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A
sinistra sa
n Giovanni
evangelista è raffigurato come un vecchio
barbuto, che solleva il Vangelo e volta la
testa verso l'esterno (in direzione
dell'altare della chiesa), come a trovare
l'illuminazione divina per le sue parole,
una posa che il pittore usò anche
nella Pala Pucci. Michele Arcangelo, a
sinistra, solleva il braccio destro col
quale impugna la spada e con la sinistra
tiene la tipica bilancia con cui soppeserà
le anime il giorno del Giudizio. La gamba
destra è sollevata per schiacciare il
demonio, in questo caso un innocuo
putto che solo per le ali uncinate e le
orecchie d'asino è riconoscibilwe come
tale. Il bizzarro diavoletto, con
espressione stralunata, allunga un
braccio per afferrare una delle coppe
della bilancia e rovesciarla, mostrandone
il lato esterno. Sulla schiena ha una ferita
fresca, inflitta dall'arcangelo.
La caratteristica Leonardesca è visibile nella
posa di Michele simile alla Leda di Leonardo.
Di ritorno a Firenze Rosso era stato a Roma
doveva aeva studiato i cartoni di Raffaello e di
Michelangelo.
Realizzerà la prima pala menieristica proprio
perche la maniera moderna si basava su
l'adattamento delle figure di Raffaello e
Michelangelo.
Per quanto riguarda Pontormo è possibile
rintracciare l'influenza non più di Michelangelo
ma di raffaello nella ritrattistica con l'aggiunta di
un elemento di orificeria in tutti i suoi ritratti.
Dei ritratti di Pontormo menzioniamo :
Ritratto di
Cosimo il
Vecchio
Olio su
tavola
Cosimo
de' Medici
è ritratto
di profilo,
ispirandosi all'unico ritratto esistente,
la medaglia quattrocentesca di anonimo
artista fiorentino. Il busto è ruotato verso
lo spettatore ed è allungato, stretto nella
spazialità assottigliata tra il sedile (dove è
riportato il nome
dell'effigiato, COS[I]M[U]S MED/ICES
P[ATER] P[ATRIAE] P[ARENS]) e il primo
piano. Indossa la berretta di pesante lana
rossa e un abito dello stesso materiale,
dall'accentuata volumetria e con il
trattamento nordico delle pieghe, accese
di bagliori e riflessi vellutati. Le mani
sono espressivamente strette l'una
all'altra.
A sinistra si trova una rappresentazione
allegorica: il ramo spezzato d'alloro,
pianta spesso usata come simbolo della
dinastia medicea sin da quando fu portata
agli splendori da Lorenzo il
Magnifico/Laurentius/Laurus, allude
all'estinzione dei filone principale della
casata, ma un nuovo virgulto allude alla
vitalità e al rinnovamento della stirpe. Un
cartiglio è complicatamente arrotolato sul
ramo e vi si legge un brano
dall'Eneide (VI, 143): UNO AVULSO NON
DEFICIT, a ribadire come un ramo
spezzato non indebolisca l'altro.
La ritrattisica di Pontormo diventrà quella
ufficiale ovvero i ritratti di stato.
Nello stesso periodo della ritrattistica Pontormo
partecipa con Del Sarto alla decorazione
dell'anticamera di Benintenti componendo:
Olio su tavola
Il corteo dei Magi si dispiega lungo il
dipinto con un andamento curvilineo, che
giunge fino al primo piano e ha il culmine
nel gruppo a destra, posto su un piano
rialzato e isolato da un parapetto, con la
Madonna che si alza per avvicinare il
figlio al primo dei Magi prostrato a terra in
adorazione, mentre Giuseppe si trova
nell'angolo, riconoscibile per l'aureola e il
bastone, seduto tra un gruppo di pastori.
Singolare è la presenza
di sant'Anna dietro Maria
La deformazione fisica di alcuni
personaggi, la foggia delle vesti, i
panneggi ampi e ad effetto bagnato,
nonché l'atmosfera convulsa della scena
sono tutti elementi che certificano
l'ispirazione nordica dell'opera, legata alla
circolazione di incisioni (diLuca da Leida,
di Dürer...)
Nonchè all'adorazione dei magi di Leonardo
incompiuta.
Dopo il ritratto di cosimo e l'adorazione
Pontormo fu selezionato da Ottaviano de medici
per la decorazione della villa di Caiano . In vista
dell'ottenimento della Commissione Pontormo
inviò a Leone X delle bozze delle dule lunette.La
prima fu realizzata , la seconda non fu realizzata
poiche disgraziatamente il papa morì in quel
periodo.
affresco
I panni delle due divinità sono villani, per
esaltare la realtà camprestre i putti gioiosi
conferiscono realtà e vivacità all'affresco.
Le due divinità sono rappresentate agli
angoli inferiori della lunetta, ciascuna con
l'attributo che le caratterizza: a sinistra
Vertumno con il canestro, a destra
Pomona con la falce. Essi indossano abiti
da contadini, come anche gli altri
personaggi presenti. Il mito è quindi
calato in un'atmosfera popolaresca e
rustica, assomigliando più alla
rappresentazione del riposo di un gruppo
di campagnoli durante un assolato giorno
di festa. La scena non ha carattere
narrativo. Vertumno simboleggerebbe
l'inverno e l'uomo seduto accanto a
lui Apollo, dio del Sole; Pomona l'estate o
la primavera e la donna di spalle accanto
ad essa Diana, cioè la luna. Il complesso
delle figure in primo piano
simboleggerebbe quindi il trascorrere dei
giorni e delle stagioni.
