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ALCUNI CONSIGLI EDUCATVI
Anche se lo sviluppo del linguaggio è un processo che si svolge in modo del tutto
naturale, vi sono particolari situazioni in cui è utile fare attenzione ad alcuni specifici
aspetti per favorire questo processo anche in casi in cui sono presenti delle difficoltà
evolutive del bambino.
1) Pronunciare una parola accompagnandola con un gesto o rafforzandola con un
azione! Esempio: “Ciao Ciao” (muovendo la manina) ; “batti batti le manine” ;
“fai no con la testa”..
2) Presentare la parola contemporaneamente all’oggetto. Dopo che il bambino
avrà acquisito questa nuova abilità (associare parola all’oggetto), può
comprendere altre frasi come “dai la palla”, “di l’orsacchiotto” etc..
3) Comparsa di parole legate a specifiche situazioni. È importante utilizzare i
momenti in cui l’attenzione del bambino è attirata da un oggetto nuovo.
RICORDA Anche se il bambino è seguito da uno specialista (ortofonista o
logopedista), i genitori o gli adulti che si prendono cura di lui hanno sempre una
FUNZIONE DETERMINANTE nella correzione dei disturbi.
LA BALBUZIE
La balbuzie è un disturbo della comunicazione che interferisce con la capacità della
persona di parlare in modo fluente.
Questa disfluenza verbale si manifesta con ripetizionni e prolungamenti di fonemi o
sillabe e con pause tese molto evidenti.
Costituisce un problema che può influenzare negativamente sia la vita di relazione dei
bambini sia la prestazione scolastica (il bambino infatti può avere difficoltà a
rispondere alle domande fatte dagli insegnanti, a leggere ad alta voce, o parlare con
gli altri bambini in classe).
In altre parole possiamo dire che : la balbuzie è un disordine nel ritmo della
parola, nel quale il paziente sa con precisione ciò che vorrebbe dire, ma nello stesso
tempo non è in grado di dirlo a causa di arresti, ripetizioni e/o prolungamenti di un
suono che hanno carattere di involontarietà (trad. a c. dello scrivente). Questa
definizione ci fa entrare nel cuore del problema: la balbuzie è caratterizzata da
disfluenze ma non tutte le disfluenze sono indici di balbuzie!” appunto preso da
internet
Il DSM-IV-TR definisce cosi i criteri per la diagnosi di balbuzie:
A Un’anomalia del normale fluire e della cadenza dell’eloquio (inadeguati per l’età del
soggetto) caratterizzata dal frequente manifestarsi di uno o più dei seguenti elementi:
1) Ripetizioni di suoni o sillabe
2) Prolungamento dei suoni
3) Interiezioni
4) Interruzione di parole (cioè: pause all’interno di una parola)
5) Blocchi udibili o silenti ( cioè: pause del discorso colmate o non colmate)
6) Circonlocuzioni (sostituzioni di parole per evitare parole problematiche)
7) Parole emesse con eccessiva tensione fisica
8) Ripetizione di intere parole monosillabiche (per es: “o-o-o-o-o-o fame”)
B L’anomalia di scorrevolezza interferisce con i risultati scolastici o lavorativi oppure
con la comunicazione sociale.
C Se è presente un deficit motorio della parola o un deficit sensoriale, le difficoltà
nell’eloquio vanno al di là di quelle di solito associate con questi problemi
La balbuzie è un DISTURBO MULTIFATTORIALE (quindi anche multicausale): dovuto a:
-una difficile interazione tra fattori interni ( predisposizione genetiche, processi
neurofisiologici, regolazione emotiva ) e fattori esterni
fattori emotivi molto importanti
(richieste dell’ambiente) nel processo di stabilizzazione del controllo motorio del
linguaggio.
Nuove ricerche, vedone la BALBUZIE come il risultato dell’interferenza della reattività
emotiva e dei meccanismi di regolazione/disregolazione delle emozioni sui processi di
pianificazione nella produzione del discorso e della comunicazione.
EPIDEMIOLOGIA
C’è una forma di balbuzie definita FISIOLOGICA che può comparire intorno ai 2 anni e
che scompare in modo spontaneo e senza alcun intervento.
N.B. L’ arricchimento del vocabolario del bambino conosce e riconosce , tuttavia la
capacità fonatoria deve ancora essere sviluppata ed è come se il pensiero andasse più
veloce della parola.
- 20% dei bambini hanno balbuzie transitorie nei ¾ di casi i bambini guariscono
nel giro di un anno e mezzo dall’esordio;
- 8,5% dei bambini balbetta ancora all’età di 3 anni (MA è ancora nel pieno del
rapido sviluppo del sistema-linguaggio e dell’esplosione del vocabolario) ;
- O,8% balbettano anche durante l’adolescenza.
In questa fase della vita il problema della balbuzie ha un impatto ancora
maggiore che nell’infanzia e le ripercussioni sul benessere psicologico e la
qualità della vita sono marcate e rischiano di essere compromesse!
TIPI DI BALBUZIE E LE LORO CAUSE
Le dimensioni principali da utilizzare per distinguere i diversi tipi di balbuzie sono:
-l’età di comparsa del problema;
-il tipo prevalente di disfluenza;
-le modalità di comparsa del problema (graduale/improvvisa);
-le abilità linguistiche (precoci/tardive);
-il profilo dei punti di forza/debolezza (abilità fonologiche e linguistiche scarse o abilità
fonologiche scarse e linguistiche buone).
