Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
ONMI
(Opera Nazionale Maternità Infanzia)
L’ONMI istituita nel 1925 con Legge del 10 dicembre e
successivamente riformata con la legge speciale del 1934,
e viene sciolta nel 1975.
Ad essa compete di garantire il coordinamento delle attività
di singoli istituti pubblici, e privati per una protezione
organica della prima infanzia. All’ONMI competono funzione
di vigilanza, di erogazione di contributi, di assistenza a
donne e minori, di lotta contro le malattie infettive, di
adozione. All’ONMI competono compiti relativi alla
formazione.
L’ONMI aveva un’organizzazione su base provinciale,
distinta in Federazioni, suddivise nelle sezioni di:
— organizzazioni di carità;
— istituzioni per la protezione e l’assistenza della
maternità;
— istituzioni per la prima infanzia;
— istituzioni per l’assistenza e la protezione fisica morale
dei fanciulli in età prescolare e scolare;
— istituzioni per i minori anormali, abbandonati, traviati e
delinquenti.
Ai comitati comunali competevano funzioni di vigilanza
igienica, educativa e morale sui minori di 14 anni che
vivevano al di fuori del nucleo familiare d’origine; di
provvedere all’assistenza, al ricovero, all’istruzione e
all’educazione di minorenni materialmente o moralmente
abbandonati. Avvalendosi anche di personale volontario,
oltre alle attività ambulatoriali erano garantiti interventi e
prestazioni al domicilio. Con le sue 92 federazioni presenti
su tutto il territorio nazionale l’ONMI costruì una fitta rete di
strutture e di servizi che raggiunsero il loro apice nel
periodo fascista e le cui funzioni furono interamente
decentrate a livello locale nel 1975.
M UTUE
Con il termine mutue si intendeva l’insieme degli interventi
delle assicurazioni di malattia aventi il compito di
assicurare prestazioni di istituti che trovano le proprie
origini nelle società di mutuo soccorso.
Le società di mutuo soccorso avevano come fine principale
quello di garantire ai propri associati, qualora si trovassero
nell’impossibilità di lavorare per malattia, infortunio o
vecchiaia aiuti economici. In Italia le società di mutuo
soccorso ebbero grande impulso in concomitanza con lo
sviluppo del processo di industrializzazione.
Nel tempo tali associazioni mutarono i loro obiettivi,
passando da associazioni di aiuto reciproco a forme
associative del proletariato. Nel 1898, in Italia, era stata
introdotta l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Ricordiamo poi l’istituzione dell’assicurazione sugli infortuni
agricoli del 1917: l’assicurazione obbligatoria per
l’invalidità e la vecchiaia nel 1919 e nello stesso anno
l’assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione. Le
mutue costituiscono un istituto differenziato e basato sul
principio assicurativo che sarà sciolto nelle sue diverse
forme negli anni ‘70 per lasciare spazio a un modello di
intervento preventivo e universalistico: il Servizio
sanitario nazionale. Negli anni ‘90 con la riforma della
riforma sanitaria e il relativo processo di privatizzazione
vengono ipotizzate le cosiddette mutue integrative.
Previdenza sociale
Per Previdenza sociale Intendiamo tutti quegli interventi,
assicurazioni sociali, finanziati attraverso forme
contributive obbligatorie, finalizzate a garantire il
lavoratore di fronte al rischio di trovarsi sprovvisto di mezzi
nei casi di invalidità, disoccupazione, malattia, vecchiaia.
Interventi sorti dapprima in forma mutualistica fra i
lavoratori, e poi via via resi obbligatori e successivamente
estesi ai cittadini.
Fu Bismarck ad introdurre alcune garanzie per la classe
operaia, creando le prime assicurazioni sociali obbligatorie,
interventi rivolti a proteggere sostanzialmente gli operai
del settore industriale. L’obiettivo era di garantire alle
classi lavoratrici alcuni diritti in materia sociale.
Le prestazioni erogate erano commisurate alle
contribuzioni versate. Questo tipo di misura si diffuse ben
presto nel resto d’Europa, pur con adattamenti specifici; ad
esempio la Gran Bretagna introdusse una misura
pensionistica non tanto basata sull’occupazione, ma volta a
fornire protezione minima ai bisognosi: infatti nel 1908
introdusse un’assicurazione pensionistica, non contributiva,
per tutti i cittadini oltre i 70 anni di età, dietro
accertamento delle condizioni economiche del richiedente
e della sua storia lavorativa. La previdenza sociale si
differenzia nettamente dalle forme di assistenza, poiché
quest’ultima è basata sull’erogazione di prestazioni di tipo
discrezionale. Nel sistema previdenziale è riconosciuto il
diritto alla prestazione quale contropartita di una
contribuzione precedente, mentre il sistema assistenziale è
basato sull’impegno collettivo e sui valori della solidarietà,
e presuppone uno stato di bisogno. Le aree coperte da
assicurazioni sociali sono: la malattia, gli infortuni sul
lavoro, l’invalidità, la vecchiaia, la disoccupazione e la
maternità. La previdenza sociale è un’evoluzione di tipo
statali- sta del mutualismo operaio; consiste in una forma
forzata, perché obbligatoria, di risparmio sul salario al fine
di garantire prestazioni certe in occasione di eventi
assicurati. Il costo economico grava sui contributi versati
dai lavoratori o dai datori di lavoro nelle casse di un ente
previdenziale pubblico (INPS).
