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“IL TRENO HA FISCHIATO”

Pubblicata sulle colonne del “Corriere della Sera” del febbraio del 1914, Il treno ha fischiato è una novella il

protagonista è un esponente della piccola borghesia impiegatizia, senza alcuna apparente qualità e senza nessun

tratto d’interesse: Belluca è infatti un grigio ragioniere, scrupolosissimo sul lavoro ed irreprensibile nella vita privata.

Senonché un giorno, preso da un attacco di rabbia folle, egli, urlando che "il treno ha fischiato", si scaglia contro il

capoufficio, tanto da dover essere ricoverato in un manicomio, dove la diagnosi dei medici, incapaci di fornire ad amici

e conoscenti dell’uomo una giustificazione razionale a degli eventi a prima vista assurdi, parla di encefalite o

“febbre cerebrale”.

La narrazione procede a ritroso, se il clima sul posto di lavoro è oppressivo, la vita tra le mura domestiche non è meno

alienante: Belluca deve assistere tre donne completamente cieche (la moglie, la suocera e la sorella di lei) nonché

provvedere al mantenimento di due figlie vedove con figli.

Così, un evento banale come il fischio di un treno, che proietta la mente di Belluca in mondi “altri” liberi da ansie e

preoccupazioni, è ciò che fa scattare la molla della folle ribellione alla realtà e allontanarlo dalla sua squallida

esistenza.

Al punto di vista della gente comune, sconcertata dalla reazione del personaggio principale, si affianca e si sostituisce

quello del narratore, cui la follia del protagonista pare un "naturalissimo caso", date appunto le miserissime

condizioni di vita di Belluca, che con il suo comportamento reclama uno spazio di evasione da una situazione

impossibile da sostenere.

La voce narrante, interna al mondo rappresentato, ricostruisce il filo delle vicende, in cui il lettore è proiettato in

medias res; mentre l'ordine naturale degli eventi è alterato dal flash back finale che spiega l'enigma del fischio del

treno

Com’è norma, non manca la conclusione “umoristica”, tipica di molte novelle pirandelliane: Belluca, su

intercessione di un amico, viene reintegrato in ufficio dopo le scuse al superiore che, consapevole della situazione,

concederà al sottoposto delle piccole pause in cui Belluca, ricordando il “fischio” del treno, possa fuggire per brevi

istanti dalle pressioni del mondo reale.

Dietro all’enigma di Belluca (che si reinserisce nel mondo reale, ma tenendosi uno spiraglio di evasione nel sogno ad

occhi aperti e nella follia illusoria) c’è un tratto costitutivo del ragionamento di Pirandello sull’uomo contemporaneo:

forse è la normalità quotidiana a rappresentare la vera follia.

"Uno, nessuno e centomila”

Il tema della scomposizione ad infinito , dimensione grottesca, che descrive la progressiva follia di Vitangelo, con

effetti di straniamento e di distorsione nella rappresentazione di una realtà che è solo una somma di frammenti

privi di senso.

“Uno, Nessuno, centomila”(1926) è un romanzo in cui si racconta la storia del protagonista principale, Vitangelo

Mosca (Gengé per gli amici), un ricco ereditiere di un banchiere.

Il nodo cruciale del romanzo si ritrova in particolare modo nell'osservazione che la moglie fa a Vitangelo Mosca,

ovvero che anche lui avrebbe un difetto fisico: il suo naso infatti penderebbe leggermente verso destra e lui non

se ne sarebbe mai reso conto nel corso degli anni.

Da questo momento la vita del protagonista cambia completamente, poiché Gengé si rende conto di apparire al

prossimo molto diverso da come egli si è sempre percepito.

Quello che sconvolge il protagonista è il riconoscersi da sempre cieco di fronte a ciò che è più di tutto si dovrebbe

conoscere: se stessi nella veste esteriore del proprio corpo.

Nel processo di ricerca per trovare sé stesso compie azioni che vanno contro a quella che era stata la sua natura

sino a quel momento:

• sfratta una famiglia di affittuari per poi donare loro una casa,

• si sbarazza della banca ereditata dal padre

• ossessionare chi gli sta vicino, con discorsi e riflessioni oscure che lo fanno passare per pazzo agli occhi della

comunità.

La situazione si aggrava al punto che la moglie abbandona la casa coniugale. Gli rimane fedele in un primo momento

solo un’amica della moglie, Anna Rosa, che poco dopo però, spaventata dai ragionamenti di Vitangelo, arriva addirittura

a sparargli, senza ucciderlo ma ferendolo in modo serio.

Vitangelo, il cui "io" è ormai completamente frantumato nei suoi "centomila" alter ego, sembra trovare una

tregua ai propri patimenti solo nel confronto con un religioso, Monsignor Partanna, che lo sprona a

rinunciare a tutti i suoi beni terreni in favore dei meno fortunati.

Il tormentato protagonista pirandelliano, rifugiatosi nell'ospizio ch'egli stesso ha donato alla città, riesce così a trovare

un po’ di pace e di serenità solo nella fusione totalizzante con il mondo di Natura, l'unico in cui egli può

abbandonare senza timori tutte le "maschere" che la società umana gli ha a mano a mano imposto.

(Si abbandona al vitalismo)

..che schifo la modernità

Il rapporto con la civiltà moderna è di rifiuto.

Al culto futurista della macchina egli contrappone una lucida consapevolezza dei risvolti negativi.

