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SENTENZA DI MERO ACCERTAMENTO
48Schede che ha mandato la prof
La corte di cassazione prima nega il risarcimento del danno e poi lo riconosce.
La società di calcio può agire nei confronti di chi ha causato la morte del calciatore chiedendo il risarcimento del danno? Quale è il diritto che viene fatto valere? Noi abbiamo visto che ex 24 cost. possiamo agire in tutte le forme processuali nel momento in cui un diritto è riconosciuto.
La corte di cassazione ritiene che la squadra non abbia diritto di proprietà sui calciatori e quindi non ha neanche alcun diritto di credito. La corte di cassazione, che nel caso Superga aveva negato questa possibilità, nel caso Meroni lo riconosce.
Quindi la corte afferma che un datore di lavoro ha un diritto di credito nei confronti del lavoratore: ha un credito verso una prestazione. Nel caso Meroni siamo di fronte a una prestazione infungibile perché lui non è sostituibile. Questo diritto allora deve essere
tutelato nell'unica forma possibile: la forma risarcitoria. In questa sentenza tornano in gioco una serie di temi (condanna generica, obblighi infungibili, interesse ad agire) che riguardano la domanda: cosa posso chiedere in giudizio? Tutto ciò che il diritto sostanziale riconosce. Questa era la sentenza del 1971
Sentenza del 1993: parla della possibilità del datore di lavoro di agire per fare accertare il suo diritto al licenziamento.
I diritti potestativi sono di due tipi:
Sostanziale: non dà luogo a sentenza costitutiva perché si esercita prima e fuori dal processo e nel processo non ha bisogno del giudice per produrre effetti. Esempio: licenziamento, recesso da un qualunque contratto, clausola risolutiva espressa. norma- fatto- potere- effetto
A necessario esercizio giudiziale: si esercita necessariamente nel processo sennò l'effetto non si produce. Esempio: domanda di annullamento, che richiede di essere proposta in giudizio, non basta una raccomandata.
L'esistenza del giudice che accerta l'esistenza di questo diritto produce anche l'effetto di annullare gli effetti dell'atto. Norma- fatto- potere-accertamento giudiziale-effetto
Qui siamo nel primo caso: il diritto a licenziare può essere esercitato fuori dal processo. Ci siamo chiesti se fosse possibile per il datore proporre al giudice una domanda di mero accertamento dell'esistenza del potere di licenziare.
Le sentenze di mero accertamento sono particolari perché l'accertamento è un elemento proprio di tutte le sentenze. Viene spontaneo domandarsi allora perché l'attore agisca per il mero accertamento quando potrebbe chiedere una condanna.
Difficile equilibrio tra violazione e mera contestazione, che deve comunque essere sufficientemente robusta per radicare l'interesse ad agire per l'accertamento. cioè per legittimare l'attore a limitarsi a chiedere un mero accertamento bisogna chiedersi se
c'è un filtro per evitare che le azioni vengano proposte a rescindere da un vero e proprio interesse. Il filtro è dato dall'interesse ad agire. Se richiedo un interesse ad agire per avere la sentenza di accertamento, questo potrebbe sembrare in contrasto con l'articolo 24 per cui l'attore, trovato un diritto sostanziale, può agire con qualsiasi mezzo che gli è garantito. La contraddizione però viene risolta dal fatto che è necessario considerare anche la figura del convenuto.
Si cercano delle norme che legittimino l'idea che sia possibile la sentenza di mero accertamento. Le norme sono 949 cc, 1079 ccla abbiamo già analizzate studiando la sentenza di condanna.
Articolo 949 Azione negatoria: "Il proprietario può agire per far dichiarare l'inesistenza di diritti affermati da altri sulla cosa, quando ha motivo di temerne pregiudizio. Se sussistono anche turbative o molestie, il proprietario può"
Chiedere che se ne ordinila cessazione, oltre la condanna al risarcimento del danno ”.
Articolo 1079
Accertamento della servitù e altri provvedimenti di tutela“
Il titolare della servitù può farne riconoscere in giudizio l'esistenza contro chi ne contesta l'esercizio e può far cessare gli eventuali impedimenti e turbative. Può anche chiedere la rimessione delle cose in pristino, oltre il risarcimento dei danni.”
Recita la stessa cosa del 949 per il caso della confessoria servitutis, che viene esperita da chi vuole far riconoscere la servitù. Il titolare della servitù può far riconoscere in giudizio la esistenza contro chi la nega e può far cessare eventuali turbative.
Quando le abbiamo analizzate ci servivano per fare la differenza tra la inibitoria e la sentenza di condanna risarcitoria. Abbiamo anche detto che prima dell'inibitoria poteva esserci un momento in cui ancora non posso chiedere inibitoria.
Perché non è stato fatto alcun illecito ma già ci sono delle contestazioni che mi danno la possibilità di chiedere la sentenza di accertamento.
Si chiede che questa contestazione:
- Non sia accompagnata dalla violazione (Sennò si deve avere sentenza di condanna)
- Abbia una certa sostanza
- La soglia è proprio l'interesse ad agire. Elemento che ricorre quando senza ricorrere al giudice si otterrebbe un pregiudizio. Quando quindi non è possibile ottenere il medesimo risultato con altre forme e la sentenza del giudice è l'unico modo per ottenere la cessazione di queste cose.
