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Pirandello - vita e opera Uno, nessuno e centomila Pag. 1
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Pirandelo Uno, nessuno, centomila

L'opera è una summa completa di tutte le opere letterarie di Pirandello sia dal punto di vista ideologico sia estetico, (15 anni per terminarla) pubblicata prima a puntate sulle pagine della rivista "Fiera letteraria" e successivamente in volume. Nella struttura del romanzo, composto da otto capitoli condotti dalla voce narrante del protagonista stesso, troviamo temi come la visione della vita, del mondo e dell'uomo nei suoi rapporti con se stesso, con gli altri e la natura; al fine di una maturazione interiore. Il tema centrale del romanzo è la scomposizione della personalità condotta alle conclusioni più estreme e alle conseguenze più lontane, connessa da una parte al relativismo gnoseologico e psicologico e dall'altra a quella concezione dell'arte "umoristica. Giudica le parole nella loro vuotezza, ognuno le riempie di senso proprio, si crede di intendersi ma in realtà non ci.

siintende affatto. Attraverso l'uso di dicotomie (dentro/fuori) e l'uso delle comparative reali oipotetiche, l'opposizione dei pronomi personali o indefiniti (io/voi, io/egli, ciascuno, gli altri) sievince questo suo descrivere incomprensioni tra l'emittente e il ricevente, un illusione dicomprensione e un prevaricare del mondo dell'uno su quello dell'altro. Ciascuno vuole imporre aglialtri quel mondo che ha dentro e come lo vede. Lo stesso Moscarda per evadere dal mondo che lasocietà (un triplice inferno: famiglia, gli altri, il lavoro) e lui stesso si era imposto, decide diprivarsi di tutti i suoi patrimoni, alla fine anche del suo nome dice: "Moscarda, la mosca e ildispetto del suo aspro fastidioso ronzante". Se il nome è il concetto di ogni cosa senza il nome nonsi ha più il concetto. A differenza del Mattia Pascal lui non vuole essere qualcun altro, ma nessuno.Moscarda smette di guardarsi allo specchio dopo.essersi spogliato di quanto gli apparteneva. Abbandona il tormento del pensiero e trova rifugio e sollievo nella natura e nel ricordo. Una sorta di nichilismo, una rinuncia a tutto per rinascere attimo per attimo nella natura godendo di ciò che essa ci offre. Il protagonista si impone il silenzio, ha un corrispettivo esterno nel silenzio della natura: "l'atmosfera di silenzio che accompagna la crescita delle piante". Le similitudini con la Morante nell'opera L'isola di Arturo le possiamo trovare nella scelta di entrambi i protagonisti di dedicarsi ad una nuova vita lontana dai vecchi valori e conseguenti illusioni, lo specchio che in Moravia le donne utilizzano per specchiarsi prima di uscire. L'idea di Arturo del padre viene travolta come accade con Moscarda, i ragionamenti continuano ad affollarsi nella sua testa fino ad un altro momento di rottura, pensa al padre, un padre distante e arcigno che, secondo lui, di professione faceva il banchiere. Mapo' troppo verso sinistra. Questo commento scatena in Vitangelo una profonda crisi esistenziale, che lo porta a interrogarsi sul senso della sua vita e sulla sua identità. Durante il corso del romanzo, Vitangelo si immerge sempre di più in una spirale di angoscia e alienazione. Inizia a dubitare di tutto ciò che lo circonda, compresa la sua stessa identità. Si rende conto che la sua vita è stata costruita su una falsa immagine di sé stesso, basata sulle aspettative degli altri e sulle convenzioni sociali. L'illuminazione arriva quando scopre che suo padre non era un rispettabile banchiere, ma un usuraio. Questa rivelazione intensifica la sua frustrazione e lo spinge a riconsiderare tutto ciò che credeva di sapere sulla sua famiglia e sulla sua storia. Vitangelo si rende conto che la vita non ha un significato intrinseco e che ogni individuo è destinato a vivere nel vuoto e nell'assenza di senso. Si sente sempre più distante dal mondo e dalle persone che lo circondano. Il romanzo si conclude con le parole di Vitangelo: "muoio ogni attimo, io, e rinasco nuovo e senza ricordi: vivo e intero, non più in me, ma in ogni cosa fuori". La trama del romanzo si sviluppa attraverso la profonda crisi esistenziale di Vitangelo e la sua ricerca di un senso nella vita. Il protagonista si confronta con le sue paure, le sue insicurezze e le sue illusioni, cercando di trovare una risposta alle domande fondamentali dell'esistenza umana.

Po' da una parte. Da questo momento la vita del protagonista cambia completamente, poiché Gengé si rende conto di apparire al prossimo molto diverso da come egli si è sempre percepito. Così decide di cambiare radicalmente il suo stile di vita, nella speranza di scoprire chi sia veramente, e a quale proiezione di sé corrisponda il suo animo. Nel processo di ricerca per trovare sé stesso compie azioni che vanno contro a quella che era stata la sua natura sino a quel momento: sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa, si sbarazza della banca ereditata dal padre (inimicandosi ovviamente familiari e parenti), e inizia ad ossessionare chi gli sta vicino, con

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Publisher
A.A. 2020-2021
2 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/10 Letteratura italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Nikoazrael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof D'Antuono Nicola.