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3-ASPETTI COMUNI DELLE DUE PROCEDURE.

Un’aspetto comune, come si può notare, tra le due procedure è la cooperazione

interistituzionale, cioè la collaborazione dei vari attori nel processo decisionale.

Le diverse decisioni degli attori, poi, vengono raccolte in un unico pacchetto in modo che,

vista l’enorme quantità di domande, gli attori vedano soddisfatte, se non tutte, almeno le

decisioni che ritengono più importanti. Certamente, l’idea dei pacchetti rimanda al fatto che

non vi è una linea coerente di produzione legislativa dell’ U.E. Ciò è dovuto anche al fatto

che non esiste, nell’U.E., un’istituzione che possa selezionare le varie domande.

Per quanto riguarda i processi decisionali, essi producono atti giuridici, azioni, programmi.

In realtà producono anche le politiche dell’U.E. Il processo politico dell’U.E. è un processo

volto ad una produzione legislativa tesa all’integrazione (ad es. la libera circolazione delle

merci). C’è da dire che l’obbiettivo dell’integrazione è stato perseguito anche grazie ad

alcuni principi adottati dalla Commissione e dalla Corte di giustizia. Possiamo distinguere

tre meccanismi:

1) Armonizzazione: consiste nella produzione di testi legislativi che richiedono il

consenso di tutti i governi, e anche in questo caso non è detto che l’accordo venga

raggiunto (possono esserci infatti ritardi, resistenze nazionali ecc.). In questi casi, infatti, è

intervenuta la Corte di giustizia che ha utilizzato il principio del c.d. “mutuo riconoscimento

(negli anni 70 la Corte di giustizia ha affermato, ad es., che gli stati, ad eccezioni di

motivazioni legate alla salute pubblica, non possono impedire la circolazione dei prodotti

degli altri stati membri con caratteristiche equivalenti a quelle della sua legislazione).

2) Regolamentazione: meccanismo adottato in seguito dalla Commissione.

3) Coordinamento: si attua quando in alcuni settori i governi, pur non volendo impegnarsi

in una procedura legislativa, accettano di negoziare la formazione di “standard” o solo il

raggiungimento di obbiettivi comuni.

4-IL PROCESSO POLITICO DELL’U.E.

Il processo politico dell’U.E. possiamo considerarlo come un flusso continuo di azioni,

reazioni e comunicazioni tra i soggetti del sistema (istituzioni, cittadini attori). Quando le

domande dei cittadini riguardano materie di competenza dell’U.E. il processo politico

europeo si sostituisce a quello statale. Quando, invece, le domande riguardano temi di

interesse statale ed europeo allora i due sistemi si fondono. I cittadini sono i principali

attori del sistema dell’ U.E., ma vengono mediati da quattro attori collettivi (partiti politici,

gruppi d’interesse, governi, pubbliche amministrazioni nazionali). I cittadini, quindi, quando

vogliono, ad es., difendere degli interessi possono entrare direttamente in contatto con

soggetti istituzionali e non. In generale, essi partecipano attraverso l’azione elettorale, sia

nelle consultazioni europee che in quelle nazionali. Inoltre essi partecipano al processo

politico europeo quando sostengono le azioni dei gruppi d’interesse (anche i gruppi

d’interesse sono attori, ovviamente non istituzionali, importanti in questo processo). I

gruppi d’interesse che vogliono porre un proprio membro nelle istituzioni di governo

devono candidarlo in una lista partitica e sostenere le elezioni. Come vediamo, i partiti

politici sono altri attori importanti.

Tuttavia il processo politico dell’U.E. è debole rispetto a quello degli stati. Infatti i cittadini

non hanno una adeguata informazione riguardo alla produzione politica dell’U.E. Sono,

semmai, i mezzi di comunicazione nazionale a diffondere le notizie e non organi di stampa

a livello europeo.

CAPITOLO 6

Politiche estere e di sicurezza interna dell’ U.E.

1-PESC E PESD.

La Pesc e la Pesd sono due attori innanzitutto. Pesc è l’acronimo che sta per politica

estera e di sicureza comune. La Pesd è, invece, l’acronimo che sta per politica estera e

di difesa (comune). La differenza tra i due era di tipo politica e nasce nel momento in cui

l’U.E., per la prima volta nell’atto unico europeo, istituzionalizza la cooperazione di materia

e politica estera degli stati membri e dice che “gli stati membri hanno l’obbiettivo di

cooperare, in materia di politica estera, su argomenti che sono considerati di interesse

comune.” Da questa cooperazione esclude, però, la difesa. Ma cosa vuol dire in questo

ambito difesa? Vuol dire mettere in comune strategie e strumenti militari per trasformare

un eventuale conflitto in attività di spostamento di truppe ed armi dall’unione verso

l’esterno.

NOTA BENE: negli stati membri questi due aspetti, cioè politica estera e di difesa, non

sono separati, ma integrano la politica estera della nazione. Nell’U.E., invece, sono

sempre stati tenuti separati: gli stati, fino al 2000, non hanno voluto, nell’ambito della

difesa, cooperare in materia di difesa, anche se nel 1999 questo aspetto “entra” perché è

un periodo in cui, comunque, si assistono a guerre molto forti, conflitti di vario genere ecc.

2- LA PESC.

