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22. LO SVILUPPO DEL COMMERCIO MONDIALE E
L A RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
L'Inghilterra intraprese per prima la via dell'industrializzazione grazie a molteplici fattori che
le davano un vantaggio rispetto agli Stati continentali: l'accresciuta produttività
dell'agricoltura, che rese disponibile una parte della popolazione rurale per altri impieghi, la
crescita dell'urbanizzazione, la disponibilità di capitali, il primato acquisito nel commercio
mondiale, l'abbondanza di carbon fossile, che fornì energia a basso costo. La rivoluzione
industriale si realizzò attraverso una serie di innovazioni tecnologiche che portarono alla
sostituzione della manodopera con capitale ed energia. L'introduzione della macchina a
vapore favorì la meccanizzazione dell'industria e una enorme crescita della produttività:
nacque così nelle manifatture cotoniere il sistema di fabbrica, fondato sulla concentrazione
di macchine e lavoratori salariati. Il carbon coke diede un grande impulso alla siderurgia,
base dell'industria meccanica. La rivoluzione industriale fu un fenomeno dirompente, che
diede avvio a uno sviluppo che non si sarebbe più fermato e pose le basi dello squilibrio fra i
paesi industrializzati e il mondo sottosviluppato che ancora caratterizza la realtà
contemporanea.
22.1 Le premesse della rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale, termine coniato dalla storiogra a inglese nella seconda metà del
XIX secolo, indica l'emergere di un nuovo modello produttivo basato sul sistema di fabbrica,
caratterizzato da unità produttive che raggruppano numerosi lavoratori salariati e macchine
che utilizzano fonti di energia inanimata. Questo processo, che si sviluppò in Inghilterra tra
il 1780 e i primi decenni dell'Ottocento, segnò la transizione dalla società rurale a una
economia incentrata sul settore secondario, che divenne il più dinamico e rilevante.
Sebbene l'Inghilterra sia stata il fulcro di questo fenomeno, la rivoluzione industriale si
manifestò anche in altre parti d'Europa, grazie a vari fattori di cambiamento che nel corso
del Settecento prepararono il terreno. Tra questi vi sono l'incremento demogra co, che fornì
una maggiore disponibilità di manodopera; i rinnovamenti agricoli, che aumentarono la
produttività e liberarono forza lavoro per l'industria; e lo sviluppo del commercio, che creò
mercati più ampi per i prodotti industriali. Questi elementi insieme contribuirono a un
contesto favorevole all’a ermazione della rivoluzione industriale in Europa.
La transizione demogra ca
Tra il 1700 e il 1800, la popolazione europea aumentò del 64,3%, passando da 121 a 188
milioni, un trend simile a quello dell'Asia, che, grazie in particolare alla Cina, passò da 437 a
ff
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638 milioni (+68,5%). Tuttavia, nel secolo successivo, le traiettorie demogra che dei due
continenti divergevano: mentre l'Europa conobbe una crescita demogra ca accelerata, la
Cina rimase stagnante, subendo con itti e carestie che limitarono l'incremento della
popolazione.
È importante notare che l'aumento demogra co in Europa precedette la rivoluzione
industriale, e coinvolse anche regioni come l'Europa orientale, dove la popolazione crebbe da
42,2 a 72 milioni (+58,6%) senza signi cativi cambiamenti economici. Durante il
Settecento, la crescita avvenne principalmente nelle aree rurali e a bassa densità, come
dimostra il caso della Russia, dove l'incremento della popolazione si registrò nonostante
l'assenza di innovazioni strutturali nell'economia.
22.3 La rivoluzione agricola
L'aumento della produttività agricola fu una premessa cruciale per lo sviluppo economico,
consentendo di nutrire non solo i lavoratori rurali ma anche una crescente parte della
popolazione disponibile per altri settori. Le enclosures, che in Inghilterra iniziarono nel XVI
secolo e si intensi carono nel XVIII, ridussero la super cie coltivata secondo metodi
tradizionali e facilitarono la modernizzazione dell'agricoltura, trasformando le piccole
proprietà in aziende capitalistiche gestite da salariati. Sebbene la storiogra a recente abbia
messo in discussione l'idea di una rapida proletarizzazione, le enclosures furono decisive nel
fornire manodopera, materie prime e una domanda per i manufatti.
In aggiunta alle enclosures, altre innovazioni agrarie emersero in diverse regioni europee,
come nelle Fiandre e in Lombardia, dove pratiche irrigue e coltivazioni intensive erano già in
uso. Tra la ne del Settecento e l'inizio dell'Ottocento, tali metodi si di usero in Germania,
Francia, Paesi Bassi e Danimarca. Tuttavia, l'introduzione di queste innovazioni incontrò
resistenze, dovute a strutture economiche tradizionali e privilegi ereditari.
L'Inghilterra, comunque, vide la nascita di una vera e propria rivoluzione agricola. Il "ciclo di
Norfolk" di Lord Charles Townshend, che prevedeva una rotazione delle colture, eliminò il
maggese e incrementò l'allevamento. L'adozione delle marcite, dove possibile, contribuì
anch'essa a questa trasformazione. Un indicatore signi cativo di questo sviluppo è il numero
costante di addetti nei campi, che, nonostante l'aumento demogra co, rappresentava una
percentuale in diminuzione.
