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Il primo contatto che l’operatore ha con l’utente immigrato e il colloqui, l’intero processo di
conoscenza potrebbe essere falsato dalla discrepanza tra l’identità che l’operatore attribuisce
all’utente e ciò che invece egli e veramente.
Johan Galtung e la violenza culturale
Secondo tale autore il conflitto e una caratteristica di un sistema dinamico quando vengono
perseguiti due o piu valori incompatibili o reciprocamente escussivi. Un conflitto e frustante
perché significa che ci sono impedimenti personali e sociali alla realizzazione di un valore .
come e possibile ridurre a integrare i proprio valori con quelli di coloro che sentiamo come
assolutamente lontani da noi? Galtung ritiene che si possa parlare di integrazione solo nel
caso in cui essa non produce un gruppo di attori sociali, ma un gruppo che sa agire un nuovo
attore sociale. L’integrazione e completa solo quando da piu soggetti si forma un soggetto
nuovo che può agire con i proprio obbiettivi e modalità . ma per costituire un nuovo attore i
soggetti originari devono possedere le capacita necessarie per tessere nuove relazioni e per
ascoltare e osservare il processo di sviluppo del percorso di integrazione . inoltre
l’integrazione dovrebbe essere vista come un processo che coinvolge non solo gli attori
originari ma anche il loro contesto. L’autore individua due tipi di integrazione che tra di loro
possono anche essere compresenti e interrelate. Possiamo avere un integrazione geografica,
che si verifichi facilmente quando i soggetti sono obbligati a condividere lo stesso spazio
fisico, vi e poi un’ integrazione funzionale o sociale, in cui assumono una rilevanza maggiore
le concrete relazioni di interazione e interdipendenza grazi e alle quali gli attori scambiano
qualcosa, e le relazioni astratte in cui non occorre scambiare nulla. Alla base di una reale
integrazione vi sono tre elementi fondamentali: il territorio, l’interdipendenza e la similarità.
L’interdipendenza fa direttamente riferimento all’interazione tra gli attori e la loro
interconnessione, mentre la similarità uno essere ricondotta allo status sociale o ai valori.
Potremmo dire che vi e similarità tra soggetti che appartengono alla stessa categoria sociale o
che condividono i medesimi valori.
La possibilità di generare interdipendenza tra i diversi attori sociali porta alla possibilità di
costruire una struttura organizzativa funzionale, mentre la similarità può facilitare la
costituzione di strutture associative.
Il processo di integrazione implica la possibilità di un conflitto tra gli attori, che possono
trovarsi a non condividere i principi di base sui quali dovrebbe costituirsi il nuovo attore
sociale, e qui che possono subentrare l’aggressione e la violenza ni confronti di colui e coloro
che vengono individuati come il nemico. Tali contraddizioni possono portare alla frustrazione
delle parti e all’aggressione. L’aggressione può rivolgersi all’interno, attraverso atteggiamenti
di ostilità e all’esterno, con comportamenti di violenza verbale e fisica. Galtung ha riassunto
questo modello in un triangolo che reca ai vertici i tre elementi caratterizzanti lo sviluppo di
un conflitto.
Comp
Atte contraddizione
Secondo l’autore le modalità violente di risoluzione dei conflitti sembrano essere piu a portata
di mano e piu naturali di quelle non violente che invece necessitano di un addestramento
continuo. Vi sono tre tipi di violenza: quella diretta, quella strutture, e quella culturale.
- La violenza diretta può esprimersi attraverso canali fisici verbali e non solo
- Quella strutturale si traduce in rapporti di sfruttavano e marginalizzazione
- Quella culturale si caratterizza per la sua permanenza e pervasività, e si manifesta in
un esercizio del dominio sulla collettività.
Esistono pero modi e strategie per trasformare le situazioni di conflitto e portare a
compimento percorsi di integrazione attraverso tre nodi da sviluppare:
- La creazione di relazioni di interdipendenza
- Il rafforzamento di relazioni primarie e di fiducia
- Creazione di un’autorità che regoli i rapporti tra gli attori sociali.
La valenza trasformativa dei conflitti culturali:
Simmel Goffman e Galtung sono accumunati dall’idea che il concetto di relazione sia
strettamente legato a quello di trasformazione.
- Per Simmel lo scambio tra gli attori sociali genera necessariamente e un cambiamento
sia nella relazione che negli attori coinvolti
- Goffman evidenzia la necessita che un soggetto ha di modificare l’ambiente e
modificarsi lui stesso, adattandosi al proprio interlocutore e la contesto di riferimento
- Per Galtung la trasformazione significa darsi la possibilità di essere creativi nella
gestione ed esplorazione dei conflitti.
Leggere il conflitto come luogo del cambiamento aiuta ad acquisire una visione dinamica e
processuale dell’integrazione a pensare la relazione interculturale non come l’incontro tra
culture differenti ma tra persone. Bisogna dare attenzione alla persona al di la della sua
culture, per riuscirci bisogna avere un atteggiamento di buona disposizione di base verso se
stessi e verso l’altro, importante e riconoscere l’altro tale processo permette di imparare l’uno
dall’altre modificandosi insieme.
Cercare un punto di equilibrio tra due posizioni, ascoltare e osservare i comportamenti e
pensare che il nostro interlocutore sia una persona competente sono i primi passi per
costruire relazioni di aiuti a di cura basate sulla fiducia reciproca.
