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CENTRO DI RESPONSABILITA’
Area organizzativa di cui un manager è responsabile, e ad esso vengono affidati degli obiettivi da
raggiungere. Cerca di massimizzare i ricavi e minimizzare i costi.
Alla fine il manager del centro di responsabilità verrà valutato.
PREZZO DI TRASFERIMENTO
Quando ci sono due centri di profitto e uno cede all’altro un manufatto. C’è uno scambio interno a
un determinato prezzo di trasferimento.
Ragione di carattere gestionale: vendo il manufatto, quindi per il mio centro diventa un ricavo.
Come si fissano i prezzi di trasferimento?
1) Costo del manufatto semilavorato più un piccolo margine.
2) Prezzo di mercato.
3) Si concorda tra i manager.
Non devo badare al profitto del mio centro, perché un margine troppo alto va a discapito
dell’azienda!
ESERCIZIO 1
Prezzi di trasferimento 1
La Top Division di C. Can Company produce coperchi in metallo che vengono sia utilizzati da altre
divisioni dell’impresa, sia venduti a clienti esterni. La Hardware Division di C. Can Company ha
richiesto alla Top Division di fornire un certo coperchio, Style H, e Top Division ha dunque
calcolato un prezzo di trasferimento (per ogni mille coperchi) come segue (dati in €):
Costi variabili 195
Costi fissi 21
Costo totale 216
Utile 40
Prezzo di trasferimento 256
Hardware Division non intende accettare questo prezzo di trasferimento perché i coperchi Style H
sono venduti regolarmente a clienti esterni per €239 ogni mille. Top Division sottolinea però che la
concorrenza su questo coperchio è insolitamente agguerrita e che per tale motivo non può purtroppo
applicare ai clienti esterni un prezzo più alto in grado di farle conseguire un rendimento normale.
Entrambe le divisioni sono centri di profitto.
Domanda:
Quale dovrebbe essere il prezzo di trasferimento? (argomentare la risposta.)
Risposta: se posso prendere lo stesso prodotto da un fornitore esterno a 239 €, perché mai dovrei
prenderlo dalla mia stessa azienda a 256 €? Il prezzo di trasferimento dovrebbe essere < o = a 239.
ESERCIZIO 2
Si ipotizzi un’azienda la cui area produttiva è strutturata in due divisioni. La divisione A che
produce un semilavorato X20 e la Divisione B che acquista diversi semilavorati, tra cui la X20, da
vari fornitori, per la produzione di un prodotto finito il modello SPX. La politica aziendale prevede
che il semilavorato X20 sia venduto tra le divisione al prezzo di mercato che nel periodo di
riferimento era pari a €100. La divisione A sostiene un costo di produzione pari a €50.
I costi di produzione del prodotto SPX sono i seguenti:
Costo materiali 200
Costo semilavorato X20 100
Costo MOD 50
Costo generali di produzione 35
Si ipotizzi che un importante cliente invii alla Divisione B un ordine speciale di n° 2.000 pezzi di
prodotto SPX, richiedendo un prezzo di acquisto di €345.
Il direttore della Divisione B decide di non accettare a causa del prezzo ritenuto non congruo
rispetto ai costi di produzione che la divisione B sostiene.
Domanda:
La scelta del direttore è ottimale?
Risposta: Il manager ha detto giustamente no (200 + 100 + 50 = 350 che è > 345), ma badando al
proprio centro di responsabilità.
Il costo del semilavorato è 50 € ( gli altri 50 sono il margine), quindi il costo del prodotto finale è
300 €. Perciò si avrebbe un ricavo di 45€ al pezzo.
La decisione è quindi corretta per il suo centro di responsabilità, ma non per l’azienda.
ESERCIZIO 3
Valutazione Centri di Profitto
La Closer S.p.A. presenta una struttura gestionale caratterizzata per la presenza di tre centri di
profitto (CP1, CP2 e CP3).
Il controller sta procedendo alla valutazione delle performance dei tre centri nell’ultimo periodo,
raccogliendo i seguenti dati (€ ‘000):
Ricavi di vendita (V) Reddito operativo (RO) Capitale investito (CI)
CP1 1.500 200 1.200
CP2 850 120 1.300
CP3 1.600 250 950
Si proceda a:
1) Calcolare per ciascuna centro di profitto:
a. La redditività sulle vendite (ROS)
b. Il tasso di rotazione del capitale
c. Il ROI (return on investment)
2) Commentare e spiegare le differenze di performance dei centri.
Risposta:
Redditività sulle vendite (ROS) = RO/V
Tasso di rotazione del capitale = V/CI
Return on investiment (ROI) = RO/CI
ESERCIZIO 4
Sistemi incentivanti
Si ipotizzi di essere il direttore generale di una catena di negozi in procinto di valutare l’attuale
sistema di incentivazione degli addetti alle vendite.
Il sistema esistente prevede che oltre allo stipendio base di €1.000 mensili per addetto, vi sia una
componente variabile pari a €500 in caso di conseguimento del livello delle vendite mensile ed una
provvigione aggiuntiva pari al 5% sulla quota aggiuntiva rispetto agli obiettivi mensili.
