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Il Grande Tour
Si comincia a parlare di Grand Tour a partire dal '700: il termine sembra essere nato verso la fine del '600. Si tratta della moda, tra gli aristocratici, di viaggiare verso centri di cultura: con Goethe, l'Italia diventa punto di arrivo fondamentale, soprattutto grazie ai reperti archeologici.
Particolarmente importanti furono i ritrovamenti durante gli scavi di Ercolano e Pompei, che influenzarono persino il gusto negli arredamenti.
Tra i personaggi più influenti in questo clima di riscoperta del mondo classico c'è il teologo Winckelmann. Egli, nella sua teoria del bello ideale, crea un ponte con la natura attraverso l'interpretazione che di essa avevano fatto Raffaello e gli antichi. È già stata data un'interpretazione della natura, dunque occorre imitare l'antico.
Per artisti come David, l'antico è un qualcosa di ideale a cui tendere: nobilita l'uomo, pertanto ha un valore quasi civile.
politico.I nazareni: i nazareni, gruppo di pittori inglesi ma soprattutto tedeschi, erano quasi dei sacerdotidell’arte. Davano all’arte un’interpretazione religiosa e sociale. Rappresentano un’importantestagione della pittura religiosa dell’800, che verrà man mano abbandonata. Questi pittori sonolegati all’arte fiamminga e tedesca.
Il purismo italiano: è un movimento artistico italiano nato sulla scia dei nazareni. Questi artistiriconoscono come modelli i cosiddetti “primitivi”, ovvero gli artisti da Cimabue al primo Raffaello.Tra gli artisti più importanti abbiamo Minardi, Tenerani e Overbeck. Questi artisti scrissero, nel1842, il documento “Del purismo e delle arti”. Il termine “purismo” fu adottato in analogia con lescelte letterarie dell’epoca, secondo cui bisognava ispirarsi agli autori toscani del ‘300.
Scuola di Posillipo: l’espressione “scuola di Posillipo”
fu coniata in segno di scherno dai pittori dell'Accademia per definire quel gruppo di artisti che, negli anni '30 dell'800, si riunivano intorno alle figure di Pitloo e di Giacinto Gigante. Napoli fu meta di diversi paesaggisti, tra cui Tischbein, Corot e Turner. Nella sua prima produzione, la scuola di Posillipo si rifece al paesaggio di tradizione classica, ma puntando soprattutto sui valori lirici e romantici assunse ben presto una posizione antiaccademica. Dal vedutismo settecentesco, gli artisti della scuola derivarono la caratteristica abitudine di trarre dal vero almeno gli abbozzi disegnativi. Tuttavia questa ricerca del vero si associò sempre al gusto del pittoresco e a un senso della forma che, anche quando inclinava alla macchia, non perdeva mai la sua completezza disegnativa. Il periodo tra la fine del settecento e l'inizio dell'ottocento è quello della Restaurazione (La Restaurazione, sul piano strettamente storico-politico, è ilIl processo di ristabilimento del potere dei sovrani assoluti in Europa, ossia dell'Ancien régime, in seguito alla sconfitta di Napoleone. Essa ha inizio nel 1814: in Toscana, con il Congresso di Vienna, convocato dalle grandi potenze per ridisegnare i confini europei, nel Granducato di Lorena, è un momento di grande serenità.
La storia del mobile può dare un'idea dell'epoca in questione. Alla fine dell'impero napoleonico, verso il 1815, si afferma un nuovo tipo di stile decorativo chiamato "Biedermeier", basato su un'estrema semplicità, geometrico, pratico, comodo. In qualche modo reagisce al forte decorativismo dello stile Impero.
La tranquillità del periodo storico sembra riflettersi nella pacatezza dei ritratti di famiglia eseguiti da Giuseppe Tominz e Michelangelo Grigoletti: sono scene domestiche rassicuranti, in cui alcune figure mostrano una grazia simile a quella ideata da Canova.
Rassicuranti e pacate sono...
