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EDUCAZIONE AMBIENTALE ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE E ALLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Che cosa si intende per sviluppo sostenibile?

Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo compatibile con la salvaguardia dell'ambiente e dei beni liberi per le generazioni future. Lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni. Quando si parla di sostenibilità si intendono: impatto ambientale, persona, inquinamento, impronta ecologica, eco-compatibilità.

Visione antropocentrica della sostenibilità → Afferma la visione antropocentrica, ovvero il dominio dell'uomo sulla natura. La natura ha un valore strumentale poiché serve, attraverso la produzione industriale e l'uso intensivo di energia, al miglioramento della condizione umana.

Visione etica-ambientale della sostenibilità → Pone al centro dell'agire il

primatomorale della natura, negando ogni forma di gerarchia tra le varie specie e assumendo immediatamente le conoscenza dell'ecologia come fondamento delle norme etico-sociali nel campo delle attività umane che hanno conseguenze rilevanti per la biosfera. Quali sono le dimensioni dello sviluppo sostenibile? Le dimensioni dello sviluppo sostenibile sono: 1. Istituzionale: riguarda la creazione di politiche e normative che promuovano la sostenibilità a livello governativo e istituzionale. 2. Ecosistemica: si riferisce alla conservazione e alla gestione sostenibile degli ecosistemi, garantendo la loro capacità di fornire servizi e risorse vitali. 3. Umana e sociale: riguarda il miglioramento della qualità della vita delle persone, garantendo l'accesso a servizi essenziali come cibo, acqua, salute ed istruzione. 4. Economica e finanziaria: si riferisce alla promozione di un'economia sostenibile, che tenga conto degli impatti ambientali e sociali delle attività economiche e che favorisca la giustizia economica. Gro Harlem Brundtland divenne primo ministro del governo norvegese. Nel 1983 venne nominata presidente della commissione mondiale sull'ambiente e lo sviluppo e nel 1987 redasse il rapporto di Brundtland (OUR COMMON FUTURE) contenente i documenti di programmazione economica e le legislazioni nazionali e internazionali per favorire uno sviluppo sostenibile. Una nuova definizione di sviluppo sostenibile venne data dalla World Conservation Union nel 1991, in cui venne identificato come un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto.

quali essa dipende.

2015: Conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici a Parigi → Definizione di un piano di azione per limitare il riscaldamento globale ben al disotto di 2°C in più rispetto ai livelli preindustriali e di proseguire gli sforzi per limitarlo a 1.5°C.

2017: Conferenza dell'ONU sui cambiamenti climatici a Bonn → Si conferma il mantenimento delle promesse fatte a Parigi nel 2015. Purtroppo mantenere questa promessa è molto difficile considerando che si marcia verso un incremento della temperatura di circa 3°C.

La prossima conferenza si terrà a Katowice nel 2018.

Nell'approccio top-down, lo sviluppo sostenibile viene da decisioni prese dall'alto (politica governativa). Nell'approccio bottom-up, lo sviluppo parte dal basso, dai cittadini.

Che cosa si intende per IMPRONTA ECOLOGICA?

L'impronta ecologica è l'area (gli ettari di superficie naturale biologicamente produttiva) necessaria ad ogni individuo

Per sostenerne i consumi di materie prime e energia e per assorbirne i rifiuti. E' un indicatore necessario a valutare il consumo di risorse naturali rispetto alla capacità della Terra di rigenerarle. L'impronta ecologica è un indicatore che mette in relazione gli stili di vita con la quantità di natura necessaria per sostenerli. Ogni azione individuale corrisponde ad un piccolo consumo di territorio. Coltivazioni, pascoli, sono attività umane che lasciano una impronta ecologica.

Il debito ecologico si crea quando i paesi ricchi importano dai paesi poveri una quantità ingente di biocapacità in forma di materie prime. In questo modo si genera un DEBITO ECOLOGICO.

Quali sono le competenze specifiche degli educatori in relazione allo sviluppo sostenibile?

  • approccio olistico
  • integrazione tra pensiero e praticabile
  • immaginare il cambiamento esplorando futuri alternativi
  • raggiungere la trasformazione attraverso il cambiamento del
educazione. Dewey sostiene che l'esperienza sia il fondamento dell'apprendimento e che l'educazione debba essere basata sull'esperienza concreta e significativa per gli studenti. Nel libro, Dewey analizza l'importanza dell'organizzazione dell'ambiente scolastico e dell'apprendimento cooperativo, sottolineando l'importanza di coinvolgere attivamente gli studenti nel processo di apprendimento. La pedagogia ha il compito di descrivere le ragioni pedagogiche di questo metodo, che si basa sulle idee di Dewey. Il libro è stato scritto nel 1938 e rappresenta una delle opere più mature di Dewey, le cui idee hanno avuto un impatto significativo sulle scuole di tutto il mondo.

EDUCAZIONE. Perché Dewey mette in relazione questi due termini? Perché a lui interessa la dimensione pedagogica dell'esperienza ma evidentemente, proponendo questa opera in età matura, Dewey entra nel vivo di alcune derive non propriamente autentiche che le sue idee avevano incontrato in fase di realizzazione. La prima parola che viene in mente parlando di Dewey è ATTIVISMO PEDAGOGICO ovvero Dewey è il pedagogista del learning by doing, quindi le sue idee in quel periodo avevano cominciato a tradursi in scelte. Ora in questo volume Dewy vuole correggere delle idee non propriamente autentiche. A Dewey non interessa l'attività in senso materiale. Apprendere facendo non significa solo far fare cose all'allievo ma è qualcosa in più. È un qualcosa che lega l'educazione a quella che è l'esperienza di vita dell'alunno. Al centro della sua proposta non c'è il fare, semplicemente, ma l'esperienza.