Velocità, potenza, produttività consumano il sentimento, la coscienza e la memoria.

Lui non vuole ritornare alla natura, alla società preindustriale ma è consapevole che l’umanità contemporanea è

destinata a rimanere sospesa tra vecchio e nuovo, senza adattarsi alle due dimensioni.

I quaderni di Serafino Gubbio operatore

Nel romanzo “ ”, spiega la sua visione della “macchina-

mostro” e l’avversità verso il cinema attraverso le parole dell'operatore cinematografico Serafino Gubbio.

Egli decide di indossare la “maschera dell’impassibilità" perché uno “studio senza passione” e forse l'unica vera

salvezza rimasta l'individuo alienato della modernità: solo in questo modo egli può recidere ogni legame con la

falsa realtà in cui è immerso.

Pirandello incolpa il cinema di mercificare l'arte, intacca l'unicità e l'irripetibilità del prodotto artistico, in

cui l'attore non può riflettersi e dunque riconoscersi.

Questa riduzione della persona oggetto, a immagine prima di vita, è il simbolo dell'alienazione dell'individuo

moderno.

L'imprudenza dell'occhio di vetro diviene metafora della disumanità celata dietro il fascino della tecnica

OPERE

Poesie

Le principali raccolte poetiche sono “mal giocondo” e “zampogna”

Novelle

Scritti a partire dalla metà degli anni 80 dell'ottocento, le novelle vengono raccolte in volumi autonomi come

amori senza amore 1894; beffe della morte e della vita, quand'ero matto, il treno ha fischiato.

Le raccoglie sotto il nome di “Novelle per un anno”, pubblicato in 15 volumi fra il 1922 e il 1937.

Assembla un corpo volutamente frammentario e disorganico.

La mancanza di struttura della raccolta riflette una visione pirandelliana del mondo come insieme caotico e

disgregato.

In molte novelle appare l'influenza del verismo, in forma però del tutto personale.

Il suo è un naturalismo apparente: in realtà l'obiettivo non è denunciare una determinata realtà sociale, ma

osservare la Sicilia attraverso una lente personale e caricaturale che ne svela la natura più ancestrale e profonda.

Infatti, la caratterizzazione dei personaggi prevale sulla descrizione del contesto.

ROMANZI

L’esclusa

“ ”

Scritto nel 1893 e originariamente titolato Marta Ajala, il romanzo d’esordio di Pirandello affronta un percorso lungo

quasi un trentennio prima di giungere all’edizione definitiva del 1927.

La vicenda narrata ruota intorno alla figura della giovane Marta: costei è scacciata dal marito, Rocco Pentàgora,

con l’accusa di adulterio dovuto a uno scambio epistolare con l’avvocato Gregorio Alvignani. La condanna nei

confronti della protagonista è unanime: la comunità intera la giudica colpevole. Marta, nonostante il peso del

pubblico diniego e il successivo dissesto economico della sua famiglia, afferma con forza la propria innocenza.

Inizia qui la seconda parte del romanzo che si sviluppa nell’anonimato della grande città. Marta tenta con fatica e

dignità di ricostruirsi una vita, senza tuttavia nascondere il brutto passato che la tormenta. La sua bellezza però

attira le attenzioni, per altro non gradite, di molti colleghi; ma il caso le fa incontrare nuovamente Gregorio

Alvignani divenendo questa volta la sua amante. Intanto Rocco, ormai convintosi dell’innocenza della moglie, farà

di tutto per incontrarla e riportarla a casa.

Si tratta di un’opera estremamente attuale. La parabola fallimentare di Marta, nel suo percorso verso

l’emancipazione lavorativa e sessuale, in una società, quella della Sicilia di fine Ottocento, fortemente arretrata e

patriarcale, le trappole della vita (convenzioni sociali e familiari) e l’incomunicabilità umana, tematiche care a

l’autore, sono tutti elementi riscontrabili nella letteratura contemporanea e nella nostra quotidianità.

Il tema fondamentale de L’esclusa è ovviamente quello dell’incomprensione e del malinteso che allargato fino

all’estremo da una logica rigida può anche suggerire quello, tipicamente pirandelliana, della fatale solitudine e

incomprensione reciproca degli essere umani

il TEATRO

Da queste definizioni deduciamo come la visione del mondo di Pirandello fosse essenzialmente negativa, ma egli,

invece di abbandonarsi a facili lamentazioni, decide di guardare alla vita attraverso l’occhio dell’ironia e del

paradosso.

I testi teatrali di Pirandello sono prima di tutto delle storie paradossali, che riflettono una vita

claustrofobica per risolverla in gesti folli e anticonvenzionali,.

Se il mondo è una gabbia, il teatro deve mostrare il momento di ribellione e di disordine che, anche all’interno di

una prigione, può cambiare il senso delle cose. Con il suo teatro Pirandello distrugge le convenzioni, elimina

la barriera tra realtà e finzione.

In tutto, Luigi Pirandello, ha fatto ben 43 opere teatrali, alle quali da un titolo complessivo: Maschere nude.

E' stato scelto questo titolo perché nelle opere viene messa a nudo la verità nascosta, il mondo interiore dell’uomo.

I personaggi vedono la loro stessa vita diventare teatro, per questo si ricorre all'espressione “t

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
10 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariroccia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bari o del prof Tucci Marco Gaetano.