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DISABILITA’ INTELLETTIVE: RITARDO MENTALE E FUNZIONAMENTO INTELLETTIVO LIMITE
Ritardo mentale: una visione generale
Una fonte autorevole per inquadrare il ritardo mentale può essere rappresentata dal MANUALE
DIAGNOSTICO E STATISTICO DEI DISTURBI MENTALI (ultima versione aggiornata e in uscita
DSM-V).
Il DSM-V sostituisce il termine ritardo mentale con quello di DISABILITA’ INTELLETTIVA,
includendolo nei DISTURBI NEUROEVOLUTIVI.
La diagnosi di disabilità intellettiva evolutiva richiede 3 condizioni:
1. Deficit intellettivo maggiore o uguale a 2 deviazioni standard nel QI rispetto alla media (ovvero un QI
circa uguale o inferiore a 70)
2. Un deficit nel funzionamento adattivo nelle seguenti aree:
- Comunicazione
- Cura della persona
- Vita in famiglia
- Capacità sociali/interpersonali
- Uso delle risorse della comunità
- Autodeterminazione
- Capacità di funzionamento scolastico
- e/o lavoro
- tempo libero
- salute
- sicurezza
1. inizio del disturbo in età evolutiva (esordio prima dei 18 anni).
Con riferimento alle prestazioni intellettive misurate in termini di QI sono distinti 4 diversi gradi di
gravità: - RITARDO MENTALE LIEVE: QI da 50-55 a circa 70
- RITARDO MENTALE MODERATO: QI da 35-40 a 50-55
- RITARDO MENTALE GRAVE: QI da 20-25 a 35-40
- RITARDO MENTALE GRAVISSIMO: QI sotto 20-25
Una buona valutazione delle prestazioni cognitive non può limitarsi a considerare il livello di QI
generale. Cruciale è definire un profilo che consideri i rapporti fra gli aspetti cognitivi, linguistici e
sociali o adattivi.
Gli strumenti di valutazione sono statisticamente affidabili, ma resta aperto il problema seguente: “la
valutazione psicometrica dei sintomi, consentita dai test, è sufficiente per descrivere un disturbo e/o
per coglierne la natura neurobiologica e psicologica?
Il QI come buon indicatore di intelligenza
Chi ha una prestazione più alta nella media in un compito tende ad avere una prestazione simile in
altri compiti che concorrono alla valutazione del QI.
C’è una porzione di varianza comune ai diversi subtests denominata fattore “G”. Ci sono diverse
ipotesi sulla natura di questo fattore comune (capacità ragionativa, capacità di apprendere, velocità di
trasmissione neurale, ecc…).
Non esistono prove univoche a conferma che il QI globale sia indicatore di una unitaria capacità
intellettiva. Un QI deficitario potrebbe essere il risultato di deficit di un insieme di abilità specifiche
diverse.
Se il QI è l’espressione di un complesso funzionamento a cui partecipano processi cognitivi diversi,
dovremmo aspettarci che a un QI sotto la norma corrispondano diverse tipologie di deficit e di abilità
preservate piuttosto che un unico “tipo naturale” a cui possa applicarsi una sola e unica tipologia
diagnostica.
Intelligenza generale (G)
L’intelligenza fluida e cristallizzata (abbreviate in Gf e Gc, rispettivamente) sono due fattori
dell’intelligenza generale (g), originariamente identificati da RAYMOND CATTELL.
- Gc, intelligenza cristallizzata:
l’intelligenza cristallizzata (Gc) è la capacità di utilizzare competenze, conoscenze ed esperienze, è il
risultato degli apprendimenti. È sostanzialmente il prodotto di esperienze educative e culturali, in
costante interazione con l’intelligenza fluida.
- Gf, intelligenza fluida:
l’intelligenza fluida (Gf), o ragionamento fluido, è la capacità di pensare e risolvere i problemi in
situazioni nuove, indipendentemente dalle conoscenze acquisite. Il pensiero fluido comprende sia il
ragionamento induttivo che quello deduttivo. Coinvolge processi cognitivi come attenzione, funzioni
esecutive, memoria di lavoro.
Misure
Le SCALE WECHSLER misurano soprattutto l’intelligenza cristallizzata, anche se contengono alcuni
subtest che valutano il fattore Gf:
1. Ricostruzione di oggetti, che implica l’induzione e la deduzione
2. Ricostruzione di storie, che coinvolge l’induzione (rapporti temporali e causali)
3. Somiglianze (concettualizzazione)
Poiché le prime due subscale comportano solo stimoli visivi e non richiedono l’uso del linguaggio
espressivo, sono considerate prove non verbali dell’intelligenza fluida.
L’intelligenza fluida, al pari dei tempi di reazione, ha il suo maggior picco espressivo nell’età
giovanile/adulta, dopodichè tende a declinare in modo lento ma costante. Alcuni ricercatori
sostengono che questo decadimento potrebbe essere correlato ad atrofie topiche, localizzate nel
cervello, altri autori hanno suggerito che la mancanza di pratica ed allenamento mentale, insieme ai
cambiamenti legati all’età , possono contribuire al declino della Gf.
L’intelligenza cristallizzata incrementa la sua consistenza in modo graduale e rapido in giovane età,
rimane relativamente stabile per la maggior parte dell’età adulta e inizia ad attenuarsi dopo i 65 anni.
Apprendimento e QI
Il QI è un buon predittore delle capacità scolastiche, quindi della facilità di apprendere. Tuttavia la
facilità di apprendere sembra dipendere dall’efficienza di alcune specifiche funzioni cognitive che
sostengono l’apprendimento in diversi domini e non essere un sinonimo di intelligenza.