Essa si occupa di tutte le questioni relative alla sicurezza dell’U.E. e include anche altre

azioni: -

missioni umanitarie e di soccorso

-mantenimento della pace

-missioni di unità di combattimento nella gestione della crisi

L’organo competente è il Consiglio dell’unione, il più adatto alla gestione di un settore in

cui gli stati sono ancora “gelosi” delle proprie prerogative. Le decisioni, infatti, vengono

adottate all’unanimità, per cui se non c’è il consenso di tutti gli stati non si può procedere.

Il Consiglio definisce le linee generali della politica estera e il suo compito è quello di

garantire la coerenza dell’azione dell’U.E.

Figura importante è anche l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza.

Esso presiede il Consiglio degli affari esteri e garantisce il coordinamento tra i paesi

dell’U.E. Ma l’U.E. ha un esercito? In realtà non ha un vero e

proprio esercito. Per i suoi interventi fa ricorso a contingenti speciali messi a disposizione

degli stati membri. Vi sono dei gruppi composti da circa 1500 uomini, i c.d. battaglioni.

3-LA PESD.

Essa è parte integrante della Pesc. Il trattato di Lisbona ha modificato la denominazione in

PSDC (politica di sicurezza e di difesa comune) e introduce anche nuove disposizioni per

il suo sviluppo, tra cui quella di creare una difesa comune europea. Gli stati membri,

quindi, possono partecipare a missioni militari o umanitarie e sono legati da una clausola

di solidarietà in materia di difesa che consiste in questo: ogni stato membro, in caso di

aggressione armata nel suo territorio, potrà contare sull’aiuto degli altri stati membri. Tale

clausola presenta, però, alcune restrizioni: primo, essa non incide sulla politica di

sicurezza e di difesa di stati neutrali; secondo, non pregiudica l’impegno assunto

nell’ambito del Nord Atlantico (NATO, EN, FR). Con la Pesd, quindi, l’U.E. può svolgere

missioni operative in paesi terzi e tali missioni hanno lo scopo di mantenere la pace e di

rafforzare la sicurezza internazionale (esse si basano su mezzi civili forniti dagli stati

membri).

Il Consiglio definisce gli obbiettivi e le procedure generali per l’attuazione di queste

missioni. Gli stati membri incaricati di condurre queste le operazioni devono informare

periodicamente il consiglio sullo stato della missione e agiscono in collaborazione con l’

Alto rappresentante per gli affari e la politica di sicurezza.

Il trattato di Lisbona riconosce anche l’intervento delle c.d. forze multinazionali, derivanti

dall’alleanza di alcuni stati membri che hanno deciso di unire le loro capacità. Le principali

euroforze sono Eurofor, Eurocoris, Euromarfor, solo per citarne alcune.

4-LA POLITICA NEL SISTEMA MONDIALE E NELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE.

L’U.E. è oggi il mercato con il più alto prodotto interno lordo e il più alto tasso di

partecipazione al commercio mondiale. L’Unione sostiene la liberalizzazione del

commercio mondiale da restrizioni tariffarie e di altro genere ma anche la dilazione o il

compromesso su misure di deliberazione commerciale che mettono in difficoltà i produttori

europei. Ragioni di opportunità politica, oltre a ragioni di natura economica, entrano in

gioco anche nella definizione degli accordi economici e commerciali con singoli stati e con

gruppi di stati. Alcuni accordi, infatti, distorcono le regole del libero commercio per

difendere le industrie europee. Altri accordi commerciali sono rivolti a mantenere buone

relazioni con gli stati vicini.

Giova ricordare che nella riforma dei servizi esterni della Commissione del 2001 fu

introdotto l’Ufficio per la cooperazione EuropeAid, responsabile dell’amministrazione di un

fondo di 9 miliardi di euro. A questo ufficio, poi, si aggiunge l’Ufficio per gli aiuti umanitari e

d’emergenza. L’Unione, inoltre, è ben presente nei processi multilaterali di governo del

sistema mondiale con i quali si cercano soluzioni ad emergenze e problemi collettivi

mediante regole, programmi di azione e politiche pubbliche mondiali. In particolare,

l’Unione è sempre più importante nel sistema delle Nazioni Unite, anche se non è

formalmente membro dell’organizzazione. L’U.E. nel suo complesso, infine, e impegnata a

porre le proprie risorse a servizio delle Nazioni Unite per agevolare l’esecuzione delle

deliberazioni delle conferenze specializzate. Si ricorda,

infine, il contributo che l’U.E. dà alla lotta al terrorismo, alla ricostruzione post-crisi di

paesi come l’Afghanistan e al processo di pace in Medio Oriente accanto alle Nazioni

Unite, alla Russia e agli USA.

Un settore importante del multilateralismo è certamente quello delle politiche ambientali

nel quale l’U.E. può vantare ruoli di leadership, anche in antitesi con gli USA.

Il ruolo di protagonista che l’U.E. ha indubbiamente assunto nella governance globale,

tuttavia, non può far dimenticare che essa non è ancora un soggetto unitario di politica

estera a tutti gli effetti.

5-LE RELAZIONI TRANSATLANTICHE.

Nel 1990 gli Stati Uniti e la Comunità europea hanno firmato la Dichiarazione

transatlantica che è il primo documento ufficiale di rilevanza politica tra i due soggetti

economico-commerciali più importanti del pianeta. Nel 1995 quel documento è stato

sostituito dalla Nuova agenda transatlantica (NTA), firmata dagli Stati Uniti e dall’U.E. Oggi

i due partner sono imp

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A.A. 2013-2014
29 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/04 Scienza politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vorador di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Politica dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Catania o del prof Longo Francesca.