anche le raffigurazioni a tema sepolcrale, in cui il tema della morte acquista una collocazione domestica ed accettabile. Si noti la presenza dei fiori, ordinati e vivaci, nella tela "il giorno dei morti" di Waldmüller. La tematica, tuttavia, sarà sempre presente nel secolo e si evolverà, come è possibile notare ne "La disperazione per la perdita dell'amante" di Giuseppe Molteni: qui, infatti, la morte è meno rassicurante, e a sottolinearlo è la stessa ambientazione. Non meno lugubre è l'atmosfera che gli abiti neri conferiscono alle protagoniste di "Il giorno dei morti" dell'accademico Bouguereau. In questo periodo storico, soprattutto a livello artigianale, gli stili si sovrappongono. Uno degli stili che persisteva di più era quello barocco - rococò, lo stile decorativo per eccellenza. Lo storicismo, soprattutto in Italia, è particolarmente importante in questo.secolo: si guarda molto al medioevo, in particolare al gotico. L'eclettismo stilistico (che si svilupperà soprattutto a fine secolo) corrisponde all'eclettismo della committenza: in molte case si usava optare per una commistura di stili diversi. In particolare l'Inghilterra guarderà al gotico (si vedano i Preraffaelliti). I temi di Dante hanno grande preponderanza. 1848: individualismo e verità. La Toscana e l'Accademia. L'Accademia è il luogo in cui tutti gli artisti si formano, anche quando essa diventerà il bersaglio della loro ribellione: è una condizione necessaria. Nel 1848, nell'Accademia di Firenze, gli artisti di Firenze si ribellano e chiedono che vengano cambiate alcune regole. Questa riforma prevedeva in particolare la possibilità di studiare il nudo in posizioni non codificate; esso, infatti, si studiava secondo un'impostazione pregressa, con posizioni prestabilite che.trasmettevano un'idea di tensione epica, eroica. Si desiderava, inoltre, introdurre il nudo femminile (fino ad allora era stato solo maschile): nel 1847, Puccinelli introdusse nel suo studio una donna come modello per un nudo e creò scandalo, ma fu appoggiato dagli studenti dell'accademia. È in questa fase che si crearono le prime opposizioni tra i cosiddetti accademici (d'altra parte erano tutti studenti dell'accademia) ed i veristi, ovvero coloro i quali si ispiravano al vero in maniera diretta. Un esempio è costituito dalla celebre "Fiducia in Dio" di Lorenzo Bartolini: la modella è nuda, e i suoi particolari fisici sono chiaramente studiati dal vero, nonostante non ci sia una totale rinuncia ad un controllo che assicura grazia ed armonia. Lo stesso approccio più naturalistico lo ritroviamo in Giovanni Dupré, amico di Bartolini. Antonio Puccinelli precorre quello che sarà il movimento macchiaiolo, come siPuò notare nel celebre dipinto "La passeggiata al muro torto": nonostante non ci sia una totale rinuncia all'ordine convenzionale, si nota una grande sensualità nell'utilizzo dei colori, un senso dell'emozione, del sentimento. Lo stesso discorso si può fare con l'arte di Luigi Mussini, il quale non rinuncia al disegno purista di Ingres, ma al contempo dedica spazio ad una certa vaghezza sentimentale. Si introduce il concetto de l'art pour l'art, dell'arte svincolata dal soggetto; considerare il soggetto come un pretesto per fare arte. È una teoria che si sviluppa intorno agli anni '50 dell'ottocento.
Tra Macchiaioli e Impressionisti: Diego Martelli
Diego Martelli è una figura che è stata riscoperta solo negli anni '90. Era un personaggio molto noto, vissuto a stretto contatto con gli impressionisti. Soggiorna a lungo a Parigi; riscontra caratteristiche comuni
tra macchiaioli ed impressionisti, e da questo elaborerà una sua visione in rapporto tra queste due scuole, riflettendo sulla creazione di una scuola internazionale (che però non verrà mai realizzata). Il punto di incontro tra i Macchiaioli (così sono stati definiti, non si sono dati questo nome) avveniva nel Caffè Michelangiolo di Firenze, situato in via Larga: già dagli anni '40, gli artisti vi si ritrovavano per discutere dei principi e le regole accademiche. Si parla di "toscano" e di Firenze: in realtà gli artisti provenivano da varie regioni d'Italia, ognuno di loro svilupperà una propria poetica personale, ma tutti insieme danno il loro contributo in questa fase comune di innovazione. Dal Caffè passeranno importanti artisti stranieri come Manet (nel 1853), Degas e Tissot, ma anche napoletani come Morelli, particolarmente importante per la pittura di storia, Altamura, i fratelli Palizzi, i quali mediano.I contatti con la scuola di Barbizon. In sintesi: l'incipit viene dato dai toscani, tra cui Fattori e Sernesi, personaggio misterioso morto giovane, infatti sono pochi i dipinti con attribuzione certa (la sua parabola artistica non è ancora molto chiara). I Macchiaioli avevano il desiderio di creare un'arte che rappresentasse il nuovo stato unitario (1861): questa volontà sarà molto difficile da realizzare per via della forte connotazione regionale dell'arte italiana, che porterà come conseguenza una serie di differenze non facilmente superabili e a volte gelosamente mantenute per rivendicare l'identità di una scuola rispetto ad un'altra. All'inizio degli anni '50 avvengono le discussioni più accese e i primi cambiamenti; nel 1854 apre la Villa di Marcellin Desboutin a Firenze, la cui collezione mostra opere internazionali di grande rilevanza. Fondamentale per i macchiaioli fu l'Esposizione
universale di Parigi del 1855, in cui gli italiani presenti, ovvero De Tivoli e Altamura, guardano al realismo di Courbet e soprattutto alla scuola di Barbizon. Qui impararono ad utilizzare lo specchio nero, che, eliminando i toni intermedi, catturava la totalità del chiaroscuro, quindi la "macchia". Nel 1856 Morelli arriva a Firenze: egli guarda alla pittura di storia e il suo orientamento influenza l'eclettismo del panorama artistico.
1858: Degas a Firenze. 1858: Signorini e Cabianca a La Spezia, applicano i principi della macchia. 1859: Nino Costa a Firenze. 1860: Signorini, Banti, Cabianca, di nuovo in Liguria.
Intorno al '60-'61, tutti gli artisti dipingono in una maniera nuova e sintetica, utilizzando la macchia, fino ad allora utilizzata solo per i bozzetti. Si dipingeva su ogni tipo di supporto, anche per motivi economici. Le prime sperimentazioni riguardano la pittura di storia: è questo il tema.