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Opere minori
1) L'Africa: poema epico in esametri degli anni 30 sulla prima guerra punica, esalta la virtus romana nell'ambito del culto dei classici, emergono i valori collettivi della repubblica. Viene interrotto con soli nove libri incompleti, su dodici o dieci che dovevano essere scritti. Egli predilige infatti la lirica, opere su esperienze personali come la morte del fratello o opere sui classici come quella su Annibale che è però un pretesto per riflettere sulla caducità della vita. 2) De viris illustribus: nell'ambito del culto dei classici, è parte di una lunga tradizione biografica che parte da Svetonio. Apre il genere a personaggi della Bibbia o della mitologia antica, ma predilige Scipione l'africano. 3) Rerum memorandarum: ispirata all'opera di Valerio Massimo. Si nota un vaglio delle fonti nel parlare di eventi storici, in una concezione in cui i movimenti sono per la prima volta umani, sono gli uomini a fare la storia, non laprovvidenza.4) De vita solitaria: trattato sulla solitudine non estrema che consente l'introspezione. Costruito sempre sulla base di exempla esalta l'allontanamento dalla confusione della città, che porta a un rapporto interiore con il divino e ad un otium che è anche letterario. 5) De otio religiosorum: dedicata al fratello monaco certosino, trattato scritto nel 46-47, subito prima della svolta religiosa del 1348. 6) De remediis utriusque fortunae: l'ultima stampa dell'opera risale al 500. Si sofferma sulle quattro emozioni umane principali: il gaudium che è una gioia presente, la spes, che è una gioia futura, il dolor che è sofferenza presente e il metus che è sofferenza futura. Ha un impianto dialogico: esalta la ragione che deve moderare l'uomo che si esalta o si abbatte eccessivamente. OPERE PRINCIPALI 1) LETTERE Con la svolta del 1348, anno della peste nera, che ispirerà anche il Decameron, Petrarca affronta lamorte di Laura, che incontra il 6 aprile 1327 e che muore il 6 aprile 1348. Lo scrive nelle note a un'opera di Virgilio Ambrosiano, un appunto privato, quindi si pensa sia vero. Con la morte della donna mette al centro della produzione se stesso: fa un autoritratto, si focalizza sui dilemmi morali dell'io. Muore anche Giovanni Colonna, al cui servizio lavorava per ottenere l'autonomia economica. Diventa dunque chierico, cappellano, come Boccaccio, Ariosto e Bembo i quali hanno obblighi minori. Tra questi obblighi minori c'è però il celibato sebbene tutti abbiano figli. Dionisotti nell'opera "Chierici e laici nella letteratura italiana" scrive che godevano di benefici quali chiese e territori e ne ricavavano dunque soldi e prestigio. Dopo questa svolta scrive le lettere in cui si fa un autoritratto ideale come nel Secreto: manipola i dati, cambia delle lettere, ne riscrive altre. Inventa il genere della lettera come comunicazione tra
intellettuali senzauna funzione pratica. Si crea in tal modo una rete di intellettualitransnazionale. Le lettere sono come un saggio: il pretesto è reale, ma ilcontenuto è filosofico, talvolta politico o anche filologico.
Le epistole sono di vario tipo: 300 familiari, come le opere delCanzoniere, le senili e le sine nomine, senza destinatario dove sfoga lasua vena polemica contro la cattività avignonese.
In realtà non ha un particolare impegno politico tranne l'appoggio a Coladi Rienzo che nel 1347 a Roma prova a restaurare la repubblica romana,attribuendosi il nome di tribuno. Petrarca lo esorta ad agire anche con laforza militare per restaurare gli antichi fasti, la virtus di Roma. Questoappoggio lo pone in contrasto anche con i Colonna.
Le epistole sono divise in 24 libri, stesso numero dell'Iliade edell'Odissea. Si evince che non sono epistole autentiche, ma costruite.Anche quella che narra dell'ascesa al monte Ventoso, fu scritta
Nel 1353, mentre l'episodio avvenne nel 1336. Figurano lettere a Virgilio, Orazio, Seneca, epistole in versi. Afferma di ispirarsi a Cicerone anche se quelle di quest'ultimo sono lettere più autentiche, scritte con un sermo familiaris, colloquiale. Si avvicina in realtà di più alle epistole morali.
2) IL SEGRETO
Nel 400-500 si svilupperà pienamente il genere del Dialogo, modello platonico. Il genere è aperto alla cultura critica, alla ricerca. Mentre il trattato è affermativo, assertivo, il dialogo ha un'opinione prevalente che è quella dell'autore ma viene dato spazio anche a opere diverse. Petrarca inaugura dunque generi che hanno successo nel mondo umanistico: non solo la lettera ma anche il dialogo. Esso si immette sempre all'interno della svolta del 1348, si colloca in quella costruzione di un autoritratto di cui fanno parte anche le epistole e il Canzoniere. Il Secreto è però il perno di questa svolta.
