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NIC:
• educazione alla salute
• facilitazione dell’autoresponsabilità
• miglioramento del coping
• insegnamento: farmaci prescritti
2.INEFFICACE AUTOGESTIONE DELLA SALUTE : modello in base al quale il paziente incontra o è a rischio di incontrare difficoltà
nell’integrare nella propria vita quotidiana un programma per il trattamento di una malattia, per raggiungere certi obbiettivi specifici di
salute.
Caratteristiche definenti (maggiori)
• dichiarata desiderio di gestire il trattamento di una malattia e la prevenzione delle complicanze
• dichiarata difficoltà con uno o più regimi terapeutici prescritti per il trattamento di una malattia e dei suoi effetti o per la prevenzione di
complicanze
Caratteristiche definenti (minori)
• accelerazione (attesa o inattesa) dei sintomi della malattia
• dichiarata assenza di azioni dirette a includere il regime di trattamento nella routine quotidiana
fattori correlati
• correlata a complessità del regime terapeutico
• correlata a effetti collaterali della terapia
• costo del regime terapeutico
correlata a ostacoli alla comprensione secondari a: (deficit cognitivi, insufficiente motivazione, ansia, affaticamento ..)
•
NOC:
comportamento di adesione
conoscenze: regime terapeutico-procedure
comportamenti volti al trattamento di malattie o traumi
NIC:
insegnamento: processo patologico
sostegno della famiglia
guida al sistema sanitario Pagina 31 di 96
Rischio di complicanze per effetti avversi della terapia farmacologica
• RC per effetti avversi della terapia con farmaci ipoglicemizzanti
Rischio di complicanze per disfunzione metabolica-immunitaria-ematopoietica
• RC per ipo-iperglicemia
• RC per squilibri elettrolitici
• RC per sepsi
• RC per acidosi (metabolica)
iniezioni di eparina a basso peso molecolare
le eparine a basso peso molecolare sono derivate con metodi chimici o enzimatici dall'eparina standard
(non frazionata).
questi metodi consentono di ottenere delle molecole di minori dimensioni (minor peso molecolare) che
hanno numerosi vantaggi rispetto all'eparina standard.
le eparine a basso peso molecolare sono ampiamente utilizzate per la prevenzione e la terapia della
malattia tromboembolica venosa
per il loro particolare meccanismo d'azione, le eparine a basso peso molecolare sembrano causare minori
emorragie ed un minor tasso di piastrinopenia da eparina, una complicanza che può essere molto grave
le eparine a basso peso molecolare, più piccole rispetto all'eparina standard, hanno una maggiore attività
inibitoria sul fattore X della coagulazione ed un minore effetto inibitorio sulla trombina, una delle proteine
più importanti che interviene nelle fasi finali del meccanismo che porta alla coagulazione del sangue
l’eparina a basso peso molecolare è confezionata nella singola dose (in una siringa)
non è necessario praticare la manovra di Lesser
utilizziamo la tecnica di iniezione con plica e si utilizza il sito addome inferiore o il terzo medio e prossimale
anteriore o esterno della coscia. al termine dell’iniezione non massaggiare, ma tamponare delicatamente
UNITA’ DIDATTICA DI STUDIO 2 : la somministrazione di farmaci per via parenterale: le iniezioni intradermiche (lezione 3)
quando utilizzare la via intradermica?
la via intradermica si utilizza per i test cutanei di sensibilizzazione (ad es. intradermoreazione di Mantoux)
dopo l’introduzione per via intradermica di sostanze ad attività antigena si va a verificare l’eventuale
sensibilità di quel determinato paziente a farmaci e/o allergeni.
comunemente si utilizza il sito dell’avambraccio, nell’area volare, in una zona possibilmente lontana da peli
e/o irritazioni. si utilizzano solitamente siringhe da 1 ml, con aghi di diametro da 27 a 31 Gauge e con
lunghezza da 5 a 15 mm
Alcune linee guida suggeriscono di non effettuare l’antisepsi oppure di verificare preventivamente che il
paziente non sia “sensibile” all’antisettico che viene utilizzato sulla cute prima dell’iniezione
è necessario introdurre l’ago nella cute ad un angolatura da 5° a 15° in modo che sia possibile iniettare il
farmaco proprio nel derma, fino alla formazione di un piccolo “pomfo”
Non bisogna effettuare la manovra di Lesser
Al termine dell’iniezione non si deve massaggiare, ma tamponare delicatamente
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GUIDA ALLO STUDIO
alcune domande per la guida allo studio
1. siti di iniezione sottocutanea: localizzazione anatomica e caratteristiche di ciascun sito
la somministrazione sottocutanea (o ipodermica), per semplicità, scarsa invasività e facilità di reperimento dei dispositivi necessari,
rappresenta una valida alternativa in tute quelle situazioni in cui siano precluse altre vie (es. quella orale o quella endovenosa) o
quando si vuole sfruttare il relativamente lento assorbimento di farmaci o liquidi.
idealmente tutti i tessuti sottocutanei con massa sufficiente e che non presentano alterazioni cutanee o edemi, possono essere utilizzati.
la letteratura identifica 4 siti di iniezione sottocutanea:
- terzo medio e prossimale anteriore o esterno del braccio: o spessore medio del tessuto sottocutaneo può variare da 9 mm nell’uomo
a 15 mm nella donna. i farmaci iniettati in quest’area hanno una velocità di assorbimento intermedia.
