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6. LE SOCIETà DI MASSA
Le società diventano di “massa” nel momento in cui le persone iniziano a entrare in rapporto
con gli altri con più facilità grazie ai nuovi mezzi di trasporto, comunicazione, informazione e
svago. Questi rapporti però iniziano a diventare anonimi in quanto il sistema delle relazioni
sociali non passa più attraverso le comunità tradizionali, ma fa capo alle grandi istituzioni
nazionali, apparati statali, esercito, insomma a queste organizzazioni di “massa” che hanno
un peso particolare nelle decisioni pubbliche. I cittadini qui diventano abitanti di medi e
grandi agglomerati urbani. La nascita della società di massa è il risultato dell’insieme che
comprende le trasformazioni politiche e culturali e i processi economici. Se da un lato questo
tipo di società riflette il grande ottimismo generale, d’altra porta nelle persone a provare
angoscia di fronte al dominio delle masse, per l’appunto. Se questo tipo di società poi tra
l’altro uniforma i comportamenti e i modelli culturali, d’altra parte invece crea delle distinzioni
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ad esempio tra operai “base” del proletariato e tra “aristocrazia operaia” che stava ricevendo
più vantaggio dal settore dell’industria. O ancora, si accentua il lavoro autonomo di liberi
professionisti, commercianti ed artigiani e il lavoro indipendente. Cresce poi anche la massa
degli addetti al settore privato. Vediamo però come i ceti medi iniziano a rifiutare ogni
identificazione con le classi lavoratrici, erano ostili per lo più alle organizzazioni sindacali e
puntavano sul merito individuale per progredire in società. Ai valori tradizionali degli operai,
questi ceti medi contrappongono i valori storici della borghesia, ossia: individualismo,
rispettabilità, proprietà privata, risparmio, rispetto delle gerarchie e patriottismo.
Nei paesi industrializzati, fatta eccezione per una piccola crisi avvenuta nel 1907-1908, ci fu
un’altro periodo di grande sviluppo generalizzato della produzione dal 1898 al 1913, sviluppo
che interessò anche la Russia e l’Italia. Aumentò la produzione e i salari. L'ampliamento del
reddito portò all'ampliamento del mercato. Inizia una grande rete commerciale che si rende
palese anche grazie alla costruzione di molti negozi e grandi magazzini. Le esigenze della
produzione in serie (come quella di abiti, calzature, utensili e mobili) portò le imprese a dare
un'accelerata ai processi di meccanizzazione e di razionalizzazione produttiva. Nel 1913
nelle officine automobilistiche Ford di Detroit viene introdotta la prima catena di montaggio.
Avviene sempre in questo periodo una vera e propria “nazionalizzazione delle masse” che
muove anche grazie alla costruzione di una identità nazionale, alla scuola elementare
obbligatoria che portava anche allo studio delle tradizioni patriottiche, il servizio militare che
svolto in luoghi lontani da quello di origine amalgamava i soldati con altri soldati di altra
provenienza e la diffusione del suffragio universale.
La scuola inizia ad essere non più un luogo elitario, ma un luogo che deve essere
accessibile a tutti, un luogo aperto che doveva essere tale non tanto grazie all’intervento
della Chiesa e delle istituzioni filantropiche, ma soprattutto grazie all’intervento dello Stato e
delle amministrazioni locali. La scolarizzazione diffusa rappresenta bene uno strumento
pacifico di promozione sociale, un mezzo per educare il popolo ed ridurre la criminalità e
mezzo attraverso il quale lo Stato poteva trasmettere i valori alle nuove generazioni. Se negli
UK la Chiesa anglicana ebbe ancora molto spazio, in Francia la questione scolastica diede
avvio allo scontro tra Chiesa e Stato. In Germania (ed in Francia) l’istruzione e la sua
diffusione trovò più libera strada.
C’è anche la diffusione della stampa quotidiana e periodica, come ad esempio la nascita del
“Daily Mail” in UK e il “Petit Journal” in Francia.
Delle riforme fatte negli anni ‘70 dell’800 che riguardano tutta Europa tranne che per gli UK,
una importante fu quella dell’obbligo del servizio militare per la popolazione maschile, cioè
questa trasformazione degli eserciti a lunga ferma, composti da professionisti e eserciti a
breve ferma formati “cittadini con le armi”. Le grandi masse consentivano agli Stati di dotarsi
di eserciti ampi, e grazie alle nuove vie di comunicazione agli eserciti divenne più facile
schierarsi.
Nel 1890 il suffragio universale maschile era presente solo in Francia, Germania e
Svizzera. Nel 1890 fu introdotto in Spagna, nel 1893 in Belgio, nel 1898 in Norvegia, nel
1907 in Austria e nel Granducato di Finlandia (che era dell’impero russo), nel 1912 in Italia.
Gli UK e l’Olanda furono gli ultimi ad adottare il suffragio universale maschile e lo faranno 18
dopo la fine della prima guerra mondiale. Norvegia e Finlandia saranno i primi a dare diritto
al voto alle donne.