Esempi:
dedicare attenzione a un compito, controllare informazioni che possono essere in conflitto tra loro e
decidere quali inibire, alternare l’attenzione tra informazioni diverse, mantenere a mente una serie di
informazioni verbali o visive il tempo necessario perché il sistema cognitivo le elabori…
Si tratta di complesse funzioni cognitive sintetizzabili in CONTROLLO ESECUTIVO, INIBIZIONE,
SWITCHING ATTENTIVO, MEMORIA LAVORO E A BREVE TERMINE.
Un basso QI è spesso correlato con specifiche carenze nelle singole componenti. Per esempio i
Down hanno un ridottissimo span fonologico, così come la disabilità intellettiva lieve (QI 50/69)
rispetto a quella limite (QI 70/84), suggerendo che un deficit nella memoria di lavoro possa essere
una causa importante del basso QI.
Concause NEUROBIOLOGICHE
Ci sono strutture neurobiologiche che variano nelle diverse disabilità (dendriti, implicati nella
trasmissione sinaptica tipica tra neuroni), che forse possono spiegare i problemi di apprendimento:
1. la questione se l’intelligenza sia capacità unitaria o un vasto insieme di abilità specifiche è
ancora aperta
2. molti studi dimostrano che un QI sotto la norma è associato a deficit in meccanismi cognitivi che
sostengono sia il ragionamento che l’apprendimento
3. in diverse sindromi genetiche con basso QI è stata osservata un’anomalia neurobiologica che
può spiegare l’atipicità dell’apprendimento
Modificabilità cognitiva e apprendimento
Evidenze neurobiologiche suggeriscono che a partire da una ridotta possibilità di apprendimento e di
memoria l’ambiente può avere un ruolo cruciale nello stimolare una modificazione neurobiologica
(sviluppo di formazioni dentritiche e di connessioni neurali).
Gli studi sui modelli animali del ritardo mentale (alterazioni genetiche equivalenti alla sindrome di
Down e dell’X fragile) mostrano che se l’animale cresce in un ambiente arricchito (socialità, materiali
di gioco e novità) il cervello modifica il suo sviluppo inducendo sinaptogenesi e formazione di dendriti,
in modo significativamente diverso dagli animali che crescono in un ambiente povero.
La plasticità cerebrale ci consente qualche intervento.
Le 3 parole chiave per definire un ambiente arricchito per i topi erano: SOCIALITA’,
ESPLORAZIONE, NOVITA’.
Per l’uomo?
Cosa cambia a seconda dell’opzione che facciamo?
Intelligenza come caratteristica unitaria, suggerisce una diagnosi abbastanza statica e l’impressione
che l’ostacolo ad apprendere sia stabile e poco modificabile. L’ipotesi di deficit in diversi processi
cognitivi e nelle condizioni neurobiologiche che sostengono l’apprendimento sposta l’attenzione sulle
tipologie di deficit e sui gradi di libertà che abbiamo per poter potenziare ciò che è carente;
l’apprendimento può essere rimesso in moto.
Casi clinici dimostrano
Casi di trattamento su disabilità intellettive lievi suggeriscono che si possono avere dei miglioramenti
consistenti nel ragionamento, cioè nell’intelligenza fluida, (funzioni esecutive e memoria di lavoro)
senza che la misura del QI si modifichi.
Etichette diagnostiche come disabilità intellettiva o ritardo mentale non rendono conto della
modificabilità dell’intelligenza fluida.
L’equivalenza QI deficitario = scarsa intelligenza trasmette alla persona e alla famiglia l’idea
dell’immodificabilità della situazione e toglie sostegno emotivo a qualunque tentativo nuovo di
apprendimento.
Funzionamento intellettivo limite
È definito anche come “BORDERLINE COGNITIVO” se si dà importanza alla difficoltà di
apprendimento e quindi al rendimento scolastico.
Molto scarsa è la ricerca sul funzionamento intellettivo limite; il DSM-IV si limita a dire che questa
diagnosi può essere formulata quando:
- il QI è fra 71 e 84
- non ci sono discrepanze tra QI verbale e QI di performance
- difficoltà di adattamento
- insorgenza prima dei 18 anni
1. Può essere un fattore derivato semplicemente da familiarità, o da cause non accertate
2. può essere associato a processi patologici di origine biologica, sindromi genetiche, malattie
perinatali, ecc…
3. può essere associato a svantaggio socio culturale.
Funzionamento intellettivo limite non dovuto a processi patologici biologici o a svantaggio
socioculturale
- il caso di Saverio e Ivano
Fotocopia pag 215
- può essere semplicemente una scarsa capacità intellettiva, che non deriva da patologie del sistema
nervoso centrale o da svantaggio culturale (familiarità? Disturbo biologico non rintracciato?)
- In questi casi può non essere presente un disturbo dell’adattamento
A seconda delle capacità, durante la scuola primaria vengono seguiti fino ad acquisire le capacità di
letto-scrittura di base, e di calcolo di base. Nella scuola media si estende l’apprendimento anche ad
altre conoscenze disciplinari di base (storia, geografia, scienze…). In seguito vengono avviati a corsi
professionalizzanti a seconda dei desideri espressi e/o delle abilità mostrate dal ragazzo.
Funzionamento intellettivo limite dovuto a svantaggio culturale
Fotocopia pag 216
In alcuni casi è evidente che la causa del FIL è un significativo svantaggio socioc