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Formulazione della domanda e soggetti a cui rivolgersi per aiuto

Una volta percepito il disagio, si arriva alla formulazione della domanda. Di solito, le risposte richiedono tempi lunghi. I possibili soggetti a cui può essere rivolta la domanda di aiuto sono: il mondo del soggetto interno (amici, famiglia), i servizi pubblici o privati, il mercato, i sistemi di solidarietà (volontariato).

Le motivazioni che spingono a rivolgersi all'uno o all'altro soggetto dipendono dal tipo e dalla gravità del problema, dall'appartenenza sociale del soggetto, dalla fiducia riposta in un sistema o nell'altro e anche dalla disponibilità economica e a spendere. Per alcuni tipi di problemi, vi sono dei percorsi forzati. Ci si può rivolgere a determinati servizi perché non se ne conoscono altri. In una società come la nostra, è importante l'informazione e la pubblicità per far conoscere l'offerta di risposte. Non è raro nel lavoro dell'assistente.

risposta sia in grado di fornire una soluzione adeguata. Inoltre, è fondamentale che l'assistente sociale mantenga una comunicazione aperta e empatica con il soggetto, in modo da comprendere appieno le sue esigenze e offrire un supporto adeguato. Un altro aspetto da considerare è che spesso le persone si rivolgono ai servizi pubblici come ultima risorsa, poiché si ritiene che essi siano meno efficienti rispetto a quelli privati. Tuttavia, è importante sottolineare che i servizi pubblici hanno il compito di garantire l'accesso ai diritti e alle risorse a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro condizione economica o sociale. Per ottenere una risposta efficace, è necessario che le persone esprimano chiaramente i loro bisogni. Tuttavia, non sempre ciò che viene richiesto corrisponde al reale bisogno. Pertanto, è compito dell'assistente sociale ipotizzare e individuare i bisogni nascosti o non espressi, al fine di fornire un supporto adeguato. In conclusione, l'assistente sociale deve essere attento a non ipotizzare la presenza di bisogni che in realtà non esistono, ma allo stesso tempo deve essere in grado di individuare e comprendere i bisogni nascosti o non espressi. È fondamentale che il sistema di risposta riconosca il soggetto come portatore di bisogno e sia in grado di fornire una soluzione adeguata.

risposta

induca fiducia nel richiedente.

Esistono vari tipi di domande:

  • DOMANDA TECNICA: quella che viene rivolta individualmente ai servizi e che mira all'ottenimento di risposte da parte dell'istituzione;
  • DOMANDA SOCIALE: elaborata da aggregati di popolazione che pressati dal disagio comune prendono coscienza del loro malessere, lo socializzano ed elaborano richieste;
  • DOMANDA POLITICA: viene formulata da particolari soggetti che sono a diretto contatto con il governo degli apparati di risposta e che hanno potere e strumenti per interpretare il disagio collettivo. Ne fanno parte politici, sindacali, partiti, amministratori ed enti.

CAPITOLO 3: La nascita e il primo affermarsi del servizio sociale italiano.

Le enormi distruzioni della seconda guerra mondiale, materiali e morali, portarono molti problemi sociali, ma c'era anche la speranza di ricostruire una società libera e democratica. Si avvertì quindi l'esigenza di formare dei professionisti del sociale che fossero

A servizio dei bisognosi e che riconoscessero ad essi il diritto ad emanciparsi in ogni ambito della loro vita e allo Stato il dovere di intervenire. Nel 1945 quindi furono aperte le prime 5 scuole di servizio sociale. Lo stato e le istituzioni pubbliche ignorarono per molto tempo queste scuole che infatti erano finanziate enti privati o da enti istituiti proprio a questo scopo (come l'ENSISS e cioè l'ente nazionale scuole italiane di servizio sociale). A causa di ciò tra le diverse scuole c'erano molte diversità di tipo ideologico che però vennero appianate nel convegno di Tremezzo che istituì un profilo abbastanza omogeneo del professionista e con l'appoggio prima dell'UNRA e poi dell'AAI (amministrazione aiuti internazionali) si omogeneizzarono i programmi delle scuole secondo il modello statunitenze. Le scuole erano teorico-pratiche (c'era anche il tirocinio), i docenti erano professori universitari, liberi professionisti.

