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OQ OP
!
L’angolo tra e dipende
!
dall’angolo tra l’asse ottico e la
normale alla superficie; nullo se:
! = 0 asse ottico parallelo alla
• normale
!
! = asse ottico ortogonale alla
• !
normale
il valore massimo dell’angolo si ha invece
4°
per la calcite ed è circa .
Questo tipo di onde segue la formula:
! !
1 cos (! + !) sin (! + !)
= +
! ! !
! ! !
! ! !
! velocità di raggio (velocità con cui si
!
sposta il fronte d’onda)
t=0 SO
Nell’istante il raggio raggiunge la
t’ S’O’
superficie, nell’istante il raggio
M
raggiunge e i due fronti d’onda
(ordinario e straordinario) hanno
OP OQ
compiuto i cammini e , diversi
perché le onde sono diverse.
Incidenza Dato che il raggio ordinario segue la
obliqua nel OP
legge di Snell, la direzione di la si può
piano disegnare subito tracciando la
formato dalla M
perpendicolare che va da al raggio
normale e P
ordinario; avendo è facile disegnare la
dall’asse circonferenza e anche l’ellisse dell’onda
ottico Q
straordinaria che le sta intorno. Il punto
M
sarà poi la tangente che da congiunge
l’ellisse (così si trova anche la direzione
straordinaria).
Nella figura si vedono anche le direzioni
D E
del campi e .
Si cerca la direzione dei raggi ordinario e
straordinario come descritto nei casi
Asse ottico prima ma, in questo caso, il raggio
non ordinario continua a seguire le leggi
contenuto classiche mentre il raggio straordinario
nel piano di ha fronte d’onda e direzione di
incidenza propagazione che non stanno sul piano di
incidenza.
Asse ottico ortogonale alla superficie del cristallo
In questo caso l’onda ordinaria e l’onda
straordinaria si propagano con la stessa
direzione e con la stessa velocità e, una
volta superata la superficie, si
ricompongono in un’onda come quella
Incidenza incidente.
normale Possiamo dire che la direzione
dell’asse ottico è l’unica lungo cui
non si ha birifrangenza!
Guardare sopra il caso “Incidenza obliqua
Incidenza nel piano formato dalla normale e
obliqua dall’asse ottico”
Asse ottico parallelo alla superficie
La normale e l’asse ottico formano un piano ortogonale alla superficie che
prende il nome di sezione principale.
I raggi hanno la stessa direzione ma si
propagano con velocità diverse, inoltre:
l’onda ordinaria è polarizzata
•
Incidenza ortogonalmente all’asse ottico
normale l’onda straordinaria parallelamente.
• E D
I campi e sono paralleli.
Piano di guardare sopra il caso “Incidenza obliqua
incidenza nel piano formato dalla normale e
parallelo alla dall’asse ottico”
sezione
principale Le sezioni delle onde sono due
1/! 1/!
Piano di circonferenze di raggi e ; per
! !
incidenza raggio ordinario e straordinario valgono
ortogonale le stesse regole. I fronti d’onda sono piani
alla sezione ortogonali alla direzione di propagazione
principale e le polarizzazioni sono le stesse del caso
“Incidenza normale”
Piano di “Asse ottico non
incidenza ad E’ lo stesso caso di
contenuto nel piano di incidenza”
angolo con il
qualsiasi con raggio straordinario che esce dal piano di
la sezione incidenza.
principale
Prisma di Nicol Il Prisma di Nicol è formato da due lastre di
calcite tagliate e incollate tra loro con una
resina chiamata “balsamo del Canada” che
ha un indice di rifrazione medio tra quelli
n=1,55
delle lastre, ovvero . 45°
L’asse ottico in questo caso sta nel piano di incidenza e forma un angolo di
con la faccia del prisma.
Cosa succede quando un raggio non polarizzato incontra il Prisma? Esso si
divide nei due raggi (ordinario e straordinario) che provano ad attraversarlo:
il raggio ordinario deve passare da un mezzo più rifrangente ad uno
• meno rifrangente e quindi viene totalmente riflesso
il raggio straordinario, che pasa invece da un mezzo meno rifrangente a
• più rifrangente, non subisce riflessione totale e quindi esce dal Prisma
con direzione parallela a quella incidente (senza subire quasi
assorbimento). L’onda che esce dal Prisma è quindi un’onda
polarizzata rettilinearmente ed esso prende il nome di
polarizzatore. Trascurando le riflessioni, l’intensità
trasmessa dal polarizzatore è metà di quella incidente.
Cristalli dicroici Consideriamo ora una lamina monoassica tagliata
parallelamente all’asse ottico e un’onda piana non
polarizzata che incide normalmente ad una faccia della
lastra.
Nella lamina si formano così le due onde:
l’ordinaria polarizzata ortogonalmente all’asse
• la straordinaria parallelamente
•
ed entrambe si propagano nella stessa direzione, quella
dell’onda incidente di partenza, ma con velocità diverse; ed entrambe portano
metà energia.
Anche se nella maggior parte dei cristalli monoassici non si ha grande
assorbimento, ci sono invece dei cristalli in cui le due onde hanno
assorbimento diverso e, addirittura, in alcuni casi un’onda viene
completamente assorbita e a passare è solo l’altra; questo fenomeno è detto
dicroismo e i cristalli che lo permettono prendono il nome di cristalli
dicroici.