- addome inferiore (a 3-4 cm dall’ombelico): lo spessore medio del tessuto sottocutaneo può variare da 14 cm nell’uomo e 23 cm nella
donna. è bene evitare la zona intorno all’ombelico perché è molto vascolarizzata. è la sede ritenuta più idonea per la
somministrazione di eparina calcica o di eparina a basso peso molecolare. i farmaci iniettati in quest’area hanno una velocità di
assorbimento rapido
- zona dorsoglutea: lo spessore medio del tessuto sottocutaneo può variare da 15 mm nell’uomo a 25 mm nella donna. i farmaci
iniettati in questa area hanno una velocità di assorbimento lento
- terzo medio e prossimale anteriore o esterno della coscia: lo spessore medio del tessuto sottocutaneo può variare da 7 mm nell’uomo
e 14 mm nella donna. i farmaci iniettati in questa area hanno una velocità di assorbimento intermedio.
2. quali considerazioni/valutazioni compi per decidere in quale sito praticare un’iniezione sottocutanea?
la scelta della sede di iniezione è influenzata da caratteristiche quali quantità e tipologia di farmaco, stato nutrizionale (BMI) e condizioni
generali del paziente. è inoltre necessario considerare:
- velocità di assorbimento (differente a seconda dell’attività motoria dopo l’iniezione e a seconda delle sedi)
- necessità di ruotare le sedi di iniezione (riduce la possibilità di insorgenza di complicanze)
- mantenere costante il sito di iniezione per orario di somministrazione (molto importante per l’insulina)
- valutare l’attività motoria prima e dopo l’iniezione (può influenzare l’assorbimento)
- valutare trofismo e spessore del sottocute (può influenzare l’assorbimento)
- scelta di aghi e siringhe idonee al sito di iniezione e alle caratteristiche del paziente (differente a seconda delle sedi e della
soggettività delle caratteristiche anatomiche e fisiologiche)
- valutare le controindicazioni (edema, ematomi, cicatrici, alterazioni della motilità, flaccidità o paresi muscolare, etc..)
3. cosa è possibile somministrare utilizzando la via sottocutanea?
utilizzando la via sottocutanea è possibile somministrare liquidi reidratanti, farmaci ad infusione continua e farmaci mono-
somministrazione
4. quali sono le indicazioni alla somministrazione di liquidi reidratanti (ipodermoclisi) per via sottocutanea?
l’assorbimento dei fluidi somministrati con ipodermoclisi è completo e paragonabile alla via endovenosa.
non ci sono differenze di efficacia se non che la via sottocutanea risulterebbe meno traumatica per il paziente e più facilmente gestibile
anche nell’ambito dell’assistenza domiciliare e si presterebbe meglio nella disidratazione moderata nei pazienti anziani che presentano
confusione mentale. la somministrazione di fluidi per via sottocutanea non va MAI effettuata quando è urgente ripristinare una volemia
adeguata (es. caso di shock) di gravi alterazioni elettrolitiche e di disidratazione grave perché possono causare uno scompenso
cardiaco. le soluzioni più indicate all’infusione sottocutanea sono la soluzione fisiologica (NaCl) al 0,9% e il glucosio al 5%.
la velocità di infusione più frequentemente utilizzata è di 1ml/min perché riduce il rischio di edema locale.
secondo la maggior parte degli autori per ridurre il rischio di edema locale dovuto ad un riassorbimento insufficiente non si deve
superare un volume di 1’500 ml nelle 24h (1ml/min) in un unico sito di iniezione sottocutaneo.
il sito di iniezione per l’infusione di liquidi reidratanti è rappresentato dal terzo medio e prossimale anteriore o esterno della coscia.
5. quali tecniche si possono utilizzare per i farmaci in mono-somministrazione per via sottocutanea?
TECNICA 1: stendere la cute della sede di iniezione tra le dita (pollice e indice) della
mano non dominante e inserire l’ago a 45°
TECNICA 2: con il pollice e l’indice si effettua una plica cutanea e si inserisce l’ago a
45° o 90°, mantenendo la plica fino a fine iniezione
per entrambe le tecniche non occorre effettuare la manovra di Lesser, bisogna introdurre lentamente il farmaco e al termine
dell’iniezione non bisogna massaggiare ma tamponare delicatamente.
6. come procedi e con quale prodotto effettui l’antisepsi del sito di iniezione sottocutanea?
disinfettare la sede di iniezione con un movimento circolare per un area di 5 cm, procedendo dal punto di iniezione verso l’esterno e
lasciando asciugare l’antisettico prima dell’iniezione. utilizzare un antisettico a base alcolica.
7. quali siringhe e quali aghi si utilizzano nella somministrazione per via sottocutanea?
è sempre preferibile scegliere la siringa più piccola possibile in relazione al volume di farmaco da somministrare
per la somministrazione di insulina occorre utilizzare le siringhe specifiche (dosate in unità internazionali)
alcuni farmaci (ad es. eparine a basso peso molecolare) sono confezionati nei diversi dosaggi terapeutici già all’interno della siringa.
si devono preferire aghi di diametro ridotto, di norma tra i 27 e i 31 Gauge
per quanto riguarda la lunghezza, questa è variabile a seconda dello spessore del sottocute:
- aghi di 4-5 mm (tecnica con plica in pazienti molto magri)
- aghi di 4-5 mm (tecnica senza plica in pazienti normopeso)
- aghi di 6-8 mm (tecnica con pli