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FRANCESCO PETRARCA [1304 – 1374]
BIOGRAFIA
Francesco Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304 da Eletta Canigiani e da ser Petracco, notaio fiorentino che due anni prima era stato esiliato dalla sua città perché appartenente alla fazione dei Bianchi. A sette anni seguì, con la famiglia, il padre prima a Pisa e poi ad Avignone, in Francia, allora sede del Papato. Il padre fu assunto presso la curia, ma per mancanza di case la famiglia dovette sistemarsi nella cittadina di Carpentras, dove il Poeta compì i suoi primi studi sotto la guida del dotto maestro Convenevole da Prato. Fu poi avviato agli studi giuridici, prima a Montpellier e poi a Bologna, ma con scarso profitto perché attratto dagli studi classici e distratto dalla vita mondana. Alla morte della madre, nel 1326, tornò ad Avignone e intraprese la carriera ecclesiastica negli ordini minori, mentre il fratello Gherardo divenne sacerdote per abbracciare poi la vita monastica. Il venerdì santo
dell'anno dopo Francesco vide per la primavolta, nella chiesa di S. Chiara, la donna destinata a divenire l'ispiratrice del "Canzoniere", Laura (forse Laura de Noves andata sposa ad Ugo de Sade). Nel 1330, assunto al servizio dell'amico cardinale Giacomo di Stefano Colonna, seguì il suo signore in Guascogna. Ritornato ad Avignone nel 1333 fu al servizio del cardinale Giovanni Colonna, che gli consentì di effettuare numerosi viaggi in Europa. Nel 1336, durante un'ascensione sul monte Ventoso, in compagnia del fratello Gherardo, lesse una pagina di S. Agostino che lo turbò profondamente e segnò l'origine di una crisi morale e religiosa, che lo accompagnò per tutta la vita. Nel 1340 fu invitato sia dall'Università di Parigi che dal Senato di Roma per essere incoronato poeta: preferì Roma, ove l'anno dopo fu incoronato sul Campidoglio, dopo aver sostenuto un severo esame, durato tre giorni, da parte del
- OPERE LATINE IN VERSI
- Africa - scritto fra il 1339 e il 1342 e in seguito corretto e ritoccato, è un poema eroico, incompleto, che tratta della 2° guerra punica e in particolare delle gesta di Scipione.
- Epistole - scritte fra il 1333 e il 1361, sono 66 lettere in esametri, di cui alcune trattano d'amore ma in maggioranza si occupano di politica, morale o di materie letterarie. Alcune sono autobiografiche.
- OPERE LATINE IN PROSA
- OPERE IN VOLGARE
metter le mani innanzi, con un titolo modesto che non velasse quelle che erano credute le sue opere maggiori, affinché i posteri, ch'egli vedeva incamminati a un ritorno alla latinità classica, non gli rimproverassero quella concessione al gusto "volgare". Certo egli aveva cominciato a scrivere in volgare solo per piacere alle donne e ai giovani eleganti che ne apprezzavano la rifinita dolcezza, ma senza persuasione che quei suoi scrittarelli ("nugellae") sarebbero rimasti accanto alle sue cose "serie", le opere latine: finché l'ammirazione universale non lo indusse a mutare pensiero. Allora si diede a raccogliere quelle sue "rime sparse", a correggerle e a ricorreggerle con amore, a tentare vari ordinamenti, onde quella dispersione si componesse in un tutto il meno possibile frammentario.
La maggior parte delle rime del Canzoniere sono d'argomento amoroso; una trentina sono di argomento morale, religioso o politico. Sono
Celebri le canzoni Italia mia e Spirto gentil nelle quali il concetto di Patria si identifica con la bellezza della terra natale, sognata libera dalle lotte fratricide e dalle milizie mercenarie. Fra le canzoni più celebri ricordiamo anche Chiare, fresche e dolci acque e tra i sonetti Solo e pensoso.
La raccolta è stata divisa dagli editori in due parti: rime in vita e rime in morte di Madonna Laura. In realtà il Petrarca curò ben nove stesure successive del Canzoniere, includendovi rime già composte fin dalla prima giovinezza sia per Laura, sia per altre donne (ed attribuendo queste ultime a Laura), stendendo altre rime che finse di aver scritto quando l'amata era ancora in vita ed aggiungendone altre ancora, in modo da rappresentare Laura come l'unico puro amore, che riconduce a Dio il poeta (vedi Dante). Sarebbe dunque improprio far coincidere la collocazione dei vari testi nell'opera con l'ordine cronologico della.
composizione. L'amore per Laura è il centro intorno al quale ruota la vita spirituale, ricchissima ed originale, del Petrarca, per il quale tutto, spontaneamente, diviene letteratura. Il racconto ripercorre le varie fasi dell'innamoramento, soffermandosi lungamente sulle minime vicende di un amore infelice: né il poeta sa dichiararlo adeguatamente all'amata, né questa si mostra disposta ad accoglierlo e ricambiarlo. Tuttavia questa medesima situazione viene di continuo variata e sottoposta a verifica. A volte pare anzi che un incontro tra i due divenga possibile, come suggeriscono minimi segni del comportamento di Laura; ma prevale sempre, infine, la negazione. Preceduta da oscuri presentimenti si verifica a un certo punto la morte di Laura. La reazione del poeta è dapprima di disperazione. Poi, gradualmente, la scomparsa dell'amata apre la possibilità di rielaborare la sua figura, esaltandone la virtù sul modello della Beatrice.
dantesca. L'amore del poeta giunge quindi ad una nuova maturazione: si afferma la coscienza dei limiti della propria passione e il rimpianto per la sua mancata realizzazione. Laura è una donna superiore alla quale il poeta rende omaggio, ma non ha nulla di sovrumano; ella è modello di virtù e di bellezza, ma la sua figura non è palpitante di vita, non ha una vera realtà, i suoi tratti umani, i begli occhi, le trecce bionde, il dolce riso, si ripetono immutati, però Laura costituisce il fulcro ideale intorno al quale si dispone la vita sentimentale del poeta. Petrarca associa il nome di Laura al lauro, simbolo della gloria poetica, ovvero della sua più grande aspirazione; e gioca sul nome Laura scambiandolo con l'aura (come nel sonetto Erano i capei d'oro al'aura sparsi). La seconda parte del Canzoniere si chiude con la c