Alla contribuzione partecipa, oltre al lavoratore e al datore
di lavoro, anche lo Stato. In Italia l’istituzione delle forme
assicurative a fini sociali ebbe inizio alla fine dello scorso
secolo, anche se in forma molto timida. La prima forma di
assicurazione di invalidità e vecchiaia fu affidata alla Cassa
nazionale per l’invalidità e la vecchiaia degli operai, nel
1898, con la Legge n. 350 del 17 luglio. Le Assicurazioni
generali obbligatorie risalgono al 1919 assicurazione
obbligatoria per l’invalidità e la vecchiaia per tutti i
lavoratori. Nel 1919 venne istituita quella per la
disoccupazione involontaria. Mentre quella per la
tubercolosi fu introdotta con DL n. 2055 del 27 ottobre
1927 ed entrò in vigore il 1° luglio 1928. Nacquero poi altre
forme previdenziali obbligatorie come l’istituzione I degli
assegni familiari che prevedeva il funzionamento della
Cassa interaziendale per la corresponsione degli assegni
familiari, cassa alimentata con contributi proporzionali alla
retribuzione a carico dei soli datori di lavoro. Le prestazioni
di integrazione dei guadagni e la relativa Cassa per gli
operai dell’industria furono istituite nel 1945.
Per gli operai dell’edilizia le prestazioni, la Cassa e la
relativa gestione furono create nel 1963. Gli operai
dipendenti da imprese agricole videro la costituzione delle
prestazioni e la Cassa per l’integrazione dei salari degli
operai dipendenti da imprese agricole, nel 1972 con la
Legge 457 dell’8 agosto. Sotto forma di mutualità
volontaria nasce l’assistenza di malattia, dapprima
attraverso le società di mutuo soccorso e poi sotto forma di
mutualità di categoria. Solo alcune categorie ebbero una
regolamentazione di legge.
Furono gli accordi dei contratti collettivi a regolamentare la
materia. Nel 1926 fu formata, con Legge n. 563 del 3
aprile, l’assistenza di malattia definita nei contratti di
lavoro, nel 1943 con Legge n. 138 dell’11 gennaio viene
istituito l’ente mutualità, Istituto per l’assistenza di malattia
ai lavoratori, successivamente denominato Istituto
nazionale per l’assicurazione contro le malattie(INAM).
L’INAM cominciò così a garantire le prestazioni sanitarie ed
economiche ai lavoratori dipendenti dell’agricoltura,
dell’industria, dell’ artigianato, del commercio, delle
categorie aggregate, del credito, dell’assicurazione e dei
servizi tributari appaltati. Prestazioni analoghe furono
garantite da altri enti di categoria quali:
l’ENPALS (lavoratori dello spettacolo)
- I’ENPAS (per i dipendenti statali)
- I’ENPDEP (per i dipendenti degli enti del parastato)
- l’ENPAIA (per i dirigenti e gli impiegati agricoli)
- l’INADEL (per i dipendenti degli enti locali)
-
Per i lavoratori autonomi furono istituite le federazioni
nazionali delle casse mutue degli artigiani, commercianti e
coltivatori diretti. Altre categorie furono coperte con
istituzioni anche a livello locale o aziendale. Con
l’istituzione del Servizio sanitario nazionale le prestazioni di
assistenza medica generica e specialistica, infermieristica,
ambulatoriale, domiciliare, ospedaliera e farmaceutica di
pertinenza degli enti di malattia disciolti, furono attribuite
alle Unità sanitarie locali.
Dal 1° gennaio 1980 l’assicurazione contro le malattie
divenne obbligatoria per tutti i cittadini e le prestazioni, sia
di malattia che di maternità, passarono per la gestione
all’INPS. Consultorio familiare
I consultori familiari nascono nel 1975 in un periodo in cui
furono approvate nuove leggi istitutive di servizi sociali e
sanitari basati su concezioni innovative quali un diverso
modello culturale di affrontare la salute e l’assistenza,
perseguendo un obiettivo di rinnovamento della società.
I consultori familiari sono una risposta nuova al modello di
esclusione, di emarginazione di autoritarismo, di
burocratizzazione, che fino ad allora aveva caratterizzato
l’operatività dei servizi. Sono i vari movimenti, delle donne,
dei lavoratori, degli studenti. che seguendo forme di
partecipazione innovative contribuiscono a determinare il
cambiamento istituzionale, organizzativo e culturale.
L’obiettivo è allora quello di curare e promuovere la salute
dell’individuo e della collettività nel contesto di vita e di
lavoro. S’inserisce la legge istitutiva dei consultori familiari
(Legge n. 405 del 29 luglio 1975) che possiamo considerare
emblematica in quanto, come evidenzia F. Manoukian.
“L’istituzione e il concreto avvio dei consultori familiari
possono essere considerati un po’ come situazione
esemplare di elementi ricorrenti e concorrenti nei nuovi
servizi: impegni politici e tensioni ideali influenze di
matrici ideologiche, ingenuità organizzative e gestionali”.
Alle tradizionali prestazioni di cura alla madre e al bambino
si affiancano interventi di prevenzione e di moderna
coscienza sanitaria, rivolti alla coppia e al nucleo familiare,
oltre che al singolo. Nuovi diritti e prestazioni sono garantiti
all&rsqu