La Balbuzie che può essere EVOLUTIVA o ACQUISITA può presentarsi in 3 forme:
- TONICA si ha un arresto soprattutto all’inizio della frase con prolungamento
della sillaba
(per esempio “bbbuuu..giorno”)
- CLONICA si ha la ripetizione continua della sillaba finale
(per esempio “Buongiornonononono”)
- MISTA sono presenti prolungamenti e ripetizioni che, sommandosi, rendono
particolarmente difficile la comunicazione
(per esempio: “Bububu…on..gigi..ornonono”)
*sono più frequenti le forme miste tonico-cloniche!
L’intensità del balbettare spesso varia in base
-all’interlocutore
-al contenuto del discorso
-al contesto
-allo stato emotivo
Inoltre, è più accentuata quando vi è una specifica tensione a comunicare, per
esempio quando è necessario leggere o parlare in pubblico.
Per quanto riguarda le CAUSE, esse non sono completamente chiare.
Probabilmente il disturbo è il risultato di un’interazione tra aspetti genetici,
neuropsicologici, famigliari e temperamentali.
Spesso i sintomi della balbuzie peggiorano, o si presentano per la prima volta in
concomitanza con l’inizio della scuola o dell’anno scolastico, momento in cui c’è la
massima esposizione del bambino alle situazioni di prestazione legate al linguaggio.
Talvolta può essere un segnale di un disagio emotivo per il verificarsi di situazioni
nuove o traumatiche, come la nascita di un fratellino, l’inserimento scolastico, lunghe
malattie e ospedalizzazioni, la separazione dei genitori, la perdita di una persona cara.
La balbuzie sono provocate anche da una errata respirazione(muscolatura fonatoria in
stato di tensione).
Comorbilità con
-disturbi da tic
-disturbo ossessivo compulsivo
Da un punto di vista temperamentale i bambini che balbettano risultano più reattivi e
meno capaci di regolare le emozioni e l’attenzione rispetto ai coetanei, presentano
maggiore distraibilità e difficoltà di adattamento
(TEMPERAMENTO l’insieme dei fenomeni caratteristici della natura emotiva
dell’individuo, inclusa la sua suscettibilità alla stimolazione emotiva, la sua usuale
forza e velocità di risposta, la qualità prevalente del suo umore e tutte le peculiarità
della fluttuazione e dell’intensità dell’umore (..) largamente ereditati nella loro origine)
Da un punto di vista biologico, attraverso delle ricerche svolte con le tecniche del
brain imaging sono state rivelate delle anomalie di funzionamento causate da un
deficit nei gangli della base e una differenza strutturale dovuta a un funzionamento
non adeguato del processo di integrazione audio-motoria necessario per poter parlare
in modo fluente.
La fluenza, tende a migliorare quando chi balbetta parla senza pubblico, o quando
parla o canta in coro, con un accento marcato o in rima, o quando non è in grado di
udire il proprio feedback acustico…
L’effetto di facilitazione e di migliore fluenza in queste situazioni è data dall’attivazione
dei neuroni specchio, i quali hanno maggiore forza rispetto ai normali processi di
regolazione e di controllo volontari del linguaggio.
TERAPIA
Quando la balbuzie appare prima dei 3 anni e sono presenti ripetizioni, esitazioni e
prolungamenti dei suoni, l’adulto può aiutare il bambino attraverso piccoli
accorgimenti:
a) Evitare che il bambino, quando ha difficoltà nell’esprimersi, sia fermato o
ridicolizzato. L’adulto deve tenere un comportamento educativo normale senza
chiedergli prestazioni verbali superiori alle sue possibilità o umiliarlo
b) Facilitare le occasioni di gioco con altri bambini, far fare esercizi muscolari e
respiratori, per esempio giocare con le bolle di sapone, suonare una trombetta o
bere con la cannuccia
c) Non relegare il bambino al ruolo di ascoltatore, ma aiutarlo ad assumere una
posizione nella conversazione, invogliarlo a cantare e a ripetere facili
filastrocche.
Quando il bambino è più grande invece, l’intervento deve essere effettuato
-all’interno di una seduta di psicoterapia
-con un logopedista nel caso la balbuzie si presenti insistentemente
-con il costante appoggio da parte dei genitori e dell’insegnanti.
È inoltre importante:
-fare esercizi graduali per riequilibrare il processo respiratorio (il quale è alterato in un
bambino balbuziente)
-fare esercizi di rilassamento che hanno lo scopo di annullare o diminuire lo stato di
ansia.
INTERVENTO A SCUOLA
Quando un bambino balbetta la qualità delle prestazioni scolastiche e la sua vita
sociale ne risentono.
Importante è il ruolo dell’insegnante.
In generale.. ci sono dei piccoli consigli da adottare quando si ha a che fare con un
bambino balbuziente (pag 195 scritti in modo approfondito.. ma nelle slide della prof
non c’è nulla a riguardo!!)
1) Mantenere il contatto oculare con il bambino soprattutto mentre balbetta.
2) Non anticipare il suo pensiero, finendogli le parole\frasi che sta dicendo.
3) Lasciargli tutto il tempo di cui ha bisogno per esprimere il proprio pensiero e non
mettergli mai fretta mentre sta parlando. Non usare espressioni tipo "dai su!" "allora,
cosa mi vuoi dire ", "sbrigati"...
4) Fare in modo che il bambino capisca, attraverso i comportamenti non verbali e le<