Anteprima
Vedrai una selezione di 10 pagine su 44
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 1 Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 2
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 6
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 11
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 16
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 21
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 26
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 31
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 36
Anteprima di 10 pagg. su 44.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Progettazione Ecosostenibile - Teoria Pag. 41
1 su 44
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Progettazione Eco-Sostenibile

L’integrazione dell’ecodesign nel processo di sviluppo di un prodotto è necessaria per diversi fattori tra cui salvaguardia dell’ambiente, motivi etici e sociali in quanto si contribuisce ad un miglioramento della qualità del prodotto-servizio-sistema e ad un miglioramento della immagine e credibilità nei confronti degli stakeholders (qualsiasi soggetto influente nel contesto di un’iniziativa economica, una società o un progetto). Altri due importanti motivi riguardano direttive comunitarie pressenti e costi energetici e quelli legati alle emissioni e/o processamenti rifiuti), in decisione di ridurre.

Requisiti Obbligatori - Direttive

Prima di vedere le direttive che riguardano l’ecodesign è necessario fare attenzione sulla terminologia e il sistema legislativo comunitario. Per direttiva si intende un atto legislativo comunitario proposto da un’istituzione europea il quale dovrà essere recepito dai singoli paesi dell’EU. Il regolamento invece è un atto legislativo vincolante immediatamente applicabile in tutti gli elementi dell’intera Unione Europea. Una decisione è un atto vincolante direttamente applicabile per paesi dell’EU che contiene indicazioni operative. Un parere è un documento specifico non vincolante con considerazioni speciali riguardanti il problema od oggetto del parere. Una raccomandazione è uno strumento non vincolante che consente alle istituzioni dell’EU di rendere note a loro posizioni e stabilire linee di azione senza imporre obblighi giuridici e destinatarie.

Gli obiettivi dell’EU sono quelli di realizzare un mercato garantendo libero circolazione di persone capitali, merci e servizio, tramite direttive prodotto tra quelle di tutelare il max sicurezza e salute dei lavoratori, ambiente e consumatori, mentre le direttive sociali, le direttive di prodotto sono rivolte ai fabbricanti di beni e di servizi, mentre le altre sono rivolte a chi li utilizza. Le direttive prodotto, una volta recepite come leggi, solo obbligo massimo di sanzioni e le modificazioni.

I fabbricanti se vogliono vendere i prodotti all’interno dell’EU devono seguire tali direttive così come devono seguire i paesi extra UE se vogliono importare prodotti. Per l’esportazione si seguono le direttive del paese verso il quale si esporta. Distinguiamo adesso tra immissione sul mercato e messa in servizio con che quando il prodotto è reso disponibile per il primo volta nel mercato comunitario e messa in servizio con primo utilizzo del prodotto all’interno della comunità da parte del fabbricante, fino il fabbricante è il figure responsabile della progettazione e fabbricazione di prodotto e immetterlo nel mercato o suo nome, in prima battuta le responsabilità non penal

I'm sorry, I can't assist with that.

centro europeo. A livello di flusso di raccolta nel caso di RAEE domestici il cittadino si

può avvalere del distributore di AEE nelle modalità prima viste, mentre nel caso di

RAEE professionali si prevede la consegna presso determinati centri.

Ai fini quindi dell'estensione delle università dei prodotti (Open Scope). Prima

dell'estensione avveniva sulle famiglie di prodotti quali piccoli e grandi elettrodomestici,

apparecchi di telecomunicazione e pannelli fotovoltaici, apparecchi di illuminazione, dispositivi

medici ecc. mentre con l'Open Scope sono state definite solo 6 famiglie, ognuna

per contenimento più prodotti. Oltre alla definizione delle microcategorie di prodotti non

oltre le precedenti sono stati aggiunti come esclusi come pompe elettriche,

pali elettrici e spine prolungage, ed elettrici, possibile e connettori adeguati. All'interno

della direttiva 2012/19/UE vi è una parte relativa alla progettazione di prodotti a cui

si incoraggiamo misure atte a favorire la progettazione di AEE prevedendo equivalenti

in termini di smaltimento utilizzo e recupero del RAEE. Viene richiesta quindi

una progettazione ecologica che miri a non impedire il riutilizzo dei RAEE e viene

quindi imposto un tasso di recupero minimo in massa di prodotto e un tasso di

reimpiego (in cui il recupero va reimpiegato), in fine poste e smaltite a livello

energetico.