e monitori (tutor) ed erano frequentate per lo più da donne in possesso del diploma di scuola superiore e con forte motivazione al lavoro sociale. Uno dei primi settori in cui i nuovi assistenti sociali vennero impiegati (sin dal 1947) fu quella della devianza minorile; ai ragazzi veniva assegnato un recupero sociale da effettuare in libertà al posto del carcere, del riformatorio e delle case di rieducazione. Per quanto riguarda i provvedimenti in campo sociale offerti ai cittadini, esistevano in questo periodo 3 sistemi istituzionali: - IL SISTEMA PREVIDENZIALE: in un primo momento furono istituite le assicurazioni per gli infortuni sul lavoro, poi si estese la copertura a diversi problemi dei lavoratori e a varie categorie di destinatari. In seguito invece che diventare universale, il sistema previdenziale venne affidato a diversi enti parastatali (INPS, INAIL, casse mutue) che introducevano sempre nuove categorie, ma nulla più. In questo modo rimanevano fuori ad esempiocasalinghe, disabili ecc.

IL SISTEMA SANITARIO: era un sistema misto pubblico-privato. Generalmente era gestito da ospedali, ministeri, province, comuni, istituti e vari enti statali e parastatali. I problemi erano molti come la dispersione dell'intervento tra vari enti, molte spese per l'inefficacia degli interventi, la mancanza di una legislazione chiara e il disorientamento dei cittadini di fronte all'intreccio tra pubblico e privato.

IL SISTEMA ASSISTENZIALE: è in questa area che gli assistenti trovarono impiego dagli anni '50. In questo ogni ente era preposto a una data categoria di persone che ricevevano aiuto solo se in possesso di determinate caratteristiche giuridico-formali che dovevano ogni volta essere dimostrate. Nel sistema previdenzioale il personale era spesso composto da impiegati amministrativi, era del tutto assente la preparazione tecnica e sociale; in quello sanitario troviamo medici, infermieri, ostetriche; nell'assistenziale operava una gran

quantità di personale religioso che gestiva strutture per minori, anziani, disabili, ma non avevano preparazione psicologica e sociale. In Italia non erano ancora approdate le scienze sociali che invece si stavano sviluppando all'estero fin dalla seconda metà dell'800. Il mondo italiano era poco sensibile verso lo sviluppo delle scienze riguardanti l'uomo e la società e il risultato era la stigmatizzazione delle persone in stato di bisogno, la creazione di cittadini di serie b, l'emarginazione dei più deboli ecc.

Negli anni '50 aumentarono le scuole di servizio sociale che vanno incontro a una maggiore professionalizzazione. Il corso viene portato a 3 anni, gli studenti vengono dotati di strumenti tecnico-metodologici provenienti dagli Stati Uniti e insegnati attraverso seminari dell'AAI:

  • group work (servizio sociale di gruppo);
  • case work (servizio sociale individuale);
  • community group (servizio sociale di comunità).

Esse erano nuove

materie di insegnamento accanto a quelle di base.I primi assistenti sociali furono assunti regolarmente tramite concorso nei vari enti assistenziali ecominciarono ad usare strumenti tipici della professione (colloquio,visita domiciliare ecc.).

CAPITOLO 4: Evoluzione del servizio sociale negli anni sessanta e settanta.

Il miracolo economico continuò la sua influenza anche negli anni '70 causando emigrazioni dalle campagnee dal sud.Furono promesse molte riforme,ma le uniche attuate seppur in modo parziale furono:

  • la nazionalizzazione dell'energia elettrica (ENEL,anche se in effetti l'ex monopolio mantenne moltopotere);
  • l'istituzione della scuola obbligatoria fino a 14 anni (le università e le scuole superiori non furono toccate).