Il fare è sempre connesso al pensare e se non c'è un pensare a ciò che si fa, non è attività. In questo volumetto Dewey chiarisce subito che intende porsi di fronte a due diverse interpretazioni del termine educazione. Dewey dice che esiste l'educazione tradizionale e quella che si chiama progressiva e nella prima parte del volume Dewey chiarisce come l'educazione tradizionale ponga al suo centro un sapere statico e predefinito. Il sapere è inteso come bagaglio e in questo la centralità spetta al docente, depositario del sapere. A questa visione va contrapposta una educazione PROGRESSIVA che pone al centro l'allievo colto nella sua individualità. L'allievo in questo modello deve potersi esprimere nella sua libertà. È fulcro del suo processo educativo vivendo l'esperienza, L'esperienza diventa un nuovo terreno su cui si gioca la differenza tra sapere tradizionale ed educazione in senso progressivo.

La logica trasmissiva si ispira alla lezione tradizionale e vuole che l'alunno ascolti e metta in pratica le consegne del docente. La proposta dewiana considera la conoscenza un flusso sempre in divenire e quindi considera l'esperienza concreta come il mezzo attraverso il quale avviene l'apprendimento. L'apprendimento avviene attraverso l'esperienza concreta e la costruzione attiva da parte dell'allievo che interagisce con l'ambiente circostante nella costruzione della conoscenza a partire dai suoi interessi e secondo i modi e i tempi dell'apprendimento che gli sono propri. Quindi l'esperienza è l'interagire dell'individuo con l'ambiente. In questo senso l'obiettivo dell'educazione, non più la trasmissione di conoscenze, ma è l'apprendimento di un metodo di pensiero che è un metodo di apprendimento così che davanti alle situazioni della vita, l'allievo possa affrontarle e apprendere.Lo abbiamo detto altre volte: se ciò che conta è il ruolo attivo dell'allievo nel costruire la propria conoscenza, è fondamentale che l'allievo apprenda ad imparare. Così l'allievo apprenderà per tutta la vita. In questo senso, nel pensiero dewiano, il rapporto tra esperienza e vita sono molto vicine. Contenuto dell'esperienza che la scuola consente all'alunno di fare è la vita stessa. Per questa ragione uno dei cambiamenti più rilevanti è il ruolo del docente. Il docente è colui che crea nell'aula delle situazioni che favoriscano, sollecitino, promuovano, questo processo attivo da parte dell'allievo e quindi il suo apprendimento. L'allievo diventa pertanto il protagonista attivo. [il legame tra apprendimento di obiettivi immediati e il secondo, ovvero l'imparare ad imparare è indiretto. Non avremo mai modo di costruire questa forma mentis in maniera diretta. In che modo

Possiamo insegnare non l'obiettivo, ma imparare a imparare? Gli abiti metali si producono collateralmente ed essi dureranno per tutta la vita. Come facciamo ad ottenere la forma mentis? Questo canale indiretto è assicurato da due dimensioni: METODOLOGIE DI INSEGNAMENTO e ORGANIZZAZIONE. Cioè in che modo favorisco che l'apprendimento delle equazioni di secondo grado costituisce un processo con il quale l'allievo elabora, con un suo processo interiore una forma mentis di tipo logico? Adottando scelte metoodologico didattico favorenti questo. Le strategie metodologiche sono svariate ad esempio: cooperazione tra pari, il problem solving. Attraverso queste scelte io indirettamente favorisco gli obiettivi di secondo livello di un tipo o di un altro. Una delle cose più banali: l'organizzazione temporale della scuola. Es: degenerazioni assunte nella scuola primaria. Gli anni '70 ci hanno detto che il bimbo ha bisogno di tempi distesi e sono nati i tempi

Pieni e la scuola modulare. Ad un certo punto hanno ritirato i concetti pedagogici ma mantenendo la struttura temporale. Allora molti bambini entrano a scuola alle 7.50 e escono alle ore 13, 13.30, così stanno a casa il sabato. Questa organizzazione temporale che favorisce l'affaticamento, il rifiuto della scuola, la difficoltà di chi ha tempi di attenzione brevi. Chi è disagiato, chi non ha libri a casa, chi ha bisogno di noi e per i quali la scuola avrebbe un suo perché, provano una fatica enorme. Per loro è difficile fare 5 ore e più consecutive di lezioni che si ammassano uno sull'altro. In queste 5 ore non c'è l'insegnante unica che si accorgeva quando i bambini erano un po' stanchi. Oggi in questo affastellamento di finto insegnante prevalente, l'insegnante che fa inglese, deve raggiungere obiettivi, anche se ha poco tempo. Questo per dire che l'organizzazione oraria di per sé favorisce o ostacola l'apprendimento.

In questo modo i bimbi non possono amare la scuola. L'insegnante si
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
34 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher met94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Michelini Maria Chiara.