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INTELLIGENZA EMOTIVA, SOCIALE, CREATIVA.

Goldman nel 1995 riguardo all’intelligenza emotiva, afferma che persone dotate di grande logica

possono non essere capaci di capire e gestire le proprie ed altrui emozioni. Può esserci anche

l’aspetto opposto. Il test per misurare questo tipo di abilità è quello di assegnare ai volti visti

un’emozione.

L’i. sociale è riservata a chi sa mettersi nei panni di un altro. 8

L’i. creativa ha un rapporto molto stretto con l’attività cognitiva ed è associata alla capacità di

produrre idee nuove che sono appropriate al contesto. Molti suoi aspetti sono sorretti dalla

memoria, abilità spaziale, comprensione.

UNA SPECIFICA GERARCHIA DELL’INTELLIGENZA

La teoria di tipo gerarchico meglio salvaguardia le caratteristiche più cruciali dell’I. Ci mostra che

ci sono abilità intellettive distinte che però non hanno pari centralità e che ci deve essere un

principio unificatore.

Le teorie classiche a base psicometrica hanno problemi che sono di tipo statistico per cui i livelli

descritti non avevano un significato psicologico immediatamente visibile.

Per gli autori (Cornoldi ) è il costrutto cognitivo che maggiormente risponde ai requisiti di a.

descrizione psicologica e la memoria di lavoro riferito al tipo di contenuto su cui la mente lavora

DISTURBI COGNITIVI E FORME ECCEZZIONALI DI INTELLIGENZA

La sola teoria capace di spiegare e descrivere tutti i profili(soggetti con deficit intellettivo o quelli

dotati) è quella di tipo gerarchico.

1) SCIENZE COGNITIVE : DISSOCIAZIONI E MECCANISMI BASICI DELL’INTELLIGENZA.

2) Es. di uno studio che suddivide le abilità intellettive è stato offerto da uno studio

neuropsicologico su pz adulti. Sono state individuate sottili dissociazioni fra le diverse

funzioni. Le influenze sono state offerte da studi sul linguaggio di Chomsky .punto tipico di

posizione neuropsicologica è quello chiamato modulare.

Autore Fodor : la mente modulare nel quale si descrivono i moduli come indipendenti l’uno

dall’altro per cui se si ha lesione al cervello può risultare danneggiata una particolare abilità e

le altre possono rimanere intatte. Si può perdere per es. la capacità di riconoscere i volti ma

non quella di contare o il funzionamento complessivo dell’intelligenza.

E’ il caso di un bambino che diventa dislessico, in questo caso varia se la dislessia interviene ad

un certo stadio vita, è diversa per l’anziano.

L’approccio modulare meglio si adatta ad un adulto dislessico che a un bambino dislessico,

l’adulto perde la specializzazione per la lettura conservando sostanzialmente intatte tutte le

altre abilità intellettive.

Nel bambino il disturbo di lettura sembra coinvolgere componenti di carattere più generale

che poco si prestano ad un analisi di tipo modulare. 9

Le scienze cognitive hanno ridato vigore e sostanza teorica agli approcci gerarchici

dell’intelligenza con la scoperta di sovrapposizioni e di connessione tra i disturbi tanto da

ricondurre le forme fondamentali di funzionamento intellettivo ad alcuni principi

fondamentali.

2. Gli studi sui disturbi d’apprendimento

Da come si è visto il dislessico non è in difficoltà in tutte le funzioni cognitive, perciò la

teorizzazione ottimale non è né di tipo unitario, né multicomponenziale.

Il disturbo specifico di apprendimento riguarda individui che presentano una discrepanza fra

livello intellettivo buono e livello di apprendimento in talune aree come la lettura, scarso. Es. a

riguardo offerti da Einstein, Leonardo da Vinci.

L’intelligenza potrebbe allora essere un processo distinto dall’apprendimento,

compatibilmente con la teoria unitaria che quella multipla. Ciò non può esser vero perché

normalmente una misura standar dell’intelligenza è un ottimo predittore dell’apprendimento e

perché I. e apprendimento tendono per molti versi a sovrapporsi.

In un esame sistematico della relazione tra successo scolastico e punteggi intellettivi si sono

trovate delle correlazioni. Gli studiosi americani hanno visto che oscillavano tra il =, 86 e 0,48,

per dire che le competenze legate agli apprendimenti costituiscono delle funzioni intellettive.

Punto debole in questo caso della teoria unitaria, che non dimostra come molte operazioni

intellettive siano adeguatamente sviluppate e talune al contrario siano deficitarie.

La teoria multipla trova un suo punto di forza nelle rilevazioni differenziali: un bambino può

essere forte in numerosi apprendimenti ma debole in altri. Quello che però non quadra è che il

bambino con disturbo specifico è in realtà un bambino in cui non sono intaccate le forme più

importanti di intelligenza, ma solo delle componenti più periferiche e ciò va a favore di una

teoria gerarchica.

3. IL DEFICIT INTELLETTIVO

Quando il livello intellettivo di un bambino è basso si parla di ritardo mentale: a sua volta il

ritardo mentale viene distinto in diverse fasce di gravità, con riferimento al grado di

adattamento e ai diversi livelli di QI riscontrati attraverso i tradizionali test d’intelligenza.

