Anteprima
Vedrai una selezione di 7 pagine su 27
Pedagogia speciale Pag. 1 Pedagogia speciale Pag. 2
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia speciale Pag. 6
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia speciale Pag. 11
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia speciale Pag. 16
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia speciale Pag. 21
Anteprima di 7 pagg. su 27.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Pedagogia speciale Pag. 26
1 su 27
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Apprendimento cooperativo

Insieme di tecniche di classe nelle quali gli studenti lavorano in piccoli gruppi per attività di apprendimento e ricevono valutazioni in base ai risultati conseguiti, in cui la variabile significativa è la cooperazione tra gli studenti. M. Comoglio: "conduzione della classe che mette in gioco, nell'apprendimento, le risorse degli studenti".

Ma non è un semplice lavoro di gruppo, è soprattutto:

  • Interdipendenza positiva, gli studenti hanno ruoli e informazioni complementari, nessuno può svolgere l'attività da solo o senza il contributo dei compagni; faccia a faccia, gli studenti si aiutano, incoraggiano e supportano gli sforzi reciproci di apprendimento.
  • Responsabilità individuale, il contributo del singolo deve essere sempre riconoscibile e nel lavoro cooperativo deve essere previsto anche un momento di lavoro autonomo; interazione, accoglienza, aiuto reciproco, collaborazione.

gestione del conflitto, responsabilità devono essere esplicitamente insegnate, esercitate, monitorate.

Valutazione di gruppo si integra con quella individuale, anche la modalità di lavoro del gruppo deve essere oggetto di valutazione e/o autovalutazione.

Nella tipologia di scuola di democrazia di Jhon Dewey, Learning by doing è il lavoro cooperativo insegna il rispetto alla valorizzazione delle differenze, incoraggiando le interazione nel senso di comunità, ove la valutazione delle comporta la mobilizzazione delle competenze, non subite ma proposte, in un offerta di opportunità per perseguire i propri interessi all'interno delle esigenze generali della società. La zona di sviluppo prossimale in Lev Vygotskij è quell'insieme di conoscenza e abilità che non essendo in grado di padroneggiare da solo, ricerco una potenzialità di riferimento in cui riconosco uno stimolo e quindi una crescita. Per Kurt Lewin e Morton Deutsch

è il gruppo e l'interdipendenza sunto dell'esperienza condivisa. Importante innanzitutto stabilire i ruoli nel cooperativo, i quali posso variare al vari del modello (per relazione, per funzioni, per compiti, leadership) anche se non c'è una fissità dei ruoli e questo è l'importante, perché altrimenti si ricadrebbe nell'errore di far fare sempre a quelli particolarmente bravi alcuni ruoli di rilevanza e viceversa, proprio l'alternanza dei ruoli risulta un facile apprendimento delle abilità sociali legate a quel ruolo specifico. Il tutto è supportato dal docente, ruolo di organizzatore di coordinatore, mediatore e facilitatore, lascia la centralità dei processi di apprendimento ai studenti, mantenendo il gruppo centrato sul tema ed integrare le diverse informazioni alle diverse risorse dei membri. Interdipendenza positiva Nel cooperative learning è fondamentale l'attenzione nellastrutturazione dell'interdipendenza positiva, ossia la percezione di essere collegati con altri in un modo tale che il singolo non può avere successo senza fare gruppo e viceversa. Rispetto all'interdipendenza negativa e all'assenza, la condizione di interdipendenza positiva determina in ciascuno la constatazione di essere indispensabile per il gruppo, con ricadute positive, non solo sulla motivazione e sull'impegno, ma anche sulla qualità delle relazioni interpersonali. Vermette: "dell'interdipendenza positiva è possibile affermare che quando tutti gli alunni imparano di più, l'ambiente migliora per tutti, compresi i più brillanti che possono imparare, insegnando". All'interno di ogni lezione cooperativa gli obiettivi della stessa, devono essere stabiliti attraverso reciproci obiettivi di apprendimento, per rafforzarli possono essere usate le ricompense condivise, la divisione di risorse elavori specifici e complementari per raggiungere l'obiettivo comune. Ogni membro del gruppo ha un ruolo specifico da svolgere e contribuisce al successo del gruppo attraverso il proprio lavoro. - di ricompensa, quando il successo del gruppo è legato alla performance individuale di ciascun membro. Ogni membro del gruppo è responsabile del proprio lavoro e viene ricompensato in base ai risultati ottenuti. - di supporto, quando i membri del gruppo si sostengono reciprocamente e si aiutano a vicenda nel raggiungimento dell'obiettivo comune. Ogni membro del gruppo è disponibile ad offrire supporto e incoraggiamento agli altri membri. - di risorse, quando i membri del gruppo condividono risorse e informazioni per raggiungere l'obiettivo comune. Ogni membro del gruppo contribuisce con le proprie conoscenze e competenze per il beneficio del gruppo. L'interdipendenza è fondamentale per il successo dell'apprendimento cooperativo, in quanto favorisce la collaborazione, la responsabilità individuale e il senso di appartenenza al gruppo.

parti del compito da svolgere individualmente, finalizzandole all'obiettivo comune.

di ruolo, quando l'insegnante assegna agli studenti ruoli complementari ed interconnessi per aiutare il gruppo nel raggiungere il compito e nel costruire una relazione reciproca; purtroppo lo status e l'influenza interpersonale incidono sui ruoli che le persone assumono, quindi l'assegnare i ruoli da parte dell'insegnante è fondamentale per assicurarsi che siano giocati ruoli di compito e di relazione per dare l'opportunità a tutti di assumerli.

di informazioni e risorse, fare in modo che gli studenti condividano le loro risorse, le informazioni o i materiali.

di valutazione, quando, al termine di un lavoro, il gruppo riceve una valutazione che è ponderata sulla base dei risultati ottenuti da ciascun membro.

