verso il genitore del sesso opposto e provano
rivalità verso l'altro genitore. Il complesso di Edipo si risolve per il maschio con la paura
dell'evirazione da parte del padre (a causa dei desideri sessuali provati per la madre) e una
conseguente identificazione con il padre stesso. Per la femmina, invece, si parla di
Complesso di Elettra, in base al quale la scoperta di non avere il pene porta la bambina ad
innamorarsi del padre per il desiderio di avere da lui il fallo; in seguito avviene
l'identificazione con la madre. In entrambi i casi, quindi, il complesso si conclude con
l'identificazione verso il genitore dello stesso sesso e la formazione del Super-Io che contiene
le norme morali che guidano il comportamento.
fase di latenza fino ad 11 anni, nella quale la pulsione sessuale si rafforza senza esprimersi.
fase genitale nella quale si ha la preparazione ad una vita sessuale adulta.
Nonostante la notevole diffusione di questa teoria, questa presenta notevoli limiti legati al fatto
che si basa prevalentemente su racconti di esperienze infantili e su assunzioni difficilmente
dimostrabili.
Una teoria di fondamentale importanza per quello che riguarda lo sviluppo affettivo è stata
sviluppata da Bowlby e viene definita teoria dell'attaccamento (sviluppata a partire dagli anni
'60). L'attaccamento è il particolare legame che unisce il bambino al caregiver e l'autore lo definisce
come "un pattern comportamentale che si basa sul ricercare cure da parte di qualcuno che si sente
meno in grado di affrontare il mondo rispetto a qualcun altro cui indirizza le sue richieste".
Secondo Bowlby i comportamenti del bambino per ottenere la vicinanza della madre (sorridere,
piangere, aggrapparsi) ed i comportamenti di risposta della madre stessa (la sua sensibilità, la
capacità di decodificare il tipo di pianto del bambino, la propensione ad accorrere, la tendenza a
farsi incantare dal sorriso del bambino, il rimanergli accanto) hanno una base innata e quindi sono
pre-programmati biologicamente in quanto sono funzionali alla sopravvivenza della specie. Tuttavia
Bowlby, diversamente da Freud, assume che l'attaccamento alla madre non è la risposta ad una
motivazione secondaria (ottenere cure), ma di per sé è una motivazione primaria perché il bambino
ha la necessità di stabilire uno stretto contatto fisico con la madre. Non si tratta quindi di un amore
interessato volto ad ottenere cure e protezione. A conferma di questo postulato Bowlby osserva che i
bambini istituzionalizzati, anche quando erano ben nutriti e puliti manifestavano un grande disagio
emotivo che si esprimeva attraverso la disperazione e un distacco dall'ambiente fino ad arrivare, in
alcuni casi, alla depressione ed alla morte (coerentemente con gli studi di Spitz). Inoltre, Bowlby
portò a sostegno della sua teoria anche gli studi condotti da Harlow negli anni '50 sui macachi.
Questi studi mostrarono che se delle piccole scimmie vengono allevate da dei surrogati di madre,
alcune fatte di filo di ferro dotate di biberon ed altre di un panno morbido ma senza biberon, queste
scimmie cercano più spesso il contatto con il surrogato morbido. Si recano dal surrogato di filo di
ferro per mangiare, ma poi trascorrono gran parte del loro tempo con l'altro surrogato; inoltre, nel
caso in cui vengono introdotti degli stimoli che provocano paura, si aggrappano alla madre di panno
(quanto più un ambiente diventa pericoloso, tanto più tendono a manifestarsi i comportamenti di
attaccamento).
Secondo Bowlby il legame di attaccamento attraversa 4 fasi: fino a 2 mesi di vita il bambino
manifesta dei comportamenti di attaccamento che, però, vengono messi in atto nei confronti di tutte
le persone; fino agli 8 mesi comincia a indirizzarli solo verso alcune persone ma ancora non
compare la protesta per la separazione; tra l'ottavo mese ed il secondo anno di vita di struttura il
legame di attaccamento vero e proprio in quanto tutti i comportamenti di attaccamento si
manifestano dei confronti di una specifica persona e compare la protesta per la separazione;
successivamente, si forma un rapporto corretto secondo lo scopo, cioè si sviluppa una relazione
bilaterale nella quale il bambino comincia ad adattarsi alle necessità della madre, ad esempio
accetta di stare per un po' da solo. A questo punto comincia manifestarsi l'esplorazione nei confronti
dell'ambiente che avviene grazie al supporto della madre che assume il ruolo di "base sicura", cioè
punto di riferimento da cui potersi allontanare per esplorare l'ambiente ma dal quale tornare in caso
di necessità.
Esistono varie tipologie di attaccamento che sono state studiate prevalentemente attraverso la
strange situation, ideata da Mary Ainsworth. Si tratta di una situazione-test che prevede 8 episodi di
durata breve durante i quali il bambino in alcuni casi è in compagnia della madre, in altri casi è con
un estraneo ed in altri casi è solo; alla fine ritorna la madre. Attraverso questa situazione-test è stato
possibile individuare tre tipologie di attaccamento: sicuro, insicuro-ambivalente ed insicuro-
evitante.
Il legame sicuro si sviluppa quando la madre risponde con prontezza ai bisogni del bambino e gli
consente di esplorare l'ambiente quando lui mostra questo desiderio. Questi bambini si mostrano
capaci di esplorare l'ambiente, di affrontare la situazione di stress data dalla presenza dell'estraneo
(ad esempio giocando); quando la madre torna la salutano calorosamente e ricercano il contatto
fisico e si fanno consolare nel caso in cui hanno mostrato segnali di sconforto in assenza della
madre.
Il legame ambivalente, invece, si sviluppa quando la madre non risponde sempre ai bisogni del
bambino e ricerca la vicinanza solo in alcuni casi e spesso in maniera incongruente alle necessità
del bambino, ad esempio ricerca la vicinanza quando il bambino non la vuole mentre è distaccata
quando il bambino ha bisogno di lei. Nella strange situation, questi bambini mostrano
comportamenti contraddittori: sono a disagio quando la madre si allontana, ma al suo rientro
ricercano il contatto e contemporaneamente lo rifiutano (si avvicinano e piangono ma non si fanno
prendere in braccio).
Il legame evitante, infine, si sviluppa quando la madre non è mai stata responsiva nei confronti
dei segnali del bambino ed ha ignorando sempre i suoi bisogni e le sue richieste di vicinanza. Questi
bambini cercano di mostrare una falsa autonomia: sono ansiosi quando c'è la madre, non ne
ricercano la vicinanza, non mostrano disagio quando se ne va e quando torna la ignorano.
Il legame di attaccamento è un'esperienza fondamentale per la costruzione delle successive
relazioni interpersonali e per la formazione della personalità. Il legame di attaccamento, infatti,
porta al