Ci renderemo conto che la sentenza di accertamento è ammissibile in via generalizzata e ci dobbiamo interrogare sulla effettiva esistenza dell'interesse ad agire caso per caso.
Articolo 2653 n.1 cc.
Devono parimenti essere trascritti "le domande dirette a rivendicare la proprietà [948, 949] o altri diritti reali di godimento su beni"
immobili[1079] e le domande dirette all'accertamento dei diritti stessi"È un articolo che parla della trascrizione. Articolo 34 cpc Accertamenti incidentali "Il giudice, se per legge [c.c.] o per esplicita di una delle è124 domanda partinecessario decidere con efficacia di [; c.c.] unagiudicato 324 2909 questioneche appartiene per materia o valore alla competenza di unpregiudiziale (1)giudice superiore, rimette tutta la causa a quest'ultimo, assegnando alle partiun [] per la della causa davanti a lui"termine perentorio 153 riassunzione
È una norma che parla dei limiti oggettivi del giudicato, la abbiamo già esaminata. Caso in cui: in una causa avente ad oggetto un diritto dipendente, deve essereaccertato qualcosa inerente al diritto principale. Da tutte queste norme ne ricaviamo che è possibile una tutela di meroaccertamento in ossequio all'articolo 24 Cost. L'unico limite è quello dell'interesse ad
agire che si ricava dal 949 e 1079, cherichiedono una certa fondatezza. Questo filtro è richiesto perchè si voglionoevitare azioni vessatorie, di iattanza sul convenuto.Vediamo ora come la corte di cassazione nel 93 ha risposto al datore di lavoroche chiede al giudice di accertare i presupposti del suo potere. Nellamotivazione della sentenza troviamo le parole del manuale. La corte affrontaquesti punti:le situazioni soggettive meritano ogni forma di tutela possibile che non- deve essere espressamente riconosciuta tranne nel caso della sentenzacostitutiva.Il nostro sistema non fissa le possibilità della sentenza di accertamento- ma le ritiene comunque implicite.Quello che deve essere escluso è l'accertamento relativo a fatti o norme.- Devo chiedere che accerti l'esistenza del dirittoDeve sussistere un interesse ad agire che consiste nella "esigenza di- ottenere un risultato utile, giuridicamente apprezzabile, non conseguibilesenzaIl testo fornito è stato formattato utilizzando i seguenti tag HTML:
“l’intervento del giudice”
La corte statuisce che il datore di lavoro ha interesse ad agire perché senza l’intervento del giudice costringo il datore di lavoro a scontrare il rischio della perdita della causa. Se invece fa accertare i presupposti prima, il datore di lavoro eviterà il rischio della reintegra.
22 ottobre ‘20
Onere della prova nelle azioni di accertamento negative
È un tema molto frequente che incontreremo ogni volta che chi agisce, agisce “al contrario”: non agisce per fare affermare l’esistenza di un credito ma per farne affermare l’inesistenza. Le ragioni per cui questo può accadere possono essere le più varie. La circostanza che le parti siano rovesciate non può avere incidenza sull’onere della prova. L’onere della prova, articolo 2697 c.c., rimane distribuito nello stesso modo in cui sarebbe distribuito se l’attore fosse colui che agisce per affermare il diritto e il
convenuto colui che si difende. Quindi, l'attore nell'azione di accertamento negativo è nella sostanza un convenuto e il convenuto è un attore: le parti sono rovesciate. Quindi il convenuto dovrebbe dimostrare l'esistenza del fatto costitutivo mentre l'attore dovrebbe dimostrare l'inesistenza del fatto costitutivo o il ricorrere di un fatto modificativo, impeditivo o estintivo. Questa distribuzione dell'onere della prova si può complicare nel momento in cui il diritto, di cui si sta cercando di affermare l'inesistenza, può dipendere da più fatti costitutivi (quando parlavamo dei diritti autodeterminati abbiamo detto che la proprietà può discendere da più fatti costitutivi). Se chi agisce, agisce per affermare l'inesistenza di un diritto, sarebbe troppo facile consentirgli di dimostrare l'inesistenza di un qualsiasi fatto costitutivo; visto che ci sono fatti concorrenti, se gli fosse concesso,Potrebbe semplicemente scegliere quello che preferisce. Il correttivo è chiedere che l'attore dimostri l'inesistenza di quel fatto costitutivo sul quale si è affermato il vanto del convenuto.
Questa è la ricostruzione dell'onere della prova nelle azioni di accertamento negative.
Così abbiamo concluso il tema delle azioni di mero accertamento.
SENTENZE COSTITUTIVE
Sappiamo che le sentenze costitutive corrispondono a uno schema di produzione degli effetti sostanziali: norma- fatto-potere-accertamento giudiziale- effetto. È lo schema che analizziamo dopo aver analizzato:
Norma- fatto-effetto: caso della eccezione in senso lato
Norma-fatto-potere-effetto: caso della eccezione in senso stretto
Le sentenze costitutive sono di due tipi: sentenze costitutive non necessarie