Rimase immutato il sistema previdenziale-sanitario-assistenziale,ma con alcune aggiunte:

  • l'istituzione dei centri medico-psicopedagogici di competenza delle Province (in cui per la prima volta sifaceva lavoro
interlocutori validi nelle trattative sindacali e per ottenere migliori condizioni lavorative. Durante gli anni '70, si assistette anche alla nascita di nuove figure professionali nel campo dell'assistenza sociale, come ad esempio gli educatori professionali e gli operatori socio-sanitari. Questo ampliamento delle competenze professionali fu necessario per far fronte alle sempre più complesse esigenze della popolazione. Negli anni '80, con l'avvento della crisi economica, l'assistenza sociale subì una serie di tagli e riduzioni di fondi. Ciò comportò una riduzione dei servizi offerti e un aumento delle disuguaglianze sociali. Tuttavia, nonostante le difficoltà, gli assistenti sociali continuarono a svolgere un ruolo fondamentale nel supporto e nell'accompagnamento delle persone in situazioni di disagio. Oggi, l'assistenza sociale è ancora una professione molto importante e necessaria per la società. Gli assistenti sociali lavorano in diverse realtà, come ad esempio i servizi sociali comunali, gli ospedali, le scuole e le associazioni di volontariato. Il loro obiettivo principale è quello di promuovere il benessere e la giustizia sociale, fornendo sostegno e risorse alle persone che ne hanno bisogno.lavoratori come gli altri. In questo periodo nacquero anche le prime riviste di servizio sociale. Il periodo 1968-70 viene comunemente chiamato "il sessantotto"; in questo i governi avevano fallito a rispondere alle esigenze di un'Italia in cambiamento e quindi il popolo, per reazione, diede il via a un periodo di forte fermento sociale che si diffuse dalle università e dalle scuole nelle fabbriche e poi in tutta la società. I punti principali erano le critiche all'individualismo e al consumismo. Il sistema assistenziale viene visto solo come un grosso contenitore delle inadempienze dello Stato e vengono criticati i grossi istituti chiusi (manicomi, case di riposo). A causa di tutto questo, lo stato emanò alcune riforme: - nel 1967 l'adozione speciale (con cui si diventa figli legittimi dei genitori adottivi); - nel 1968 la trasformazione degli ospedali da IPAB in enti pubblici per una maggiore trasparenza; - nel 1969 l'indicizzazione delle pensioni al

costo della vita e la pensione sociola per gli ultra-65 senzareddito;-nel 1970 la legge sul divorzio;-viene approvato lo statuto dei lavoratori.La contestazione arrivò anche nel mondo del servizio sociale dove contribuì alla chiusura di alcune scuole einfluenzò i programmi di altre. Si sgretolò l'ASISS e ogni scuola finì per concentrarsi sui problemi del proprioterritorio. Cominciarono ad essere criticati i tre "metodi work" preferendo impostare l'insegnamento inmaniera unitaria affermando che il servizio sociale si qualifica per un metodo che di volta in volta si avvaledelle tecniche più adeguate;si adottarono modalità di lavoro di gruppo;si abolirono i corsi di eticaprofessionale;si favorì il tirocinio di "animazione politica del territorio";si trasformarono i ruoli del monitoree del supervisore.La maggior consapevolezza contribuì a chiarire la portata politica del disegno che vedeva

Abbattutti i 40000 enti e data centralità al comune. Negli anni '70 emergono nuovi problemi sociali come: l'invecchiamento della popolazione (per le migliori condizioni igieniche e sanitarie).

Dettagli
Publisher
A.A. 2010-2011
13 pagine
30 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher vipviper di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di PRINCIPI E FONDAMENTI DEL SERVIZIO SOCIALE e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Macerata o del prof Manca Anna.