Nella tabella seguente sono riportati gli obiettivi di vendita e le vendite effettive per ogni addetto
relativi al primo quadrimestre: Rossi Bianchi Verdi
Gennaio Obiettivo di vendita €10.000 €15.000 €12.500
Vendite effettive €8.000 €16.000 €14.000
Febbraio Obiettivo di vendita €12.000 €18.000 €15.000
Vendite effettive €14.000 €18.000 €12.000
Marzo Obiettivo di vendita €12.000 €18.000 €15.000
Vendite effettive €10.000 €12.000 €16.000
Aprile Obiettivo di vendita €15.000 €20.000 €16.000
Vendite effettive €14.000 €22.000 €12.000
1. Di determini la retribuzione di ogni singolo addetto alle vendite per ciascuno dei mesi
2. Si valuti il piano di retribuzione. Quali modifiche si consiglierebbero?
1/10/2012 LE CLASSIFICAZIONI DI COSTO
COSTO
Valore, espresso in termini monetari, dei fattori produttivi consumati.
- Modalità di attribuzione all’oggetto di costo: qualsiasi elemento nei confronti del quale l’azienda
ha interesse di sapere l’assorbimento dei fattori produttivi.
- Responsabilità gestionale: livello di controllabilità di un costo da parte di un dirigente.
Domanda d’esame: le classificazioni possono essere fra loro alternative? Cioè un costo diretto può
essere variabile? Un costo fisso può essere controllabile?
La risposta è NO, per il fine decisionale al quale sono indirizzate.
CLASSIFICAZIONE PER NATURA
CLASSIFICAZIONE PER PREVEDERNE IL COMPORTAMENTO
• Costi variabili: variano al variare del livello di attività.
• Costi fissi: rimangono invariati. Sono legati alla capacità produttiva (costi fissi di struttura,
come l’ammortamento degli impianti). I costi fissi discrezionali invece non sono legati alla
capacità produttiva dell’azienda, ma hanno un impatto su di essa nel medio e lungo periodo
(Ricerca e sviluppo)
Costi variabili totali
Costo variabile per unità
Costo fisso per unità: diminuisce con l’aumentare della produzione.
INTERVALLO DI RILEVANZA
È l’intervallo di attività o di volume all’interno del quale si suppone una specifica relazione tra il
livello di attività/volume e costo.
FINALITA’ D’USO
COSTI DIRETTI E INDIRETTI
COSTO DIRETTO: quando siamo in grado di attribuirlo in maniera oggettiva all’oggetto di costo.
COSTO INDIRETTO: costi causati congiuntamente da due o più oggetti di costo e non attribuibili
oggettivamente ad alcun oggetto singolarmente.
Non possiamo dire se un costo sia SEMPRE diretto o indiretto. La distinzione dipende da:
1) dalla capacità di misurazione.
2) Dalla convenienza economica ed opportunità di tale misurazione.
3) Dall’oggetto di costo.
ELEMENTI DI COSTO DEL PRODOTTO
Costi diretti:
- Materiali diretti
- Manodopera diretta
Costi indiretti:
- Costi indiretti di produzione
- Costi di periodo
FUNZIONI D’USO
COSTI E RICAVI DIFFERENZIALI
Sono costi e ricavi che differiscono tra alternative.
COSTI SOMMERSI
Non sono rilevanti nella decisione tra alternative.
Non sono i costi fissi aziendali!
Non possono essere modificati da alcuna decisione.
COSTI OPPORTUNITA’
È il beneficio potenziale a cui si rinuncia quando si sceglie un’alternativa rispetto a un’altra.
COSTO STANDARD E COSTO EFFETTIVO
FINALITA’ D’USO DEI COSTI STANDARD ED EFFETTIVI
COSTI CONTROLLABILI E NON CONTROLLABILI
FINALITA’ D’USO DEI COSTI CONTROLLABILI E NON CONTROLLABILI
02/10/2012 ANALISI COSTI – VOLUMI – RISULTATI
DRIVER: è la causa del costo, l’elemento che lo genera.
IL COMPORTAMENTO DEI COSTI
Una determinante del costo è la variabilità della produzione.
• L’analisi del comportamento dei costi implica che i costi dei fattori produttivi (o risorse) vengano
messi in relazione con le variabili esplicative (dette anche determinanti o driver di costo) che ne
causano il sostenimento
• Quando si prende in considerazione l’andamento o la variabilita dei costi, si sta utilizzando come
variabile esplicativa il volume/ la quantità di produzione o di vendita del prodotto/ servizio
(alternativamente denominato volume di attivita aziendale)
• Cio significa trascurare temporaneamente altre possibili variabili esplicative dell’andamento dei
costi e considerare solo come variano i costi in ipotesi alternative di volume/ quantita di produzione
o di vendita del prodotto/ servizio
INTERVALLO DI RILEVANZA
Scenario (in termini di tempo e di struttura produttiva) in cui la mia attività si svolge.
Ampiezza di breve periodo.
All’interno di un intervallo di rilevanza i costi possono avere i seguenti comportamenti:
• Costo variabile
• Costo fisso
• Costo misto
COSTI FISSI
Restano invariati di fronte a una variazione della produzione.
Costi di struttura = costi impegnati.
Costi impegnati, di capacita o sunk costs, sono relativi ad elementi di costo (es. ammortamenti,
canoni di locazione, stipendi dei dirigenti) che dotano l’azienda di una certa “capacità produttiva”,
la quale perdura fino alla dismissione della relativa risorsa impegnata.
Caratteristiche:
- Non possono essere ridimensionati senza compromettere la capacità produttiva.
- irreversibilità della decisione nel breve periodo.
Costi discrezionali, sono frutto di decisioni che il management, almeno una volta l’anno, puo
riprogrammare in base ad una stima sull’attività futura (es. promozioni, formazione del personale,
ricerca e sviluppo).
Caratteristiche:
- “reversibilita” nel breve periodo
- Possibilita di essere dimensionati senza compromettere la capacita produttiva e le prestazioni
economiche dell’azienda.