L’allargamento del diritto di voto comincia a far affermare il modello del partito di massa,
come ad esempio quello realizzato per la prima volta dai socialdemocratici tedeschi basato
sull’ inquadramento di larghi strati della popolazione attraverso una struttura permanente
articolata in organizzazioni locali, come sezioni e federazioni e facente capo ad un unico
centro dirigente. Ci fu anche una crescita delle organizzazioni sindacali negli ultimi anni
dell'Ottocento. Le organizzazioni dei lavoratori crebbero in numero e in consistenza in tutti i
paesi europei, ma anche negli USA, Australia e America Latina. Questi sindacati fecero
appello al modello delle Trade Unions dando vita in Germania alla Commissione Centrale
fondata nel 1890, in Francia alla Confederation Generale du Travail nata nel 1895 e la
Confederazione Generale del Lavoro CGIL costituita in Italia nel 1906. Tra la fine
dell'Ottocento e l'inizio del Novecento furono istituiti dei sistemi di assicurazione contro gli
infortuni e di previdenza per la vecchiaia e in alcuni casi anche per i sussidi per i disoccupati.
Sviluppo del socialismo: Alla fine dell’800 il socialismo prende piede come non mai:
nacquero qui i veri e propri partiti socialisti, come quello tedesco nato nel 1875, ovvero
quello Socialdemocratico e nel 1905 quello francese: la Sezione francese
dell’Internazionale operaia, conosciuta anche come Sfio. Negli UK, i gruppi marxisti non
riuscirono ad avere lo stesso seguito delle altre correnti socialiste nelle altre potenze, ma
furono qui i sindacati a creare un movimento che voleva rappresentare l’intero gruppo degli
operai: il Partito Laburista (Labour Party) nasce nel 1906. Questo PL si fondava
sull’adesione collettiva delle organizzazioni sindacali ed era priva di una netta
caratterizzazione ideologica. Il punto in comune tra tutti questi partiti era sicuramente
l’eliminazione del capitalismo e la gestione sociale dell’economia, anche se parliamo di
partiti pacifisti e da sempre contro la guerra. La Prima Internazionale si era conclusa nel
1876 e la Seconda invece risale al 1889, quando rappresentati dei vari partiti europei, la
maggior parte di mentalità marxista, si riunirono nella capitale francese. L’obiettivo di questa
nuova Internazionale era quello di ridurre la giornata lavorativa degli operai a 8 ore e la lotta
mondiale ogni 1 maggio di ogni anno per tutto il mondo. Nel 1891 vengono esclusi
dall’Internazionale gli anarchici o comunque chi si rifiutava di partecipare alle attività
politico-parlamentare. Se però i marxisti iniziano (dal filosofo Karl Marx stesso) con l’attività
anti-capitalista e anti-borghese (che sarebbe caduta secondo il filosofo tedesco con
l’egemonia comunista), iniziano d’altra parte a nascere gruppi di pensatori, come i
revisionisti che trovano la figura di Eduard Bernstein, il quale parla di un capitalismo
benevolo, che andava ad arricchire i poveri, che superava ogni crisi e parla di uno Stato
borghese sempre più democratico. Gli screzi poi vedono anche fronteggiare le posizioni più
moderate, “centriste” le quali vengono accusate da parte dei socialisti più “estremi” di
mascherare una pratica riformista e legalitaria dietro ad un'apparente sostegno degli ideali
socialisti o rivoluzionari.
Uno dei partiti accusati di essere “centristi” era la socialdemocrazia tedesca, fortemente
criticata anche da un personaggio che diventerà predominante nella cultura, pensiero e
panorama mondiale: Nikolaj Lenin. Lenin, futuro leader dell’URSS (non ancora nata,
l’URSS sarà prodotto del post- prima guerra mondiale!) non si trovava concorde col modo di
pensare di questi partiti, o della maggioranza di essi, e in un congresso della
socialdemocrazia russa tenutosi nel 1903, Lenin ottenne vari consensi. Il partito in questione
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si divise in due correnti: quella bolscevica (maggioritaria) guidata da Lenin e quella
menscevica (minoritaria).
In Francia nasce il sindacalismo rivoluzionario. Secondo i dirigenti sindacali in Francia,
l’azione operaia importante era lo sciopero che rendeva gli stessi lavoratori consapevoli
della loro forza e li preparava al grande sciopero che li avrebbe portati al rovesciare la
borghesia. Il principale pensatore fu sicuramente per questi ideali, Georges Sorel il quale
esaltava la funzione liberatoria della violenza del proletariato e inizia a dare grande
importanza allo sciopero generale come capace di portare gli operai alla lotta.
Nasce il femminismo, lotta anti-patriarcato: Negli anni fra ‘800 e ‘900 comincia ad
emergere la cosiddetta questione femminile. Le donne da sempre piegate al volere della
società patriarcale e ridotte a mere persone senza voce, pensiero e diritto, iniziano a voler
cambiare la situazione, in quanto il progresso così avanzato di tutti i settori aveva lasciato
indietro proprio loro. Non avevano istruzione, non avevano libertà e il lavoro che andasse
oltre i confini domestici non era emancipazione, ma necessità, ricevendo tra l’altro un salario
più basso rispetto agli operai uomini. Sarà una lotta molto lenta e dura (che ancora oggi
continua…), ma in questo periodo le donne inglesi faranno i veri primi passi grandi: il
movimento guidato da Emmeline Pankhurst, fondatrice della Women’s Social and Political
Union nel 1903 riuscì ad imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica, concentrandosi sul
diritto di voto, al suffragio (per questo vengono chiamate queste donne suffragette)
attraverso manifestazioni in piazza, scioperi vari e attentati agli edifici pubblici. La lotta non
fu vana: non solo perché portò poi alle condizioni di miglioramento di cui oggi possiamo in
parte godere, ma perché le donne inglesi avranno diritto di voto nel