22.4 | trasporti e le comunicazioni
Nel Settecento, i miglioramenti nelle comunicazioni terrestri rappresentarono un elemento
cruciale per lo sviluppo economico europeo. Grazie alla politica mercantilistica, che
promosse la riduzione di dazi e pedaggi interni, e all'impegno dei governi nel miglioramento
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delle reti stradali, si registrarono signi cativi progressi. In Francia, nel 1738, fu introdotta
una corvée per obbligare i contadini a contribuire alla costruzione e manutenzione delle
strade, anche se questo provvedimento fu mal visto.
L'Inghilterra, tuttavia, si distinse per i suoi progressi, grazie a società private che gestivano
la rete viaria e imponevano pedaggi moderati. La costruzione di canali per il trasporto di
carbone e legname contribuì ulteriormente a migliorare i trasporti. Le strade vennero
lastricate o ricoperte di ghiaia, facilitando il de usso dell'acqua piovana e riducendo i tempi
di percorrenza; ad esempio, nel 1770 un servizio di diligenze consentiva di viaggiare da
Parigi a Lione in cinque giorni.
Nonostante ciò, al di fuori delle principali arterie, i viaggiatori dovevano a rontare
condizioni di cili, e in regioni come la Russia, le strade lastricate apparvero solo nel 1830.
Tuttavia, i miglioramenti nei trasporti stimolarono gli scambi commerciali interni e
facilitarono risposte più rapide alle emergenze, come le carestie.
22.5 La crescita dei commerci internazionali
Nel Settecento, la tecnica marinara subì notevoli progressi, in particolare nel calcolo della
longitudine e della latitudine, facilitando grandi esplorazioni nel Paci co, condotte da gure
come Louis-Antoine de Bougainville e James Cook. Questo secolo vide un'enorme
espansione del commercio internazionale, con Inghilterra e Francia come protagoniste, a
fronte del declino delle Province Unite.
Nel commercio con l'Oriente, si osservò una diminuzione del peso delle spezie a favore di
nuovi prodotti, tra cui tessuti di cotone e seta dall'India, e porcellane e lacche dalla Cina. Un
ruolo sempre più importante fu svolto dallo zucchero, prodotto nelle piantagioni delle
Antille, con un'accesa competizione tra Inghilterra e Francia, che sfociò in scontri navali e
tentativi di limitare il contrabbando.
Il tè, importato dalla Cina, e il ca è, inizialmente importato dai Veneziani e poi prodotto in
Brasile, guadagnarono un'importanza crescente. Nel corso del Settecento, il commercio
estero della Francia triplicò, mentre quello inglese aumentò di due volte e mezzo. Secondo
una visione marxiana, la sottomissione dei popoli extraeuropei sarebbe stata fondamentale
per l'accumulazione di capitali che avrebbero alimentato la rivoluzione industriale. Tuttavia,
studi recenti hanno mostrato che i tra ci transoceanici non sempre generavano pro tti
elevati e rappresentavano solo una porzione marginale dell'economia europea.
22.6 La tratta dei neri
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Fra i rami più attivi del commercio va inserita la tratta di schiavi neri, che conobbe proprio
nel Settecento il suo massimo sviluppo grazie all'intensi carsi del commercio triangolare: le
navi europee si rifornivano di schiavi sulla costa africana compresa fra il Senegal e l'Angola,
portando in cambio chincaglieria, sto e, alcolici, armi. Dopo la terribile traversata, durante
la quale periva in media più del 10% dei neri stivati in condizioni disumane nelle navi, i
negrieri vendevano gli schiavi, destinati al lavoro nelle piantagioni, e ricevevano prodotti
coloniali da riportare in Europa. Anche in questo commercio gli inglesi riuscirono a
ritagliarsi la fetta più cospicua rispetto a francesi, olandesi e portoghesi; i centri della tratta
furono innanzitutto Liverpool e Nantes. La maggior parte di questi schiavi era indirizzata
verso le piantagioni di zucchero delle Antille (53%), verso il Brasile (31%) e l'America
spagnola (10%).
22.7 I meccanismi dell'innovazione
Alla base della rivoluzione industriale vi fu l'innovazione tecnologica, spesso promossa dai
proprietari e gestori delle imprese per risolvere problemi pratici legati alla produzione.
Alcuni inventori avevano legami con il mondo scienti co, ma fu fondamentale anche l'alto
livello di alfabetizzazione dei ceti intermedi, tra cui commercianti, imprenditori, artigiani e
lavoratori urbani.
Il progresso tecnico si manifestava attraverso l'introduzione di innovazioni che aumentavano
la produttività, ovvero la quantità di beni prodotti per unità di lavoro in un determinato
tempo. Le tecniche adottate in un processo produttivo formano un sistema in cui una
modi ca può generare e etti a catena, richiedendo trasformazioni in tutte le fasi. Se si
veri ca un blocco in un passaggio, l'intero sistema ne risente. Questo accumulo di
innovazioni porta in ne alla necessità di un nuovo metodo di organizzazione del lavoro,
come dimostra l'evoluzione dell'industria del cotone, il primo settore in cui si a ermò il
sistema di fabbrica.
L'industria del cotone
Nella lavorazione del cotone, le fasi principali includono la preparazione delle bre, la
latura, la tessitura e le fasi conclusive come la follatura, la garzatura e la tintura. Alcuni di
questi processi erano già meccanizzati.
I progressi nella latura avevano aumentato il numero di tessitori e migliorato i loro salari,
ma ciò portò a una forte opposizione all'introduzione dei telai mecca