Caratteristica del cane che partecipa con
vitalità alla festa.
L'alloro rappresenterebbe la nascita di Cosimo
nuovo erede della famiglia Medici.
A Firenze scoppia la repubblica di Savonarola e
mentre Lutero denuncia la chiesa Romana ,
Erasmo da Rotterdam è influente in Italia
sperando in una maggiore umanizzazione della
chiesa .
Adriano VI il nuovo papa non riesce a portare a
compimento il suo pontificato on Clemente VII le
sorti del pontificato e sopratutto dell'arte si
rialzano.
Piuttosto che pensare alla politica Clemente VII si
dedica di più alla cultura.
Nel 1527 infatti Roma è preda del
Lanzichenecchi.
Durante l'epidemia di peste Pontormo si rifugia a
nella certosa del Galluzzo, Qui Pontormo decora
il chiostro della certosa, Fu Buonafè a dirigere i
lavori del Criostro e lui ad imporre il nome di
Pontormo per le decorazioni.
Di queste
decorazioni
ricordiamo
Cristo davanti
a Pilato
Affresco
Qui Pontormo
ritorna alle
tradizioni senza
allontanarsi
dalla pittura
Fiorentina.
Il servo di Pilato che scende dalle scale sembra
una delle figure eleganti che popolano gli
centro si
affreschi ddei dipinti di Lippi.Al
vede Gesù, col capo umilmente chino e
l'addome leggermente piegato in avanti,
mentre ascolta con rassegnazione le
accuse mossegli dai diversi personaggi in
cerchio attorno a lui: a sinistra Pilato con
due consiglieri, al centro e a destra gli
anziani del popolo e i sommi sacerdoti col
cappello appuntito che nel Cinquecento
erano obbligati a indossare gli ebrei, a
destra e in basso dei soldati.
Particolarmente originale appaiono le
figure dei due soldati di spalle, che
emergono fino al busto, come se stessoro
su una gradinata che non si vede. Il tema
della gradinata domina dopotutto lo
sfondo, con una terrazza sopraelevata da
cui sta scendendo un servitore, con in
mano il bacile e la brocca con cui lavarsi
le mani, mentre altri due personaggi
stanno appoggiati alla balaustra.
La
resurrezione
affresco
La scena
ha uno
schema
pressoché
simmetrico,
con al centro la figura di Gesù che si leva
senza peso e circondato di luce dal
sepolcro (non visibile), tra un folto
gruppo di soldati addormentati. Un
raffinato gioco formale si attua nella
varietà delle pose dei dormienti e nei
continui richiami a forme tondeggianti nei
loro volti, nei cappelli, negli scudi (Adolfo
Venturi parlò di "dischi policromi", 1932).
Nella parte superiore invece prevalgono
le linee dritte e appuntite delle lance, delle
bandiere e dell'asta del vessillo di Cristo.
La ricchezza cromatica è un vero e
proprio caleidoscopio di gialli, rossi-
arancio, bianchi, verdi, grigi e viola, scelti
in tonalità tenui e poco consueti. In
generale le influenze nordiche si
manifestano nei profili allungati e
nell'abbigliamento dei personaggi.
L'epoca della certosa di Galluzzo sancisce
un rapporto tra Pontormo e Bronzino.
Negli anni
30 del
1500
Pontormo
compone:
Cena di
Emmaus
Olio su
Tela
Pontormo
rappresentò l'attimo della benedizione del
pane, in un ambiente scuro con al centro
la tavola imbandita, dall'orizzonte
particolarmente alto, che crea un effetto
incombente sullo spettatore. Gesù è
posto frontalmente, girato verso lo
spettatore, e i due discepoli sono ai lati,
uno di profilo e uno a profil perdu, alla
base di un'ipotetica piramide
compositiva. Se uno, Luca, è intento a
versare l'acqua dalla brocca al bicchiere,
l'altro, Cleofa, a destra, sospende il taglio
della pagnotta col coltello e si rivolge a
Gesù, nell'istante della rivelazione che
inizia a palesarsi e che lui sembra iniziare
lentamente a capire[2].
La composizione deriva dalla Piccola
Passione di Durer.
Probabilmente se non ci fosse stato il
segno della trinità sopra il dipinto
sarebbe andato perduto visto che erano
gli anni della controriforma , proprio
perche la scena è dipinta in modo molto
realistico e povero rispetto alle leggi
emanate dal concilio.
Pietà o
deposizione
Olio su
tavola In
primo piano
a sinistra
due
personaggi
trasportano
il Cristo
morto
procedendo
in diagonale
verso destra
e verso il
centro del
dipinto. Il
corpo divino si viene quindi a trovare
sopra l'altare e richiama la sua offerta
come panis angelicus. Quello che tiene le
gambe di Gesù è accovacciato, mentre
quello che regge le spalle sta in piedi;
entrambi rivolgono lo sguardo verso
l'esterno, dove si trovano i possibili
spettatori, ed entrambi non percepiscono
per niente il peso della salma, come
dimostra il loro procedere in punta di
piedi. Essi sono stati interpretati come
angeli, che sono in attesa di spiccare il
volo fuori dal dipinto per portare il Cristo
nelle braccia di Dio Padre già raffigurato
nella cupoletta della cappella[6].
Un'altra figura, questa volta femminile, si
leva in alto a sinistra e, senza chiarimento
di dove essa poggi,