Oltre a ciò l'interdipendenza promuove un impegno maggiore nel raggiungimento dell'obiettivo, in quanto lavorare con gli altri aumenta il

senso di responsabilità verso l'obiettivo da raggiungere, a condizione che sussista tra i membri un atteggiamento di stima e attenzione reciproco. Tuttavia, non sempre, un obiettivo condiviso può garantire l'efficacia del gruppo. Esso deve soddisfare alcune caratteristiche: essere soggettivamente percepito come tale da richiedere il contributo di ogni membro del gruppo, in molte situazioni di lavoro (o di vita quotidiana) i membri che fanno parte di gruppi, pur avendo obiettivi comuni, non vivono comportamenti di interdipendenza; essere accettato o condiviso da tutti i membri del gruppo, il membro del gruppo che non accetta l'obiettivo, diventa, da risorsa preziosa e indispensabile per il gruppo stesso, un ostacolo che può pregiudicare lo sforzo comune; essere complesso e sfidante, vale a dire 'attraenti e significativi', il gruppo deve essere percepito come necessario rispetto all'obiettivo da conseguire, esso si forma attorno a un obiettivo per il quale ogni membro del gruppo è disposto a impegnarsi attivamente.quale le forze individuali sono ritenute insufficienti.
International Classification of Functioning (ICF) e come deve cambiare
 lo sguardo sulla persona
Se noi leggessimo solo in termini tecnici di approccio alla difficoltà di talune persone, noi non comprenderemo il senso della vera inclusione della integrazione edell’attenzione di tutti gli allievi che arrivano a scuola, a prescindere dal loro patrimonio genetico e dal loro contesto socio-culturale, la scuola di cui parleremo oggi non è una scuola di tecnicismi del permettete di patologico è una scuola della democrazia, una scuola che afferma il diritto di ciascuno ad essere ciò che è, e a vedersi accolto in tutte le necessità e a tutte le specificità che il suo essere comporta, esattamente come vale per tutti i soggetti. Mettendo in primo piano questa grande famiglia dei bisogni educativi speciali può essere una grossolana distinzione anzitutto in bisogni legati ad una

disabilità certificata in un quadro psicofisico della persona, dall'altro c'è una diversa famiglia di bisogni di situazioni transitorie o di tipo culturale o anche personale, perché ad esempio i disturbi specifici di apprendimento sono anch'essi legati alle condizioni psicocognitive del singolo.

Nel corso della storia, non solo italiana, colui che riportava dei disturbi era essenzialmente definito come malato, quindi presumeva delle cure mediche. Nei primi del 900 si ha la prima sperimentazione pionieristica sull'educabilità dei minorati, con l'istituzione di scuole speciali a favore di alunni ciechi e sordi, ricordando che è del 1893 la Classificazione interazionale delle malattie e delle morbosità (ICD) che presuppone un modello strettamente biomedico. Effettivamente con la legge 517/1977 sancisce concretamente il principio di integrazione prevedendo misure organizzative, risorse e strumenti necessari per la sua attuazione.

anche se limitatamente alla scuola elementare e alla scuola media; per giungere nell'80 l'ICIDH(International Classification of Impairments Disabilities and Handicaps) dove è posta la distinzione tra: malattia o disturbo (situazione intrinseca); menomazione (esteriorizzazione); disabilità (oggettivazione); handicap (socializzazione). In ultimo la legge 104/1992 unifica e coordina le disposizioni esistenti per la prima si occupa del processo di integrazione in prospettiva sistemica, occupandosi di tutte le dimensioni del processo, dalla prevenzione-cura-riabilitazione alla integrazione sociale, dall'educazione e istruzione alla formazione professionale e integrazione lavorativa, dall'eliminazione delle barriere architettoniche alle agevolazioni fiscali; seppur continua a esprimere un'idea di disabilità ancora legata al modello biomedico di classificazione delle malattie. Con l'avvento del 2002 sia un modello bio-psico-sociale il ICF.(International Classification of Functioning) dove si descrive lo stato di salute e la condizione di benessere, piuttosto che la malattia, depennando i termini disabilità e handicap, sostituiti da attività e partecipazione sociale. In una nuova prospettiva inclusiva si passa dall'integrazione degli alunni con disabilità all'inclusione di tutti coloro che presentano bisogni educativi differenti e speciali (equità). Il regolamento dell'autonomia consistente nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati alle diverse situazioni, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti. L'adattamento dell'insegnamento alle caratteristiche individuali dell'allievo e in particolare: ai codici linguistici padroneggiati, ai livelli di partenza rispetto agli obiettivi (possesso dei prerequisiti), alle modalità e

Strategie di apprendimento (stili cognitivi e stili di apprendimento)

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
27 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/03 Didattica e pedagogia speciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher met94 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Pedagogia speciale e didattica per l'inclusione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Michelini Maria Chiara.