Introspettiva. Il dialogo è con sant'Agostino in cui lui vede ciò a cui aspira, in quanto si rivede in ciò che lui è stato: anche Agostino fu pagano e immorale e si colloca in quello schema che è la mutatio vitae o mutatio animi. Il titolo completo è "De secreto conflictu curarum mearum", è un'opera intre libri, in cui Petrarca viene rimproverato di essere troppo attaccato ai fantasmi, ai beni terreni. Vengono analizzati i vizi capitali, in particolare l'accidia, la negligenza nel fare il bene, che viene individuato ma non perseguito con la volontà. Due catene, due passioni terrene sono individuate principalmente all'interno del III libro nel desiderio di gloria e in Laura, che data l'assonanza con il termine Laurea potrebbero identificarsi, sebbene lui rivendichi l'esistenza della donna con Boccaccio. Quando si difende con Sant'Agostino, affermando che Laura o ha avvicinato a Dio.
Agostino demistifica l'amore terreno, che non è la caritas divina: egli ha invertito l'ordine, amando prima la creatura e poi il creatore, ha dato un eccessivo peso alla bellezza corporea che è un dato trascurabile.
Agostino inoltre lo ammonisce di non scrivere degli uomini illustri in quanto scrivendo degli altri dimentica sé stesso: la conclusione è aperta. Egli scrive "Sarò vigile a me stesso quanto potrò e rimetterò insieme la mia anima frammentata". Forse prefigura il canzoniere.
La datazione dell'opera è falsificata mediante falsi indizi: Petrarca afferma di amare Laura da sedici anni, ma il 42-43 precede di troppo il 1348 di cui parla nella prima epistola delle Familiares. Forse vuole far credere di essersi pentito prima o forse vuole collocare il pentimento nei suoi 40 anni, numero simbolico, che si riferisce ai 40 anni nel deserto della Bibbia.
3) CANZONIERE
Con quest'opera l'autore mette in
Ordine tra i frammenti precedenti. Il titolo “Rerum vulgarium fragmenta” è molto tecnico e mette in luce il fatto che non sia stato concepito come un’opera unitaria ma che siano poesie raccolte in una rielaborazione etico psicologica alla luce della fine del Secretum.
Un ruolo fondamentale lo ha giocato la peste, che come egli scrive nella I lettera delle Familiares, dedicata a Socrate, dietro cui si cela il musicista finlandese Ludwig van Kempen, ha segnato la fine di un’epoca. Per segnare questo passaggio brucia le sue opere tranne le lettere, le epistole in esametri e le poesie in volgare, microtesti della giovinezza che vuole mettere insieme per ricomporre un io lacerato.
È la raccolta di poesia per eccellenza: l’elemento innovativo è l’organicità, la logica, lo schema stabilito dall’autore stesso. A differenza di Dante nelle Rime, trasmesse in base alla scelta dei copisti, lui ha un progetto, infatti interviene sulla
composizione fino all'ultimo periodo dellavita. In un understatement fittizio le definisce anche "Nugiae". È presentato all'interno del Vaticano Latino 1395, autografo e idiografo, quindi organizzato dall'autore ma scritto da mano diversa. Inizialmente il copista Giovanni Malpaghi scriveva mentre lui dettava, ma poi lo abbandonò. Nella parte finale dell'opera, quella autografa, gli ultimi 31 versi furono riordinati: non c'era stata un'adeguata preparazione al sonetto alla vergine. L'opera è narrata secondo la diacronia: parte dallo sbandamento dell'amore come errore fino ad arrivare al pentimento, alla poesia alla Vergine in cui la prega d'aiutarlo a dedicarsi al divino senza cadere nel pericolo delle passioni terrene. È dunque organizzato in modo tale da essere un romanzo autobiografico e l'ordine in cui sono disposte le opere rispecchia la finzione romanzesca. Il Codice di abbozzi presenta
Testimonianza di questa opera di laborlime, con i numerosi promemoria in latino. Egli lavorava ritornando sui testi etrasferendolo in bella copia, in quelli che sono appunto definiti i suoi abbozzi. Il primo tentativo di raccolta è la Silloge del 1342 che raccoglie solo pochi componimenti e in ordine diverso. Forse fu di stampo classicista, costruito intorno al mito di Apollo e Dafne, in quanto il sonetto 34 su questo argomento è in realtà il primo. Poi ci fu quello di Azzo da Correggio di Parma del 56-58. Infine ci fu la forma Chigi, conservata nella Biblioteca chigiana e compilata da Boccaccio. La sequenza di queste edizioni è caratterizzata prima dall'incremento e poi dallo spostamento dei testi. Nell'ultima edizione, quella del Vaticano Latino gli ultimi 31 componimenti sono cambiati di ordine: prima il componimento alla Vergine non era preceduto dal pentimento. Le sue fonti sono: Ghirault Richieri, che raccoglie le sue opere secondo una vicenda continua,
Guittone che raccoglie anche lui le proprie liriche e Dante, sebbene vada oltre la prosa e segua una traiettoria diversa, non dall'amore verso Dio, ma dall'amore al pentimento, secondo l'idea della devozione religiosa.
Fino al componimento 70 l'amore è descritto come una passione che fa soffrire, tipico di Cavalcanti, Daniel, del Dante petroso, in seguito è visto come virtus secondo i canoni dello stilnovismo e infine prevale la caritas con il ripudio dell'amore terreno, in un ricongiungimento con il primo sonetto. È una visione diversa che si distacca dalla tradizione che vive l'amore con positività.
Egli lo vede come una passione e in quanto tale è da ripudiare, secondo i canoni dello stoicismo fusi con l'idea cristiana del peccato. Prevale l'idea stoica del saggio invulnerabile.
Altre fonti sono Orazio, le elegie, Catullo, specialmente il IV carme, Properzio, gli "Amores"