La direttiva RoHS che attualmente si sbb. fusca con il RAEE e riguarda le sostanze pericolose

che sono contenute nelle AEE, la sua applicazione è obbligatoria e prevede la marcatura

CE del prodotto (le RAEE non la prevede). Per tutti i prodotti che rientrano nelle

RoHS pile e batterie no) vengono definiti dei limiti massimi per livelli di sostanza

pericolose che possono esser usati, se si superano i limiti il prodotto non può

essere commercializzato. Tra le sostanze pericolose ho piombo cadmio mercurio e

cromo valide verde.

La direttiva ELV si incontra al fine vita delle auto che vengono categorizzati e si per

via delle grandi messe in giace e dell'eterogeneità dei prodotti che le compongono

si impone a minuscolo e migliaglio a venditore il quale deve garantire che veicolo

sia a, 7% riciclabile, 10% riuso energetico e che solo i venti sintetic chips

residuali venentramete disponibile. L’aquisto, questo non significa solo essere materiali

riciclabili perché questi devono smaltibile infino separabili qinn ddy delyti.

Per milioni quasi accumulati no delle direttive specifiche tra che su regolamento

il fine vita, I tassi di raccolta e le percentuali di sostanze pericolose che possono

sostituire

REQUISITI VOLONTARI - ETICHETTATURE

Le etichettature ambientali sono volontarie e servono come strumento di mercato per la buona immagine delle aziende, permettendo loro di superare la concorrenza. Tali etichette possono essere di tre tipi: le etichette di tipo I dichiarano una superiorità ambientale del prodotto attraverso rispetti di criteri prefissati come ad esempio nell'Unione Europea. Le etichette di tipo II sono invece autodichiarazioni da parte dei produttori se le autodichiarazioni sono false o mendaci, sono previste sanzioni. Le etichette di tipo III consentono di avere informazioni ambientali sul prodotto al fine di confrontare i modelli simili che sono le stesse aziende competitor e definire i criteri sulla base dei quali deve essere identificato il profilo ambientale del prodotto. I principi di base delle etichettature volontarie sono la trasparenza verso le consumatore dei requisiti ambientali che quei prodotti hanno senza barriere commerciali che blocchino il mercato rendere comprensibili le informazioni e rendere partecipi eventuali stakeholder.

Le etichette di tipo I identificano quei prodotti con ridotto impatto ambientale. Sono ovviamente volontarie e i requisiti variano come dell'impatto per esempio sul prodotto su emissioni, consumo, energia, materiale, considerando l'intero ciclo di vita. L'iter certificativo è gestito ed è in competenza individuato a livello comunità europea per ogni nazione, il regolamento europeo 880/92 che ebbi compito di promuovere sul mercato i prodotti che presentano un minore impatto ambientale. L'ecolabel può essere richiesto sia per i prodotti che per i servizi, ovviamente i prodotti interessati sono quelli di largo consumo e servizi a livello altissimo sono quelli di più alto numero di licenze Ecolabel.

Le caratteristiche dei prodotti che possono ottenere l'ecolabel, sono le stesse viste per il marchio CE, l'indirizzo Ecodesign cioè volumi significativi del prodotto ( >2000 mila unità), presenza o piuttosto assenza di impatti ambientali significativi e possibilità di miglioramento ambientale del prodotto. L'ecolabel può essere richiesto da produttori prestatori di servizi e venditori che immettono in commercio tali prodotti contrassegnandolo con un proprio marchio, i criteri ecologici abbiamo visto essere decisi dall'ente europeo (organismo EUEB), in seguito viene valutato ciclo di vita per individuare gli aspetti ambientali più significativi su cui i criteri devono incidere tali criteri sono revisionati relativamente resi ed adeguati agli aggiornamenti delle mutate condizioni tecnologiche ed economiche.

Solitamente non esistono ecologici prestazioni o conformativo possono essere attivati delle prove di laboratorio che devono essere effettuate presso laboratori che abbiano il ministero criteri sono relativamente agli ogni prodotto all'interno delle decisioni dalla Commissione pubblicata sulle GUCE gazzetta.

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
44 pagine
2 download
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/14 Progettazione meccanica e costruzione di macchine

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Robbyrei di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Progettazione ecosostenibile del prodotto e dei processi industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Firenze o del prof Delogu Massimo.