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PIERO MANZONI
Piero Manzoni nasce il 13 luglio 1933 a Soncino (Cremona); cresce a Milano e trascorre gran parte delle
vacanze estive ad Albisola Marina, in Liguria, dove la famiglia frequenta l’artista Lucio Fontana, fondatore
dello Spazialismo, con cui il giovane Piero stringerà un profondo sodalizio e tramite il quale entrerà in
contatto con importanti voci neoavanguardiste del tempo, come ad esempio Roberto Crippa, Enrico Baj e
Gianni Colombo.
Manzoni debutta nel 1956 alla “IV Fiera mercato” del Castello Sforzesco di Soncino; l’anno successivo
partecipa alla mostra “Arte Nucleare” presso la galleria San Fedele di Milano: in quest’occasione dipinge
sagome antropomorfe, impronte di oggetti (ad esempio buchi di serrature), parole stampigliate … ciò che
colpisce nelle sue tele è l’attenzione per la rielaborazione insistita e quasi nevrotica della materia, nonché lo
stile primordiale e graffiato. Manzoni guarda all'Arte nucleare di Enrico Baj e allo Spazialismo di Lucio
Fontana, ma già dà una posizione di forte autonomia inventiva.
Scrive l'artista: "Non possiamo assolutamente considerare il quadro come spazio su cui proiettiamo le nostre
scenografie mentali, ma come nostra area di libertà in cui noi andiamo alla scoperta delle nostre immagini
prime. Immagini quanto più possibile assolute, che non potranno valere per ciò che ricordano, spiegano,
esprimono, ma solo in quanto sono: essere".
In questi stessi anni realizza i primi Achromes, grandi superfici bianche imbevute di colla e caolino (un’argilla
bianca impiegata nella produzione della ceramica). Nel 1958 espone insieme a Lucio Fontana ed Enrico Baj;
inizia inoltre la collaborazione con Enrico Castellani e Agostino Bonalumi. Nel 1959 fonda la rivista
Azimuth e la Galleria Azimuth.
Progressivamente l’arte di Manzoni si fa sempre più personale, radicata e provocatoria, insofferente nei
confronti della tradizione: le Linee, i Corpi d’aria, il Fiato d’artista, le Uova scultura, le Basi magiche, le
Sculture viventi e, apice della provocazione, la Merda d’artista.
Il 6 febbraio 1963 Manzoni muore improvvisamente d’infarto nel suo studio di Milano.
GLI ACHROMES
Il ciclo degli Achromes (Manzoni trae ispirazione dalla pittura monocroma di Yves Klein) affronta diverse fasi.
Inizialmente l’Achrome consiste in una superficie bianca di gesso o caolino che non esibisce alcuna
manipolazione della materia (le prime produzioni – dai colori quasi fecali e catramati – sembrano ricordare i
fondi materici di altri squadri dell’artista). Non è uno spazio riempito e lavorato secondo un principio
compositivo atto alla creazione di forme artistiche:la trasformazione del materiale è affidata ad un processo
che avviene da sé = autosufficienza dell’opera d’arte. A differenza di quanto avviene nei lavori di Fontana e
Jackson Pollock – dove il gesto dell’artista si intreccia inesorabilmente alla materialità dell’opera –
nell’Achrome il gesto dell’artista è volontariamente trattenuto. Le superfici acrome risultano così spazi aperti
ad infiniti significati possibili.
Dal 1958 la tela inizia ad essere attraversata da righe, segnata da grinze e rigonfiamenti = manipolazione
fisica della tela tridimensionalità della pittura.
Negli Achromes artificiali invece il materiale viene scelto dall’artista per la sua stessa capacità di manifestarsi
visivamente: Manzoni andrà così utilizzando cotone, fibra di vetro, uova, pane plastificato, carta, polistirolo…
L’intento di Piero Manzoni è ricondurre l’arte a zero così da reintrodurne una nuova in nome di una rinnovata
purezza.
LE LINEE
Realizzate in esemplari di diversa lunghezza (da 1,76 a 7.200 m) tra il 1959 e il 1961. L’opera consiste in
una singola linea tracciata su un foglio di carta arrotolato e chiuso all’interno di un cilindro di cartone
etichettato. Nelle intenzioni dell’autore tale contenitore non avrebbe mai dovuto essere aperto = opera d’arte
chiusa in se stessa e estranea allo sguardo dello spettatore/acquirente l’esistenza della Linea può essere
visualizzata solo attraverso uno sguardo interiore e mentale. Il 4 luglio 1960 – dalle 4 alle 6.55 del
pomeriggio, Piero Manzoni porta a termine la Linea di 7200 m (Herning, Danimarca):sigillata in un cilindro di
zinco ed interrata nei giardini dell’Herning Kunstmuseum, la Linea avrebbe dovuto essere la prima di una
lunga serie destinata ad essere seppellita nelle principali città del mondo, per eguagliare l’intera
circonferenza del globo.
Ancor più suggestiva è la Linea di lunghezza infinita: un cilindro di legno senza aperture contiene idealmente
una linea che esiste solo concettualmente = spazio pieno costituito da infiniti punti.
LE BASI MAGICHE
Gesto artistico che eleva lo spettatore ad opera d’arte: chiunque alga sul piedistallo magico deve essere
considerato, per il tempo che vi rimane, un’opera artistica.
L’allontanamento dall’idea dell’opera d’arte quale oggetto materiale che può essere esibito/venduto è un
ideale artistico che trova compimento nella Base del Mondo (“Socle du monde, socle magique n.3 de Piero
Manzoni, 1961, Hommage à Galileo”), realizzata ad Herning e frutto della prima collaborazione danese: il