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IL MONDO DELLA VITA
scontato; tutto ciò di cui nessuna scienza si è mai occupata. Il mondo della vita è il mondo in cui
siamo gettati fin dalla nascita (Heidegger). Proprio il presupposto dell’ovvietà sarà condizione per
fondare l’oggettività della conoscenza.
Schutz: le scienze che si propongono di descrivere il pensiero umano dovranno cominciare con
l’analisi di un sapere pre-scientifico, partire dai contenuti obiettivi della conoscenza, dalle radici
dell’esperienza dell’uomo, da ciò che all’uomo appare evidente. I contenuti obiettivi delle scienze,
che ci appaiono come semplicemente dati, risultano non più tali nel mondo della vita. Centralità del
mdv come ciò a partire da cui si danno i contenuti obiettivi delle scienze. Ecco quindi spiegate
quelle ovvietà che vengono assunte in modo a-critico dalla scienza.
Interpretazione: noi interpretiamo le nostre esperienze a partire da altre esperienze (nostre o
trasmesse): interpretiamo quindi attraverso conoscenze pre-disponibili.
Il mdv ha un’altra caratteristica: è il mondo dell’interazione tra gli uomini, il luogo del sistema dei
rapporti intersoggettivi; serie di convinzioni comuni e non problematizzate, su cui dobbiamo agire;
sistema di rapporti intersoggettivi di cui dobbiamo impadronirci. Dominando il mondo della vita, ci
impadroniamo dei contenuti obiettivi della conoscenza, delle condizioni della nostra esperienza.
Passiamo da una condizione in cui le cose ci vengono date come ovvietà ad una condizione in cui
possiamo agire, attraverso il linguaggio, esprimendo il senso della nostra esistenza (creazione di un
universo di senso a partire da qualcosa di ovvio, di logicamente dato).
Scopo:
ricondurre l’oggettività alla vita dell’uomo, assumendola quindi come oggettività rifondata (per
dare la possibilità all’uomo di criticare e governare la propria esperienza).
Husserl: fondare la scienza ponendo determinazione oggettiva alla base dei contenuti oggettivi
della scienza; riconoscere il complesso delle relazioni viventi/relativizzare la realtà dal suo ruolo
assoluto a realtà posta in essere. Il mondo della vita per criticare la logica impersonale del sistema
della scienza;
Habermas: emancipare l’uomo dall’oggettività del mondo della vita dato; dal peso incombente dei
rapporti interpersonali. Mondo della vita per criticare realtà in cui vivono gli uomini, l’oggettività
del sistema.
1) Il mondo della vita è oggetto della filosofia (e non della scienza) perché presuppone
un’epoché, una messa in fuorigioco di tutti i contenuti positivi delle scienze. Bisogna
lavorare alle radici dell’oggettività.
2) Il mdv ha carattere fondativo;
3) Presuppone un sapere dato nell’attività della coscienza;
4) Assume un carattere critico nei confronti dei confronti dei contenuti oggettivi della scienza.
Il problema del mondo della vita nasce nella tradizione della fenomenologia, la quale ha a che fare
con la manifestazione/percezione delle essenze nella coscienza.
Es. percezione rosso: assunzione del rosso come IL rosso (rosso “in specie”) che è diverso dal rosso
materiale ma come dato da attività (azioni significanti/intenzioni) che gli danno significato. La
coscienza significante lo ha riconosciuto come tale. Abbiamo oggetti puri perché abbiamo
intenzione significante.
Il mondo della vita ha a che fare con l’esperienza dell’uomo quale si dà nei rapporti intersoggettivi;
è il luogo in cui, all’interno dei rapporti intersoggettivi tra gli uomini, si formano i contenuti
oggettivi delle scienze.
Il mondo della vita non è luogo dell’esserci delle singole scienze ma il luogo di apparizione delle
essenze alla coscienza.
Il mondo della vita è oggetto di riflessione filosofica non dei contenuti positivi delle scienze; ha a
che fare con l’esperienza; ha carattere fondante; rifondazione nella vita dei contenuti oggettivi.
Fenomenologia: ciò che appare. Apparire: farsi presente, venire alla luce, mostare come le ssenze
appaiono alla coscienza e qual è il logos di questo apparire.
Atteggiamento descrittivo: faccio vedere ciò che appare nella mia coscienza (es. mostro come il
rosso appare alla mia coscienza e lo mostro come significato essenziale, privo di contenuto). La
fenomenologia ha carattere prevalentemente descrittivo e quindi fa valere un’esigenza anti-
induttivista. Non vuole produrre una teoria generale del mondo, ma vuole mostrare il darsi delle
cose (nella loro pura cosalità) in una coscienza che è pura attività, slegata da condizioni
psicologiche.
Condizioni dell’atteggiamento fenomenologico:
- riduzione eidetica (concerne gli oggetti ideali della mente, cioè le essenze, non direttamente
dipendenti dall’esperienza sensibile): sostituisce alla considerazione dei fatti l’intuizione
delle essenza;
- epoché: sospende le tesi sull’esistenza del mondo.
Esiste un terreno puro della coscienza in cui si danno le cose nella loro purezza. Per Husserl questo
terreno è la logica. Ricerche logiche: vuole mostrare le essenze quali si danno nella coscienza.