L’approccio olistico di Carl Roger parte dal presupposto che il cliente possieda in se la risposta
alle proprie domande e la soluzione ai proprio problemi. Il compito del professionista e quello
di facilitare questo percorso di autoconsapevolezza e modificazione interiore, sempre
supportando ma mai sostituendosi al cliente-paziente.
Non e possibile parlare di integrazione se non si presuppone la disponibilità ala cambiamento.
E necessario dunque che le persone impegnate nel processo di cambiamento non vivano
come incompatibili loro diversi modi di essere ma riconoscono in questi un senso del loro
essere tra due modi, scegliendo cosa conservare delle loro precedenti identità e cosa
modificare. Permettiamoci dunque di proiettarci nel futuro, di crescere in modo creativo
cercando di cogliere le ricchezze che i nostri vicini di casa ci offrono.
Nella ricerca sociale e nelle relazioni d aiuto e di cura viene attribuito all’osservatore un ruolo
esplorativo, di ulteriore analisi e approfondimento dei nessi e delle connessioni tra elementi ,
dati e intuizioni. Un utilizzo sistematico e costante dell’osservazione permette di cogliere i
segni dell’integrazione e della frammentazione di un gruppo, gli elementi salienti della storia
delle dinamiche conflittuali, le questioni direttamente connesse all’identità e alla riproduzione
sociale,.
Fattori soggettivi dell’integrazione:
se si parte dal presupposto che l’utente che si avvicina ad un servizio stia vivendo una
situazione di disagio, e fondamentale che gli operatorio dei servizi favoriscono la relazione di
aiuto e di cura, possedendo una formazione specifica sulle problematiche connesse alla
condizione del migrante. E importante anche per gli operatori una costante supervisione per
conoscere meglio o l’utente. Il soggetto migrante specialmente colui che e costretto ad
allontanarsi dal proprio paese di origine, può essere soggette ad uno shock. Molte volte gli
operatori sociali hanno elle esperienze filtrate dai media o dall’opinione pubblica senza avere
esperienza diretta nel campo, in tal modo si possono inconsapevolmente creare forme
discriminatorie nei loro confronti. L’ambiente in cui viviamo influenza il nostro modo di agire.
In tal modo attivare percorsi di conoscenza e consapevolezza di se e degli altri riduce
occasioni di squalifica e di allontanamento favorendo la fiducia reciproca.
I pregiudizi lasciano un segno evidente nelle relazioni sociali, possono impedire la
comunicazione, deformare la percezione della relata e alzare muri difficili da abbattere. E
importante avere l’opportunità di apprendere delle esperienze della vita nell’incontro con
l’altro in modo da capire bene come comportarsi . gli studenti che hanno dei contatti diretti
con gli stranieri dimostrano avere una maggiore attitudine e nell’istaurare relazioni funzionali
con loro.
E stato sottolineato anche come in Italia esiste un processo di integrazione nel piccolo, i
percorsi di inclusione sono efficaci in contesti territoriali in cui le relazioni sono piu familiari e
ravvicinate.
Multiculturalismo: armonia o conflitto?
Spesso il concetto di conflitto si sovrappone spesso con quello di guerra e quello di violenza, e
ciò che induce a pensare che la condizione per vivere in maniera tranquilla sia quella di
negare, allontanare e rimuovere qualunque tipo di relazione conflittuale. Ci si illude che per
vivere serenamene basti prendere atto che i popoli e le persone sono differenti.
Secondo Donati la politica pubblica del multiculturalismo tende a negare la diversità
proiettando la relazione sociale su un terrazzo neutro che non promuove percorsi di
conoscenza giudicante, questo tipo di multiculturalismo non conduce ad un apprendimento
reciproco alimentato dal rispetto e dall’interesse per l’altro, ma piuttosto a dinamiche di
riconoscimento che hanno origine esclusivamente da rapporti di forza.
Esseri consapevoli della proprietà polemologica del processo di integrazione sociale permette
di far emergere il conflitto piuttosto che negarlo. Potrebbe essere questo uno dei passaggi
fondamentali per la comprensione e il riconoscimento della complessità e della problematicità
del incontro con l’altro. Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma
nell’avere nuovi occhi( Proust).
Ogni viaggio indica il passaggio da un mondo conosciuto a un modo sconosciuto , dal
momento in cui giunge nel paese ospite l’immigrato e obbligato a mettere in discussione,
esperienze, conoscenze e relazioni precedenti. Il disorientamento nei confronti di luoghi e
persone caratterizza il primo periodo in cui si arriva in un territorio sconosciuto. Ad Ipazia una
delle citta invisibili di italo calvino, tutto sorprende il viaggiatore che si trova spiazzato in ogni
momento del suo passaggio, fin a quando non apprende le parole di un filosofo bambino, e
solo allora si rese conto che per comprendere realmente il nuovo contesto deve liberarsi
dall’immagine che ha del suo paese.
Ai confini del Welfare:
in queste pagine si tenterà di esplorare il punto di vista degli operatori. L’ampliamento e la
differenziazione del target di riferimento dei servizi conseguente ai fenomeno migratori
richiede loro una capacita di adattamento su diversi fro