Nella distribuzione a campana dei punteggi di QI più si è vicini alla media più è numeroso il

gruppo di individui che ottengono un determinato punteggio di QI. 10

La curva a campana ci dice che gli individui che hanno un’intelligenza superiore di un certo

valore alla media, è esattamente uguale a quella degli individui che l’hanno di un identico

valore sotto la media, e che il numero maggiore di individui su questo pianeta sono

esattamente quelli in media per intelligenza.

All’interno di una teoria dell’I. multipla il ritardo mentale corrisponderebbe al deficit in poche

o in una sola forma d’intelligenza (quella logica) cosa che è considerata inaccettabile nella

società occidentale , mentre non lo è per l’intelligenza musicale o corporea.

Quando non funziona la capacità di ragionamento , tutta la capacità della mente sarebbe

compromessa, meno se è compromessa una certa abilità, a meno che non sia di vitale

importanza per quel soggetto(ad es. la mancanza di abilità visuspaziali per un navigatore). A

parte i casi particolari come nei down che sono maggiormente penalizzati nelle funzioni

linguistiche, o i bambini con sindrome di Williams che sono deboli nel pensiero spaziale,

il soggetto con ritardo mentale ha difficoltà in tutti gli aspetti intellettivi esaminati. Le varie

componenti dell’intelligenza non sono perciò del tutto indipendenti, e il fatto che talune siano

colpite più di altre fa riflettere su quelle che possono costituire il nocciolo duro dell’attività

mentale (o dell’intelligenza).

Quali sono le forme più centrali dell’intelligenza?

Una potrebbe essere costituita dalla capacità di assimilazione e uso dell’esperienza. Grande

capacità di usare questo fattore si ha nel bambino piccolo sano, non nel soggetto con ritardo

mentale anche di età più avanzata, egli ha anche difficoltà a controllare e a fare operazioni

aggiuntive sulle informazioni trattenute in memoria .

5. IL DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’

Lo studio del ADHD (disturbo da deficit attentivo e iperattività) mette in discussione le

certezze finora raggiunte. Questi soggetti mostrano una intelligenza nella media,

nonostante il fatto che il deficit sia legato al malfunzionamento dei lobi frontali, delle

funzioni esecutive, del’attenzione, della memoria di lavoro, della velocità nell’esecuzione di

compiti ripetuti.

Gli studi condotti su questi bambini hanno dimostrato che essi falliscono solo in alcune

prove esecutive o di attenzione però prolungata o di memoria di lavoro a medio controllo

con forte richieste inibitorie, l’organizzazione o il comportamento. Il trattamento

farmacologico spesso migliora queste prestazioni cosa che non dovrebbe accadere se la

persona fosse poco intelligente, poiché il farmaco agisce sulle funzioni esecutive. 11

GENI TALENTUOSI E DOTATI.

Il ritardo mentale è fondamentale per capire cosa sia l’intelligenza, perché viene considerato

prototipico dell’assenza d’intelligenza. Allora similmente anche si può fare simmetria con la

genialità.

La genialità è prodotta da combinazioni non solo di capacità intellettive notevoli, ma anche di

specifiche abilità molto elevate, e di particolari caratteristiche della personalità.

Ci sono molte persone talentuose e per orientarci tra profili molto differenti, dobbiamo tener

conto questa distinzione che riguarda:

1. I talentuosi, con forme specifiche d’intelligenza;

2. i creativi, trovano soluzioni e forme di espressione originali

3. i geni, sembrano il risultato di eterogenei fattori;

4. i dotati che ottengono prestazioni elevate nella quasi totalità dei compiti intellettivi;

5. i superesperti, in attività intellettive.

Conclusione egli autori: l’essere particolarmente esperti in un ambito ha una base chiaramente

esperenziale.

Gli individui creativi

Vi sono persone creative e anche dotate intellettualmente. I vari aspetti del funzionamento

cognitivo si intersecano e i due aspetti possono combinarsi. In uno studio Ronco, ha visto come la

caratteristica ambientale e la componente motivazionale (aspettativa delle madri) interagivano

con le caratteristiche di base.

L’ingrediente critico per la creatività sembra sia la capacità di pianificazione.

I grandi letterati come Manzoni, sembrano per Stainberg possessori di una intelligenza creativa

analitica, Marconi invece pratica, Cicerone e Galileo fanno invece riferimento ad un’intelligenza

basata sulla memoria di lavoro e la capacità di tenere sotto controllo numerose informazioni. Da

studi neurologici sembra che il creativo sappia sfruttare meglio gli emisferi cerebrali (entrambi).

Intelligenza, talento, genialità e creatività non si identificano.

La stima di intelligenza di una persona riguarda l’insieme delle sue funzioni cognitive, mentre il

concetto di talento riguarda , generalmente una specifica funzione. 12

Il genio in genere è altamente creativo e produce manifestazioni di pensiero originali, nuove.

Questo non è il caso della persona intellettualmente dotata che può essere solo particolarmente

competente nel trovare soluzioni note a tutti ma in modo rapido ed esemplare.

L’intelligenza creativa si distingue da quella vera perché porterà a soluzioni nuove a cui gli altri

non avevano pensato.

LE BASI BIOLOGICHE DELL’INTELLIGENZA

Ad ogni attività psichica ne corrisponde una a livello

Dettagli
A.A. 2013-2014
32 pagine
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SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessioBellatoOfficial di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dell'apprendimento e della memoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Cornoldi Cesare.