È necessaria un’epoché, cioè accantonare tutto ciò che non si dà come prettamente essenziale (i
contenuti obiettivi della scienza) per lasciar spazio alla purezza delle cose e della coscienza
(accantono il giudizio sulle verità della scienza). Il mondo della vita è il luogo in cui le essenze si
danno nella coscienza per arrivare a questo punto Husserl ha svolto epoché: messa in luce
dell’attività pura della coscienza in cui si danno le essenze.
Crisi delle scienze europee:
- sembra che l’universalità della ragione sia venuta meno insieme alla sua funzione di guida;
- bisogna uscire dai contenuti oggettivi per entrare in una nuova ragione attiva, da ritrovare nel
mondo della vita (uscire dalla realtà oggettiva della scienza per entrare in una realtà data in
forza della ragione, mostrandola nel suo predente corpo).
- Da una realtà oggettivamente data ad una realtà data nella sua radice, il mondo della vita.
La psicologia trascendentale è appunto la ricostruzione dell’esperienza nelle sue modalità di
formazione nella coscienza (delle modalità di produzione dei contenuti della coscienza in forza di
un’attività del pensiero).
Atteggiamento costruttivistico kantiano (categorie): è il pensiero che costruisce l’esperienza.
- il problema della scienza moderna è che, essendo scienza di fatto, crea uomini di fatto: la
ragione si risolve in contenuti positivo-razionali e non nel prendere corpo della razionalità
(l’uomo non si fa signore delle cose).
- riconquista dell’universalità della ragione, a cui abbiamo rinunciato per la conquista dei fatti;
- recupero del mdv contro l’oggettività della scienza.
- Epoché: sospensione della verità della scienza (sospensione di quell’affermazione di realtà che è
implicita negli atteggiamenti naturali e nelle scienze naturali): così facendo l’attenzione del
ricercatore si sposta dal mondo ai fenomeni con cui esso si annuncia e si presenta nella
coscienza, cioè alla coscienza stessa e alle sue strutture essenziali.
- L’epoché pone tra parentesi sia i giudizi del senso comune sia le teorie scientifiche, astenendosi
dal farne uso.
- Operata tale riduzione, ciò che emerge come residuo fenomenologico è il campo trascendentale
della coscienza pura. Il senso del mondo e delle sue oggettualità si costituisce a partire dagli atti
intenzionali della coscienza pura (la coscienza costituisce il residuo fenomenologico, ciò che
rimane dopo l’epoché).
10 – 10
Per Husserl la scienza è solo una constatazione della realtà delle cose, e così l’intenzione della
filosofia moderna è stata tradita e si è involuta. A partire da Galileo la filosofia moderna ha tradito
la sua istanza (metodo universale per un sistema omnicomprensivo) e si è basata sulle scienze.
Il declino dell’umanità europea si manifesta nel trionfo delle scienze moderne che, a partire da
Galileo, impongono una concezione ingenuamente naturalistica ed obiettivistica del mondo.
L’uomo stesso diventa una mera cosa. Husserl nella Crisi oppone a questo un progetto di psico-
fenomenologia: solo tornando a se stesso, alla sua vivente soggettività precategoriale l’uomo potrà
aprirsi alla comprensione del mondo, così da restituire alle stesse scienze un senso e uno scopo
universali.
- la storia della filosofia è la storia dell’auto-comprensione dell’uomo ed il problema della filosofia
è quello della ragione universale, che però è stata tradita, perché la filosofia si è basata su una
visione obiettiva della scienza.
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Parfo 33:
Husserl recupera l’esigenza greca dell’universalità della ragione. Gli scienziati hanno a che fare con
il mdv in quanto sono, prima di tutto uomini.
Dopo l’epoché agiamo in un piano di validità pre-logica e originaria; lo si fa tema della scienza
generale del mondo edlla vita.
Husserl si occupa dell’attività della coscienza (della ragioen universale)
11-10
la filosofia moderna ha perso il metodo dell’autocompresione ed è stata tradita dall’assunzioen del
metodoo scientifico.
16 – 10
Nostre operazioni intellettuali e pratiche, prima di stare su un terreno predicativo stanno sul terreno
pre-predicativo del mondo della vita.
Il mondo della vita è originario; non è oggetto di riflessione quanto invece gli oggetti che vi si
impiantano; il mondo della vita è fondamento dei concetti: questi non si fondano infatti su altri
concetti (avremmo movimento all’infinito); il mondo della vita non è oggetto delle scienze obiettive
ma di una scienza che è filosofia trascendentale in senso kantiano.
Husserl vuole liberare mondo della vita da ogni fraintendimento psicologistico (depsicologizzazione
del mondo della vita): rifondazione di un mondo della vita su una filosofia trascendentale è la
fenomenologia.
Husserl: atteggiamento descrittivo, parla del darsi delle cose nella coscienza, attento alle essenze
originarie che si danno nella coscienza, non parte da alcun presupposto.
Evidenza.
Non ho la premessa o la costruzione di certe verità ma ho il loro darsi come evidenti. Ad esse
corrispondono le strutture e le operazioni della coscienza pura.
Evidenza non ha connotazioni psicologiche. La coscienza a cui si danno le evidenze è
tras