Quello che chiamiamo comunemente polaroid non è altro che un cristallo
dicroico che assorbe quasi completamente l’onda straordinaria.
Possiamo dire quindi che una lamina dicroica è un dispositivo in grado di
fornire all’uscita un’onda polarizzata rettilinearmente lungo una direzione che
viene chiamata asse ottico della lamina (che non per forza coincide con
l’asse ottico!)… o meglio, una lamina dicroica è un polarizzatore.
L’onda che passa attraverso il polarizzatore è quella avente campo
• elettrico parallelo all’asse ottico del polarizzatore
mentre quella con il campo elettrico ortogonale viene completamente
• assorbita. !
! = ! cos ! Legge di Malus
! !
L’intensità in uscita dipende dall’angolo tra l’asse ottico del
polarizzatore e la direzione di polarizzazione.
Intensità nulla se gli assi ottici sono paralleli!
Intensità per i vari tipi di polarizzazione: ! !
! = ! cos ! + ! sin !
ellittica !"#$%& ! !
!
! =
circolare !"#$%& 2 costante
!
! = ! cos (! − !)
rettilinea !"#$%& ! angolo dell’onda rettilinea
!
! =
luce ordinaria !"#$%& 2 costante
Lamine di ritardo Supponiamo di prendere una lamina
monoassica tagliata in maniera
perpendicolare all’asse ottico con
n n
indici di rifrazione e e un’onda
o s
piana polarizzata rettilinearmente
(come quella uscente, ad esempio,
da un polarizzatore) si propaga
incidendo normalmente su di essa.
L’onda incidente si può scrivere:
! = ! !"#$cos !" − !" ! = ! !"#$cos(!" − !") !
con angolo del campo con
! ! ! ! l’asse ottico
Dopo la lamina l’onda diventa:
! = ! = ! !"#$cos !" + ! ! − !" ! = ! = ! !"#$cos(!" + ! ! − !")
!"#$%# ! ! ! !"# ! ! !
! !
Dato che e , che sono il numero di onde ordinarie e straordinarie, può
! !
essere diverso, le componenti dell’onda uscente non sono in fase bensì sfasate
!!
!" = ! − ! ! = ! − ! !
di ! ! ! !
!
nei cristalli positivi l’onda straordinaria è in anticipo
• nei cristalli negativi l’onda straordinaria è in ritardo.
•
Lamina quarto d’onda
Prendono il nome di lamine a quarto d’onda quelle lamine che hanno
!/2.
sfasamento multiplo intero dispari di
! = ! !"#$cos !" + ! ! − !" ! = ! !"#$sin(!" + ! ! − !")
L’onda uscente è: ! ! ! ! ! !
che è un’onda polarizzata ellitticamente con gli assi paralleli agli assi coordinati
y z
e . !/4:
Con una lamina quarto d’onda
polarizzazione rettilinea => polarizzazione circolare
• polarizzazione circolare => polarizzazione rettilinea.
•
Lamina mezz’onda Prendono il nome di lamine a mezz’onda quelle lamine
!.
che hanno sfasamento multiplo dispari di
L’onda uscente è:
! = ! !"#$cos(!" + ! ! − !") ! = −! !"#$cos(!" + ! ! − !")
! ! ! ! ! !
quindi, in realtà, l’onda uscente è semplicemente ruotata
90°
! = 45°
rispetto a quella entrante se la rotazione è .
à
In caso di polarizzazione ellittica o circolare viene invertito
solo il verso di rotazione.
Se lo sfasamento è pari la lamina non serve!
Possiamo concludere le lamine di ritardo dicendo che esse non cambiano
l’intensità trasportata in quanto l’assorbimento è praticamente trascurabile,
l’unica cosa che fanno è cambiare la polarizzazione (quarto d’onda) o cambiare
l’angolo dell’onda (mezz’onda). Questo è vero a patto che l’onda entrante sia
già polarizzata, su un’onda entrante non polarizzata la lamina non ha nessun
effetto!
Birifrangenza elettrica, magnetica e meccanica
Quasi tutte le sostanze trasparenti isotrope diventano birifrangenti
• quando sono sottoposte ad un campo elettrico, cioè si comportano come
un cristallo monoassico con l’asse ottico parallelo al campo elettrico.
!
! − ! = !"!
Questo fenomeno è detto effetto Kerr e segue la legge: ! !
K
con costante che dipende dalla temperatura. interruttore
Questo tipo di birifrangenza elettrica crea un
o rapido luminoso
.
Altre sostanze hanno una dipendenza lineare dal campo elettrico, si
o modulare o
parla di effetto Pockels e lo si sfrutta per
interrompere fasci luminosi .
Alcuni liquidi, invece, presentano una birifrangenza magnetica che
• !
! − ! = !"!
prende il nome di effetto Cotton-Mouton: .
! !
Infine ci sono materiali isotropi (come il vetro e il plexiglas) che
• diventano birifrangenti se sottoposti a sollecitazioni meccaniche; in
! − !
questo caso la differenza tra gli indici di rifrazione è proporzionale
! !
alla pressione.
CAPITOLO 15 - Interferenza
Come abbiamo già detto nei capitoli precedenti, per pi&ugr