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L'esercizio letterario era anche uno strumento di impegno politico e civile. Egli
usa infatti il suo prestigio e la sua eloquenza per perorare il ritorno del Papa a
Roma, denunciando la corruzione della curia avignonese; rivolge appelli
all'imperatore Carlo IV di Boemia perché scenda in Italia a ristabilire
l'autonomia imperiale; deplora le lotte civili fra italiani; ma soprattutto si
entusiasma per il tentativo politico di Cola di Rienzo, che instaura una
repubblica a Roma. Invierà delle lettere a Cola stesso ispirato dagli ideali della
Roma classica, e si mette in viaggio per raggiungerla, ma la notizia del
degenerare dell'azione lo distoglie dai suoi propositi.
Nel 1347 lascia Avignone e soggiorna a lungo in Italia, successivamente si
stabilisce presso i Visconti di Milano, poi a Venezia nel '61. Infine si ferma ad
Arquà vicino a Padova, dove trascorre gli ultimi anni in serenità, studiando e
scrivendo. Muore il 19 luglio del 1374.
Intellettuale cosmopolita
Petrarca rappresenta una nuova figura di intellettuale: l'intellettuale
cosmopolita, figura che dominerà nei secoli successivi.
Infatti Petrarca non è più legato ad una realtà comunale, a causa della sua
perpetua voglia di viaggiare (Avignone, Parma, Milano, Venezia, Padova).
L'ideale di Petrarca non è più municipale bensì nazionale. Non è più l'
intellettuale cittadino che partecipa ala vita politica del suo Comune è ormai un
intellettuale cortigiano che accetta pienamente l' istituzione della Signoria, e
sceglie di sostenerla on il suo prestigio di intellettuale. Mantiene per questo una
funzione pubblica: dà consigli e ammonimenti ai signori, dà lustro alla corte
con la sua fama, ed è impegnato in incarichi prestigiosi.
Tuttavia mantiene la sua autonomia di intellettuale, rifiutando incarichi troppo
vincolanti, questo è possibile grazie alla rendita ecclesiastica. Petrarca infatti
anticipa la figura di intellettuale che diventerà sempre più diffusa: il chierico,
che trae sostentamento della rendite ecclesiastiche avendo la possibilità di
dedicarsi agli studi a tempo pieno. Petrarca ha quindi una vita agiata, con la
possibilità di risiedere nei luoghi più ameni e incantevoli propizi al
raccoglimento interiore, inoltre può disporre di una vasta quantità di libri, un
lusso riservato a pochi.
I privilegi di cui Petrarca gode si spiegano col grande prestigio che h assunto la
letteratura. Essa viene considerata la più grande manifestazione dello spirito
umano, l'humanitas. Il letterato fa rivivere attraverso i suoi studi il mondo
antico a cui si guarda con sempre più riverenza; inoltre è colui che assicura la
fama presso i posteri quindi l'immortalità.
Volgare (poesia):
Canzoniere
Trionfi
Latino:
Secretum
De vita solitaria
De viris illustribus
De remediis utriusque fortunae
Africa (poesia)
produzione latina
La può essere suddivisa in due gruppi: le opere religioso
morali e quelle 'umanistiche' .
Due opere di polemica filosofica scritte nella maturità offrono la chiave di
lettura per capire la visione dle mondo dell'autore: Invectivae contra medicum
quendam e De sui ipsius et multorum ignorantia (sull'ignoranza propria e di
molti altri). In esse Petrarca esprime il suo profondo fastidio per la filosofia
scolastica . La vera filosofia è quella che mira a comprendere l'uomo nella sua
interiorità più profonda e che insegna a sopportare le miserie indicando la via
dell'autentica felicità.
La più significativa fra le opere morali è il Secretum strutturato come dialogo
fra Francesco Petrarca e sant'Agostino, santo e filosofo che l'autore considerava
sua guida spirituale. Il dialogo si articola in tre libri che equivalgono
temporalmente a tre giorni, e avviene alla presenza di una donna bellissima ,
figurazione allegorica della Verità (l'impostazione allegorica denunzia
l'influenza forte di schemi medievali)
Agostino rappresenta l'istanza superiore della coscienza che smonta le
giustificazione speciose di Francesco.
Francesco rappresenta la fragilità del peccatore, disposto ad imparare ma che
non riesce a staccarsi dalle lusinghe mondane e dai beni materiali.
Argomenti:
I. Agostino rimprovera a Francesco la debolezza della volontà, che gli
impedisce di raggiungere le più alte aspirazioni di purezza
II. passa in rassegna i 7 peccati capitali e si sofferma su quello che affligge
maggiormente l'autore: l'accidia, l'inerzia morale
III. esamina le sue colpe più gravi: il desiderio della gloria eterna e
l'amore per Laura. Entrambi distolgono il pensiero dalle cose eterne e
anche l' amore, che Francesco riteneva elevazione spirituale e fonte di
virtù, è la fonte della sua degradazione morale.
Il conflitto interiore di Petrarca però non giunge all'auspicata pace interiore:
infatti Francesco riconosce di non poter vincere sulla propria natura, che non gli
permette di raggiungere una completa conversione. Petrarca è l'uomo della crisi,
che assume un più ampio significato storico. Il suo dissidio sempre aperto fra il
richiamo dell'ascesi e gli allettamenti della mondanità, che si traducono in
un'impossibilità del totale annegamento in Dio ma anche in una non completa
adesione al atteggiamento laico, ai valori terreni. Petrarca è quindi il
rappresentante emblematico di un'età di trapasso caratterizzata dal disgregarsi
della spiritualità medievale ma che è ancora lontana dall'accettare i valori
umanistici-rinascimentali.
Produzione umanistica
Petrarca a differenza degli uomini medioevali ha la oscienza del distacco con il
mondo classico che studia, imita e guarda liberandolo dalla deformazione
dell'assimilazione con il presente (fatta invece nel Medio Evo). Nasce di qui la
filologia (da philos , amico e logos, parola) scienza che ricostruisce i testi
letterari nella loro forma più simile all'originale emendandoli da errori di
trascrizione, con una ricostruzione rigorosa. Petrarca ne è un precursore. Scopre
in una biblioteca le epistole di Cicerone da cui l'idea di ordinare le proprie.
Epistole
Lettere raccolte durante tutto l'arco di vita, raccolte, rielaborate, e indirizzate di
norma ad altri intellettuali Familiari (indirizzate ai grandi dell'antichità), Senili
(risalenti agli anni tardi), Sine nomine, i quali destinatari sono omessi a causa
delle aspre invettive contro la corruzione della Chiesa, e le Varie (pubblicate da
amici).
Le lettere già nella stesura originaria erano veri e propri componimenti letterari,
su modello delle Epistole di Cicerone.
La conseguenza sono lettere che non rappresentano la realtà quotidiana bensì
una trasfigurazione letteraria di essa. La sostanza autobiografica è comunque
autentica, nata dal bisogno di esplorare la propria interiorità, di studiarsi e